Ed ecco dunque qui, appena una riga più in basso, quella che definirei la "versione collettiva" di fountainpen.it del piccolo motto.
Vi ho solo aggiunto
saepe, spesso, sovente, perché seguendo i consigli e i commenti degli amici del forum questa trascurata parola correggesse un poco la
damnatio perfectionis sancita dalla prima versione.
Silvia1974 ha scritto: ↑martedì 9 gennaio 2024, 21:23
Beh a parte l’osservazione che hai descritto, su cui concordo, direi che alla mia vista il tuo scritto è sia perfetto sia eccellente, ergo eccezione alla regola?
Non é perfetto… guarda lo svolazzino interrotto della prima “s”, la curva rotta della seconda “l”, l’orrenda curva della seconda “u”… Un tempo, forse, avrei considerato di rifarla, ma poi non ne avrei avuta la voglia, e sarebbe rimasta lì, senza infamia - che non merita - e senza gloria, che non merita neppure, tanto che si può condividere…
RisottoPensa ha scritto: ↑martedì 9 gennaio 2024, 21:24
[…]
Concordo, a volte la bellezza sta nelle cose semplici.
La perfezione è un vicolo cieco. Arrivata alla perfezione non rimane più niente da raggiungere.
Dobbiamo essere felici di non poterla ottenere, così che possiamo elevarci sempre più in alto.
Aspirare a migliorare é saggio: deprimersi, e rinunciare, a causa dell’imperfezione é stolto.
sansenri ha scritto: ↑martedì 9 gennaio 2024, 21:54
[…] la perfezione è una iperbole, il suo limite è che lo sforzo necessario per raggiungerla tende all'infinito
Applauso per il chiaro concetto, e un abbraccio.
Musicus ha scritto: ↑martedì 9 gennaio 2024, 22:11
Grazie, Franco: messaggio ricevuto, forte e chiaro...
Giorgio
Leggo SEMPRE le tue splendide ricerche della perfezione, caro amico di penna!
Mir70 ha scritto: ↑martedì 9 gennaio 2024, 22:35
Per certi versi ci condanna in uno stato simile alla
schiavitù (mentale, si intende...)
Quando lo sguardo verso la perfezione é a testa alta, fissato con sogno e speranza, credo sia un potente stimolo; ma certo senza consapevolezza della “curva infinita” può trasformarsi in schiavitù e paralisi.
Koten90 ha scritto: ↑martedì 9 gennaio 2024, 22:43
Senza questa ambizione alla perfezione, però, saremmo ancora nell’età della pietra, con ruote quadrate e frecce senza punta.
Per citare il Casirati, nel sul post sulla M600,
in medio stat virtus.
È buona cosa fissare l’obiettivo al proverbiale 30, se poi è possibile fare 31 ben venga, ma l’importante è raggiungere l’obiettivo
Sí, Alessio, concordo. La ambizione é termine corretto, quando serve a raggiungere l’obiettivo. Ma conosciamo bene i risultati un’ambizione smodata…
alfredop ha scritto: ↑martedì 9 gennaio 2024, 22:44
Sono d’accordo, da notare però che in quella frase c’è l’avverbio “spesso”. Tavolta quell’avverbio viene espressamente dimenticato per giustificare qualche nefandezza.
[…]
Fatto! Quel
saepe, spesso, diluisce un poco la secchezza bella del latino, ma corregge l’abuso del concetto.
Automedonte ha scritto: ↑mercoledì 10 gennaio 2024, 9:58
Ricercando troppo lo perfezione si rischia di far la fine di quell'inconcludente di Leonardo Da Vinci che iniziava mille cose e non ne concludeva quasi mai nessuna
Caro Cesare Augusto, potesse uno essere tanto inconcludente come Leonardo… Però, certo, ci si chiede spesso che cosa sarebbe stato della sua opera se avesse accettato un compromesso più umano con l’imperfezione.