Ho sempre considerato le penne Lamy come penne "da battaglia" realizzate con materiali economici, inoltre la loro ammiraglia, la "2000", ha il pennino carenato e il materiale del fusto (credo si chiami macrolon), che visto in foto, mi sembrava simile alla plastica del mio armadio portascope da esterno.

Un bel giorno, mentre navigavo annoiato tra le cineserie del famoso sito di vendite orientale, mi imbatto in una offerta di tre simil-Safari corredate da 50 cartuccie a 3,74 euro. Mi decido a provarle... Per quanto possano essere scarse non potrebbero valer meno di quanto speso.

Invece la prova si rivelò molto positiva, tanto da farmi avvicinare al marchio teutonico.
In verità i modelli Lamy non rispecchiano esattamente la mia penna ideale, mi piacciono le penne in resina dalle livree dai colori screziati o geometrici (tipo Leonardo mosaico) e con caricamento a pistone.
Però la curiosità era tanta e dopo un giro di opinioni sul forum, compro una Al-star con pennino fine. Ottima, non perde un colpo, scrive divinamente anche dopo lunghi periodi di inutilizzo.

Pochi giorni fa, una offerta amazzonica (regolarmente da me segnalata in apposito argomento sul forum) mi induce ad un nuovo acquisto: Lamy Studio Pianored.
Anche in questo caso, storcevo un pò il naso: Sezione scivolosa, corpo in metallo e caricamento a cartuccia...

Ma quel pennino in oro che sbrilluccicava nella foto, mi attirava come un favo ricolmo di miele attira un orso.
Click! Il danno è fatto.
La penna arriva e la provo. Pennino ef molto più f, ma con i tedeschi ci sta. Fantastico scrive meravigliosamente bene e senza dover fare operazioni chirurgiche a cuore aperto. La sezione non è comodissima, ma neppure la tortura che molti paventano.
Vi allego due foto orribili, per non tradire la tradizione. Ho motivo di credere che non tutti abbiano avuto la mia "fortuna" con le Lamy. Per cui vi chiedo di condividere le vostre esperienze, sia buone che cattive.
A voi la tastiera dunque.