È andata così. Ho ritrovato tempo fa un calamaio di inchiostro Pelikan a casa di mio padre (mancato qualche anno fa). Deve essere degli anni '60, forse '70. Conservato perfettamente.
Fatto sta che ho pensato di caricarlo su una Aurora 88P che possiedo da un paio d'anni. Bella, nobile, un piacere tenerla in mano. Purtroppo con la maggior parte degli inchiostri che ho, ravviso un fenomeno di trapassamento della carta e spiumaggio che la rendono poco utilizzabile, a volte spiacevole da usare.
Beh, l'esito è stato ottimo. Niente allargamenti di tratto, né trapassamenti di carta. Al che mi sono tornati in mente i discorsi dei Saggi del Forum (le penne vecchie si sposano bene con gli inchiostri vecchi). Sono alla prima ricarica, spero di non avere problemi, ma per ora è soddisfacente.
Buon sabato a tutti
Vecchio inchiostro Pelikan
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Sarà sicuramente un inchiostro ferrogallico che, come per le versioni moderne, tende ad avere flusso controllato e a non fare pastrugni con la carta.
Chi se li fa da sé, a volte evita di usare coloranti perché è la miscela stessa ad annerire la carta. Depositato sembra acqua quasi limpida, ma dopo poco la carta si annerisce e il tratto resta indelebile
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Alessio Pariani
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Non saprei, nel calamaio non vedo scritte che indichino che è ferrogallico... Grandi cambi di colore non ne ho visti. Qual è la prova del nove per sapere se è ferrogallico?Koten90 ha scritto: ↑sabato 9 marzo 2024, 9:10 Sarà sicuramente un inchiostro ferrogallico che, come per le versioni moderne, tende ad avere flusso controllato e a non fare pastrugni con la carta.
Chi se li fa da sé, a volte evita di usare coloranti perché è la miscela stessa ad annerire la carta. Depositato sembra acqua quasi limpida, ma dopo poco la carta si annerisce e il tratto resta indelebile
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Se vira di colore col tempo diventando grigio/scuro o marrone/scuro.demogorgone ha scritto: ↑sabato 9 marzo 2024, 9:18 Non saprei, nel calamaio non vedo scritte che indichino che è ferrogallico... Grandi cambi di colore non ne ho visti. Qual è la prova del nove per sapere se è ferrogallico?
Oppure anche dall'odore, i ferrogallici di solito hanno un odore "tipico" che ricorda la ruggine (o il sangue) oppure quella sensazione che si ha quando si lecca del metallo (non acciaio inossidabile).
Il 4001 Royal Blue non credo sia mai stato ferrogallico, di solito quelli ferrogallici hanno la dicitura "permanente" sulla bottiglia.
Anch'io l'anno scorso ho comprato qualche calamaio di 4001 vintage ancora sigillato (credo degli anni '80), a parte un po' di sbiadimento della componente blu funzionano perfettamente, anzi come comportamento sulle carte dí bassa qualità sono i migliori inchiostri che abbia mai provato, non spiumano e non trapassano neanche con il flusso super generoso delle penne vintage.
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In base agli indizi analizzati, direi che è non ferrogallico. Meglio, se no lo lo dismettevo subito (ho avuto sempre, sistematicamente, infallibilmente intasamenti con gli inchiostri del tipo "mai avuto nessun problema, basta qualche attenzione, un lavaggio della penna ogni due ricariche e stai tranquillo" e compagnia)
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Il blu nero della pelikan è un ferrogallico ma talmente blando che è come se non lo fosse. E un inchiostro secco che tiene sotto controllo il tratto e poi vira da un bel blu a un grigio molto classico.
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Non è che gli inchiostri diventano come il vino?
Facciamo scorta adesso, li mettiamo in cantina e li proviamo tra 50/60 anni
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