Esattamente
Mostra Scambio - Pen Show - di Napoli
27 settembre 2025 - Hotel Hotel Palazzo Alabardieri, via Alabardieri, 9
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Perché proprio quella penna?
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- La mia penna preferita: Pelikan
- Il mio inchiostro preferito: Misty Blue Diamine
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Perché proprio quella penna?
Maruska
Regala la tua assenza a chi non dà valore alla tua presenza (Oscar Wilde)
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Perché proprio quella penna?
Pelikan da quando a scuola usavo la Pelikano che funzionava bene sempre. Mi è rimasta nel cuore e comunque continuano a scrivere bene sempre e sempre bene 

Maruska
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Perché proprio quella penna?
Pelikan m200, mi ha accompagnato per tutto il corso di laurea, è tuttora la penna che preferisco per estetica e qualita di scrittura!
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Perché proprio quella penna?
Lamy 2000 con pennino EF – acquistata nell'agosto 2025
Dovrò stare a Tubingen per diverso tempo, avevo quindi il bisogno di avere una penna di qui, di una penna autoctona.
In centro, nella bottega di Fritz Schimpf ho acquistato questa Lamy 2000 con pennino EF.
Non la costruiscono proprio qui, ma nella città universitaria gemella di Hedilberg, sempre nel Baden-Wurtemberg.
Mi posso accontentare.
Dovrò stare a Tubingen per diverso tempo, avevo quindi il bisogno di avere una penna di qui, di una penna autoctona.
In centro, nella bottega di Fritz Schimpf ho acquistato questa Lamy 2000 con pennino EF.
Non la costruiscono proprio qui, ma nella città universitaria gemella di Hedilberg, sempre nel Baden-Wurtemberg.
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Perché proprio quella penna?
Pelikan M200 Golden Lapis – acquistata nell'agosto 2025
Per anni sono vissuto accanto ai favolosi affreschi blu di Giotto a Padova.
l'Istituto di Geologia distava appena settantacinque metri, ma gli studenti non si potevano azzardare a vederli.
Adesso è ora di andare, ma non mi posso presentare senza niente in mano. Devo essere preparato.
Il signor Pelikan mi ha promesso che la sua M200 Golden Lapis mi farà fare una bella figura e che piacerà anche al Maestro Giotto. Il signor Pelikan è un serio tedesco del nord, del Niedersachsen. Mi sono fidato di lui.
Per anni sono vissuto accanto ai favolosi affreschi blu di Giotto a Padova.
l'Istituto di Geologia distava appena settantacinque metri, ma gli studenti non si potevano azzardare a vederli.
Adesso è ora di andare, ma non mi posso presentare senza niente in mano. Devo essere preparato.
Il signor Pelikan mi ha promesso che la sua M200 Golden Lapis mi farà fare una bella figura e che piacerà anche al Maestro Giotto. Il signor Pelikan è un serio tedesco del nord, del Niedersachsen. Mi sono fidato di lui.
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- Iscritto il: lunedì 26 maggio 2025, 14:02
- La mia penna preferita: Pelikan 150 (e le altre)
- Il mio inchiostro preferito: Attualmente Diamine Damson
- Misura preferita del pennino: Fine
- Località: firenze
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Perché proprio quella penna?
Le Pelikan, perché mi hanno rubato quella ereditata da mia zia, una 120, che non ho più ricomprato perché nessuna è uguale a quella, mentre la 150 la trovai a 10 mila lire dopo un mese dal furto e l'ho usata per anni e anni. Adesso da pochi mesi la Aurora Nizzoli perché la volevo da bambina ma non me la compravano perché l'avrei rotta, secondo i miei. Avevo ragione da bambina e questa, presa usata, l'ho riaccomodata.
Adesso devo prendere prima o poi una Parker 51 perché non sono sicura di non aver voluto una Parker 51 da bambina oltre alla Aurora (questa per la comunione: mi regalarono invece un sacco di confetti che poi non potei mangiare. Strana famiglia i miei
)
Le altre perché frequento da anni il forum che è tossico e mi ci sono pure iscritta.
Adesso devo prendere prima o poi una Parker 51 perché non sono sicura di non aver voluto una Parker 51 da bambina oltre alla Aurora (questa per la comunione: mi regalarono invece un sacco di confetti che poi non potei mangiare. Strana famiglia i miei

Le altre perché frequento da anni il forum che è tossico e mi ci sono pure iscritta.
- MatteoQ
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- Iscritto il: venerdì 7 febbraio 2025, 14:57
- La mia penna preferita: Kaweco Al Sport Piston Filler
- Il mio inchiostro preferito: Noodler's Baystate Blue
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Perché proprio quella penna?
La Parker Vector “Mondrian” è stata la penna stilografica che ho desiderato di più nella mia vita, fin da quando la vidi la prima volta in una cartoleria nella mia città natale.
All'epoca frequentavo le scuole elementari, o forse le medie. Non ricordo con esattezza l'anno. Quando finalmente riuscii a convincere mia madre a regalarmela e ci recammo in cartoleria, rimasi con un pugno di mosche. Le avevano vendute tutte e non ne erano rimaste altre. Cercammo in tutte le cartoleria della città, ma niente da fare.
Dispiaciuta dalla delusione sul mio volto di non poter avere l'oggetto tanto desiderato, mia madre si prodigò per acquistarne un'altra che mi piacesse. Una storia nota che si ripete dalla notte dei tempi: chiodo scaccia chiodo. Fu così che entrai in possesso di una Parker Fifteen.
Peccato che a pochissima distanza dalla cartoleria ci fosse un tabacchi con esposta in vetrina la tanto desiderata penna. Io, appoggiato al vetro, con in mano il sacchetto che conteneva la Fifteen e, al di là del vetro, la tanto agogniata Mondrian. Alle spalle mia madre che mi ripeteva che ormai mi aveva acquistato già una stilografica e dovevo accontentarmi. Cuor di mamma ebbe però la meglio e così, alcuni giorni dopo, in gran segreto, si reco al tabacchi per farmi una sorpresa e regalarmi quella che avevo sognato per lungo tempo.
Oggi mi trovo con queste due penne, una molto vivace e che adoro tuttora e una dal tono più serio, rossa scura con il cappuccio in acciaio spazzolato. Entrambe, tra loro inseparabili, stanno sempre nelle loro scatoline metalliche e saranno sempre un ricordo di mia madre, da cui mi sarà impossibile separarmi.
Poi, grazie a questo forum, ho iniziato ad avventurarmi su penne di altra levatura, per sperimentare, imparare, studiare, capire, lasciarmi affascinare da questi splendidi strumenti di scrittura. E così sono arrivate altre penne a stuzzicare le mie dita: Kaweco, TWSBI, Pilot, Platinum, … per iniziare a capire le differenze di pennini, di flusso di inchiostro, di impugnatura, di bilanciamento. Sono arrivati gli inchiostri più bizzarri, Asa-Gao, Baystate Blue, Akkerman (acquistato direttamente in negozio da loro, ironia della sorte, in un viaggio madre-figlio), Edelstein, … Uno studio personale, in attesa di trovare una penna, che mi permetta di dire: “È lei! È la mia!” e con la quale scrivere per sempre.
All'epoca frequentavo le scuole elementari, o forse le medie. Non ricordo con esattezza l'anno. Quando finalmente riuscii a convincere mia madre a regalarmela e ci recammo in cartoleria, rimasi con un pugno di mosche. Le avevano vendute tutte e non ne erano rimaste altre. Cercammo in tutte le cartoleria della città, ma niente da fare.
Dispiaciuta dalla delusione sul mio volto di non poter avere l'oggetto tanto desiderato, mia madre si prodigò per acquistarne un'altra che mi piacesse. Una storia nota che si ripete dalla notte dei tempi: chiodo scaccia chiodo. Fu così che entrai in possesso di una Parker Fifteen.
Peccato che a pochissima distanza dalla cartoleria ci fosse un tabacchi con esposta in vetrina la tanto desiderata penna. Io, appoggiato al vetro, con in mano il sacchetto che conteneva la Fifteen e, al di là del vetro, la tanto agogniata Mondrian. Alle spalle mia madre che mi ripeteva che ormai mi aveva acquistato già una stilografica e dovevo accontentarmi. Cuor di mamma ebbe però la meglio e così, alcuni giorni dopo, in gran segreto, si reco al tabacchi per farmi una sorpresa e regalarmi quella che avevo sognato per lungo tempo.
Oggi mi trovo con queste due penne, una molto vivace e che adoro tuttora e una dal tono più serio, rossa scura con il cappuccio in acciaio spazzolato. Entrambe, tra loro inseparabili, stanno sempre nelle loro scatoline metalliche e saranno sempre un ricordo di mia madre, da cui mi sarà impossibile separarmi.
Poi, grazie a questo forum, ho iniziato ad avventurarmi su penne di altra levatura, per sperimentare, imparare, studiare, capire, lasciarmi affascinare da questi splendidi strumenti di scrittura. E così sono arrivate altre penne a stuzzicare le mie dita: Kaweco, TWSBI, Pilot, Platinum, … per iniziare a capire le differenze di pennini, di flusso di inchiostro, di impugnatura, di bilanciamento. Sono arrivati gli inchiostri più bizzarri, Asa-Gao, Baystate Blue, Akkerman (acquistato direttamente in negozio da loro, ironia della sorte, in un viaggio madre-figlio), Edelstein, … Uno studio personale, in attesa di trovare una penna, che mi permetta di dire: “È lei! È la mia!” e con la quale scrivere per sempre.
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- Iscritto il: sabato 19 luglio 2025, 13:20
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Perché proprio quella penna?
Si MatteoQ
proprio una bella storia di penne.
Grazie
proprio una bella storia di penne.
Grazie
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Perché proprio quella penna?
Questa storia è molto più semplice, anzi non è nemmeno una storia.
Ho questa penna perché mi sono iscritto al forum e nel forum si dice che bisogna avere una penna senza cappuccio.
Ma qui nel Baden Wurttembeg non mi potevo azzardare a prendere una penna giapponese.
Nella bottega di Fritz Schimpf ho trovato questa Lamy Dialog che è una meraviglia.
Lamy Dialog con pennino F
tinta Diamine Blue Velvet
Tubingen 3 settembre 2025
Ho questa penna perché mi sono iscritto al forum e nel forum si dice che bisogna avere una penna senza cappuccio.
Ma qui nel Baden Wurttembeg non mi potevo azzardare a prendere una penna giapponese.
Nella bottega di Fritz Schimpf ho trovato questa Lamy Dialog che è una meraviglia.
Lamy Dialog con pennino F
tinta Diamine Blue Velvet
Tubingen 3 settembre 2025
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Perché proprio quella penna?
Pilot Custom 823 con pennino M
Ho questa penna perché mi sono iscritto al forum, e sul forum viene detto anche che bisiogna avere una penna giapponese.
Mi sono adeguato...Ma mi sa che questa non è giapponese vera, perché poi non scrive proprio sottile sottile.
Tubingen 3 settembre 2025
Ho questa penna perché mi sono iscritto al forum, e sul forum viene detto anche che bisiogna avere una penna giapponese.
Mi sono adeguato...Ma mi sa che questa non è giapponese vera, perché poi non scrive proprio sottile sottile.
Tubingen 3 settembre 2025
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Perché proprio quella penna?
Tubingen 12 settembre 2025
Lamy Studi Pianored con pennino EF
Tinta Diamine Presidential Blue
Carta Leuchtturm1917 120 g/mq
Oggi ho questa penna perchè, da novizio del forum, leggo molto, non capisco tutto quello che leggo, ma sono velocissimo di mouse ed eseguo.
Poi ame piacciono molto le Lamy di Eidelberg, di metallo rosso non ne avevo.
Era ora!
Lamy Studi Pianored con pennino EF
Tinta Diamine Presidential Blue
Carta Leuchtturm1917 120 g/mq
Oggi ho questa penna perchè, da novizio del forum, leggo molto, non capisco tutto quello che leggo, ma sono velocissimo di mouse ed eseguo.
Poi ame piacciono molto le Lamy di Eidelberg, di metallo rosso non ne avevo.
Era ora!
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- Snorkel
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- Iscritto il: martedì 13 aprile 2021, 9:05
- La mia penna preferita: Omas 360 vintage oversize TS
- Il mio inchiostro preferito: Noodler’s El Lawrence
- Misura preferita del pennino: Flessibile
- Gender:
Perché proprio quella penna?
...suvvia, dicci qualcosa di più di questo pennino custom e di questa penna speciale!!Silvia1974 ha scritto: ↑martedì 12 agosto 2025, 15:04 Le Leonardo perché: una delle due che possiedo è frutto di un sogno ad occhi quasi aperti durante un’influenza, che mi ha fatto scrivere di getto al produttore chiedendo un pennino che non esisteva
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- Snorkel
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- Iscritto il: martedì 13 aprile 2021, 9:05
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Perché proprio quella penna?
Ho anch'io la storia di una penna e di un Notaro, che ho già raccontato a destra e a manca, a spizzichi e bocconi, ma... che sopporterete ancora una volta tutta intera!
Il Notaio in questione era mio nonno. Facevamo lunghe camminate, spesso nel bosco, dense di racconti e chiacchierate.
Dopo scuola passavo spesso il pomeriggio con mia nonna: donna di un'ironia ed eleganza straordinarie, che stravedeva per me e mi voleva fermamente come lui. Salivo di corsa le scale che dal soggiorno portavano in ufficio: le ragazze interrompevano il lavoro per giocare o fare i compiti con me; mia nonna fumava e chiacchierava rumorosamente seduta sullo sgabello con le ruote sotto i cartelli "silenzio" e "non fumare". E' ancora oggi il luogo di lavoro più bello che abbia mai visto. Solo nella sua stanza c'erano silenzio e gravità. Infilavo la testa nella porta e non lo trovavo mai solo; ma si interrompeva sempre e mi faceva un cenno perché andassi a dargli un bacio.
Erano gli ultimi anni dei suoi 40 di professione. Per firmare gli atti, vergati con la stampante ad aghi, si usavano i roller Pilot V5 usa e getta, in scatole di cartone quadrate da 25, rigorosamente neri.
Quando andò in pensione, i colleghi di Distretto gli regalarono una OMAS 360 "Tabellionis Stilus", edizione speciale per i Notai italiani.
Non la inchiostrò mai: rimase in un cassetto nell'armadio del suo studio, accanto al tavolone di rovere, alla libreria e al tavolino piccolo in coordinato. Ricordo che una volta me la fece vedere, ma non ricordo la mia reazione. Andavo alle medie e usavo le Pelikan di plastica colorata, pennino F e cartucce di 4001 Royal Bleu. Avevo ricevuto una bella Parker elegante per la Prima Comunione, ma non scriveva altrettanto bene.
Però la mia reazione doveva essere stata notevole e lui se ne ricordò: me la lasciò con un legato nel suo testamento, scritto (ovviamente con un roller V5) quattro o cinque anni dopo, in ricordo delle nostre passeggiate.
Venne a sentirmi all'orale della maturità, non fece tempo a vedermi laureato.
All'università usavo quasi sempre le BIC: la stilo, l'ultima Pelikan del liceo, la riservavo per le lettere. Quando cominciai a esercitarmi per il concorso, scelsi i roller Pilot V5. La 360 la inchiostrai dopo essere passato. E in cinque minuti perdeva dal fondello.
Ora il Notaro sono io e la "Penna del Notaio" è in un cassetto di quella stessa scrivania, accanto all'armadio e alla libreria e al tavolino piccolo che ora arredano il mio studio. Nel cassetto accanto tengo una copia del suo primo atto a raccolta, repertorio n. 2: una procura generale, scritta in tre facciate con inchiostro seppia sul carta da bollo filigranata: un corsivo minuto, elegante ma informale, molto inclinato e non facilmente leggibile. Lo stesso del testamento in cui mi lascia la 360.
Nell'armadio ci trovai anche altro. Una Parker 45 Insignia col cappuccio ammaccato, una sfera Parker Flighter e una matita meccanica Cross Century 0,9: loro di problemi non ne hanno proprio e stanno sempre nella mia borsa.
viewtopic.php?t=24915
E' una penna bellissima e problematica: non ci firmo gli atti, non oso caricarla con un indelebile. Ma è quasi sempre inchiostrata, continuo a provarci, anche se non ci ho ancora trovato un equilibrio. E' per lei che mi sono iscritto a questo forum e mi si è accesa la passione per le stilografiche.
Con le sue infinite idiosincrasie, per me è LA penna: nessuna sarà mai perfetta come lei. La sua forma e dimensioni così inconsuete sono per me ideali. Il pennino setoso e preciso e perfino il caricamento (rognoso ma) capiente e così perfettamente realizzato che il fondello finisce esattamente in linea con la sagoma triangolare del corpo a fine corsa.
E poi (qualcuno l'ha già scritto: mannaggia le scimmie che girano qui) ho iniziato la campagna acquisti. Mi sono reso conto che il 90% delle penne che mi interessano sono vecchie e irrazionali. Quindi irrazionalmente me le porto al lavoro, dove spandono, macchiano e seminano un po' di poesia e di sentimento tra le mie carte e le mie giornate.
Gli atti invece li firmo con una "banale" Visconti Van Gogh, penna che non avrei scelto ma che mi venne regalata dal mio migliore amico, che invece il concorso non lo superò, espressamente a questo scopo... in versione roller: si ricordava dei V5. Acquistai il puntale e il pennino piccolo per trasformarla in stilografica e da allora è caricata con una mistura di Koh-I-Noor document ink blu e nero. E le bozze le correggo con una Pineider Avatar UR Deluxe caricata con qualcosa di adeguatamente sgargiante.
Perché sono un uomo decisamente meno moderno ed efficiente di mio nonno, anche se devo a lui quasi tutto ciò che sono. E ormai ho espunto il roller dalla mia vita...
Il Notaio in questione era mio nonno. Facevamo lunghe camminate, spesso nel bosco, dense di racconti e chiacchierate.
Dopo scuola passavo spesso il pomeriggio con mia nonna: donna di un'ironia ed eleganza straordinarie, che stravedeva per me e mi voleva fermamente come lui. Salivo di corsa le scale che dal soggiorno portavano in ufficio: le ragazze interrompevano il lavoro per giocare o fare i compiti con me; mia nonna fumava e chiacchierava rumorosamente seduta sullo sgabello con le ruote sotto i cartelli "silenzio" e "non fumare". E' ancora oggi il luogo di lavoro più bello che abbia mai visto. Solo nella sua stanza c'erano silenzio e gravità. Infilavo la testa nella porta e non lo trovavo mai solo; ma si interrompeva sempre e mi faceva un cenno perché andassi a dargli un bacio.
Erano gli ultimi anni dei suoi 40 di professione. Per firmare gli atti, vergati con la stampante ad aghi, si usavano i roller Pilot V5 usa e getta, in scatole di cartone quadrate da 25, rigorosamente neri.
Quando andò in pensione, i colleghi di Distretto gli regalarono una OMAS 360 "Tabellionis Stilus", edizione speciale per i Notai italiani.
Non la inchiostrò mai: rimase in un cassetto nell'armadio del suo studio, accanto al tavolone di rovere, alla libreria e al tavolino piccolo in coordinato. Ricordo che una volta me la fece vedere, ma non ricordo la mia reazione. Andavo alle medie e usavo le Pelikan di plastica colorata, pennino F e cartucce di 4001 Royal Bleu. Avevo ricevuto una bella Parker elegante per la Prima Comunione, ma non scriveva altrettanto bene.
Però la mia reazione doveva essere stata notevole e lui se ne ricordò: me la lasciò con un legato nel suo testamento, scritto (ovviamente con un roller V5) quattro o cinque anni dopo, in ricordo delle nostre passeggiate.
Venne a sentirmi all'orale della maturità, non fece tempo a vedermi laureato.
All'università usavo quasi sempre le BIC: la stilo, l'ultima Pelikan del liceo, la riservavo per le lettere. Quando cominciai a esercitarmi per il concorso, scelsi i roller Pilot V5. La 360 la inchiostrai dopo essere passato. E in cinque minuti perdeva dal fondello.
Ora il Notaro sono io e la "Penna del Notaio" è in un cassetto di quella stessa scrivania, accanto all'armadio e alla libreria e al tavolino piccolo che ora arredano il mio studio. Nel cassetto accanto tengo una copia del suo primo atto a raccolta, repertorio n. 2: una procura generale, scritta in tre facciate con inchiostro seppia sul carta da bollo filigranata: un corsivo minuto, elegante ma informale, molto inclinato e non facilmente leggibile. Lo stesso del testamento in cui mi lascia la 360.
Nell'armadio ci trovai anche altro. Una Parker 45 Insignia col cappuccio ammaccato, una sfera Parker Flighter e una matita meccanica Cross Century 0,9: loro di problemi non ne hanno proprio e stanno sempre nella mia borsa.
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E' una penna bellissima e problematica: non ci firmo gli atti, non oso caricarla con un indelebile. Ma è quasi sempre inchiostrata, continuo a provarci, anche se non ci ho ancora trovato un equilibrio. E' per lei che mi sono iscritto a questo forum e mi si è accesa la passione per le stilografiche.
Con le sue infinite idiosincrasie, per me è LA penna: nessuna sarà mai perfetta come lei. La sua forma e dimensioni così inconsuete sono per me ideali. Il pennino setoso e preciso e perfino il caricamento (rognoso ma) capiente e così perfettamente realizzato che il fondello finisce esattamente in linea con la sagoma triangolare del corpo a fine corsa.
E poi (qualcuno l'ha già scritto: mannaggia le scimmie che girano qui) ho iniziato la campagna acquisti. Mi sono reso conto che il 90% delle penne che mi interessano sono vecchie e irrazionali. Quindi irrazionalmente me le porto al lavoro, dove spandono, macchiano e seminano un po' di poesia e di sentimento tra le mie carte e le mie giornate.
Gli atti invece li firmo con una "banale" Visconti Van Gogh, penna che non avrei scelto ma che mi venne regalata dal mio migliore amico, che invece il concorso non lo superò, espressamente a questo scopo... in versione roller: si ricordava dei V5. Acquistai il puntale e il pennino piccolo per trasformarla in stilografica e da allora è caricata con una mistura di Koh-I-Noor document ink blu e nero. E le bozze le correggo con una Pineider Avatar UR Deluxe caricata con qualcosa di adeguatamente sgargiante.
Perché sono un uomo decisamente meno moderno ed efficiente di mio nonno, anche se devo a lui quasi tutto ciò che sono. E ormai ho espunto il roller dalla mia vita...