Ulteriori danni della celluloide

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Ulteriori danni della celluloide

Messaggio da Esme »

Enbi ha scritto: martedì 22 luglio 2025, 20:21 saranno formule molto simili, però cambia sempre qualcosa no?
I componenti principali di produzione sono nitrocellulosa, canfora e alcool etilico.
Giá le proporzioni di questi tre possono variare.
Poi c'è l'aggiunta dei coloranti, che possono essere molto differenti e fare molta differenza.
In più c'è l'aggiunta di vari altri elementi: stabilizzanti, ritardanti, filler, ecc.

Un passaggio molto importante è quello in autoclave, dove l'alcool etilico deve evaporare completamente, ed è uno dei problemi se non viene eseguito correttamente. (Fonte: quella mia zia che ha lavorato in Mazzucchelli.)

Del resto già la produzione della nitrocellulosa può partire da prodotti differenti e da diverse procedure, dando un prodotto di qualità migliore o peggiore.
Anche per quanto riguarda la canfora si hanno differenze. Inizialmente veniva usata canfora naturale, poi si è riusciti a sintetizzarla.
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Messaggio da sansenri »

maylota ha scritto: martedì 22 luglio 2025, 21:44
sansenri ha scritto: martedì 22 luglio 2025, 19:10
la scala del pH va da 1 a 14, il valore di neutralità è 7, una soluzione satura di bicarbonato è 8,5, ossia debolmente alcalina.
E comunque il bagnetto è limitato (1 oretta?) poi si lava tutto con acqua e si asciuga. Il processo dovrebbe aiutare a neutralizzare l'acido che si produce periodicamente sulla superficie della penna. Probabilmente è un buon trattamento "preventivo".
Probabilmente l'arcano è come dici tu sui tempi, un veloce bagnetto vs. lasciare l'inchiostro nella penna per settimane... sul Ph i giapponesi sono uno per l'altro apparentemente intorno a quel valore.
sicuramente resiste di più agli acidi che agli alcali per cui capisco il commento di evitare possibilmente gli inchiostri giapponesi, se si ha l'abitudine di lasciare le penne cariche all'infinito. Tuttavia, è anche vero che ormai in una penna come quelle della Pilot l'inchiostro non viene quasi mai in contatto con il corpo in celluloide, dal converter al pennino l'inchiostro la celluloide non la incontra, se non forse brevemente all'attaccatura del pennino.
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Messaggio da RisottoPensa »

Acetato for the win, altro che celluloide.

Il dilemma del sopravvissuto :lol:, le celluloidi che durano anni e sono arrivate fino a noi sono anche le uniche che non verranno più fatte lol
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Messaggio da sansenri »

Esme ha scritto: martedì 22 luglio 2025, 21:47
Enbi ha scritto: martedì 22 luglio 2025, 20:21 saranno formule molto simili, però cambia sempre qualcosa no?
I componenti principali di produzione sono nitrocellulosa, canfora e alcool etilico.
Giá le proporzioni di questi tre possono variare.
Poi c'è l'aggiunta dei coloranti, che possono essere molto differenti e fare molta differenza.
In più c'è l'aggiunta di vari altri elementi: stabilizzanti, ritardanti, filler, ecc.

Un passaggio molto importante è quello in autoclave, dove l'alcool etilico deve evaporare completamente, ed è uno dei problemi se non viene eseguito correttamente. (Fonte: quella mia zia che ha lavorato in Mazzucchelli.)

Del resto già la produzione della nitrocellulosa può partire da prodotti differenti e da diverse procedure, dando un prodotto di qualità migliore o peggiore.
Anche per quanto riguarda la canfora si hanno differenze. Inizialmente veniva usata canfora naturale, poi si è riusciti a sintetizzarla.
a parte la variazione delle proporzioni tra i componenti principali, molto si è detto riguardo i coloranti, mentre abbastanza poco riguardo gli agenti stabilizzanti, ritardanti, filler etc.
Ovviamente il processo non è semplice - e ogni azienda produttrice sicuramente aveva la sua procedura - (se non ricordo male il processo prevede di comprimere la sostanza risultante, se non che è proprio sotto pressione che si hanno i maggiori rischi di esplosione...) per cui le variabili sono moltissime. Ricordo che si è parlato a lungo del fatto che le celluloidi trasparenti fossero le prime a deteriorarsi, mentre le nere sembrano molto più stabili. E' abbastanza logico pensare che gli additivi che fungono da stabilizzanti/filler (e anche i coloranti che in parte possono avere stessa funzione) se aggiunti in buona quantità appunto stabilizzano, quando invece si vuol mantenere la trasparenza lì di stabilizzanti/filler non se ne possono mettere molti, e la conseguenza è la degradazione precoce...
(la mia Omas Wild trasudava proprio dalle venature bianche che viravano al verdino, rompendosi alla fine proprio in corrispondenza di tali venature, quella parte di celluloide sembrava liquefatta, mentre la parte nera sembrava integra).
Tutto questo ovviamente condito con il fatto che il processo sia fatto a regola d'arte o meno (alcune celluloidi trasparenti più "antiche" sono arrivate ciononostante fino a noi).
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Messaggio da Roland »

RisottoPensa ha scritto: mercoledì 23 luglio 2025, 0:03 Acetato for the win, altro che celluloide.

Il dilemma del sopravvissuto :lol:, le celluloidi che durano anni e sono arrivate fino a noi sono anche le uniche che non verranno più fatte lol
Ho 4 penne in celluloide, due moderne e due vintage. Non vado oltre per evitare grandi dispiaceri. Mi accodo a quello che dice RisottoPensa, l'acetato di cellulosa è un buon compromesso. Certo qualche cosa si perde (la profondità del colore tipica della celluloide) ma meglio rinunciare a questo che vedere alcune penne sudare e sgretolarsi in mano.
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Messaggio da ricart »

Ultimamente le aziende con le resine riescono a raggiungere ottimi risultati e in qualche caso, di primo acchito, si fa fatica a distinguere se è "plasitca" o celluloide.
:wave:
Riccardo

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Messaggio da sansenri »

Roland ha scritto: mercoledì 23 luglio 2025, 13:00
RisottoPensa ha scritto: mercoledì 23 luglio 2025, 0:03 Acetato for the win, altro che celluloide.

Il dilemma del sopravvissuto :lol:, le celluloidi che durano anni e sono arrivate fino a noi sono anche le uniche che non verranno più fatte lol
Ho 4 penne in celluloide, due moderne e due vintage. Non vado oltre per evitare grandi dispiaceri. Mi accodo a quello che dice RisottoPensa, l'acetato di cellulosa è un buon compromesso. Certo qualche cosa si perde (la profondità del colore tipica della celluloide) ma meglio rinunciare a questo che vedere alcune penne sudare e sgretolarsi in mano.
è vero, seppure l'acetato in genere lo si riconosce, la celluloide è diversa sia alla vista che al tatto (molto più setosa).
Alcune resine moderne ora si avvicinano molto a certi effetti della celluloide, ma è soltanto da alcuni anni che ciò accade.

Consideriamo anche che i problemi da degradazione precoce sono venuti fuori con il tempo, se si va indietro 15-20 anni in pochi se lo aspettavano, e alcuni acquisti sono stati fatti e restano. Alcune celluloidi anche moderne poi rimangono perfette... non si può dire per quanto.
Per cui dire "mai più celluloide" è tutto sommato troppo facilmente senno di poi.
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Messaggio da Esme »

Tra le celluloidi io adoro soprattutto quelle che mostrano una notevole profondità.
Per spiegarmi meglio per chi non ha presente: sono quelle celluloidi che cambiano colore e venature quando le ruoti, con un effetto quasi caleidoscopico.
Spesso sembrano nere o comunque molto scure, ma quando te le rigiri tra le mani è una festa di colori e sfumature.
Un po' come guardare qualcosa sotto l'acqua.
Il misterioso termine "orientata" che si legge su alcune vecchie pubblicità pare si riferisse a quello.

Tra le moderne plastiche usate, ce n'è qualcuna che riesce a riprodurre veramente questo effetto?
(Non è una domanda retorica o polemica, sono realmente curiosa.)
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Messaggio da Roland »

No, non esiste. Da quello che avevo capito l'effetto della profondità nella celluloide è dovuta al modo in cui i colori vengono amalgamati. Sono sostanze semisolide mentre nelle resine le sostanze colorate vengono mescolate allo stato liquido. Ecco perché nelle resine colorate /marmorizzata l'effetto tridimensionale è assente. Almeno fino a quando gli ingegneri chimici non troveranno un modo per mescolare i colori nelle resine allo stato semisolido come per la celluloide.
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Messaggio da Esme »

Sì, effettivamente nella celluloide quell'effetto è ottenuto tramite il montaggio in blocco di più strati differenti. Poi la tornitura fa emergere la livrea.

Avevo letto in una brochure Mazzucchelli che adottano lo stesso sistema di montaggio per alcuni tipi di acetato. Quindi mi chiedevo se fossero riusciti a tirar fuori qualcosa di simile.
Vero che è una produzione per lo più destinata agli occhiali, dove il gioco di profondità è meno interessante che su una penna.
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Messaggio da Enbi »

Esme ha scritto: mercoledì 23 luglio 2025, 14:51 Tra le moderne plastiche usate, ce n'è qualcuna che riesce a riprodurre veramente questo effetto?
(Non è una domanda retorica o polemica, sono realmente curiosa.)
Leonardo diversi anni fa aveva fatto una edizione limitata in resina da loro denominata "Cuspide", che mi pare avesse proprio lo scopo di ricordare le celluoidi cosiddette "arco". Era ottenuta con diversi strati di resina sovrapposti. L'ho vista solo in video purtroppo, quindi non so se dal vivo riesce a raggiungere la celluloide, ma almeno è un bel risultato.
Altrimenti anche le resine "spaghetti" in alcune colorazioni riescono a dare un effetto caleidoscopico.
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Messaggio da Roland »

La Pineider qualche anno fa aveva fatto uscire una stilografica in resina con un effetto limitato di profondità. Avevo avuto modo di giocarci un po', oltre a essere molto leggera c'era un piccolo effetto tridimensionale che ricordava la celluloide. Credo fosse il modello la grande bellezza con caricamento a pistone.
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Messaggio da Enbi »

Roland ha scritto: mercoledì 23 luglio 2025, 18:17 Credo fosse il modello la grande bellezza con caricamento a pistone.
Quel modello si chiama proprio Arco! Grazie, non mi ricordavo di queste Pineider.
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Messaggio da Esme »

Grazie, sono andata a curiosare un po' di video.

La Leonardo Cuspide mi pare riproduca piuttosto bene l'effetto di irridescenza, mentre la Pineider Arco in effetti sembra avere una buona profondità.
Entrambe sembrano un filo "troppo" lucide rispetto a una celluloide, io preferisco un aspetto più materico, ma è difficilissimo dirlo da un video.
E forse è solo la suggestione di una metalleria molto abbondante. :)
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Messaggio da Aerd68 »

Accidenti che bella la Caruso, non la conoscevo.

Inizio a pensare che forse dovrei smettere di accumulare penne che da un giorno all'altro potrebbero disintegrarsi.
Andrea

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