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WATERMAN’S Inks: “WELL-TOP” BOTTLE — New York, 1936

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WATERMAN’S Inks: “WELL-TOP” BOTTLE — New York, 1936

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I) Lo stato dell’arte dei calamai Waterman’s negli USA nell’anno 1936
① “Correspondence Inks”
② Primo calamaio “Tip-Fill” (De Luxe “Tip-Fill”)
③ Secondo calamaio “Tip-Fill” (“Tip-Fill” Bottle)
④ “Well-Top”


II) The “Well-Top” Bottle
Antecedenti storici e debutto sul mercato
Il calamaio
Le iscrizioni del Produttore

A) Sulla confezione in cartoncino
B) Sulla bottiglia

Osservazioni
Prova pratica
Conclusioni


* * *


I) Lo stato dell’arte dei calamai Waterman’s negli USA nell’anno 1936
Vi fu un anno di grazia, il 1936, in cui la Waterman americana si trovò a proporre al pubblico ben 4 diversi “calamai da tavolo” di nuova concezione contemporaneamente.
1. Waterman Catalog 1936,  (fonte PCA) - Copia.jpg
Waterman Catalog, 1936 (fonte PCA)

Erano stati introdotti uno dopo l’altro (gli ultimi due addirittura insieme) nel triennio 1933-1936, con lo scopo prima di affiancare e poi di sostituire i tradizionali quanto gloriosi, ma oramai commercialmente vetusti “flaconi cilindrici”.
I nuovi “calamai da tavolo individuali” nel 1936 venivano così a distinguersi
dalle bottiglie per ricariche, di grande capacità, destinate a uffici e scuole (ad esempio), che permettevano di riempire tutti i singoli calamai più piccoli attraverso un sistema di rabbocco (“pour-out device”, un versatore a cannuccia, anch’esso mostrato nella pagina di catalogo sopra allegata),
e dai calamai da viaggio, che erano invece ancora e sempre cilindrici, di piccole dimensioni e inseriti in contenitori protettivi in legno e metallo (alluminio) e bachelite.

Dopo la definitiva fuoriuscita dai cataloghi americani delle penne eyedropper e delle safety (e perciò anche delle “pipette contagocce” loro dedicate e, conseguentemente dei caratteristici tappi che potevano comodamente alloggiarle in altezza, come quello visibile nell’immagine seguente tratta da una delle mie ultime recensioni)
2. W 0542 H. Eyedropper filling system.jpg
i tradizionali calamai cilindrici multiuso (da 2 e 4 once) continuarono comunque ad essere venduti richiusi con “tappi bassi” ancora fino alla seconda metà degli anni Trenta, ma come flaconi entry level, sotto la definizione di “Regular individual desk size containers” (contenitori standard individuali da tavolo).
Tuttavia, la loro storia ormai trentennale non li rendeva più adatti ad affrontare, se non quella qualitativa dell’inchiostro, almeno la “battaglia di immagine” contro l’agguerritissima concorrenza.
La situazione era stata complicata dalla Waterman stessa, che aveva avviato anzitempo la dismissione (inopinata, vista la loro grande bellezza ed eleganza) dei calamai su stelo a forma di “globo” (o “cardioide”, replicati in qualche modo ai giorni nostri dai meno recenti calamai Visconti), prodotti in cinque varianti successive a partire dal 1912, e destinati alle penne con caricamento “automatico” (ossia, dopo il 1915 in casa Waterman esclusivamente alle lever filler), rimanendo così già all’inizio degli anni Trenta senza una vera alternativa commerciale alla ormai “sorpassata” impostazione cilindrica.

La situazione cambiò dal 1933, sicuramente anche in vista del cinquantesimo anniversario di attività della Casa (1884-1934), e nel 1936, per promuovere più efficacemente la vendita dei quattro nuovi flaconi di inchiostro mostrati in apertura (stilisticamente tutti così pienamente quanto irresistibilmente Art Déco!), il marketing della Waterman decise di presentarli come dotati di “special features” (caratteristiche speciali), non solo evidentemente per il design, ma anche per il tipo di impiego per essi suggerito.

Passiamoli brevemente in rassegna uno dopo l’altro, in ordine di apparizione.
(N.B.: alcune delle informazioni che ho raccolto non le ritroverete da altre parti ;) ).


“Correspondence Inks”

I “Correspondence Inks”, letteralmente “inchiostri per la corrispondenza”, debuttarono nella prima metà del 1933 (con i primi test di vendita documentati già alla fine di marzo).
3. Chicago_Tribune_Wed__Jun_21__1933.jpg
Chicago_Tribune_Wed__Jun_21__1933

I 6 colori disponibili vennero battezzati con nomi evocativi quali “Aztec Brown” o “South Sea Blue” (ecco quindi da dove avevano preso ispirazione i francesi per il loro capolavoro del 1938!), per venire incontro alla nuova voga (definita «tutta femminile») di abbinare la tonalità dell’inchiostro al colore della carta da lettera… Essendo un prodotto “alla moda” (e allegramente sbeffeggiato in quanto tale in alcuni articoli sui giornali dell’epoca!), costava più del minimo, e la sua raffinatezza si pagava 15cents di dollaro alla bottiglia.
L’abbinamento nelle pubblicità con l’alimentatore “Tip-Fill” (https://www.fountainpen.it/Tip-Fill), lanciato proprio in quel periodo sulle Waterman #7 in celluloide [@Simone: le prime Ads da me rinvenute sono del giugno 1933], non andò mai oltre al semplice accostamento (anzi, nelle immagini pubblicitarie ove sia presente anche una boccetta di inchiostro in silhouette per mostrare il pescaggio del pennino, la boccetta è sempre quella tradizionale cilindrica), e gli “inchiostri per la corrispondenza” rimasero tali nella loro nicchia di mercato sino alla dismissione (con la trasmigrazione dei loro nomi esotici sulle successive boccette "Tip-Fill" di seconda generazione).


Primo calamaio “Tip-Fill”

Innanzi tutto sgombriamo il campo da un equivoco lessicale (almeno per noi italiani) che ha permesso alla Waterman di avvalersi di un efficace gioco di parole:
Tip = (sostantivo) la punta
To Tip = (verbo) coricare, rovesciare, ribaltare, inclinare.
È chiaro che nell’alimentatore “tip-fill” la parola tip stia per punta, e il significato è dunque di “riempimento della punta” (ossia “attraverso la sola punta”).
Nella boccetta di inchiostro “tip-fill”, invece, la parola tip sta per coricare/ribaltare, e il significato è di “caricamento col coricare” (ossia “dal flacone coricato”).
Quindi, portando lo stesso nome, neppure volendo si sarebbero potuti scindere i destini dell’alimentatore (1933) da quelli del calamaio (1935).
Il primo dei due flaconi “Tip-Fill” (numero 2 nel primo allegato), era stato progettato da uno dei massimi creatori di stilografiche di sempre, il designer Gabriel Larsen, lo stesso che aveva disegnato la Patrician, la #94, la Lady Patricia anche nella versione Ink-Vue
4. TIP-FILL BOTTLE - G. Larsen Patent.jpg
Questo calamaio era il più grande del gruppo con le sue 4 oz. di inchiostro (quindi con la capacità doppia rispetto agli altri), ed era venduto a 25cents.
Grazie alle caratteristiche del caricamento “tip-fill” implementato sulle stilografiche della Casa vendute all’epoca (che, gioverà ricordarlo, richiedeva la sommersione del gruppo scrittura solo fino al foro di sfiato del pennino, e non fino a ricomprendere anche parte della sezione come era/sarebbe prassi con un alimentatore tradizionale), anche l’uso del calamaio poteva essere associato ad un’idea di pulizia e ordine, promettendo inoltre un sostanzioso risparmio di inchiostro grazie alla possibilità di coricamento su una delle facce laterali onde favorire la suzione anche dell’ultima goccia di inchiostro in essi originariamente contenuta.
Come per tutte le altre creazioni di Larsen, la bellezza della bottiglia (che mi arriverà tra meno di un mese dal Canada :P ) è sotto gli occhi di tutti…
Il calamaio fu lanciato nel 1935 nel mese di agosto (così come vedremo avverrà anche per tutti i calamai successivi), giusto in tempo per l’inizio del nuovo anno scolastico, con il nome-prodotto
<“Tip-Fill” Bottle>.
5. Oakland_Tribune_Mon__Aug_19__1935.jpg
Oakland_Tribune_Mon__Aug_19__1935

Questo nome commerciale dovette però giocoforza essere aggiornato già l’anno seguente, per l’avvento sul mercato dell’altro calamaio coricabile, più economico (certamente per gli studenti!) a soli 10cents al pezzo per 2 once di inchiostro, e il calamaio fu quindi ribattezzato (come chiaramente si legge nell’allegato iniziale)
<De Luxe “Tip-Fill”>
(ma si troverà in seguito reclamizzato anche con la grafia “DeLuxe”, tutto attaccato).
In Italia lo splendido design di questo flacone verrà in qualche modo replicato dai calamai Diamante.



Secondo calamaio “Tip-Fill”

Il 3° e il 4° calamaio da me contrassegnati nell’allegato iniziale furono lanciati contemporaneamente (secondo le mie ricerche a distanza di una sola settimana l’uno dall’altro), sempre cominciando dall’Ovest del paese.
6. The_San_Francisco_Examiner_Tue__Aug_25__1936_.jpg
The_San_Francisco_Examiner_Tue__Aug_25__1936

Lo avrete tutti senz’altro riconosciuto, perché è sostanzialmente in uso ancora oggi dopo 87 anni di onoratissimo servizio: come si può notare, al momento del lancio sulla stampa quotidiana questo, che diverrà il più celebre di tutti i calamai della Casa, non aveva neppure un nome, ma era sommariamente indicato con l’imbarazzante locuzione
<A new bottle for Waterman Inks>
(= una nuova bottiglia per gli inchiostri Waterman)
e venduto al prezzo di 10cents di dollaro a flacone, risultando così il più economico del gruppo dei “nuovi” calamai.
In realtà, però, il flacone era già stato prudentemente brevettato al momento del lancio, mentre il più costoso “Well-Top” non lo era ancora...
7. 4. TIP-FILL BOTTLE - T.J. Piazzoli Patent.jpg
[@Simone: iscritto nel vetro sul fondo delle bottiglie si può leggere:
PAT.D 98958
che rimanda al brevetto
USD98958S - Design for a bottle or similar.]

L’impressione che si ricava dal Catalogo allegato all’inizio è che, gettando nella mischia contemporaneamente i due calamai con gli stessi inchiostri (i permanenti, il lavabile e i colorati) ma con “tecnologie” e prezzi diversi, la Casa volesse in qualche modo rimettersi al verdetto del mercato per vedere quale si sarebbe imposto presso il pubblico…
In quanto sia faccettato che coricabile, concettualmente il flacone deriva dalla precedente “Tip-Fill Bottle” (numero 2), e sarà inevitabile per la Waterman arrivare a definirlo (già nel Catalogo allegato, che daterei quindi alla seconda metà del 1936) con lo stesso identico nome del precedente, ovvero
<“Tip-Fill” Bottle>
promuovendo però parallelamente la più grande, raffinata e costosa boccetta di Larsen a <De Luxe “Tip-Fill”>.

Chi abbia vinto la sfida del 1936, beh, questo tutti lo sanno: l’anno seguente 1937, per l’inizio della scuola ad agosto questo calamaio sarà l’unica proposta per il nuovo anno scolastico e poi sempre avanti… in saecula saeculorum!


“Well-Top”

Col tempo conto di dedicare anche a ciascuno degli altri modelli testé presentati una breve monografia, ma oggi mi dedicherò alla star del gruppo (stando alla pagina di catalogo mostrata all’inizio) in quello straordinario 1936: il mitico calamaio “WELL-TOP”.
8. WWT. The Inkwell.jpg

II) The “Well-Top” Bottle
Antecedenti storici e debutto sul mercato
Questa volta potrò anticipare (!) sia la stampa quotidiana dell’epoca (cui sono abbonato), sia le riviste “di settore” (cartoleria) sia quelle “generaliste” con quello che io giudico un addendum al Catalogo Waterman del 1936, da me acquistato sulla baia.
Questo foglio singolo stampato su carta patinata ma da un solo lato, in un formato volantino 34 x 21,5 cm, dovrebbe costituire la comunicazione della Waterman ai propri grossisti/rivenditori (attraverso l’invio di un nuovo catalogo o di aggiornamenti “a fogli sfusi” dell’ultimo catalogo distribuito) riguardo alla disponibilità di un nuovissimo calamaio, da vendere al dettaglio al prezzo di 15c (centesimi di dollaro). Che la comunicazione del messaggio non fosse diretta al pubblico si evince chiaramente dalle dettagliate indicazioni relative agli stock ordinabili e al loro peso.
9. WATERMAN - 1936.07 - WELL-TOP INKWELL - Leaflet.jpg
WATERMAN - 1936.07 - WELL-TOP INKWELL - Leaflet

Il volantino è datato luglio 1936 (7.1936, data visibile in basso a sinistra), e questa data potrà dunque essere considerata come il debutto ufficiale del calamaio "WELL-TOP". :thumbup:
E fin dal debutto il nome commerciale del prodotto compare nella stessa pagina in una doppia grafia, con e senza trattino:
WELL-TOP / WELL TOP
(sullo striscione nel disegno e nel testo a corredo col trattino, sull’etichetta della bottiglia e sull’espositore senza).

Sul sito dei Pen Collectors of America (PCA) è disponibile una cosiddetta «Waterman Ink Bottle Brochure (ca. 1936)» https://drive.google.com/file/d/1LXNnLI ... -954w/view con caratteri tipografici identici e motto (claim) pressoché coincidente, che è sicuramente successiva a quella da me presentata in quanto costituisce (con tutti e 4 i modelli presenti) una “ricapitolazione” per i rivenditori, proprio come la pagina di catalogo 1936 a colori che ho allegato in apertura di articolo.

Il significato del nome commerciale “WELL-TOP” (o “Well Top”), letteralmente «Pozzo-Cima», è chiaramente rinvenibile nelle pubblicità e sta ad indicare la caratteristica unica di avere «the well at the top» ovvero «IL POZZO SULLA CIMA», poiché per “pozzo” in questo caso la Waterman non voleva intendere l’intero flacone, ma soltanto la sua lunga parte superiore cilindrica in cui si doveva raccogliere l’inchiostro per il caricamento.

Molto interessante (si può leggere nel mio conferimento precedente) il riferimento ad altri “contenitori dello stesso genere” rispetto ai quali il “pozzo” (la parte superiore, cilindrica, del flacone) del Well-Top «occupa completamente l’interno del profondo collo, caratterizzato da un’imboccatura estremamente ampia». Il riferimento, ovviamente polemico!, è a mio avviso diretto alla soluzione quasi omonima sviluppata della concorrente Sheaffer, lo Skrip-Well (=il pozzo dello Skrip, dove Skrip era il nome commerciale dell’inchiostro Sheaffer’s) sul mercato già da oltre un anno [@Simone: come testimonia questa Ad del maggio 1935, che quindi conferma la tua ipotesi sul Wiki, ma le prime prove di mercato sono del marzo 1935 in California] https://www.fountainpen.it/Skrip-Well
10. The_Baltimore_Sun_Sun__May_12__1935.jpg
The_Baltimore_Sun_Sun__May_12__1935

Il calamaio della concorrenza negli USA era dotato di una sorta di “tasca” in vetro e, effettivamente, sfruttava solo parte dell’imboccatura. Nel 1944, quando il flacone Waterman era già stato dismesso da anni, la Sheaffer arriverà perfino a denominare questo suo pratico ma “prosaico” sistema “Top Well”, ossia l’inverso del “Well-Top” di Waterman...



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Tuttavia, è altrettanto certo che alla Waterman di New York conoscessero benissimo anche il calamaio sviluppato in Europa e ivi commercializzato dalla JiF (il rappresentante Waterman per la Francia), offerto al pubblico anch’esso l’anno precedente (1935), che quindi potrebbe essere stato l’antecedente stilistico di riferimento per la nuova bottiglia, da lanciare nella battaglia senza esclusione di colpi che si combatteva per la supremazia sul ricchissimo mercato americano…
Oggi conferisco questa quarta di copertina colorata,
11. WATERMAN - 1935.06.08 - Ink bottle Flacon doseur a bille JIF - L'Illustration N°4814, back cover.jpg
WATERMAN - 1935.06.08 - Ink bottle Flacon doseur à bille JIF - L'Illustration, N°4814, quarta di copertina.

ma la primissima pubblicità disponibile di questo “flacone dosatore a biglia” risale addirittura a due mesi prima, il 13 aprile 1935, ed era stata pubblicata (in una Ad identica, ma in bianco e nero) sempre su L’Illustration.
Di quest’ultimo calamaio oggi molto raro (e costoso) posso comunque conferire al Wiki anche un’ulteriore documentazione: si tratta di un “foglietto di istruzioni” (categoria del Wiki “ISTRO”) relativo ad una stilografica a levetta modello 3V per il mercato francese, dedica al nuovo flacone l’intera facciata del retro (sul fronte c’è ancora il vecchio calamaio “cilindrico” ;) ).
12. WATERMAN - ISTRO - 1935 - Lever filler - FRONTE.jpg
WATERMAN - ISTRO - 1935 - Lever filler - FRONTE

13. WATERMAN - ISTRO - 1935 -  Ink bottle Flacon doseur a bille JIF - RETRO.jpg
WATERMAN - ISTRO - 1935 - Ink bottle Flacon doseur a bille JIF - RETRO
@Simone: la data è incerta ma verosimilmente non precedente all’aprile 1935, quando il calamaio pubblicizzato sul retro fu per la prima volta promosso sul mercato francese).

Osservando il collo della bottiglia si può forse ritenere che anche la biglia di vetro che “ingombra” il condotto del “pozzo” potrebbe essere stata oggetto della nemmeno troppo velata critica americana. Ma questa potrebbe non essere la sola ragione per cui l’originale calamaio del Rappresentante francese non abbia mai varcato l’Atlantico: come accadrà di lì a pochissimo per le "penne a cartuccia di vetro", infatti, è possibile che il brevetto sfruttato dalla JiF (di possibile derivazione/concessione Gimborn, olandese) non sia stato nemmeno preso in considerazione dalla Waterman USA, poiché la Casa madre americana potrebbe non aver gradito affatto l’idea di rimanere in qualche modo “ostaggio” di incontrollabili soluzioni europee…

Nonostante siano documentabili decine di design di calamai “vittoriani” (i.e. dell’Ottocento) con collo stretto e lungo su una base conica, poi ampiamente ripresi nel Novecento dai maggiori produttori di inchiostri americani, l’idea di massima o l’impulso decisivo per la fabbricazione del calamaio Well-Top (USA) potrebbe benissimo derivare in ultima istanza dal calamaio Jif-Waterman (Francia), di design e brevetto risalenti solo all’anno precedente (1935).
14. Waterman Well-Top on JIF Ad.jpg
Ma, ed è ciò che più conta in realtà, sarà la soluzione tecnica di come trattenere l’inchiostro nel collo/pozzo per renderlo di fatto disponibile ad essere completamente differente: alla biglia di vetro francese che, una volta ribaltato il calamaio e poi rimessolo in posizione, si trova ad ostruire il condotto, in America si sostituisce un…ombrellino bucherellato che sembra davvero “magico” per la sua capacità “miracolosa” di trattenere stabilmente sospeso l’inchiostro nel collo della bottiglia.
Di ciò daremo conto nella sezione tecnica di questa recensione.

* * *

Sulla stampa quotidiana statunitense la campagna di lancio del nuovo calamaio (o, meglio, con anche il nuovo calamaio) iniziò solo il mese seguente, alla fine di agosto 1936.
Come in altre occasioni, la primissima inserzione risulta essere stata a San Francisco che, lo ricordo, ospitava una delle Sedi secondarie della Waterman negli USA, con un rinomato store monomarca.
15. The_San_Francisco_Examiner_Tue__Aug_18__1936_.jpg
The_San_Francisco_Examiner_Tue__Aug_18__1936

La campagna raggiunse – con la stessa immagine, senza alcun adattamento – i quattro angoli della grande nazione per la metà di settembre, giusto in tempo per l’inizio del nuovo anno scolastico. Già il titolo principale la sparava grossa:
«Voti migliori con Waterman»
E il claim del calamaio era l’altrettanto eccessivo (persino per una pubblicità!) :mrgreen:
«La bottiglia miracolosa per
l’inchiostro Waterman
»
In vendita a 15 cents.
«Una rotazione del polso riempie il collo extra largo della bottiglia con l’inchiostro migliore del mondo… che resterà lì. Facile da raggiungere… fino all’ultima goccia».

Il mio prossimo conferimento al nostro formidabile Wiki :clap: è tratto dalla rivista TIME del 21 settembre 1936 (data visibile direttamente).
16. WATERMAN - 1936.09.21 - De Luxe Ink-Vue and Well-Top inkwell - TIME magazine, pag.1.jpg
WATERMAN - 1936.09.21 - De Luxe Ink-Vue and Well-Top inkwell - TIME THE Weekly Newsmagazine, pag.1

Tornando ai quotidiani, a metà ottobre 1936, il calamaio comparve in una campagna pubblicitaria in Canada.
17. The_Montreal_Daily_Star_Wed__Oct_14__1936.jpg
The_Montreal_Daily_Star_Wed__Oct_14__1936

Infine, il 18 novembre un’altra campagna (sempre solo in Canada), questa volta con l’abbinamento alla nuova stilografica INK-VUE DELUXE.
18. The_Montreal_Daily_Star_Wed__Nov_18__1936.jpg
The_Montreal_Daily_Star_Wed__Nov_18__1936

Possedendo anche la sontuosa penna, posso però garantire che il disegno della pubblicità è decisamente fuori scala… :D

All’inizio dell’anno scolastico successivo, nel 1937, le penne sono praticamente le stesse, ma il calamaio è cambiato: adesso c’è soltanto il flacone “Tip-Fill” reclinabile economico, quello piccolo (2 oz.) esagonale e faccettato, in uso ancora oggi a ben 87 anni di distanza…
19. Evening_star_Sun__Aug_29__1937.jpg
Evening_star_Sun__Aug_29__1937

Poi più nulla. Nemmeno una seconda vita all’estero, perché il flacone non sembra comunque mai essere stato esportato (se non in Canada, che, ovviamente, non conta essendo sede di Succursale), né tantomeno il suo ricercato design ri-prodotto su licenza in altri paesi (segnatamente Francia, Uk, Italia e Spagna), a differenza di quasi tutti i calamai che l’avevano preceduto.
Come di consueto, accludo un’ultima testimonianza, quella triste ma ineluttabile relativa alla svendita delle rimanenze, in Canada (che nel 1940, lo ricordo, era già a tutti gli effetti in guerra).
20. The_Winnipeg_Tribune_Mon__Oct_28__1940_.jpg
The_Winnipeg_Tribune_Mon__Oct_28__1940

* * *

A conti fatti, il “Well-Top” poté contare su meno di un anno di permanenza sul mercato col sostegno della pubblicità: qualcosa, evidentemente, non aveva funzionato secondo i piani già da subito, e il più economico “Tip-Fill” esagonale (da 10c contro i 15c richiesti per l’elaborato “Well-Top”) si era rapidamente imposto come calamaio di “bandiera” della Casa…
Una ragione pratica di ciò, che ho notato caricando il calamaio sia con acqua che con inchiostro, è che non è possibile andare “veloci” nel rabboccare il calamaio dalla bottiglia grande, almeno non velocissimi come per tutti gli altri calamai ricaricabili: per cui una boccetta di vetro da ben 15cents poteva considerarsi virtualmente persa dopo un solo utilizzo…
Ma la ragione principale, io credo, è che il grande pubblico apprezza le cose geniali ma semplici: per uno strumento come il calamaio, all’epoca di largo consumo e pronto impiego, che dovrebbe essere del tutto a-problematico, il modello Well-Top dotato addirittura di “istruzioni per l’uso” (da seguire alla lettera), dava l’idea opposta, di un che di complesso, per non dire di macchinoso, in cui qualcosa poteva certamente andare storto…
E per la Legge di Murphy…

Risultato per i pennofili di oggidì: questo originalissimo calamaio è assai poco comune, e costa caro! :mrgreen:



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Il calamaio
WATERMAN “WELL-TOP” No. 682 Blue, produzione USA, 1936.
21. WWT. Box and bottle 1.jpg
Capacità: 2 oz. (= 59 ml)

Altezza totale: 8,8 cm
Imboccatura cilindrica, Ø utile: 2,5 cm
Base quadrata, lato: 4,6 cm

Tappo
Ø esterno superiore: 3,3 cm
Ø esterno inferiore: 3,6 cm
altezza: 1,4 cm

Peso a vuoto: 105 g
Peso pieno all’origine (stimato): ca. 165 g
Tappo: 11 g
22. WWT. Box and bottle 2.jpg


Confezione in cartone
Altezza: 9,0 cm
Base quadrata, lato: 4,8 cm

* * *

La capacità è indicata anche sull’etichetta (ma non ben visibile in tutte le pubblicità / i cataloghi, perché in corpo troppo piccolo da rendere) sia in “once fluide” che in “c.c.” (“centimetri cubici”, ovviamente per l’export di allora, mentre oggigiorno viene espressa in millilitri “ml”) con la conversione di 2 oz. = 59 c.c.
23. WWT. Label - Ink capacity - DETAIL.jpg
Il calamaio poteva contenere 6 diverse tinte:
• 2 permanenti (Blue Black e Jet Black),
• il Blue-Washable (= lavabile) oggi in presentazione,
• e i 3 tradizionali Red, Green e Violet.
Il cartone protettivo era di diversi colori, così come le etichette incollate sul flacone (ma almeno il Blue lavabile e il Blue Black permanente condividevano la scatolina con fondo giallo e profili blu); lo splendido tappo, invece, era sempre in bachelite rossa.


Le iscrizioni del Produttore
A) Sulla confezione in cartoncino:
24. WWT. The Box - Inscriptions.jpg
Si noti, sulla linguetta,
25. WWT. The Box - Top.jpg
come il flacone sia stato messo sul mercato senza avere ancora ricevuto il brevetto di protezione (!), con un semplice PATENT APPLIED FOR (=brevetto richiesto): molta fretta per commercializzare comunque un prodotto ritenuto eccellente e non facilmente clonabile dalla concorrenza, almeno nel breve periodo.
Tuttavia, il brevetto richiesto non mi risulta essere tra quelli pur numerosissimi raccolti e catalogati finora da Simone ( :clap: ):
Si-mo-ne, pen-sa-ci Tuuuu!
;)

B) Sulla bottiglia:
1• etichetta
26. WWT. Label.jpg
La freccia azzurra tra le parole WELL e TOP ha perso, ahimè, chissà come e chissà quando la sua punta, che…puntava al “pozzo” superiore.

2• vetro
27. WT. Inscription molded into the bottom of the bottle - SCAN.jpg
4 [logo della vetreria] 6
2 oz.
WATERMAN’S
WELL TOP
6
3• tappo
28. WWT. Cap inscription.jpg
Nome del Produttore + Modello, entrambi in corsivo.



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Osservazioni
Come abbiamo avuto modo di considerare, la corsa alla forma ideale per un calamaio da tavolo (accattivante, funzionale ed economico, che fosse vincente sul mercato) portò la Waterman in almeno un caso (proprio questo del “Well-Top”) a progettare un flacone essenzialmente attorno al suo particolarissimo sistema di stoccaggio dell’inchiostro: così facendo, tuttavia, rispetto agli altri suoi calamai dello stesso periodo la Casa finì per produrre un design decisamente meno compatto, perché fortemente bipartito, direi quasi “spezzato”, ma forse proprio per questo non “scontato” e decisamente intrigante (sì, l’aggettivo l’ho riciclato dalla pubblicità Waterman dell’epoca :D ).
29. WWT. Bottle.jpg
La struttura della boccetta di vetro è la seguente: una base quadrata sostiene un contenitore principale con le facce leggermente inclinate, per cui non un semplice cubo o parallelepipedo, bensì un vero tronco di piramide, con la faccia superiore convessa dal cui centro si innalza verticalmente un cilindro (il “pozzo”) sul cui esterno spicca la filettatura per il cappuccio.
30. WWT. Cap glass thread.jpg
Il tappo in bachelite color rosso scuro mostra una calotta lievemente bombata, con la superficie goffrata su cui spiccano le scritte lucide con Marchio e Modello del calamaio.
31. WWT. Cap top.jpg
Il diametro di base è maggiore di quello alla sommità, per cui non si tratta di un semplice cilindro, bensì di un tronco di cono. Tuttavia, più correttamente sarebbe da definire tronco di piramide conica, poiché l’esterno della base è lavorato a disegnare un poligono di 9 lati o ennagono (e questa figura geometrica ancora mancava nelle nostre osservazioni :mrgreen: )
32. Cap gaskets.jpg
che si incontrano in corrispondenza di una particolarissima decorazione “a grattacielo”, in rilievo.
33. Cap lateral view.jpg
Tale decoro non può non richiamare l’idea dell’iconico Empire State Building del 1931.
34. Part of the lobby of the Empire State Building in midtown Manhattan (borough) in New York City (1931).jpg
Part of the lobby of the Empire State Building in midtown Manhattan (borough) in New York City (1931)


La struttura della torre con contrafforti che presenta sezioni sempre più sottili si ripete per almeno tre volte (l’ultima è nella punta dorata) lungo l’ascesa alla cima di questa riproduzione del grattacielo che sontuosamente decora una parete vicino agli ascensori.
Una ulteriore stilizzazione di questa idea architettonica è utilizzata (coraggiosamente, direi) anche per abbellire i 4 spigoli verticali del contenitore principale in vetro: la loro presenza, difficile da rilevare (e ancor più da fotografare),
35. Bottle edge glass decoration.jpg
è comunque rivelata dal disegno sulla scatolina di cartone, che riprende lo stilema anche sui propri spigoli.

Prova pratica
Ho provato dapprincipio a riempire il flacone d’acqua, per mettere alla prova la sua reale funzionalità (dopo quasi novant’anni!), e devo dire che il risultato è stato sorprendente. Innanzi tutto per la tenuta ermetica del tappo in bachelite (grazie anche alle sue notevoli guarnizioni), che si serra su una massiccia filettatura ad un solo principio che rileva dalla superficie del collo in vetro, e permette di chiudere il tappo in una sola posizione: la condizione di serraggio si può così tenere sotto controllo anche “ad occhio” poiché, per essere stagno, il tappo deve presentare la scritta sul cappuccio direttamente leggibile in favore di etichetta (e qui si nota un errore nell’incollatura eseguita in fabbrica, poiché ragionevolmente l’etichetta avrebbe dovuto trovarsi incollata sulla faccia opposta della piramide :ugeek: ).

Ma andiamo ad esaminare il sistema «miracoloso» che rende disponibile l’inchiostro senza fatica, ovvero proviamo a scoprire come un “ombrellino” pieno di buchi possa davvero trattenere sospeso un liquido! :lol:
36. Perforated bulkhead view from above 1.jpg
Il cuore del sistema è una sottile lamina che a me parrebbe metallica (non ferrosa, per ovvi motivi), ma che secondo il volume “Waterman - Past and Present - The first six decades” di Max Davis e Gary Lehrer (che scrivono sull’argomento non più di una manciata di righe ma presentano belle foto di calamai e scatoline dei vari colori), a pag.231 viene descritta impropriamente come una «new plastic reservoir», mentre a pag.230 si tratterebbe soltanto di una «unità disegnata per impedire il riflusso dell’inchiostro» senza alcuna specificazione del materiale...
Quel che è certo, tuttavia, è che questo materiale appare di color blu scuro “metallizzato”, come si può apprezzare dalle immagini allegate.

La lamina è sagomata a cono, un cono però verosimilmente mancante di un piccolo “spicchio”, in modo che i due lembi separati si possano sovrapporre almeno parzialmente per consentire, in fabbrica, l’inserimento dell’ombrellino all’interno del calamaio stesso, ma poi, liberi di riallargarsi, restino vicini fino ad aderire quasi perfettamente, per chiudere la superficie laterale del cono stesso.
37. Perforated bulkhead view from above 2.jpg
Nel bordo della base circolare sono ricavati 7 piccoli tagli triangolari a distanze regolari, mentre sulla superficie laterale del cono sono presenti 11 forellini (8 esterni in cerchio, 3 interni in linea retta passante per il centro). L’ombrellino (il cono) rileva al di sopra della base del condotto per non più di 5 mm alla punta.
38. WWT. Perforated bulkhead lateral view.jpg


Continua…
Ultima modifica di Musicus il martedì 18 aprile 2023, 0:32, modificato 2 volte in totale.
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Messaggio da Musicus »

Il funzionamento del calamaio è identico a quello suggerito per il suo antecedente francese, ma è descritto perfettamente al pubblico soltanto nelle istruzioni riportate dalla scatolina, sulle alette sovrapposte che si devono scostare per estrarre il flacone:
39. WWT. The Box - Inscriptions - Inner wings.jpg
«Per riempire la parte superiore del pozzo:
Serrare a fondo il tappo.
Capovolgere il flacone… lentamente …. finché il pozzo non si è riempito di inchiostro.
Allora capovolgere verso l’alto il flacone … rapidamente … e appoggiarlo sulla sua base.
Svitare il tappo e caricare la penna nella parte superiore del pozzo.
»

A ben pensarci, quindi, il calamaio “miracoloso” era inevitabilmente condannato ad una vita brevissima: senza le indispensabili istruzioni (fornite solo dalla scatolina) troppa gente lo avrà girato dopo aver svitato il tappo… E poi, fatto il danno (soprattutto con un inchiostro Blue Black permanente), avrà fracassato in un empito di stizza la boccetta!!
E questa è la più che probabile ragione per cui il calamaio oggi è così raro e ambito dai collezionisti… :mrgreen:

Soddisfatto della prima prova con acqua, ho proceduto ad un’accurata pulizia con detersivo per piatti, sino a che non ho più rilevato alcuna traccia di inchiostro vecchio. Ho quindi travasato quel che rimaneva del mio calamaio Waterman Bleu Sérénité (giusto erede del Blue Washable contenuto nel Well-Top originariamente :thumbup: ) in uso,
40. WWT & Waterman Serenity Blue.jpg
più un poco anche di quello nuovo che attendeva in dispensa. L’inserimento di nuovo inchiostro nel flacone vuoto è un’operazione delicata, per due motivi:
- non bisogna danneggiare la preziosa etichetta;
- si deve contrastare la miracolosa opposizione dell’ombrellino a lasciar fluire un liquido attraverso i suoi pur numerosi buchini…

Vi accorgerete, infatti, che versando un liquido nell’imboccatura quando il calamaio si trova poggiato sul tavolo, lo riempirete molto rapidamente e il liquido subito inizierà a debordare.
La soluzione a questo problema è la stessa che si mette in pratica per riempire il “pozzo” quando il calamaio è chiuso: si deve inclinare il flacone, in questo caso, però, basteranno 45°.
Vi consiglio di munirvi di un dosatore che potrete utilizzare con una sola mano, come quello che mi sono procurato allo scopo.
41. WWT & Waterman Serenity Blue - Ink transfer.jpg
Con una mano tenete il dosatore pieno di inchiostro, con l’altra inclinate il calamaio a 45° e, se fosse il caso, colpite leggermente il tavolo (attutendo il contatto con un tessuto ripiegato) per snellire eventuali ingorghi. L’operazione, con il metodo giusto, vi ruberà davvero pochissimo tempo.
42. WWT. The bottle -Filled with ink.jpg
Con il tappo correttamente serrato, ribaltando lentamente il flacone (prima a 90°, poi a 180°) l’aria in esso contenuta verrà spinta al di sotto dell’ombrellino verso il fondo, mentre il collo si riempirà completamente di inchiostro. Raddrizzando rapidamente il flacone, l’aria si scambierà di posto con l’inchiostro nella parte inferiore del flacone ma non potrà risalire verso il tappo, attraverso i forellini e i tagli, a causa della pressione omogenea esercitata verso il basso dall’inchiostro ora trattenuto nel “pozzo” dalla sapiente conformazione geometrica dell’ombrellino…
43. WWT. The well filled with ink 1.jpg
La situazione si assesterà così in perfetto equilibrio, con il cuscino d’aria che rimarrà al di sotto dell’inchiostro, che riempirà per intero i quasi 3 cm di altezza del collo della bottiglia (proprio come promesso dalla pubblicità).
44. WWT. The well filled with ink 2.jpg
E ciò, come si può vedere, senza dover neppure lamentare particolari imbrattamenti della filettatura del tappo! :thumbup:

Per l’inchiostro e la sua corretta conservazione nel breve periodo non vi è alcuna differenza tra lo stare ad attendere la ricarica successiva sul fondo di vetro oppure sospeso a mezz’aria nel “pozzo sulla testa” (essendo il contenitore perfettamente sigillato); ma se qualcuno, in ragione di un utilizzo solo saltuario, volesse vedere tutto l’inchiostro raccolto sul fondo, potrebbe nuovamente inclinare il flacone chiuso a 45° e dare poi dei colpetti sul vetro finché tutto l’inchiostro non sia tornato sul fondo (tempo di esecuzione: 3 secondi).

* * *

Gioverà senz’altro a una migliore comprensione degli ingombri reali il mostrare anche una penna "vera" accostata al calamaio.
46. WWT. Bottle & Waterman 55 Cardinal 1.jpg
Dalle mie misurazioni, il collo della bottiglia è un cilindro di poco meno di 3 cm di altezza per ca. 2,5 cm di diametro utile: ma è solo presentando una stilografica per il rifornimento che si può valutare se lo spazio è davvero ben distribuito. E qui di spazio, con il livello dell’inchiostro appena sotto l’orlo come abbiamo verificato, ce n’è davvero tanto, come si può vedere nella simulazione seguente, “in chiaro”, con l’inserimento della sezione di una Waterman 55 Cardinal (penna non certo piccola e, ovviamente, non dotata di alimentatore “tip-fill”).
47. WWT. Bottle & Waterman 55 Cardinal 2.jpg
Tutto è sempre in piena vista, perfettamente sotto controllo, le mani sono entrambe libere di dedicarsi alla penna (per qualsiasi genere di caricamento) senza alcun problema di stabilità del calamaio.

In merito alla decantata possibilità di «recuperare fino all'ultima goccia di inchiostro rendendola disponibile in alto nel "pozzo"» mi riservo di verificarlo adeguatamente in seguito.

Conclusioni
Per quanto mi riguarda, una buona scrittura inizia sempre con una buona ricarica…
Ove non venga agitato con forza, il “Well-Top” è in grado di trattenere l’inchiostro in cima al “pozzo” indefinitamente, con le pareti sottostanti che, grazie alla gravità, si mostrano perfettamente ripulite e trasparenti già dopo un paio d’ore, mantenendo la gradevolissima illusione di un piccolo gioco di prestigio… :)
48. WWT. The well filled with ink 3.jpg
Grazie all’acquisita conoscenza della sua curiosa vicenda commerciale, alla rarità collezionistica quando si trovi in così eccellenti condizioni, alla simpatia ispirata dalle sue forme non comuni e, soprattutto, alla straordinaria comodità d’uso, ho finito per eleggere il “Well-Top” a mio calamaio “da travaso” ufficiale!

E allora, buona ricarica a Tutti!
49. WWT. The well filled with ink 4.jpg

Grazie per l’attenzione! :thumbup:

Giorgio
Ultima modifica di Musicus il martedì 18 aprile 2023, 8:41, modificato 1 volta in totale.
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Messaggio da piccardi »

Bellissima analisi Giorgio, sui calamai comunque devo confessare la mia relativa ignoranza, attingerò a piene mani da questa tua ricchissima trattazione. Domani rilettura approfondita, che se lo merita!

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Messaggio da Giuseppegoldnib »

Ecco da chi ha copiato Akkerman per la boccetta con la valvola a biglia!
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Messaggio da Musicus »

piccardi ha scritto: martedì 18 aprile 2023, 0:42 Bellissima analisi Giorgio, sui calamai comunque devo confessare la mia relativa ignoranza, attingerò a piene mani da questa tua ricchissima trattazione. Domani rilettura approfondita, che se lo merita!

Simone
Grazie, Simone! :thumbup:
Non c'è fretta, di informazioni ce ne sono tante: ho preferito scrivere tutto quello che ho potuto scoprire, per non doverlo poi rifare un domani anche per gli altri modelli che recupererò...
Mi piacerebbe in futuro aggiudicarmi anche un più antico "globe inkwell" che, come scrivevo sopra, è il progenitore del Visconti 75 ml che tu avevi recensito :clap: (viewtopic.php?t=21962).

:wave:

Giorgio
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Messaggio da Musicus »

Giuseppegoldnib ha scritto: martedì 18 aprile 2023, 8:13 Ecco da chi ha copiato Akkerman per la boccetta con la valvola a biglia!
Certamente in epoca moderna.
Ma nel 1934-1935 la progenitura di design e brevetto Gimborn / JiF è dibattuta.
Cfr.:
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Giorgio
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Messaggio da Mir70 »

Complimenti Giorgio, questa presentazione è la prova che (anche) discutere di boccette d'inchiostro è passatempo interessante. E questa boccetta Waterman's è particolarmente interessante sia per la soluzione tecnica adottata nel trattenere parte dell'inchiostro nel collo superiore del contenitore, sia per tutto il resto del contorno.

Per contorno intendo in modo particolare ciò che tu hai descritto nella sezione riservata alle Osservazioni . Vorrei proporti anche una mia osservazione, probabilmente campata per aria (ma non troppo credo...) ; nel farlo , riprendo alcuni dettagli delle tue immagini.

WB2 copia.png

Negli ovali ho evidenziato la parte terminale (a cono) dell'edificio stilizzato sui lati della scatola della boccetta (fig.1) e quei due strani disegni presenti sull'etichetta della boccetta (figg. 2 e 3) e che terminano anch'essi a cono (probabilmente sempre parti terminali di un edificio stilizzato, ma potrebbe anche sembrare un pennino con il taglio dei rebbi in risalto).


WB1.png

In questa immagine invece i particolari del tappo (fig. 4) e degli spigoli della boccetta (fig. 5) , recanti gli edifici in stile Art Deco (come hai giustamente sottolineato tu) in voga all'epoca.

Mi domandavo il perchè di questa scelta nel design di questi vari elementi (scatola, boccetta , ecc...). poi guardando la boccetta caricata di acqua e di inchiostro , ho notato un particolare.

WB3.png

Il dischetto metallico (l' ombrellino come lo hai definito) con la sua forma conica con il vertice rivolto verso l'alto , a mio avviso somiglia dannatamente alla sommità a cono (appunto !) dei vari edifici prima evidenziati (forse con foto prese frontalmente della boccetta nella sua interezza, tutto risulterebbe un poco più evidente).
Non mi viene difficile pensare - a questo punto - che l'ipotetico ideatore/disegnatore della boccetta e della sua forma , nell'osservare la bozza sul foglio di tutto l'insieme recipiente e ombrellino, gli siano balenate nella mente le sagome di quei grandiosi grattaceli e le loro punte rivolte al cielo. Da questo pensiero, forse, ha poi realizzato i dettagli che tu hai evidenziato nella presentazione.

E con questo concludo il mio delirio mattutino :shifty:
Mirko
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Messaggio da Musicus »

Direi proprio di no, Mirko. :D
Il cono/ombrellino non è certo una di quelle "punte" che "gratterebbero il cielo" di slancio... E il perché è presto detto: non doveva costituire il minimo intralcio al pescaggio del pennino. La sua pendenza è dolce, non acuta: sfiora a malapena i 20°. Lo vedrei male in cima ad una torre: sembrerebbe un coperchio...
Nessuna pubblicità si sofferma sull'ombrellino, né sotto il profilo estetico (quasi non si riesce a vedere) e nemmeno, come pure ci si potrebbe aspettare, sotto il profilo del "miracoloso" funzionamento. Ribadisco la mia tesi: nasce prima il sistema di stoccaggio "a ribaltamento", e solo dopo si progetta il flacone, cercando di non infrangere un brevetto altrui.
Le decorazioni non sono "a pennino": quelle pure esistevano, ed erano pennini ben riconoscibili, ma non sono a casa e al momento non ho il mio database per ritrovarle.

Grazie per il gradito commento! :thumbup:

:wave:

Giorgio
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Messaggio da Mir70 »

Grazie a te Giorgio per la schietta e motivata risposta ;) .

A me questo era venuto in mente guardando le foto e di seguito ho espresso il mio commentando a caldo. Avendo tu il manufatto sotto gli occhi sai sicuramente meglio giudicare.
Poi sai , più si discute sulle faccende e meglio è .
Mirko
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Messaggio da Musicus »

Mir70 ha scritto: martedì 18 aprile 2023, 11:19 ...
Negli ovali ho evidenziato la parte terminale (a cono) dell'edificio stilizzato sui lati della scatola della boccetta (fig.1) e quei due strani disegni presenti sull'etichetta della boccetta (figg. 2 e 3) e che terminano anch'essi a cono (probabilmente sempre parti terminali di un edificio stilizzato, ma potrebbe anche sembrare un pennino con il taglio dei rebbi in risalto).
Musicus ha scritto: martedì 18 aprile 2023, 20:05 ...
Le decorazioni non sono "a pennino": quelle pure esistevano, ed erano pennini ben riconoscibili, ma non sono a casa e al momento non ho il mio database per ritrovarle.
...
Ho fatto anche senza database, trovandone un altro esemplare in rete (da 32 oz, quasi un litro... :D ).
Waterman - Nibs pattern decoration on cap.jpg
Questi sono proprio pennini. :thumbup:

:wave:

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Messaggio da AinNithael »

Ho letto con grande gusto come è giusto sia da parte di una micro collezionista* di bottigliette di inchiostro
Grazie!
*
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AinNithael ha scritto: giovedì 20 aprile 2023, 11:42 Ho letto con grande gusto come è giusto sia da parte di una micro collezionista* di bottigliette di inchiostro
Grazie!
*
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Grazie a te, cara Enrica! :thumbup:
Noto con piacere che ti avevo lodato già anche allora! ;)
viewtopic.php?p=178328#p178328

Scrivevi:
Grazie mille, Giorgio! Mi piange un po' il cuore a trasformare la loro funzione in soli soprammobili, ma pazienza.

Alcuni calamai, alcune bottiglie, sono talmente belli che son piccole sculture, da esporre per "ricaricare" lo spirito... ;)

:wave:

Giorgio
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