fotografia analogica nel 2024

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Messaggio da maylota »

Discussione che prosegue in modo random (nel senso che è intervallata da elucubrazioni su svariati altri temi) da un commento in questo thread:
viewtopic.php?p=409581#p409581

Ma veniamo al punto:
sansenri ha scritto: martedì 16 luglio 2024, 19:58
maylota ha scritto: martedì 16 luglio 2024, 10:56 Le pellicole sono tornate da tempo quasi tutte in commercio, peraltro Kodak non ha mai dismesso la tecnologia che è richiesta nella cinematografia. Ilford ha tutti i suoi gloriosi film in catalogo e sede ancora a Mobberly nel Cheshire come ai tempi d'oro (pur con diversa ragione sociale ovviamente)
Per la stampa anche in Italia ci sono molti indipendenti che se ne occupano e che spesso organizzano anche corsi perchè il trend è in forte crescita tra i giovani che i tempi d'oro non li hanno mai visti.
il bianco e nero è ancora praticabile senza costi enormi, e a parte le pellicole, il vero appassionato non solo le sviluppa e stampa da se, ma si prepara anche gli sviluppi chimici necessari. Le formule dei bagni fotografici sono note e i composti chimici sono reperibili e le formule semplici da preparare.
Quello che manca oggi se non si è fortunati semmai è lo spazio (da dedicare ad una camera oscura - per anni la mia cameretta da studente a casa dei miei era stata convertita in camera oscura...) e soprattutto il tempo!
C'è una cosa che non ho mai capito: nel 2024 scattare e sviluppare in modalità chimica non è difficile. Stampare in modalità "vecchia scuola" nemmeno, a parte i problemi di spazio.
Ma perchè non esiste un ingranditore casalingo che permetta di stampare su carta chimica e con i bagni a partire da negativo digitale? Oppure esiste e io non lo conosco?
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Messaggio da rrfreak63 »

cosa intendi per carta chimica? Io sono fermo ai pacchi di carte dell'Agfa o Ilford, per dire quelli che usavo. Li mettevo sotto l'ingranditore, Durst, e poi mettevo il foglio impressionato nelle varie vaschette dei prodotti chimici.
O per te la carta chimica è quella della Polaroid?
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Messaggio da RisottoPensa »

maylota ha scritto: martedì 16 luglio 2024, 20:40 Discussione che prosegue in modo random (nel senso che è intervallata da elucubrazioni su svariati altri temi) da un commento in questo thread:
viewtopic.php?p=409581#p409581

Ma veniamo al punto:
sansenri ha scritto: martedì 16 luglio 2024, 19:58

il bianco e nero è ancora praticabile senza costi enormi, e a parte le pellicole, il vero appassionato non solo le sviluppa e stampa da se, ma si prepara anche gli sviluppi chimici necessari. Le formule dei bagni fotografici sono note e i composti chimici sono reperibili e le formule semplici da preparare.
Quello che manca oggi se non si è fortunati semmai è lo spazio (da dedicare ad una camera oscura - per anni la mia cameretta da studente a casa dei miei era stata convertita in camera oscura...) e soprattutto il tempo!
C'è una cosa che non ho mai capito: nel 2024 scattare e sviluppare in modalità chimica non è difficile. Stampare in modalità "vecchia scuola" nemmeno, a parte i problemi di spazio.
Ma perchè non esiste un ingranditore casalingo che permetta di stampare su carta chimica e con i bagni a partire da negativo digitale? Oppure esiste e io non lo conosco?
Le cose pee sviluppare le foto mi pare siano tossiche
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Messaggio da maylota »

rrfreak63 ha scritto: martedì 16 luglio 2024, 20:45 cosa intendi per carta chimica? Io sono fermo ai pacchi di carte dell'Agfa o Ilford, per dire quelli che usavo. Li mettevo sotto l'ingranditore, Durst, e poi mettevo il foglio impressionato nelle varie vaschette dei prodotti chimici.
O per te la carta chimica è quella della Polaroid?
Per me carta chimica è quello che usa i bagni per lo sviluppo e non è una inkjet, per quanto evoluta e professionale
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Messaggio da maylota »

RisottoPensa ha scritto: martedì 16 luglio 2024, 20:49 Le cose pee sviluppare le foto mi pare siano tossiche
Con MAGA in arrivo questo non è un problema :lol:
(A parte gli scherzi, vengono ancora usati immagino siano cambiate le formulazioni)
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Messaggio da rrfreak63 »

allora parliamo della stessa carta. Per far apparire l'immagine impressa dal negativo ci vogliono i 3 bagni chimici appositi.
Inkjet o laser non sono la stessa cosa, come ben puoi immaginare.
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rrfreak63 ha scritto: martedì 16 luglio 2024, 21:01 allora parliamo della stessa carta. Per far apparire l'immagine impressa dal negativo ci vogliono i 3 bagni chimici appositi.
Inkjet o laser non sono la stessa cosa, come ben puoi immaginare.
Esatto!
La mia domanda è: ma esiste un ingranditore che anzichè proiettare il negativo fotografico proietti un negativo "digitale" ossia creato dal file digitale di una camera digitale?
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Messaggio da rrfreak63 »

quando vai in un centro stampa per farti stampare le foto del cellulare o quelle di una SD card della reflex digitale fanno quello che stai chiedendo, immagino
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Messaggio da Defraag »

Anni fa avevo fatto qualche esperimento convertendo il file digitale in negativo e poi stampandolo su carta lucida.
Poi usavo la stampa digitale ottenuta con l'ingranditore per ottenere una stampa analogica.
I risultati non furono soddisfacenti.
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rrfreak63 ha scritto: martedì 16 luglio 2024, 21:22 quando vai in un centro stampa per farti stampare le foto del cellulare o quelle di una SD card della reflex digitale fanno quello che stai chiedendo, immagino
Si, infatti quelli del centro commerciale penso ormai mi conoscano. Ma i risultati sono molto "middle of the road" con il B/N. Volevo farlo io a casa....
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Messaggio da rrfreak63 »

quei laboratori da centro commerciale hanno i sistemi tarati sul colore per cui il B/N viene alla 'cazzo di cane', purtroppo. Qui in UK, dove ho portato a sviluppare i primi rullini, mi hanno detto che per il B/N devono operare a mano e con costi superiori. Risultati penosi. Ho trovato questo servizio online e devo dire che lavorano bene il B/N
Anni fa a Milano mi servivo di due laboratori che usavano amici fotografi professionisti. Uno per le dispositive e l'altro per il B/N. Risultati ottimi.
Ho provato a cercarli recentemente ma non li ho trovati :(
Si parla di quasi 40 anni fa, per dare un'idea.
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Messaggio da Barone »

Un qualunque proiettore per computer può essere utilizzato per esporre una carta fotocromatica ( le “carte chimiche” non é un termine propriamente corretto. Le vecchie inford, kodak o agfa sono carte con pigmenti metallici che reagiscono a reagenti chimici, rilevatore, imbibente e fissaggio).
Sul mercato qualunque proiettore ottico (ad emissione luminosa) appositamente tarato, può esporre una carta agli alogenuri, e convertire al computer una immagine digitale da positivo a negativo é un attimo.
Io per alcune mostre lo ho fatto, anche se ovviamente per stampe sopra il formato A3 mi rivolgo a service professionali.
Basta provare ;)

rrfreak63 ha scritto: martedì 16 luglio 2024, 21:47 quei laboratori da centro commerciale hanno i sistemi tarati sul colore per cui il B/N viene alla 'cazzo di cane', purtroppo. Qui in UK, dove ho portato a sviluppare i primi rullini, mi hanno detto che per il B/N devono operare a mano e con costi superiori. Risultati penosi. Ho trovato questo servizio online e devo dire che lavorano bene il B/N
Anni fa a Milano mi servivo di due laboratori che usavano amici fotografi professionisti. Uno per le dispositive e l'altro per il B/N. Risultati ottimi.
Ho provato a cercarli recentemente ma non li ho trovati :(
Si parla di quasi 40 anni fa, per dare un'idea.
A Milano ci sono ancora un paio di laboratori professionali che lavorano con carte gallery e sviluppano e stampano molto bene, ovviamente cari.
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Messaggio da sansenri »

RisottoPensa ha scritto: martedì 16 luglio 2024, 20:49 Le cose pee sviluppare le foto mi pare siano tossiche
ma santo cielo! alle diluizioni con cui si lavora, la tossicità dei bagni per il bianco e nero è davvero ridicola, forse meno di alcuni prodotti per la pulizia della casa... ci ho passato le notti su sviluppi fissaggi, e a molti anni di distanza non ho ancora fatto la fine di Madame Curie.

rrfreak63 ha scritto: martedì 16 luglio 2024, 21:22 quando vai in un centro stampa per farti stampare le foto del cellulare o quelle di una SD card della reflex digitale fanno quello che stai chiedendo, immagino
temo di no, ormai tutto il processo di stampa è digitale, inclusa la stampante.
Ovviamente le stampanti professionali stampano con qualità molto migliore di una ink jet o laser casalinga.
Le stampanti usano l'inchiostro, l'esposizione della carta chimica e lo sviluppo nei bagni chimici li utilizzano soltanto quei pochi e costosi fotoservice che sviluppano ancora a partire dal negativo.
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Messaggio da maylota »

Barone ha scritto: martedì 16 luglio 2024, 21:52 Un qualunque proiettore per computer può essere utilizzato per esporre una carta fotocromatica ( le “carte chimiche” non é un termine propriamente corretto. Le vecchie inford, kodak o agfa sono carte con pigmenti metallici che reagiscono a reagenti chimici, rilevatore, imbibente e fissaggio).
Sul mercato qualunque proiettore ottico (ad emissione luminosa) appositamente tarato, può esporre una carta agli alogenuri, e convertire al computer una immagine digitale da positivo a negativo é un attimo.
Io per alcune mostre lo ho fatto, anche se ovviamente per stampe sopra il formato A3 mi rivolgo a service professionali.
Basta provare ;)
Interessante. Intendi i proiettori per sala riunioni vero?
Ai bei tempi avevo provato con i proiettori per diapositive, ma i risultati furono a dir poco miseri....
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maylota ha scritto: martedì 16 luglio 2024, 20:51
RisottoPensa ha scritto: martedì 16 luglio 2024, 20:49 Le cose pee sviluppare le foto mi pare siano tossiche
Con MAGA in arrivo questo non è un problema :lol:
(A parte gli scherzi, vengono ancora usati immagino siano cambiate le formulazioni)
ma penso proprio di no, anche se è da molto che non mi interesso più, le formule del B/N sono immutate da parecchi decenni.
Perlomeno per il bianco e nero, sul colore sì, qualche prodotto era un po' meno sicuro (nel bianco e nero si usano principalmente prodotti inorganici, sali, acidi, basi, ma le diluizioni sono elevate).

Il mio fotoricettario preferito era il Ghedina edizioni Hoepli, la quarta edizione è del 1976 e costava 16.000 lire.
Il bagno di sviluppo solitamente contiene un prodotto organico che agisce da sviluppatore, e riduce il bromuro d'argento in argento metallico.
Gli altri elementi sono in genere sali inorganici, sodio solfito, acido borico, potassio metabisolfito, etc.
Questi sali in genere regolano il pH della soluzione e possono regolare la velocità dello sviluppo e rallentano anche l'ammollimento della gelatina.
Un bagno di sviluppo molto noto è il D76 di Kodak:
Metolo 2g (metil-p-amminofenolo)
Sodio solfito anidro 100g
Idrochinone 5g
Sodio tetraborato 2g

Per comodità i bagni di sviluppo si compravano già pronti o in bustine da diluire in acqua.

I bagni di fissaggio erano addirittura più semplici (iposolfito di sodio, metabisolfito di sodio, solfito di sodio) e avendo a disposizione i sali era senz'altro convenente farseli sempre da sè.
(una volta in via Circo, dietro via Torino, c'era un negozio fornitissimo di prodotti chimici e attrezzature da laboratorio, temo che abbia chiuso molti anni fa - là vicino, btw, c'era anche "la ferramenta dei Milanesi" il noto Fratelli Meazza)
Ultima modifica di sansenri il martedì 16 luglio 2024, 23:25, modificato 2 volte in totale.
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