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il misterioso foro di sfiato

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ricart
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Messaggio da ricart »

E' come con il traforo, parti dal foro a vai avanti, probabilmente all'epoca non avevano l'attrezzatura sofisticata a controllo numerico/elettronico di oggi
:wave:
Riccardo

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JohnDT10
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Messaggio da JohnDT10 »

Certo Riccardo, hai ragione. Appunto perchè una volta non avevano apparecchiature sofisticate a me verrebbe più naturale partire dalla punta; ma sicuramente c'era una motivazione tecnica, che però ora mi sfugge...
Mandi :wave:
Renato.
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Messaggio da Esme »

JohnDT10 ha scritto: domenica 22 ottobre 2023, 15:01 Però non capisco il perchè del tagliare il pennino dal foro centrale e andare verso la punta (e non viceversa come fanno oggi) :think:
Partire a tagliare con un seghetto proprio dalla punta non penso sia facilissimo, anche se al momento del taglio le punte erano appena sgrossate.
Il bordo si flette di più e lavori a pressione (ingobbatura), partendo dall'interno dovresti avere maggiore stabilità e lavori a trazione, che aiuta a tenere tesa e stabile la lamina.
Non è la stessa cosa ovviamente, ma se io devo fare un intaglio con il cutter in un cartoncino che presenta una rastremazione, inizio il taglio dalla parte più larga e finisco nella punta.

Purtroppo, però, nella trattazione molte cose sono date per scontate, quindi si possono solo fare ipotesi.
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Messaggio da Esme »

asx2 ha scritto: domenica 22 ottobre 2023, 14:55 Madre di tutte le colpe
😅🤣
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Messaggio da Tribbo »

Mir70 ha scritto: domenica 22 ottobre 2023, 12:26
Esme ha scritto: domenica 22 ottobre 2023, 11:36 Per quanto riguarda la particolare molatura, sono due i passaggi in cui se ne fa riferimento, ma in effetti non sono chiarissimi.
Si si, ora mi è chiaro Esme . Mi ero perso (anzi, dimenticato perché lo avevo letto) il primo passaggio che penso possa essere quello che porta alla formazione del V-shape (mi sembra che qualcuno lo identifichi con questo termine, o qualcosa di molto simile), in pratica un assottigliamento del materiale subito dopo le punte, giusto 2-3 mm sotto (1/8 di pollice come riporti), che effettivamente dona una maggiore elasticità (che comunque deve essere già presente grazie al processo di tempra).


V_sh.png
Provo a dare il mio contributo.. sperando sia valido

Mi fa pensare che il processo di molatura potrebbe essere assimilabile (o identificabile a seconda) al procedimento di "centinatura" che provoca un profilo ad arco nella parte inferiore del pennino, più sottile verso il foro e più spesso verso le punte. In questo modo si favorisce la flessione delle punte del pennino
E' un procedimento applicato ad esempio sui pennini Aurora
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Messaggio da RisottoPensa »

JohnDT10 ha scritto: domenica 22 ottobre 2023, 15:01 Molto interessante, grazie Esme! :thumbup:
Però non capisco il perchè del tagliare il pennino dal foro centrale e andare verso la punta (e non viceversa come fanno oggi) :think:
Penso che abbia a che fare con le punte di iridio ?

A me piace il buco a forma di cuore , tipo quelle delle platinum :D
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Messaggio da Esme »

Tribbo ha scritto: domenica 22 ottobre 2023, 16:55 potrebbe essere assimilabile (o identificabile a seconda) al procedimento di "centinatura"
Immagino proprio sia quantomeno parente. 🙂
Sulle prime avevo pensato che l'enfasi data a questo "piccolo incavo" fosse un po' esagerata, ma evidentemente era invece un'intuizione importante.
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Messaggio da Mir70 »

Esme ha scritto: domenica 22 ottobre 2023, 18:46
Tribbo ha scritto: domenica 22 ottobre 2023, 16:55 potrebbe essere assimilabile (o identificabile a seconda) al procedimento di "centinatura"
Immagino proprio sia quantomeno parente. 🙂
Sulle prime avevo pensato che l'enfasi data a questo "piccolo incavo" fosse un po' esagerata, ma evidentemente era invece un'intuizione importante.
Grazie Paolo, potrebbe anche essere quel procedimento che menzioni .
Esme, c'è da dire che quel "piccolo incavo" lo ritrova anche su alcuni pennini rigidi, e probabilmente è ricavato direttamente in fase di curvatura e formatura del pennino stesso (sopratutto se in oro che è più malleabile) e non per molatura.

RisottoPensa ha scritto: domenica 22 ottobre 2023, 18:34
JohnDT10 ha scritto: domenica 22 ottobre 2023, 15:01 Molto interessante, grazie Esme! :thumbup:
Però non capisco il perchè del tagliare il pennino dal foro centrale e andare verso la punta (e non viceversa come fanno oggi) :think:
Penso che abbia a che fare con le punte di iridio ?
Però qui si parlava inizialmente di pennini ad intinzione prodotti di poco meno di 200 anni or sono che, come anche praticamente tutti i pennini ad intinzione moderni, non hanno la punta in lega d'iridio . Come dice giustamente Esme, fare partire il taglio dalla punta (molto appuntita :wtf: e senza nemmeno aiuto della pur piccola pallina di iridio, che non c'è) lo vedo molto difficile da fare con la tecnologia dell'epoca.
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Messaggio da Esme »

Mir70 ha scritto: domenica 22 ottobre 2023, 19:42 Esme, c'è da dire che quel "piccolo incavo" lo ritrova anche su alcuni pennini rigidi, e probabilmente è ricavato direttamente in fase di curvatura e formatura del pennino stesso (sopratutto se in oro che è più malleabile) e non per molatura.
Ma sai che è proprio frustrante leggere un compendio con così tante informazioni interessanti, che però non si sa bene come valutare perché molte informazioni mancano? 😅
Per una cosa nuova che apprendi ce ne sono tre che non riesci a far quadrare: una curva di apprendimento tormentata...
Mi piacerebbe scovare qualche immagine di dettaglio di questi famosi Perryan, magari si riuscirebbe a capire meglio.

A proposito della domanda di Risotto e delle cose che ci sembrano ovvie: ma a quando risale esattamente l'utilizzo delle punte in iridio? Sul wiki c'è un brevetto del 1882, cercando in rete ho trovato date antecedenti ma senza documentazione.
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Messaggio da Tribbo »

Esme ha scritto: domenica 22 ottobre 2023, 19:57
Mir70 ha scritto: domenica 22 ottobre 2023, 19:42 Esme, c'è da dire che quel "piccolo incavo" lo ritrova anche su alcuni pennini rigidi, e probabilmente è ricavato direttamente in fase di curvatura e formatura del pennino stesso (sopratutto se in oro che è più malleabile) e non per molatura.
A proposito della domanda di Risotto e delle cose che ci sembrano ovvie: ma a quando risale esattamente l'utilizzo delle punte in iridio? Sul wiki c'è un brevetto del 1882, cercando in rete ho trovato date antecedenti ma senza documentazione.
Esme, avevi fatto riferimento alla pubblicazione di Baschirotto su una protostilografica del 700 con punta di rubino. Secondo me, se chiediamo a Baschirotto è capace che sia possibile verificare nella sua incredibile e sterminata collezione storica quando si è iniziato ad usare la punta in iridio...
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In effetti!
Immagino che quello che è riuscito a presentare qui sul forum sia una ben piccola parte. 🙂
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Messaggio da mikils »

JohnDT10 ha scritto: domenica 22 ottobre 2023, 15:01 Molto interessante, grazie Esme! :thumbup:
Però non capisco il perchè del tagliare il pennino dal foro centrale e andare verso la punta (e non viceversa come fanno oggi) :think:

Sono fiero di aver contribuito ad aprire una discussione così fruttuosa!
ma sono ancor più compiaciuto di aver scoperto una messe tale di materiali consultabili in proposito, che mi richiederanno del tempo per esaminarli. in aggiunta io non sono un ingegnere, ma questo tipo di problemi acuisce la mia curiosità.
Tutto quello che posso dire per contribuire ora alla discussione è che le problematiche nascono probabilmente dal non facile adattamento delle tecniche di taglio delle penne d'oca ai pennini d'acciaio - incidentalmente questa potrebbe essere una risposta al quesito di JohnDT10, dato che nella lavorazione e taglio di materiali naturali, specie caratterizzati da fibre longitudinali o radiali, si tende a procedere dalla parte più spessa (interna) verso la più sottile (esterna) e non viceversa per evitare fratture. Però, stando ai manuali antichi(1), nell'effettuare la separazione dei rebbi nel calamo di una penna d'oca si effettuava un taglio non passante e poi si premeva cautamente la punta sull'unghia dello scrivente in modo che si creasse uno spacco sulla traccia del taglio preparatorio. questa tecnica non poteva essere utilizzata col metallo, quindi immagino si dovette partire da zero.
ci penserò su. Grazie ancora per l'approfondimento

(1) Qui vado a memoria ma mi documenterò. un esempio ovvio è in Cennino Cennini, Il libro dell’arte cap. XIV -
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Messaggio da Silvia1974 »

Interessantissima discussione! Grazie per tutte queste informazioni :thumbup:
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Messaggio da valhalla »

Ma bellissimo questo post, e credo di aver appena aggiunto un libro alla mia coda di letture di libri di fine ottocento :D

È curioso che da google books non lo si possa scaricare per intero, ma mi pare che qui ci sia una scansione completa https://archive.org/details/storyofinvention00borerich/

E per chi non è attrezzato per aggirare il blocco di gutenberg, credo che questa sia una copia di quella trascrizione https://archive.org/details/thestoryoftheinv09954gut/ (la preview ha solo le immagini, ma l'html si trova nel riquadro dei download).
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Messaggio da Esme »

valhalla ha scritto: giovedì 26 ottobre 2023, 20:18 E per chi non è attrezzato per aggirare il blocco di gutenberg, credo che questa sia una copia di quella trascrizione
Grazie per gli ulteriori link.
E se ti piacciono le letture di bio di fine ottocento, ti metto il link per quella di Josiah Mason, fonte di parte delle informazioni di Bore, ma che poi va oltre la questione penne.
https://archive.org/details/josiahmasonabio00buncgoog


Proprio in questa biografia c'è un passaggio che fa ben capire quanto il taglio del pennino fosse un'arte cruciale.
Mason, nello stesso periodo di Gillott, aveva ideato la tecnica con taglierina che permetteva l'industrializzazione del processo.
Solo alcune operaie avevano accesso alla stanza di taglio, e la tecnica era tenuta segreta.
Il produttore dei torchi di stampaggio e di tale taglierina aveva fatto il seguente ragionamento: "ok, i macchinari ce li posso avere perché li ho prodotti io; non so come si usano, ma che sará mai?" e aveva provato a lanciarsi anche lui nella produzione di pennini.
Tutto bene fino al taglio, che a quanto pare non riusciva a fare in modo decente. Alla fine ha rinunciato all'impresa!
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