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Franklin Christoph 55 Pentium

Le recensioni: impressioni d'uso e valutazioni direttamente dagli utenti
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novainvicta
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La mia penna preferita: Visconti Manhattan Green
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Franklin Christoph 55 Pentium

Messaggio da novainvicta »

“La nostra filosofia di design è quella di cercare di raggiungere un’austera semplicità pur mantenendo l’unicità. Cerchiamo di trascendere le mode o le epoche e di produrre design che reggano nel tempo. Non cerchiamo di essere tutto per tutti, ma di mantenere il nostro carattere essenziale….desideriamo rimanere in stretto contatto con i nostri clienti in modo da ottenere un rapporto reattivo e personale…abbiamo scelto di limitare i nostri canali di distribuzione concentrandosi sulla vendita diretta.”

Questo è quanto si legge sul sito della Franklin Christoph, azienda statunitense nata nel 1901, con sede a Marietta in Georgia, come fabbrica di ceramica di pregio e importatrice dall’Europa poi trasformatasi nel 2001 in azienda produttrice di penne spostando la sua sede a Raleigh, in Nord Carolina . Come non essere d’accordo con tali principi espressi; un po' meno con l’ultimo perché un loro distributore nella Comunità Europea avrebbe giovato non poco all’acquisto (vedi caso Edison).
La loro collezione mi ha destato molta curiosità che unita a quella di vedere se quanto affermato dall’azienda rimanesse solo una dichiarazione d’intenti mi ha spinto all’acquisto della stilografica in esame: una F-C Pentium 55 Black Cathedral .
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Allora, per quanto riguarda la relazione con il cliente: pienamente soddisfatto. Ho inviato alcune email con domande e richieste specifiche a cui ho avuto risposte in brevissimo tempo (il giorno successivo). Non ho avuto, ne spero di averne, possibilità di verificare il loro intervento in garanzia.

Per la spedizione i tempi di consegna dicono tutto: ordine effettuato il lunedì alle ore 15:30, giovedì alle 17:00 mi veniva consegnata la penna tramite spedizioniere FedEx che ha provveduto a tutti gli oneri connessi all’importazione. La sola spedizione è gratuita.

La penna, che ho provato per una ventina di giorni prima di scrivere queste mie impressioni, arriva all’interno di una comoda custodia in tessuto grigio con interno in finta pelle; ci sono due cartucce d’inchiostro e un converter brandizzato (attacco standard) e tre bigliettini firmati (uno di ringraziamento e garanzia per l’acquisto, uno per certificazione del pennino BCI (Broad Cursive Italic) con il logo del nib master Yukio Nagahara e l’altro a firma di Audrey Matteson colei che ha creato l’elaborazione dell’altro pennino da me acquistato, un S.I.G. (Stub Italic Gradient) su base “F”. Il tutto contenuto, insieme a un foglietto con la prova dei pennini, all’interno di una scatoletta di cartone bianco. Molto razionale.



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La penna è realizzata con tornitura da barra piena di resina acrilica, secondo le dichiarazioni di F-C costruita per durare e con garanzia a vita.
Secondo me esprime in pieno l’intento stilistico del progettista con un design fuori dalle mode, molto semplice senza orpelli inutili e proprio per questo per me molto attraente.
Il modello è una F-C 55 Pentium in livrea Black Cathedral, nero lucido con la prima metà del corpo-penna in resina acrilica multicolore (ambra, rosso, blu e verde) in parte cangiante a luce diretta che ricorda molto le vetrate in mosaico policromo in stile gotico di molte cattedrali (forse da questo l’origine del nome).

Tutta la penna, di medie dimensioni (4 mm e 6 mm più corta di una Lamy Al-Sport rispettivamente da chiusa e da aperta), è molto ben rifinita, con estremità piatte e smussate. Ottima la lucidatura. Il cappuccio è a forma cilindrica e sulla cima è serigrafato il logo dell’azienda che sormonta quattro losanghe in linea (di parkeriana memoria anche se moltiplicate); i due estremi sono smussati, meno accentuato quello sulla bocca che gradevolmente, anche al tatto, combacia perfettamente in fase di chiusura con il piccolo scalino del corpo-penna. Il fermaglio, insieme al pennino unico accessorio metallico presente, è a cravatta con attacco a balestra; abbastanza spesso con bordi molto smussati; si svolge con linea concava forse che doveva essere maggiormente accentuata nel suo finale, per facilitare la calzata in un taschino. Sulla lucida facciata sono incise (al laser?) quattro losanghe che ricordano nella forma, come detto, il blue diamond della Parker, forse anch’esse a simboleggiare la garanzia a vita di cui gode la penna.
Confromto con Lamy Al-Star
Confromto con Lamy Al-Star
Confronto con Lamy Al-Star
Confronto con Lamy Al-Star
La sezione scrivente è concava con ottima presa. E’ formata da pezzo unico per cui la filettatura che si avvita nella madrevite del corpo penna è ricavata nella resina ed ha un passo normale. La filettatura che si avvita nel cappuccio, ad ampio passo e con la sezione dell’unico filetto quadrata e smussata, è posta nella parte iniziale , là dove inizia il pennino. Soluzione apprezzabile che riduce di molto l’aria per il pennino all’interno del cappuccio. Quest’ultimo si svita/avvita con poco meno di ¾ di giro serrandosi perfettamente. Inoltre anche ponendo le dita sulla filettatura, peraltro larga appena 4,5 mm., non si avverte alcun fastidio come del resto anche toccando, eventualmente, il piccolo scalino all’inizio del corpo-penna. (qui devo ringraziare Mir70 sulle precise informazioni che mi ha fornito che hanno fugato ogni dubbio sulla più che sufficiente lunghezza della sezione scrivente).

Il corpo-penna è cilindrico con una lievissima convessità (percepibile al solo tatto) nella sua parte iniziale (cioè quella in resina policroma) per poi terminare con forma leggermente tronco conica. Il fondello è piatto con perimetro smussato. Tutto il corpo penna sembra un pezzo unico ed al tatto non si avverte alcuna discontinuità.

Il sistema di caricamento è a cartuccia/converter con attacco standard ed eyedropper, in quest’ultimo caso con il consiglio della F-C di applicare un poco di grasso al silicone sulla filettatura della sezione scrivente.

Ed ora veniamo ai pennini. Si tratta di pennini Jowo # 5 e sulle 19 diverse soluzioni (questo altro punto di forza della F-C) io ho scelto due in acciaio (il gruppo scrivente è a vite facilmente intercambiabile); un B.C.I. Nagahara (Yukio, ex Sailor, figlio del mitico maestro Nobuyoshi Nagahara) e un pennino S.I.G. su base “F” elaborato in house dalla nib master Audrey Matteson. Solo per il S.I.G. avevo richiesto di avere un flusso abbastanza bagnato e così hanno provveduto.
Sono entrambi pennini a cui mi sono dovuto abituare non essendo, almeno per me, di uso istintivo, ma una volta affinato il metodo di scrittura risultano estremamente piacevoli e donano caratteristiche espressive nel tratto davvero notevoli, soprattutto il B.C.I. . Su entrambi il nib master è intervenuto nella riduzione e conformazione della punta in lega.
Pennino BCI Nagahara
Pennino BCI Nagahara
Pennino SIG F
Pennino SIG F
Vorrei precisare il mio concetto su questi pennini: sono in sostanza degli Italici (Stub per come la vedo io è solo una denominazione commerciale, sempre Italico si tratta seppur più addomesticato) e come tale si comportano sebbene concedano una maggiore “familiarità”. Io certamente non sono un calligrafo ed il primo approccio mi ha lasciato un po' perplesso, soprattutto il S.I.G. . Non sono pennini per scritture veloci e nervose perché, almeno io, in tale procedura è facile che si esca dal loro angolo di applicazione ottimale (non ricordo il termine esatto in inglese!) e quindi il pennino inizia a grattare sulla carta, soprattutto nel tratti ascendenti e a sinistrogiro . Secondo notizie attinte in rete il range di angolo ottimale entro il quale si può usare il B.C.I. è di circa 20° che diventano 15° per il S.I.G. F a fronte dei 40° circa per un pennino normale in gradazione M. Però una volta individuata l’esatta postura la scrittura regala una piacevolezza non eguagliabile dai normali pennini.

In conclusione la penna nel complesso mi è molto piaciuta. E’ leggera e nel contempo ti trasmette senso di robustezza; ha uno stile che riunisce funzionalità , qualità percepita e valore estetico; concede poco o nulla ai canoni modaioli che nella maggior parte sono assai effimeri. Di sicuro comprerò un altro modello della Franklin Christoph probabilmente la 02 Intrinsic, peccato solo che non la si possa acquistare in ambito europeo. -
„Il Buddha, il Divino, dimora nel circuito di un calcolatore o negli ingranaggi del cambio di una moto con lo stesso agio che in cima a una montagna o nei petali di un fiore.“

Giuseppe
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Di seguito una breve prova di scrittura:
Allegati
IMG_20221220_101804.jpg
Questa è effettuata con pennino BCI Nagahara
Questa è effettuata con pennino BCI Nagahara
„Il Buddha, il Divino, dimora nel circuito di un calcolatore o negli ingranaggi del cambio di una moto con lo stesso agio che in cima a una montagna o nei petali di un fiore.“

Giuseppe
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Messaggio da edis »

Bellissima ed interessante recensione su due pennini di FC di cui ho già sentito parlare bene. L'azienda è molto interessante perché propone una cosa che a me piace molto: una lista di grinding da scegliere. E, se dovessi comprare, prenderei sicuramente il BCI. Anche Esterbrook offre 3 diversi grinding, per cui si paga un extra fisso di €40/50 (credo) per lavorazione del pennino journaler, architect, estie.

Due cose mi hanno trattenuta dall'acquisto sia di FC che Esterbrook: il prezzo che in Europa diventa esoso (per me) e le resine che spesso mi lasciano perplessa.

Complimenti, Giuseppe!
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edis ha scritto: martedì 20 dicembre 2022, 13:46 Bellissima ed interessante recensione su due pennini di FC di cui ho già sentito parlare bene. L'azienda è molto interessante perché propone una cosa che a me piace molto: una lista di grinding da scegliere. E, se dovessi comprare, prenderei sicuramente il BCI. Anche Esterbrook offre 3 diversi grinding, per cui si paga un extra fisso di €40/50 (credo) per lavorazione del pennino journaler, architect, estie.

Due cose mi hanno trattenuta dall'acquisto sia di FC che Esterbrook: il prezzo che in Europa diventa esoso (per me) e le resine che spesso mi lasciano perplessa.

Complimenti, Giuseppe!
Grazie.
Per il prezzo hai ragione: a quello di listino devi aggiungere il 3,7 % di dazio e poi c'è l'IVA. Da tener presente che la spedizione è gratis, Lo spedizioniere (FedEx) assolve a tutti gli oneri e quando ti consegna la penna paghi il dovuto. Io ho pagato 21,5 euro, in effetti mi aspettavo un pò di più. Per quanto riguarda le resine è gusto personale, a me piacciono prima perchè sono rifinite in modo impeccabile: quella "vetro antico" è affascinante. Certo per la cromaticità la Edison è migliore.
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Messaggio da edis »

novainvicta ha scritto: martedì 20 dicembre 2022, 14:31 Grazie.
Per il prezzo hai ragione: a quello di listino devi aggiungere il 3,7 % di dazio e poi c'è l'IVA. Da tener presente che la spedizione è gratis, Lo spedizioniere (FedEx) assolve a tutti gli oneri e quando ti consegna la penna paghi il dovuto. Io ho pagato 21,5 euro, in effetti mi aspettavo un pò di più. Per quanto riguarda le resine è gusto personale, a me piacciono prima perchè sono rifinite in modo impeccabile: quella "vetro antico" è affascinante. Certo per la cromaticità la Edison è migliore.
Ottimo a sapersi, mi aspettavo di più, sai?!

Sì, quello che ho scritto sulle resine si riferisce assolutamente al mio gusto personale e non alla qualità della penna. Il music di FC mi attira non poco... :angel:
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