Mostra Scambio - Pen Show di Firenze
18 Maggio 2024 - Ippodromo del Visarno, piazzale delle Cascine 29
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The "SWELL" Pen, Parigi 1930
- Musicus
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- Messaggi: 2965
- Iscritto il: martedì 3 dicembre 2013, 20:33
- La mia penna preferita: Waterman Commando Music Nib
- Il mio inchiostro preferito: Waterman Bleu Sérénité
- Misura preferita del pennino: Flessibile
- Località: Bolzano
- Gender:
The "SWELL" Pen, Parigi 1930
Prologo
Caccia grossa e fortunata ieri al Mercatino dei Gaudenti di Trento (nella foto Piazza Duomo, ore 7 del mattino): 5-penne-5, che col tempo vi presenterò...
Ecco la prima, dalle rive della Senna a quelle dell'Adige...
Parigi, 1925
La critica fece derivare la denominazione di "Art Déco" dalla "Esposizione Internazionale delle Arti Decorative e Industriali Moderne" tenutasi a Parigi nel 1925. I colori scelti dall'Artista che creò il manifesto sono quelli dell'ebanite mottled rossa e nera della penna che vado a presentarvi... La penna
THE "SWELL" PEN #15, rientrante in ebanite rossa e nera mottled, anelli decorativi in ottone dorato, corretto pennino Warranted 18 Cts., produzione Francia anni 1930. E comunque, non ditelo in giro , i Francesi le volevano tutte così...
Le misure
Chiusa: cm. 13 Cappuccio: cm. 3,5 Fusto: cm. 13,7 (con pennino estratto di cm.1,7)
Con cappuccio calzato: cm. 16,5 (con pennino estratto di cm.1,7) Diametro massimo (al cappuccio): cm. 1,39
Diametro fusto (all'iscrizione): cm. 1,25 Peso a vuoto: gr. 21
Cappuccio (con clip): gr. 7
Fusto: gr. 14 Il Marchio
Fin dai primordi dello sviluppo del mercato stilografico i Francesi presero ad amare le stilografiche inglesi, e ne importarono tantissime: magari ci scrivevano sopra quelque chose, e volevano assolutamente i pennini in oro a 18 carati, ma quello che veramente gli importava era che il prodotto "suonasse british"...
L'aggettivo "swell" nella prima metà del Novecento (ora non più) significava "ottimo", ed anche "raffinato, alla moda". Quindi, The "SWELL" Pen = "La Penna eccellente/elegante". Eppure, nonostante queste ottime credenziali, almeno a livello linguistico, The "SWELL" Pen è una Marca del tutto sconosciuta...
In rete ho trovato solo un altro riscontro (!), su FPN (The Fountain Pen Network): si tratta di una penna molto simile a quella in presentazione, con una bella accommodation clip, ma più piccola (una taglia media, 12 cm. di lunghezza, l'equivalente di una Waterman #42) e senza anelli decorativi.
Non dispongo di elementi sufficienti per affermare o escludere che le due altre penne "Swell" (ma solo "Swell", questa volta) delle quali ho trovato notizia, entrambe francesi, comunque, una con caricamento a levetta e l'altra a stantuffo, siano da ricondurre o meno allo stesso Produttore di cui ci occupiamo in questa recensione.
Il cappuccio
Il classico cappuccetto di sicurezza, perfettamente cilindrico, con sommità leggermente stondata, il labbro sottolineato da un leggero solco a mezzo centimetro dalla base, due forellini simmetrici (da tenere chiusi!), avvitamento sul fusto in due giri esatti.
Degna di nota la sola accommodation clip, dalla opulenza immaginifica così tipica della scuola transalpina, cesellata a motivi di animali chimerici,
figure zoomorfe le cui linee si fondono nella decorazione... Continua....
Caccia grossa e fortunata ieri al Mercatino dei Gaudenti di Trento (nella foto Piazza Duomo, ore 7 del mattino): 5-penne-5, che col tempo vi presenterò...
Ecco la prima, dalle rive della Senna a quelle dell'Adige...
Parigi, 1925
La critica fece derivare la denominazione di "Art Déco" dalla "Esposizione Internazionale delle Arti Decorative e Industriali Moderne" tenutasi a Parigi nel 1925. I colori scelti dall'Artista che creò il manifesto sono quelli dell'ebanite mottled rossa e nera della penna che vado a presentarvi... La penna
THE "SWELL" PEN #15, rientrante in ebanite rossa e nera mottled, anelli decorativi in ottone dorato, corretto pennino Warranted 18 Cts., produzione Francia anni 1930. E comunque, non ditelo in giro , i Francesi le volevano tutte così...
Le misure
Chiusa: cm. 13 Cappuccio: cm. 3,5 Fusto: cm. 13,7 (con pennino estratto di cm.1,7)
Con cappuccio calzato: cm. 16,5 (con pennino estratto di cm.1,7) Diametro massimo (al cappuccio): cm. 1,39
Diametro fusto (all'iscrizione): cm. 1,25 Peso a vuoto: gr. 21
Cappuccio (con clip): gr. 7
Fusto: gr. 14 Il Marchio
Fin dai primordi dello sviluppo del mercato stilografico i Francesi presero ad amare le stilografiche inglesi, e ne importarono tantissime: magari ci scrivevano sopra quelque chose, e volevano assolutamente i pennini in oro a 18 carati, ma quello che veramente gli importava era che il prodotto "suonasse british"...
L'aggettivo "swell" nella prima metà del Novecento (ora non più) significava "ottimo", ed anche "raffinato, alla moda". Quindi, The "SWELL" Pen = "La Penna eccellente/elegante". Eppure, nonostante queste ottime credenziali, almeno a livello linguistico, The "SWELL" Pen è una Marca del tutto sconosciuta...
In rete ho trovato solo un altro riscontro (!), su FPN (The Fountain Pen Network): si tratta di una penna molto simile a quella in presentazione, con una bella accommodation clip, ma più piccola (una taglia media, 12 cm. di lunghezza, l'equivalente di una Waterman #42) e senza anelli decorativi.
Non dispongo di elementi sufficienti per affermare o escludere che le due altre penne "Swell" (ma solo "Swell", questa volta) delle quali ho trovato notizia, entrambe francesi, comunque, una con caricamento a levetta e l'altra a stantuffo, siano da ricondurre o meno allo stesso Produttore di cui ci occupiamo in questa recensione.
Il cappuccio
Il classico cappuccetto di sicurezza, perfettamente cilindrico, con sommità leggermente stondata, il labbro sottolineato da un leggero solco a mezzo centimetro dalla base, due forellini simmetrici (da tenere chiusi!), avvitamento sul fusto in due giri esatti.
Degna di nota la sola accommodation clip, dalla opulenza immaginifica così tipica della scuola transalpina, cesellata a motivi di animali chimerici,
figure zoomorfe le cui linee si fondono nella decorazione... Continua....
Ultima modifica di Musicus il domenica 14 febbraio 2016, 23:40, modificato 16 volte in totale.
- Musicus
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The "SWELL" Pen, Parigi 1930
Il fusto
La particolarità del fusto è rappresentata dalle due verette decorative in lucente ottone: pur essendo massicce e nettamente in rilievo, esse sono state sapientemente inserite nell'ebanite e risultano tuttora ben salde. Tra le due verette è impressa l'iscrizione del Produttore con la tipologia della penna: The "SWELL" Pen
MODÈLE SAFETY
Sul nottolino del fondello è riportato anche un numero di modello: nonostante il #15, le misure della penna (che, lo anticipo, monta un pennino nr.4) sono corrispondenti a quelle di una Waterman #44... Ah, la grandeur...
Il sistema di caricamento
Classico sistema di sicurezza con pennino rientrante (e cappuccio con chiusura a vite), denominato "modèle safety", con caricamento a contagocce. Il Pennino
L'alimentatore in ebanite è piatto, nello stile dello storico spoon-feeder ("alimentatore a cucchiaio", parbleu! ) di Waterman.
Il pennino è in oro 750 (così come richiesto dalla legislazione francese dell'epoca) con un bel foro a cuore (a proposito, buon San Valentino a tutti! ), e reca inscritto:
WARRANTED (su un arco)
18 Cts
1st QUALITY (su un arco)
4 (in un cerchio) Il pennino è un pezzo pregevole, di buona taglia e con tutta la dotazione di iridio ancora disponibile: nonostante mi sia giunto visibilmente ammaccato (da una chiusura improvvida, direi), già con un primo, sommario aggiustamento ha (ri)preso a scrivere fluidamente, restituendomi un ottimo feedback. Commiato
Mi stupisco sempre di come ogni volta siano la penna ed il suo pennino a dettarmi il tipo di scrittura da adottare, suggerendomi, con delicatezza ma pure fermamente, la grandezza dei caratteri, le legature, l'inclinazione della scrittura... finanche i pensieri: ed io sono sempre lieto di lasciarmi ispirare dalla Bellezza. Anche questa volta, un felice incontro...
Grazie per l'attenzione!
Giorgio
La particolarità del fusto è rappresentata dalle due verette decorative in lucente ottone: pur essendo massicce e nettamente in rilievo, esse sono state sapientemente inserite nell'ebanite e risultano tuttora ben salde. Tra le due verette è impressa l'iscrizione del Produttore con la tipologia della penna: The "SWELL" Pen
MODÈLE SAFETY
Sul nottolino del fondello è riportato anche un numero di modello: nonostante il #15, le misure della penna (che, lo anticipo, monta un pennino nr.4) sono corrispondenti a quelle di una Waterman #44... Ah, la grandeur...
Il sistema di caricamento
Classico sistema di sicurezza con pennino rientrante (e cappuccio con chiusura a vite), denominato "modèle safety", con caricamento a contagocce. Il Pennino
L'alimentatore in ebanite è piatto, nello stile dello storico spoon-feeder ("alimentatore a cucchiaio", parbleu! ) di Waterman.
Il pennino è in oro 750 (così come richiesto dalla legislazione francese dell'epoca) con un bel foro a cuore (a proposito, buon San Valentino a tutti! ), e reca inscritto:
WARRANTED (su un arco)
18 Cts
1st QUALITY (su un arco)
4 (in un cerchio) Il pennino è un pezzo pregevole, di buona taglia e con tutta la dotazione di iridio ancora disponibile: nonostante mi sia giunto visibilmente ammaccato (da una chiusura improvvida, direi), già con un primo, sommario aggiustamento ha (ri)preso a scrivere fluidamente, restituendomi un ottimo feedback. Commiato
Mi stupisco sempre di come ogni volta siano la penna ed il suo pennino a dettarmi il tipo di scrittura da adottare, suggerendomi, con delicatezza ma pure fermamente, la grandezza dei caratteri, le legature, l'inclinazione della scrittura... finanche i pensieri: ed io sono sempre lieto di lasciarmi ispirare dalla Bellezza. Anche questa volta, un felice incontro...
Grazie per l'attenzione!
Giorgio
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Re: The "SWELL" Pen, Parigi 1930
Giorgio, hai una penna più bella dell'altra, ma questa è assolutamente strepitosa.
Voglio essere un poco provocatorio: a mio parere meriterebbe un pennino più bello/decorato/prezioso di quello originale (pur dignitoso, per carità) Mi vengono in mente le lavorazioni che si possono incontrare su alcuni pennini da inzuppo, come quelli che allego di seguito:
Voglio essere un poco provocatorio: a mio parere meriterebbe un pennino più bello/decorato/prezioso di quello originale (pur dignitoso, per carità) Mi vengono in mente le lavorazioni che si possono incontrare su alcuni pennini da inzuppo, come quelli che allego di seguito:
- piccardi
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Re: The "SWELL" Pen, Parigi 1930
Complimenti per il ritrovamento (e per la gradevolissima presentazione dello stesso). La marca non l'ho davvero mai sentita, però la penna mi pare di ottima fattura e di qualità molto elevata. Davvero un bella ed elegante signora francese...
Simone
Simone
Questo è un forum in italiano, per pietà evitiamo certi obbrobri linguistici:
viewtopic.php?f=19&t=3123
e per aiutare chi non trova un termine:
viewtopic.php?f=19&t=1758
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Re: The "SWELL" Pen, Parigi 1930
Grazie, A., sono lieto che tu l'abbia apprezzata!!muristenes ha scritto:Giorgio, hai una penna più bella dell'altra, ma questa è assolutamente strepitosa.
Voglio essere un poco provocatorio: a mio parere meriterebbe un pennino più bello/decorato/prezioso di quello originale (pur dignitoso, per carità) Mi vengono in mente le lavorazioni che si possono incontrare su alcuni pennini da inzuppo, come quelli che allego di seguito...
La stimolante provocazione non fu raccolta a suo tempo dai grandi Produttori dacché la lavorazione di stilografiche divenne un'industria, con tutti i pregi e i difetti del caso: l'Arte del cesello artistico fu concentrata come ben sai sul "guscio esterno" e sempre visibile dello strumento (cappuccio e fusto, dunque), destinato a durare molto più a lungo del pennino, parte delicata ma facilmente sostituibile per incidente o per mutata sensibilità di scrittura...
Ma è un dato di fatto che i pennini d'epoca sono essenziali ma spesso eccelsi!
Di recente si è sempre più investito in decorazioni sul pennino (vedi le gallerie d'arte sfoggiate dai pennini MB), ma non mi risulta che la qualità di scrittura sia migliorata poi molto...
Giorgio
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Re: The "SWELL" Pen, Parigi 1930
Grazie per l'apprezzamento, Simone!!piccardi ha scritto:Complimenti per il ritrovamento (e per la gradevolissima presentazione dello stesso). La marca non l'ho davvero mai sentita, però la penna mi pare di ottima fattura e di qualità molto elevata. Davvero un bella ed elegante signora francese...
Simone
Quasi sicuramente si tratta di una "produzione su commissione" e, visti i soli 2 pezzi documentati, di un'avventura commerciale finita quasi prima di cominciare...
Giorgio
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Re: The "SWELL" Pen, Parigi 1930
Che penna stupenda! Mi ricorda tanto qualche MontBlanc ante litteram che ho visto su qualche scansione dei libri per collezionisti qui sul forum.
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Re: The "SWELL" Pen, Parigi 1930
Grazie, Ciro!!ciro ha scritto:Che penna stupenda! Mi ricorda tanto qualche MontBlanc ante litteram che ho visto su qualche scansione dei libri per collezionisti qui sul forum.
Le MB dell'epoca, penne davvero affascinanti e costruite a regola d'arte, avevano, fra le altre ricercatezze, anche un peculiare dispositivo ("a spillo") che impediva la chiusura accidentale del cappuccio "sul" pennino estratto, evitando accartocciamenti indesiderati
Qui tra noi di FountainPen.it Forum c'è uno dei massimi Collezionisti di questi meravigliosi strumenti.
Giorgio
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Re: The "SWELL" Pen, Parigi 1930
Giorgio, la tua argomentazione è inappuntabile. Mi domando però se sussistano anche altre motivazione collaterali. Ad esempio:
a) l'effettiva capacità delle case di produrre i propri pennini rispetto all'acquisto di prodotti terzi.
b) il gusto dell'epoca
c) l'assenza della tecnologia adatta per produrre pennini lavorati o bicolore senza che vengano meno le caratteristiche meccaniche necessarie per realizzare un pennino resistente.
Per divertimento ho provato a immaginare alcune varianti. L'elaborazione è un poco grossolana ma spero comunque comprensibile
a) l'effettiva capacità delle case di produrre i propri pennini rispetto all'acquisto di prodotti terzi.
b) il gusto dell'epoca
c) l'assenza della tecnologia adatta per produrre pennini lavorati o bicolore senza che vengano meno le caratteristiche meccaniche necessarie per realizzare un pennino resistente.
Per divertimento ho provato a immaginare alcune varianti. L'elaborazione è un poco grossolana ma spero comunque comprensibile
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Re: The "SWELL" Pen, Parigi 1930
Bravissimo A, anche meglio dell'originale: ecco allora come fanno i malintenzionati...
Qui ci vorrebbe Totò con l'onorevole Trombetta:
"E va bene! Io tocco! Ma lei perchè mi fa il ritocco?"
Per tornare a bomba, i grandi Produttori i pennini se li facevano tutti in casa, senza dubbio (non come oggi): ci mettevano, per ragioni tecniche e non solo, un bel foro a cuore, a buco della serratura, o semplicemente rotondo, questo sì...
Ed anche delle scritte, fino 7 e più righe di scritte, come sul pennino forse più rappresentativo di tutti, quello della Waterman Patrician, che sembra contenere la Costituzione degli USA...
Comunque, sia sulle penne iperlavorate che su quelle monacali come questa Waterman 20 con pennino 10 (!) di Armando, e qui di spazio ce n'era, niente decorazioni sul pennino!!! E' che proprio non li volevano cesellare (nè lavorare in altro modo), a quel che mi risulta, dal 1900 al 1950...
Oggi credo che tecnologicamente sia infinitamente più facile decorare senza l'intervento artigianale e senza compromettere la struttura del pennino (che però almeno la flessibilità di quelli d'epoca non la riproduce).
Personalmente, tuttavia, sono affezionata alla prima soluzione, quella delle semplici scritte, tutte uguali ma tutte a ben vedere molto diverse...
Fra le più belle, per me, quella della nostra Williamson Torino. Ciao A!!
Giorgio
Qui ci vorrebbe Totò con l'onorevole Trombetta:
"E va bene! Io tocco! Ma lei perchè mi fa il ritocco?"
Per tornare a bomba, i grandi Produttori i pennini se li facevano tutti in casa, senza dubbio (non come oggi): ci mettevano, per ragioni tecniche e non solo, un bel foro a cuore, a buco della serratura, o semplicemente rotondo, questo sì...
Ed anche delle scritte, fino 7 e più righe di scritte, come sul pennino forse più rappresentativo di tutti, quello della Waterman Patrician, che sembra contenere la Costituzione degli USA...
Comunque, sia sulle penne iperlavorate che su quelle monacali come questa Waterman 20 con pennino 10 (!) di Armando, e qui di spazio ce n'era, niente decorazioni sul pennino!!! E' che proprio non li volevano cesellare (nè lavorare in altro modo), a quel che mi risulta, dal 1900 al 1950...
Oggi credo che tecnologicamente sia infinitamente più facile decorare senza l'intervento artigianale e senza compromettere la struttura del pennino (che però almeno la flessibilità di quelli d'epoca non la riproduce).
Personalmente, tuttavia, sono affezionata alla prima soluzione, quella delle semplici scritte, tutte uguali ma tutte a ben vedere molto diverse...
Fra le più belle, per me, quella della nostra Williamson Torino. Ciao A!!
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Re: The "SWELL" Pen, Parigi 1930
Al mio paese si dice "e dringhidi" per dire ci risiamo, di nuovo.
Bella penna , uno dei colori più affascinanti, e il clip non è da meno così come la recensione, sempre piacevole.
Bella penna , uno dei colori più affascinanti, e il clip non è da meno così come la recensione, sempre piacevole.
"Je suis Bartali".
"L' è tutto da rifare"
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Re: The "SWELL" Pen, Parigi 1930
Grazie, Medicus!!Medicus ha scritto:Al mio paese si dice "e dringhidi" per dire ci risiamo, di nuovo.
Bella penna , uno dei colori più affascinanti, e il clip non è da meno così come la recensione, sempre piacevole.
E non hai ancora visto le altre 4 che ho trovato sabato, che sono anche famose...
"E dringhidi"!!
Giorgio
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Re: The "SWELL" Pen, Parigi 1930
"E dringhidi?" Mi sa che qualcuno ha appena rivelato origini non propriamente Sassaresi
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Re: The "SWELL" Pen, Parigi 1930
Mi scuseranno gli ADM per l' enorme OT.
Il mio paese si chiama Urzulei , primo paese , geograficamente parlando, dell'Ogliastra.
In detto ameno e rigoglioso loco si confezionano i migliori prosciutti, in assoluto ( e quì il campanile non ha niente a che vedere ) e non solo
Esatto.muristenes ha scritto:"E dringhidi?" Mi sa che qualcuno ha appena rivelato origini non propriamente Sassaresi
Il mio paese si chiama Urzulei , primo paese , geograficamente parlando, dell'Ogliastra.
In detto ameno e rigoglioso loco si confezionano i migliori prosciutti, in assoluto ( e quì il campanile non ha niente a che vedere ) e non solo
"Je suis Bartali".
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Re: The "SWELL" Pen, Parigi 1930
Ho ben presente! Vorrà dire che al momento giusto organizzeremo un pen show sui generis, con un'alternanza di insaccati e stilografiche.