ovviamente l'importanza dei ferrogallici è enorme, se si considera che esistono probabilmente da millenni (si sa che ne facessero uso ad esempio i romani che lo chiamavano Atramentum), per cui si continua a studiarli nella composizione e gli effetti sui supporti (carta, pergamena, etc.) soprattutto perché esiste una quantità inimmaginabile di documenti storici scritti con il ferrogallico, e la loro preservazione è fondamentale per la cultura del genere umano in generale.
Per motivi culturali si continua quindi anche ad utilizzarli, sia per la caratteristica di essere indelebili (motivo principale della loro universale affermazione), sia per il fascino che dà usarli, sia perché hanno alcune caratteristiche che li rendono differenti dagli inchiostri comuni.
Intanto l'inchiostro ferrogallico, senza colorante aggiunto, è inizialmente quasi trasparente fintanto che non si ossida, per cui già in origine si aggiungevano coloranti per poter vedere quello che si scriveva, prima che il cambio di colore (l'ossidazione del ferro) avvenisse effettivamente.
Quel passaggio di colore quando si scrive è caratteristico ed affascinante.
Ma poi il ferrogallico ha un modo suo particolare di essere assorbito dalla carta, non sono un esperto (e qui esperti ce ne sono), ma rispetto all'inchiostro normale il ferrogallico tende a fissarsi subito al supporto, di conseguenza non spande, e in questo senso è utilissimo su carte meno collate e più assorbenti. Non per nulla quando si ha a che fare con carta molto porosa (il ché significa anche a volte quella risma orrendamente assorbente che passa l'ufficio), che causa "feathering", passare ad un buon ferrogallico in genere risolve (provare per credere).
Il ferrogallico forma un complesso insolubile che non è precisamente nero, ma blu-nero.
In tempi più moderni le formule di inchiostro ferrogallico sono state addomesticate, sia per proteggere le penne (essendo le formule originali parecchio acide) sia soprattutto per proteggere gli scritti (che nel tempo altrimenti subiscono degradazioni).
Oggi è di moda farli anche colorati (il buon Konrad di KWZ è stato uno dei primi a sdoganare gli IG colorati, aggiungendo alle formule classiche altri pigmenti), in fondo perché no? (io che tendo ad amare ed usare quasi solo inchiostri blu, mentre tendo a non usare mai inchiostri neri... sono contento che il KWZ IG Blue #5 esista! ...in tal senso però non ti sono di molto aiuto su quelli neri).
PS, se può essere utile il IG blue-black di KWZ è molto scuro, quasi nero
e oltre quello di Stipula mi pare sia reperibile anche un IG nero di TWSBI