Ulteriori danni della celluloide
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Ulteriori danni della celluloide
Non so se sia la sezione giusta, in caso contrario prego gli Amministratori di spostare l'argomento.
Anche io ha avuto a che fare con questo problema, recentemente.
Ho diverse penne in celluloide, di vari marchi; Stipula, Delta e Omas. Molte di queste sono conservate nelle loro scatole in un armadio. Soltanto due, una Omas Ercolessi e una Delta Caruso in edizione limitata, erano conservate nelle loro scatole in un posto diverso. Di quelle nell'armadio soltanto una Stipula Volterra mostrava una patina umida (subito rimossa) con distruzione totale del converter.
Le due fuori, una Omas Ercolessi e una Delta Caruso apparivano con molta ossidazione sui particolari dorati. La Omas aveva anche fenomeni di viraggio e cristallizzazione avanzata, mentre la Caruso mostrava una vistosa crepa vicino alla leva di caricamento.
In particolare Notare la testina del cappuccio più chiara perchè virata (nel frattempo è saltata via) e il fondello molto più chiaro del resto del corpo. Temo che a breve si frantumerà anch'esso.
E questa è la Delta Caruso Si vede la frattura in orizzontale; c'è anche un lieve avvallamento della celluloide.
Mentre il deterioramento ulteriore della Omas Ercolessi, come accennavo, è stato abbastanza rapido, quello della Delta Caruso sembrava stabilizzato. Ieri però mi sono accorto, nello svitare il cappuccio, che aveva preso ad emanare lo stesso forte odore che aveva anche la Ercolessi all'interno del cappuccio.
Quale può essere la differenza tra quelle conservate nell'armadio e quelle fuori, che tra l'altro oltre ad avere notevole ricambio d'aria erano protette da luce, caldo e freddo? Anche se potrei sbagliare, ho il sospetto che l'aria sovrasatura di canfora abbia rallentato o impedito la sublimazione della canfora dalla celluloide. Naturalmente questa è soltanto una mia ipotesi, un chimico potrebbe probabilmente dire qualcosa di più.
Anche io ha avuto a che fare con questo problema, recentemente.
Ho diverse penne in celluloide, di vari marchi; Stipula, Delta e Omas. Molte di queste sono conservate nelle loro scatole in un armadio. Soltanto due, una Omas Ercolessi e una Delta Caruso in edizione limitata, erano conservate nelle loro scatole in un posto diverso. Di quelle nell'armadio soltanto una Stipula Volterra mostrava una patina umida (subito rimossa) con distruzione totale del converter.
Le due fuori, una Omas Ercolessi e una Delta Caruso apparivano con molta ossidazione sui particolari dorati. La Omas aveva anche fenomeni di viraggio e cristallizzazione avanzata, mentre la Caruso mostrava una vistosa crepa vicino alla leva di caricamento.
In particolare Notare la testina del cappuccio più chiara perchè virata (nel frattempo è saltata via) e il fondello molto più chiaro del resto del corpo. Temo che a breve si frantumerà anch'esso.
E questa è la Delta Caruso Si vede la frattura in orizzontale; c'è anche un lieve avvallamento della celluloide.
Mentre il deterioramento ulteriore della Omas Ercolessi, come accennavo, è stato abbastanza rapido, quello della Delta Caruso sembrava stabilizzato. Ieri però mi sono accorto, nello svitare il cappuccio, che aveva preso ad emanare lo stesso forte odore che aveva anche la Ercolessi all'interno del cappuccio.
Quale può essere la differenza tra quelle conservate nell'armadio e quelle fuori, che tra l'altro oltre ad avere notevole ricambio d'aria erano protette da luce, caldo e freddo? Anche se potrei sbagliare, ho il sospetto che l'aria sovrasatura di canfora abbia rallentato o impedito la sublimazione della canfora dalla celluloide. Naturalmente questa è soltanto una mia ipotesi, un chimico potrebbe probabilmente dire qualcosa di più.
Ultima modifica di vikingo60 il martedì 22 luglio 2025, 1:18, modificato 1 volta in totale.
Alessandro
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Ulteriori danni della celluloide
Anche io ho queste penne ho chiesto a Delta un piccolo pezzo di celluloide per ricostruire il corpo ma l'hanno negato vergonia a tutti due i costrutori
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Ulteriori danni della celluloide
Mamma mia, che peccato. Sono belle. Ma sono vecchie oppure è successo qualcosa per cui hanno iniziato a deteriorarsi?
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Infatti: sono arrivato alla stessa conclusione, mai più celluloide.giorgiogreco ha scritto: ↑lunedì 21 luglio 2025, 17:05 Anche io ho queste penne ho chiesto a Delta un piccolo pezzo di celluloide per ricostruire il corpo ma l'hanno negato vergonia a tutti due i costrutori
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Assolutamente nulla, le avevo esaminate anche mesi fa, in particolare la Omas Ercolessi: era perfetta. Poi il disastro.
Alessandro
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Ulteriori danni della celluloide
è un peccato, alla celluloide moderna accade, e i produttori spesso non ci sono più o non si fanno carico.
E' un peccato perché per un collezionista 30-40 anni di conservazione non è un tempo lungo... né chi possiede molte penne, alcune preziose come queste, può sempre metterle in rotazione continua per goderne almeno l'uso, e verificarne lo stato. Ne ho diverse anch'io e sono rassegnato alla loro morte precoce, quando sarà (un paio sono già andate). Caldo e umido non giovano. Anch'io ultimamente vado di ebanite... su quelle più di pregio.
E' comunque difficile dire cosa possa innescare la degradazione, spesso è insita nella celluloide specifica, per cui malgrado le accortezze ad un certo punto accade. Il buon Francoiacc consiglia bagnetti periodici in soluzioni alcaline (bicarbonato ad esempio - una soluzione satura di bicarbonato, ossia sciogliere bicarbonato in acqua finché non si scioglie più e resta un residuo sul fondo - ha pH di circa 8,5) pare rallenti la malattia.
PS a proposito del modo in cui erano conservate, seppure sia vero che le due penne tenute fuori dall'armadio avessero ampia possibilità di godere di ricambio d'aria, probabilmente erano maggiormente esposte soprattutto ad umidità.
Un consiglio per le tue altre celluloidi moderne, avvolgile in uno straccetto di stoffa in cotone, o carta velina, entrambe aiutano ad assorbire l'umido e l'esalazione. Non posso dirti che avresti salvato le due deteriorate, purtroppo temo che quando deve accadere, accade (le mie due defunte erano una Omas 557F Galileo Galilei, e una Visconti Voyager).
E' un peccato perché per un collezionista 30-40 anni di conservazione non è un tempo lungo... né chi possiede molte penne, alcune preziose come queste, può sempre metterle in rotazione continua per goderne almeno l'uso, e verificarne lo stato. Ne ho diverse anch'io e sono rassegnato alla loro morte precoce, quando sarà (un paio sono già andate). Caldo e umido non giovano. Anch'io ultimamente vado di ebanite... su quelle più di pregio.
E' comunque difficile dire cosa possa innescare la degradazione, spesso è insita nella celluloide specifica, per cui malgrado le accortezze ad un certo punto accade. Il buon Francoiacc consiglia bagnetti periodici in soluzioni alcaline (bicarbonato ad esempio - una soluzione satura di bicarbonato, ossia sciogliere bicarbonato in acqua finché non si scioglie più e resta un residuo sul fondo - ha pH di circa 8,5) pare rallenti la malattia.
PS a proposito del modo in cui erano conservate, seppure sia vero che le due penne tenute fuori dall'armadio avessero ampia possibilità di godere di ricambio d'aria, probabilmente erano maggiormente esposte soprattutto ad umidità.
Un consiglio per le tue altre celluloidi moderne, avvolgile in uno straccetto di stoffa in cotone, o carta velina, entrambe aiutano ad assorbire l'umido e l'esalazione. Non posso dirti che avresti salvato le due deteriorate, purtroppo temo che quando deve accadere, accade (le mie due defunte erano una Omas 557F Galileo Galilei, e una Visconti Voyager).
Ultima modifica di sansenri il lunedì 21 luglio 2025, 19:20, modificato 1 volta in totale.
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Ulteriori danni della celluloide
Questa ipotesi una volta era molto gettonata, tanto che spesso nelle scatole delle pellicole cinematografiche veniva messa della canfora.
Non ci sono però dati sperimentali a sostegno.
Normalmente viene suggerito di conservare la celluloide in ambiente arieggiato, ma non per la canfora quanto per l'acido nitrico e per l'ossido nitrico.
Il problema della conservazione della celluloide presenta molti punti non perfettamente conosciuti: avevo letto un report in ambito museale (in qualche discussione lo avevo anche linkato) in cui si sottolineavano tutti gli interrogativi non risolti.
Se le tue penne presentavano patina umida e ossidazioni, si tratta di rilascio di acido nitrico.
Se ho capito bene erano mantenute nelle stesse condizioni: può essere che ci sia stato un micro cambiamento ambientale che ha innescato il deterioramento o ha accellerato qualcosa che era già in atto.
Che peccato, mi spiace.
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Secondo o quarto link esterno nella pagina del wiki dedicata alla celluloide?
Simone
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Stesso discorso per una Viconti Michelangelo Grande voyager corallo Delta cita'reale tutte le Tibaldi in celluloide e tante altre
Perche'? perche' non lasciano la celluloide stagionare
Vogliono prudure tante tantissime serie limitate e trovare tanti str...zi disposti a pagare
Ho messo tutte le penne in pericolo dentro il talco per bambini e parti metalliche separate
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Domanda: queste penne in celluloide se il padrone le mettesse vicine ad un sacchetto di sale per contrastare l'umidità?
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Non so se sia vera la teoria che ascrivere le cause del problema all'impiego di celluloide poco stagionata.
Un dato di fatto è che io ho tantissime penne in celluloide, materiale che amo particolarmente.
Ebbene quelle che hanno avuto problemi di cristallizzazione o anche solo deformazione sono penne relativamente recenti (anni 80/90).
Le più evidenti una Visconti Voyager, due Aurora Optima auroloide, una Delta Pompei.
Alcune Omas anni '90 anche in resina
Un dato di fatto è che io ho tantissime penne in celluloide, materiale che amo particolarmente.
Ebbene quelle che hanno avuto problemi di cristallizzazione o anche solo deformazione sono penne relativamente recenti (anni 80/90).
Le più evidenti una Visconti Voyager, due Aurora Optima auroloide, una Delta Pompei.
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Si chiama penna. È come una stampante, collegata direttamente al mio cervello.
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Probabilmente il quarto, ma anche il primo.
In realtà sono tutti ovviamente interessanti per cercare di farsi un'idea e per avere la consolazione del "mal comune mezzo gaudio".

Anche se Nishimura ha lanciato l'anatema contro la pratica, io faccio finta di non saperlo e tratto le vecchie penne in celluloide con la cera. Dentro e fuori. Tanto io non possiedo esemplari rarissimi come lui.giorgiogreco ha scritto: ↑lunedì 21 luglio 2025, 23:16 impedisce all' aria di venire in contato con la celluloide e di reagire producendo acidi
Crea un film protettivo.
Ovviamente non ho un numero di penne tale da fare letteratura, però mi ha dato ottimi risultati con penne che emanavano molta canfora e soprattutto con quelle che ossidavano la metalleria.
Poi, come ho già raccontato, ispirata(*) dal video di un maestro giapponese ho preso alcuni relitti in cristallizzazione e ho provato a bollirli.
In acqua il punto di rammollimento è ben superiore ai 60-70°C, anzi, alcune parti con cristallizzazione avanzata non hanno fatto una piega nemmeno oltre i 90°C.
Risultati interessanti e positivi, ma di non facile gestione.
(*) Io mi lascio sempre ispirare quando c'è la possibilità di fare esperimenti folli

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Anche io ho pensato che le celluloidi siano state stagionate troppo poco e/o conservate male, magari in ambienti umidi.giorgiogreco ha scritto: ↑lunedì 21 luglio 2025, 21:32 Stesso discorso per una Viconti Michelangelo Grande voyager corallo Delta cita'reale tutte le Tibaldi in celluloide e tante altre
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