Penne dal passato: Astura Nova 108
Inviato: venerdì 1 agosto 2025, 16:30
Eccoci qui con la recensione di un'altra vecchietta, potremmo dire la "cuginetta" della Radius Superior presentata da me poco tempo fa: si tratta dell'Astura Nova modello 108.
Astura era un marchio della SAFIS esattamente come Radius, ma mentre Radius era il marchio di fascia alta, Astura era quello di fascia bassa. Si tratta dunque di una penna "economica" ma che vanta un produttore di tutto rispetto e, come vedremo, non sfigura di certo sotto l'aspetto della scrittura. (Per chi volesse approfondire sulla SAFIS e sui suoi marchi, lo rimando al nostro bellissimo Wiki: https://www.fountainpen.it/SAFIS e https://www.fountainpen.it/Astura).
Ma veniamo alla penna vera e propria, cominciando come sempre dalla descrizione esteriore: si tratta di una penna dalle forme a sigaro realizzata in celluloide screziata blu e nera. Nel materiale notiamo la prima nota di "economicità": non raggiunge le vette della celluloide arco in quanto a bellezza e a profondità, cionondimeno, ha una bella colorazione, mi piace questo blu-grigio. Sul cappuccio troviamo un fermaglio che inizia con una punta e prosegue restringendosi fino alla fine. Poco prima del labbro del cappuccio troviamo una banda metallica dorata. Il corpo prosegue dritto (non noto curve di sorta) fino al fondello che termina a ogiva come il cappuccio. Sia la sommità del cappuccio che il fondello non terminano in verità con una ogiva perfetta, ma presentano una punta, come un residuo della lavorazione dalla barra; credo che questo sia un altro segno del segmento di prezzo cui era destinata questa penna. Il corpo riporta l'incisione “Astura n° 108” (ben poco visibile ormai, non provo neanche a renderla in foto). Le dimensioni sono: circa 127 mm con cappuccio, circa 112 mm senza, per un peso di 13 grammi con cappuccio e 9 senza. Si tratta quindi di una penna piccola e maneggevole.
Svitando il cappuccio, scopriamo una sezione in ebanite nera molto comoda perché con un diametro non troppo stretto e con un labbro sporgente finale che consente di sentire chiaramente la fine della sezione, e il pennino. Quest'ultimo è secondo me il vero capolavoro della penna, come dirò più approfonditamente parlando delle prestazioni di scrittura. Si tratta di un pennino in oro 14 carati piuttosto piccolo, che presenta un piccolo foro di sfiato a forma di cuore e le incisioni "ASTURA NOVA" su due righe, il titolo dell'oro in millesimi (585) e il numero che indica la dimensione del pennino, in questo caso 2. L'alimentatore, altrettanto piccolo, è in ebanite.
Il sistema di caricamento è a pulsante di fondo (per chi volesse approfondire: https://www.fountainpen.it/Button_filler). Come ho scritto in altre occasioni, non sono un appassionato di caricamenti di questo tipo, ma nel mio esemplare funziona bene ed è pratico.
Veniamo dunque alle prestazioni di scrittura: qui è secondo me dove la penna brilla maggiormente, il pennino ha un tratto extrafine di partenza ed è un vero flessibile, tra quelli che ho è quello che più mi ricorda i pennini da calligrafia che si usano con la cannuccia. Per la scrittura in giapponese è anche "troppo", ma se usata su carta liscia e con la giusta pressione (poca) può dare grandi soddisfazioni. Lo vedo molto adatto alla calligrafia in caratteri latini. In ogni caso è un pennino molto "divertente" e godibile.
In conclusione, si tratta davvero di una bella penna, con un pennino favoloso, dimensioni perfette per la mia mano, quasi fosse stata pensata per me.
Astura era un marchio della SAFIS esattamente come Radius, ma mentre Radius era il marchio di fascia alta, Astura era quello di fascia bassa. Si tratta dunque di una penna "economica" ma che vanta un produttore di tutto rispetto e, come vedremo, non sfigura di certo sotto l'aspetto della scrittura. (Per chi volesse approfondire sulla SAFIS e sui suoi marchi, lo rimando al nostro bellissimo Wiki: https://www.fountainpen.it/SAFIS e https://www.fountainpen.it/Astura).
Ma veniamo alla penna vera e propria, cominciando come sempre dalla descrizione esteriore: si tratta di una penna dalle forme a sigaro realizzata in celluloide screziata blu e nera. Nel materiale notiamo la prima nota di "economicità": non raggiunge le vette della celluloide arco in quanto a bellezza e a profondità, cionondimeno, ha una bella colorazione, mi piace questo blu-grigio. Sul cappuccio troviamo un fermaglio che inizia con una punta e prosegue restringendosi fino alla fine. Poco prima del labbro del cappuccio troviamo una banda metallica dorata. Il corpo prosegue dritto (non noto curve di sorta) fino al fondello che termina a ogiva come il cappuccio. Sia la sommità del cappuccio che il fondello non terminano in verità con una ogiva perfetta, ma presentano una punta, come un residuo della lavorazione dalla barra; credo che questo sia un altro segno del segmento di prezzo cui era destinata questa penna. Il corpo riporta l'incisione “Astura n° 108” (ben poco visibile ormai, non provo neanche a renderla in foto). Le dimensioni sono: circa 127 mm con cappuccio, circa 112 mm senza, per un peso di 13 grammi con cappuccio e 9 senza. Si tratta quindi di una penna piccola e maneggevole.
Svitando il cappuccio, scopriamo una sezione in ebanite nera molto comoda perché con un diametro non troppo stretto e con un labbro sporgente finale che consente di sentire chiaramente la fine della sezione, e il pennino. Quest'ultimo è secondo me il vero capolavoro della penna, come dirò più approfonditamente parlando delle prestazioni di scrittura. Si tratta di un pennino in oro 14 carati piuttosto piccolo, che presenta un piccolo foro di sfiato a forma di cuore e le incisioni "ASTURA NOVA" su due righe, il titolo dell'oro in millesimi (585) e il numero che indica la dimensione del pennino, in questo caso 2. L'alimentatore, altrettanto piccolo, è in ebanite.
Il sistema di caricamento è a pulsante di fondo (per chi volesse approfondire: https://www.fountainpen.it/Button_filler). Come ho scritto in altre occasioni, non sono un appassionato di caricamenti di questo tipo, ma nel mio esemplare funziona bene ed è pratico.
Veniamo dunque alle prestazioni di scrittura: qui è secondo me dove la penna brilla maggiormente, il pennino ha un tratto extrafine di partenza ed è un vero flessibile, tra quelli che ho è quello che più mi ricorda i pennini da calligrafia che si usano con la cannuccia. Per la scrittura in giapponese è anche "troppo", ma se usata su carta liscia e con la giusta pressione (poca) può dare grandi soddisfazioni. Lo vedo molto adatto alla calligrafia in caratteri latini. In ogni caso è un pennino molto "divertente" e godibile.
In conclusione, si tratta davvero di una bella penna, con un pennino favoloso, dimensioni perfette per la mia mano, quasi fosse stata pensata per me.