EVERSHARP DORIC OVERSIZE KASHMIR – Chicago, 1931

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EVERSHARP DORIC OVERSIZE KASHMIR – Chicago, 1931

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Prologo

I. La penna

II. Le misure

III. Marca e modello

1. Brevetto e lancio
2. Il nome
3. La “famiglia” Doric

A) Stili
B) Colori
C) Pennini


IV. Excusatio

V. Osservazioni

1. I marchi del Produttore
2. La sfaccettatura
3. Il cappuccio

A) La fascia
B) La clip
C) La levetta e la Soldier Clip


VI. Caricamento

VII. Gruppo scrittura

Congedo



* * *


Prologo
Dopo aver catturato “in the wild” i due pellicani di cristallo,
mi aveva punto vaghezza di affiancare loro anche nel mondo reale una delle meravigliose stilografiche “colorate” che si trovano artisticamente ritratte nell’onirica eliocromia dei fratelli Gorsky.
Il destino ha voluto che dagli oscuri meandri della Rete mi apparisse, luminosa epifania!, una Doric oversize in celluloide verde Kashmir
1. EDOK. Posted on Ad by Gorsky  Freres - 1.jpg



I. La penna
2. EDOK. Capped and posted.jpg
EVERSHARP DORIC OVERSIZE color “KASHMIR” [codice 86101 DC], in celluloide tornita dal pieno, parti metalliche a vista laminate oro, cappuccio a vite, pennino Eversharp in oro 14 carati in sistema “Personal Point”, caricamento a levetta, produzione U.S.A., anno 1931.

II. Le misure
Penna chiusa: 14,8 cm
3. EDOK. Capped 1.jpg
Cappuccio: 6,9 cm
4. EDOK. Opened 1.jpg
Fusto: 13,5 cm (con pennino sporgente di 2,4 cm)
5. EDOK. Opened 2.jpg
Con cappuccio calzato: 17 cm (con pennino sporgente di 2,4 cm)
6. EDOK. Posted 1.jpg
Diametro max cappuccio: 15 mm
Diametro max fusto: 13 mm
Diametro medio all'impugnatura: 11 mm

Peso (scarica): 20 gr
Cappuccio: 8 gr
7. EDOK. Pen with Eversharp Pelicans desk sets.jpg


III. Marca e modello
Chi volesse conoscere le straordinarie vicende della Wahl-Eversharp, potrà fare riferimento alla presentazione della Marca sul nostro formidabile Wiki: https://www.fountainpen.it/Eversharp/it.
Per la “famiglia” di stilografiche a cui appartiene la penna in presentazione, rinvio al capitolo ad essa dedicato (che ricomprende la prima e la seconda serie - Doric I, 1931 e Doric II, 1935 - https://www.fountainpen.it/Doric) in calce al quale sono presenti alcuni link ai siti internazionali che trattano l’argomento, le pubblicità raccolte e catalogate negli anni da Simone :clap: per il nostro Wiki, e dove sarà anche possibile ammirare gli splendidi esemplari già documentati dai collezionisti sul Forum.

1. Brevetto e lancio
La richiesta di tutela del “design” per una nuova penna “sfaccettata” fu effettuata (curiosamente dopo quella relativa alla matita abbinata) forse nel momento industrialmente peggiore possibile nel gennaio del 1930 (solo un paio di mesi dopo il crollo di Wall Street), e il relativo brevetto fu rilasciato nell’agosto seguente. L'innovativo progetto è firmato dall’inventore Robert Back.
8. Patent-US-D081742 - pag.1.jpg
(dal WIKI)

Passerà poco meno di un anno per giungere alla commercializzazione della nuova linea Doric, il cui lancio avvenne [@Simone] in tempo per gli acquisti di “diploma” (graduation) di fine anno scolastico/laurea, già nel maggio del 1931.
Qui sotto allego la prima citazione della “Doric” da me rinvenuta sulla stampa quotidiana statunitense, a Chattanuga, Tennessee:
9. The_Chattanooga_News_Sat__May_23__1931 - DETAIL.jpg
The_Chattanooga_News_Sat__May_23__1931

dalla descrizione della penna si deduce che lo scrivente avesse acquistato una “Cathay” (con metalleria bianca).
La seconda proviene, invece, dal Nebraska…
10. Fremont_Tribune_Fri__May_29__1931 - DETAIL.jpg
Fremont_Tribune_Fri__May_29__1931 - DETAIL



Continua…
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2. Il nome
Per l’ennesima volta nella storia dell’umanità la Classicità della Grecia e di Roma antiche era tornata attuale nelle tendenze artistiche e nello stile…
Negli anni Venti già la Wahl-Eversharp aveva depositato come “motivi decorativi” eseguiti a macchina (guilloché) sulle sue penne “tutte in metallo” il design “Grecian Border” (una semplice greca), il “Console” e, guarda caso, il “Colonnade”, e poi utilizzato una greca molto più elaborata sul suo modello di punta flat-top del 1928, che però non aveva ricevuto un nome specifico e sarà quindi soprannominato dai collezionisti “Deco Band” (ma “Greek Band” sarebbe stato decisamente più opportuno).
Per mantenere il passo della concorrenza tra le Big Five all’inizio degli anni Trenta, Wahl-Eversharp aveva bisogno di una nuova forma “moderna” e di un nome evocativo che l’accompagnasse al successo. La Waterman aveva creato solo pochi mesi prima la sublime (di fatto oltre che di nome) Patrician: per la nuova linea del 1930-1931, in piena Grande Crisi, ci sarebbe voluto qualcosa di altrettanto “memorabile”. La Eversharp (nella prospettiva di sostituire la tradizionale Deco Band ) aveva allora provato ad inseguire la Sheaffer, copiando sfacciatamente la nuova forma “a sigaro” del modello Balance e quasi esattamente anche il suo nome (“Equi-Poised” = ben bilanciato)! Ma la tutela del design della Sheaffer era inattaccabile e la Eversharp dovette ridisegnare velocemente la linea per arrivare, dopo due “aggiustamenti” successivi in brevissimo tempo ad una terza versione della “Equi-Poised” (ormai irriconoscibile come “Balance”) dalla quale presto scaturirà la nuova Doric. Ecco le due penne accostate (nel mio fotomontaggio di una pubblicità francese): il “modello cilindrico” della “Equi-Poised” (ancora senza un vero nome nel 1932, a pochi mesi ormai dalla dismissione!) e il nuovissimo modello faccettato Doric.
11. 193x-Wahl-Doric-Equipoised-Front - COLLAGE.jpg
«Completamente differenti nel design… Ispirate alle colonne doriche scanalate della Grecia classica, le creazioni Doric non sono rotonde ma con molti lati – splendenti come gioielli preziosi che sfavillano da una dozzina di faccette
Imparata la lezione, dopo aver creato un capolavoro, fu scelto il nome adatto a rappresentarlo: Eversharp rispondeva così alla Waterman sul suo terreno, contrapponendo al romano “Patrician” l’olimpico (e finalmente memorabile) “Doric”!

È appena il caso che io vi segnali che in quell’anno 1931 il formidabile appellativo classicheggiante era già in uso nei campi più disparati:
dai gioielli…
12. The_San_Francisco_Examiner_Sun__Feb_15__1931 - DETAIL.jpg
The_San_Francisco_Examiner_Sun__Feb_15__1931

…alle cucine a gas!!! :D
13. The_Fresno_Morning_Republican_Fri__Jan_30__1931 - DETAIL.jpg
The_Fresno_Morning_Republican_Fri__Jan_30__1931

Anche in Francia si assisteva all’ennesimo riecheggiamento di un “Mediterraneo culla di civiltà”, e nel numero di Natale 1931 della rivista L’Illustration spiccava un racconto di ambientazione magnogreca…
14. Posted on L'Illustration 1.jpg


[@Simone] Il mio contributo odierno per il nostro Archivio di Ads originali proviene proprio da questo “numero strenna” di Natale,
15. Posted on L'Illustration 2.jpg
e dovrebbe essere la primissima pubblicità francese datata della Doric. :thumbup:

16. EVERSHARP - 1931.12.05 - Doric set - L'Illustration, n° Noël 1931.jpg
EVERSHARP - 1931.12.05 - Doric set - L'Illustration, n° Noël 1931, p.XIX delle pubblicità


Inoltre, vi è sempre la concreta possibilità che la pubblicità artistica dei fratelli Gorsky (non datata) da me conferita ultimamente,
17. EDOK. Posted on Ad by Gorsky  Freres - 2.jpg
in quanto “foglio volante” (e a colori) potesse essere allegata a questo stesso numero speciale de L’Illustration.



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3. La “famiglia” Doric
A) Stili
Come si apprende dal catalogo Eversharp del 1932 (fonte PCA), la nuova linea comprendeva 4 modelli (che a ben vedere sarebbero 5), che la Casa definisce “styles”, a fronte della loro indubbia diversità:
• 1 modello grande con la clip a rotellina (“side clip”), che i collezionisti chiamano “oversize” (come la penna in presentazione) – DC (con prefisso 86);
• 1 modello medio con la clip a rotellina (“side clip”) che i collezionisti chiamano “full-size/standard” – DC (con prefisso 64);
• 1 modello medio con la clip “militare” (“soldier clip”), cioè spostata in alto subito sotto al cap-top, col sigillo di garanzia posto in basso; questo modello viene dichiarato leggermente più piccolo del corrispondente modello con la clip a rotellina e viene codificato come DSC (Doric Soldier Clip) (64);
• 1 modello piccolo con un fermaglio a frizione senza rotellina (clasp) – DK (64);
• 1 modello piccolo con il tradizionale anellino per signora – DW (64).

Al momento del lancio nel maggio 1931 secondo le Ads i prezzi al pubblico delle Doric andavano da $7.50 a $10.00, con le matite da $4.50 a $5.00. Nel catalogo del 1932 (che invece era rivolto ai rivenditori), invece, si hanno informazioni più dettagliate: tutte le penne (con prefisso 64) erano proposte a $6.00 tranne la “oversize” (prefisso 86) che costava $8.50, e tutte le matite corrispondenti erano vendute indifferentemente a $4.00.
Secondo il (più) grande esperto di matite Jonathan A. Veley, però, la matita dei modelli con clip a rotellina oversize e standard era in realtà una sola, designata come 40xxx(dove xxx è il codice colore: 10, 101,102, 103 e 108)DC, e il disegno sul catalogo che le ritrae una più lunga dell’altra sarebbe soltanto una “licenza artistica”.

Vorrei richiamare l’attenzione del lettore sulla straordinaria ricerca di originalità nello stile e di raffinata eleganza, comprensibilmente enfatizzate nella pubblicità da una progressione di definizioni laudatorie che principiano con l’immancabile “il più bello tra gli strumenti di scrittura” per poi concentrarsi sull’ergonomia, con osservazioni anche “pratiche” che dovevano valere, soprattutto, per la penna più grande della serie (quella in presentazione): “affusolato, snello/sottile (la fine delle tasche gonfie!!) e… peso piuma infinitamente più confortevole in mano.
Non vi è alcun dubbio, quindi, che la penna in ciascuna delle 4/5 declinazioni in cui era proposta volesse essere sopra tutto “bella”,
18. 1932-11-Doric-Set-Kashmir.jpg
1932-11-Doric-Set-Kashmir (dal WIKI)

e non meramente “grande & grossa”, “di rappresentanza” o, peggio ancora, “diplomatica” :lol: come gli ormai inguardabili barilotti messi (o pervicacemente rimessi per 70 anni) in vendita oggidì, da marche blasonate e da altre che neppure mai lo saranno… ;)

B) Colori
I colori disponibili erano 5, ed erano colori nuovissimi ed originali (a parte il nero Jet che, comunque, era opportuno mantenere sempre a catalogo), battezzati con nomi evocativi di terre lontane.
19. 1931-06-Doric-Colors- Left + Right - COLLAGE.jpg
1931-06-Doric-Colors-Left + Right (dal WIKI) - COLLAGE

Un sesto colore - nero e perla - fu sì prodotto e venduto (forse non solo ai dipendenti della Wahl) ma non pubblicizzato né messo a catalogo, semplicemente perché era stata la “bandiera” del modello precedente (che veniva venduto con sovrapprezzo in questa tonalità) e poi, a metà del 1931, non era certamente più una “novità”, essendo ormai proposto da moltissimi produttori.
Nella scelta dei nomi delle colorazioni da parte della Eversharp (che si era spinta precedentemente solo fino all’America del Sud con lo splendido verde/oro denominato “Brazilian Green”) vi è certamente una reminiscenza del famoso viaggio di George Parker in Cina (viaggio che gli ispirò colori nuovi per le sue Duofold come il primissimo rosso “Chinese Red” o il Chinese /Mandarin yellow”) a suggerire un più marcato esotismo: all’ufficio marketing della Eversharp (in piena Grande Depressione) non si chiesero però che cosa c’entrasse la Grecia classica coi paesi lontani dell’Oriente… L’unica spiegazione possibile è che… se ne fregassero bellamente (in una inserzione pubblicitaria il color Kashmir è persino accreditato di un’improponibile origine “persiana”!). E ciò è confermato dall’ambientazione delle primissime pubblicità allegate più sopra: su un campo da golf, al conferimento della laurea, in crociera, al grand hotel o al tavolo di un club di bridge… poiché tutto in un certo senso era “a oriente” degli USA, esotico allo stesso modo, dal Marocco (Morocco) all’India (Kashmir), dalla Birmania (Burma) alla Cina (Cathay), e la Grecia antica era senz’altro “di strada”… :mrgreen:
La battaglia contro la Waterman Patrician (rigorosa nel mantenere il contenuto pubblicitario – almeno in Europa – coerente col nome scelto per la linea “romaneggiante”) era combattuta negli USA sul piano della pura bellezza, non certo della “congruenza” tra nomi e ambientazioni pubblicitarie…

La sfuggente tinta “Kashmir (Pearl)” - descritta dalla Casa come un “Emerald Pearl and black” e commentata in quest’altra Ad tratta dal Wiki -
20. 1931-09-Doric-Set-Kashmir.jpg
1931-09-Doric-Set-Kashmir (dal WIKI)

è un verde perla cangiante scuro/chiaro
21. EDOK. Kashmir celluloid 1.jpg
con venature nere.
22. EDOK. Kashmir celluloid 2.jpg


C) Pennini
I pennini con cui veniva equipaggiata la Doric erano i Personal Point ereditati dalle serie precedenti (sia Deco Band che Equi-Poised), senza alcuna diversificazione nella stampigliatura.
Nel 1931 (in piena Depressione, lo ricordiamo) al momento del lancio della nuova linea c’erano sicuramente da “smaltire” eccellenti pennini d’oro massiccio già rifiniti e incisi, e alla Wahl si decise (direi saggiamente per chi ci vuole scrivere con soddisfazione ancora oggi!) di rimandare di quasi un biennio la sostituzione con un pennino “dedicato”.
In seguito (ma quando? Si dice il 1932) fu reso disponibile il pennino “regolabile” Adjustable Point che permetteva di regolare la flessibilità/rigidità mediante una slitta provvista di 9 tacche: questi pennini erano disponibili nelle taglie dalla 3 alla 10, a seconda della grandezza del modello.
Poiché, tuttavia, non mi convinceva la circostanza di un brevetto Eversharp rilasciato con ben due anni di ritardo sulla supposta vendita al pubblico (1932), ho fatto alcune ricerche mirate e ho scoperto che, contrariamente a quanto si sostiene, il pennino regolabile è stato introdotto sul mercato soltanto a metà del 1933! Prima di questa data non ve n’è traccia (attendo serenamente smentite):
23. The_Indianapolis_News_Tue__May_9__1933.jpg
The_Indianapolis_News_Tue__May_9__1933

E allora si capisce perché la richiesta del brevetto fu depositata (dallo stesso designer/inventore della Doric, Robert Back) il 23 gennaio del 1933, e il brevetto concesso (incredibilmente solo) il 6 novembre del 1934…
Personalmente arriverei ad ipotizzare che le prime pubblicità potessero riguardare delle “vendite-test” per valutare empiricamente l’accoglienza del mercato (e ciò potrebbe essere indirettamente confermato dal disegno approssimativo della slitta che ho allegato), poiché ancora a ottobre 1933 su un giornale “di casa della Casa” (Chicago, Wahl Company) il pennino regolabile veniva presentato come “Nuovo!” …
24. Chicago_Tribune_Tue__Oct_24__1933_ (1).jpg
Chicago_Tribune_Tue__Oct_24__1933

Riassumendo, sarebbero così almeno due (da metà 1931 a metà/autunno 1933) gli anni in cui la “nuova” Doric fu venduta equipaggiata con il “vecchio” e glorioso pennino “Gold Seal - Personal Point”.


IV. Excusatio
La penna in presentazione, pur nella sua sfolgorante bellezza, presenta alcuni “difetti collezionistici” non trascurabili.
1• Una discolorazione alle estremità, ma principalmente negli ultimi 2 cm dal vertice del cap-top, con localizzate trasparenze della celluloide e un principio di “fluorescenza” verde (che dovrebbe preludere ad una cristallizzazione, nel peggiore dei casi).
25. EDOK. 4 sides.jpg
La stilografica ha 91 anni circa: da quanto tempo si trovi in questo stadio di viraggio io non ho modo di saperlo, avendola ricevuta dagli States solo poche settimane or sono. Sulle “Doric I” la mutazione nella consistenza della materia (perdita della superficie di colore originaria e comparsa di trasparenze) e la possibile progressiva cristallizzazione si verifica frequentemente in questo colore “Kashmir”, ancor più spesso sul colore verde chiaro “Kathai”, solo un poco meno sul rosso “Morocco”, mentre per nulla sul grigio perla Burma e sul nero Jet.
Va notato che l’affascinante irregolarità tipica della trama tridimensionale di questo materiale – un verde perlato cangiante scuro/chiaro con linee spezzate di nero – non rende affatto evidente questa situazione di ammaloramento, che un occhio inesperto in normali condizioni di illuminazione e distanza faticherebbe persino a cogliere.
Va anche sottolineato, però, che altri celebri “viraggi” - come quello delle celluloidi “Jade Green” o “Black&Pearl” (per esempio sulle Parker Duofold) o delle “Onyx” (sulle Waterman Patrician/Lady Patricia) – pur risultando di per sé molto più evidenti, tuttavia non sembrerebbero mai portare alla “auto-distruzione” della penna…
Responsabilmente, quindi, mi atterrò alla prassi precauzionale in caso di penne potenzialmente cristallizzanti: “quarantena perpetua” con isolamento da tutte le altre celluloidi colorate (ma in pratica mi limiterò a riporla in un portapenna dedicato, quando la tirerò giù dal cubotto di presentazione dove per il momento fa bellissima mostra di sèMRLAUGH), nessuna esposizione a umidità e raggi solari diretti, nessuna pulizia con agenti aggressivi (men che meno ogni due per tre)... Per il resto, ho intenzione di tenere la stilografica sotto osservazione (è facile, non le si possono staccare gli occhi di dosso!), e di godermela pienamente, finché mi/le sarà possibile, non ponendo limiti alla provvidenza stilografica…MRANGEL

2• Il pennino è stato sostituito (dall’erede del primo proprietario o da chi per esso) con un pari grado (oversize) della Doric seconda versione, che è di circa un lustro successiva.
Quindi, il pennino non è quello temporalmente corretto del 1931 (ereditato dalle altre Personal Point), e neppure quello regolabile (adjustable nib) reso disponibile sulle Gold Seal dalla seconda metà del 1933, ma è congruo rispetto ad una possibile sostituzione per rottura da parte della Casa tra il 1935 e il 1940 circa; inoltre è decisamente poco comune, come vedremo (e scrive divinamente).

3• Il fermaglio nel passato ha sicuramente ricevuto un colpo, e si è stortato di una manciata di gradi: a ciò si potrebbe anche rimediare (come vedremo più sotto). Sulla clip non compaiono le tre iniziali che il proprietario poteva fare incidere gratuitamente in caratteri “doric” (espressamente creati per il nuovo modello!), ma il proprietario aveva optato per una iscrizione, decisamente molto “discreta”, su una delle faccette del fusto (come sulla Settimana Enigmistica, “Aguzzate la vista” :D ).
26. EDOK. Personalization on barrel.jpg
Stando alle mie ricerche sulla stampa quotidiana dell’epoca entro un raggio di due/trecento chilometri da dove ho acquistato la penna (Michigan), potrebbe trattarsi di un noto architetto dell’Ohio… (e così non deluderò il caro amico, nonché “suo” collega, A. Muristenes ;) ).
27. Dayton_Daily_News_Tue__Jan_16__1934.jpg
Dayton_Daily_News_Tue__Jan_16__1934



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V. Osservazioni

1. I marchi del Produttore
Sul cappuccio, nella faccetta opposta a quella che accoglie il Gold Seal e la clip, in verticale con una semplice stampigliatura molto poco visibile se non in controluce, ecco l’iscrizione con il Marchio del Produttore
28. EDOK. Main inscription (on cap).jpg
Come noterete, manca del tutto il nome del modello, “Doric”, (che sulla Patrician, ad esempio, si ritrova confinato sul pennino), con una forma di understatement che dovrebbe sempre accompagnare una realizzazione autenticamente gloriosa (in altre parole, se è veramente un “capolavoro”, un Meisterstück o un Masterpiece, non vi è alcuna necessità di scrivercelo sopra :mrgreen: ).

Il compito di identificare il Produttore “a colpo d’occhio” (un occhio esperto, però ;) ) sembra piuttosto demandato all’elegantissimo sigillo di garanzia della Eversharp il GOLD SEAL (lavorato a “basso rilievo”, con la “W” di Wahl liscia e scintillante che si eleva su uno sfondo “picchiettato” – la stessa lavorazione utilizzata sulle “Equi-Poised III”, ma non precedentemente –
29. EDOK. Wahl-Eversharp oversize Gold Seal.jpg
inserito in un cerchio che poggia a sua volta su un’invisibile superficie dal bordo circolare ritagliato irregolarmente, il tutto a suggerire la corolla di un fiore con petali sporgenti), che da mera “garanzia contrattuale” viene ad assurgere ad “elemento decorativo” a tutti gli effetti. Di ciò ci renderemmo ancor meglio conto qualora ci imbattessimo nella sua versione “mignon” (anch’essa da ritenersi corretta, ma principalmente appannaggio delle due misure inferiori CK e CW), che a mio avviso non può svolgere adeguatamente la funzione di “contraltare” rispetto al notevole punto-luce costituito dalla rotellina del fermaglio.
30. EDOK. Gold Seal and rollerball (Capped 2).jpg
Nel caso della penna in presentazione, anche il sigillo è oversize.

Per l’iscrizione presente sul pennino si rimanda al paragrafo ad esso dedicato.

2. La sfaccettatura
Nonostante il dichiarato riferimento alla colonna dorica, la forma geometrica da cui parrebbe in realtà discendere geometricamente la penna è… la Piramide (l’Egittomania, periodicamente meno ricorrente della venerazione per la “Classicità” greco-romana, era comunque a uno dei suoi picchi grazie alla scoperta della tomba di Tutankhamon all’inizio degli anni Venti :mrgreen: ).
I due punti generatori sono gli apici/vertici delle due piramidi dodecagonali che costituiscono la testina ed il fondello. E, come vedremo in seguito nel dettaglio, a mio giudizio anche due elementi non strutturali ma essenziali come la clip e la sua gemella minore, la levetta, sono piramidi (ed esattamente piramidi rettangolari oblique)!

Ma procediamo con ordine.
Tutte e 12 le faccette che costituiscono la superficie piramidale della testina e del fondello (che in una piramide dodecagonale devono per forza aver forma di triangoli isosceli) sono ancora perfettamente delineate e piatte (salvo innocui graffietti :angel: ).
31. EDOK. Cap top pyramid with facets.jpg
Il bordo inferiore (il dodecagono di base) è ancora nitidamente segmentato sulla testina, e solo un poco meno pronunciato (visto il diametro decisamente ridotto) sul fondello.
Dalle due nobilissime estremità discendono le mitiche 12 faccette/scanalature della “colonna Dorica” vera e propria (lucidate a specchio, come promesso dalla pubblicità), che sono evidentemente più strette alla base delle piramidi dodecagonali (testina e fondello) da cui originano, per poi gradualmente allargarsi, rispettivamente sino alla vera traforata sul cappuccio (da 2,5 a 4,0 mm) e sul fusto sino al punto in cui verrà ad assestarsi il cappuccio quando calzato (da 2,0 a 3,5 mm).
Ciascuna delle faccette del fusto e del cappuccio termina, all’estremità opposta rispetto alle piramidi, con una “lunetta”,
32. EDOK. Barrel facets.jpg
ed è in questo dettaglio in particolare che l’osservatore più consapevole potrà apprezzare la stilizzazione del fusto scanalato di quella colonna dorica (fluted Doric column) cui faceva diretto riferimento la pubblicità…
33. Doric fluted columns DETAILS COLLAGE.jpg
Risulta, quindi, davvero stilisticamente appropriata oltre che straordinariamente efficace la soluzione adottata dal progettista per passare sul fusto, senza una evidente soluzione di continuità!, dagli spigoli squadrati della sfaccettatura alla tornita rotondità dell’impugnatura: le lunette/stondature che si ritrovano alla base delle faccette costituiscono così certamente un elemento “decorativo”, ma dal punto di vista “compositivo” inseriscono anche un decisivo elemento di bilanciamento tra linee diritte (fermaglio e levetta, fascione traforato, faccette levigate a specchio) e linee curve (pseudo-coni alle estremità – se pensiamo che il dodecagono approssima già molto significativamente il cerchio –, Gold Seal, rotellina del fermaglio, sezione cilindrica dell’impugnatura) che tentano di prevalere le une sulle altre in una lettura/percezione resa così sempre dinamica dell’oggetto…
Dal disegno tecnico/pubblicitario della penna (già conferito al Wiki in passato ma che ho voluto personalmente procurarmi in Francia) si apprezzano adeguatamente il posizionamento delle lunette e, in generale, la purezza delle linee progettuali meno evidenti,
34. EDOK. Comparison with design (Posted).jpg
che su un oggetto “verde camouflage” è una vera sfida evidenziare adeguatamente…

3. Il cappuccio
Il cappuccio, vera “testa” (cap=caput) della stilografica, eredita l’impianto conico molto allungato (streamlined, affusolato) tipico della diretta progenitrice “Equi-Poised III”.
35. 193x-Wahl-Doric-Equipoised-Front - COLLAGE for Caps comparison.jpg
Il cappuccio si serra sulla filettatura in un giro completo; i due tradizionali fori di aerazione sono ricavati a mezza altezza su faccette opposte (n°4 e 10).
Della piramide sommitale abbiamo già detto; all’estremità opposta, al di sotto delle lunette terminali delle faccette (che qui spuntano dal fascione traforato per poco meno di 1 mm nel punto più alto), il labbro è significativamente concavo per agevolare il posizionamento del cappuccio sul fusto (nell’avvitarlo e nel calzarlo).
Trovo sinceramente ammirevole che per completezza estetica – ma direi ancor prima per rigore “intellettuale” – siano state ricavate le lunette anche sul cappuccio: a penna chiusa, così, le lunette “si sorridono” a solo ½ cm di distanza, mentre con cappuccio calzato vi è come un senso di omogeneità e di completezza dell’insieme che si instaura subliminalmente nello scrivente.

A) La fascia
La fascia decorativa può essere valutata
storicamente, considerandola come un’evoluzione delle fasce della “Deco Band” e della “Equi-Poised”, costituite da tre verette (quella centrale più larga rispetto alle due esterne) che nella “Doric”, però, si trovano connesse da 6 raccordi ortogonali;
36. EDOK. Cap 1.jpg
visivamente, come una fascia di mezzo centimetro di altezza traforata a rettangoli e rombi.

La sfaccettatura dell’intero impianto, cui deve soggiacere anche la struttura di questa banda traforata, rende l’insieme del decoro assai meno scontato rispetto al suo ipotetico “sviluppo” come figura piana, poiché i rombi si presentano sempre a cavallo delle faccette mentre le barrette ortogonali di raccordo (posizionate anch’esse a cavallo delle faccette) si ritrovano soltanto ogni 3 rombi.

Le matite meccaniche, con un “giro vita” tradizionalmente minore, erano state concepite con 10 faccette in luogo delle 12 della stilografica. Incredibilmente, le prime matite della serie presentavano la divisione del fusto (per l’accesso alla gomma e alle ricariche) al di sotto della prima veretta partendo dall’alto (!), perdendo così del tutto in questo spazio le barrette ortogonali di raccordo…
37. EDOK. Band design - 1932 bis.JPG
Secondo l'autorevole fonte da me citata in precedenza, solo dopo il 1932 la produzione fu “semplificata” (e l’omogeneità del decoro tra penna e matita ristabilita!), portando tutta la decorazione nella parte inferiore del fusto.



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B) La clip
Il fermaglio è la storica (nonché mitica, nonché usata e a tutt’oggi insopportabilmente abusata) “rollerball clip” (clip con terminale a “sferetta rotolante”, “ruzzolina”) introdotta dalla Casa agli albori della sua attività nel 1917, ma in una versione espressamente acconciata alle linee nitide, quasi taglienti, e alle ampie superfici piane della nuova “Doric”. Analizziamone separatamente i due elementi costitutivi, la parte “fissa” e quella “rotante”.

1• Partendo dall’alto troviamo una piccola “alzata” che permette alla barretta segmentata di rilevarsi dal fusto.
38. EDOK. Rollerball clip.jpg
Il segmento iniziale della barretta che costituisce il fermaglio è tenuto saldamente fermo all’interno del cappuccio dalla pressione esercitata dal controcappuccio sulle pareti interne di celluloide.
39. EVERSHARP -1932 Catalog (PCA) - Clip DETAIL.jpg
La problematica dello smontaggio della clip è stata affrontata e brillantemente risolta all’interno del Forum alcuni anni fa.

Come anticipato, la parte longitudinale visibile del fermaglio (larga ca. 4 mm, esattamente quanto la faccetta di celluloide cui si sovrappone completamente), che potrebbe d’acchito apparire semplicemente “piana” con decorazioni incise, è nella realtà una ardita piramide a base rettangolare, obliqua poiché non ha il vertice in corrispondenza del centro della sua base (un rettangolo che misura 4x30 mm), con altezza dalla base al vertice di ca. 1 mm (che non parrebbe granché a dirsi, ma è quanto basta!).
Grazie a questa sua natura tridimensionale, dal punto di vista ottico la clip si offre costantemente ad una varietà di “letture”: la luce può essere colta da angolazioni alternative e la clip avrà sempre almeno una superficie riflettente, in virtù della geniale combinazione di triangoli (le facce laterali: due opposte identiche, un’altra molto piccola e una molto grande, tutte inclinate diversamente) di una piramide così poco comune, che comunicano movimento, potenza e al contempo leggerezza, oltre che somma eleganza…
40. EDOK. Capped 3.jpg

2• Come tutto il corpo-penna precedentemente cilindrico si è evoluto in faccettato, così anche la tradizionale “sferetta perfetta” (tipica delle penne ammiraglie della Wahl immediatamente precedenti alla Doric) è stata “ri-stilizzata” in una “rotellina” mediante scomposizione in tre elementi distinti, ed ora si presenta con
- un cilindro perfetto centrale (di ca. 1,5 mm di larghezza) dal quale si dipartono
- due piccoli tronchi di cono (forati) in cui si vengono ad inserire i perni ricavati all’estremità inferiore della barra (che consentiranno così la rotazione dell’insieme).
41. EDOK. Doric new rollerball design.jpg
Affascinante, sul bordo inferiore del fermaglio, il dettaglio della “bocca” all’interno della quale deve essere libera di ruotare la ruzzolina che, per accoglierne la nuova forma “composita”, è stata sagomata come un trapezio isoscele…

C) La levetta e la Soldier Clip
La piramide rettangolare è stata riprodotta identica, pur se in scala ridotta ai 2/3, nella levetta.
42. EDOK. Clip and lever simmetry.jpg
Questo “gioco di specchi” del rimpicciolimento di un elemento funziona egregiamente anche a penna chiusa, ma è ovviamente nell’assetto “ready to write” (con cappuccio calzato), quando i due elementi si trovano orientati allo stesso modo e molto più ravvicinati, che il senso del “ritmo” imposto dal progettista è più chiaramente percepibile.
43. 1931-09-Doric-Set-Kashmir - DETAIL.jpg
Proprio da questo particolare punto di vista, personalmente ritengo meno originale, ma soprattutto meno riuscita, la versione “alternativa” alle DC con “clip bassa” (oversize e standard), ovvero la versione (solo standard) che prevede il fermaglio “militare” DSC (DoricSoldierClip, quindi con clip in alto, vicino alla testina, cosicché la stilografica potesse essere infilata a fondo nel taschino e non sporgere in vista).
Di seguito ve le propongo affiancate in una giustapposizione che spero ne evidenzi le differenze (ricordo che la versione DSC viene dichiarata dalla Casa “più piccola” della sua equivalente con clip bassa).
44. 1932. Doric DC vs. DSC - COLLAGE.JPG
Con ciò si dimostra (ove ancora ve ne fosse il bisogno) che nel Design cambiando l’ordine dei fattori… cambia anche il prodotto! :mrgreen:

L’impostazione con la “clip militare” (sopra in rosso “Morocco”) fu poi quella che venne adottata (diciamo così :roll: ) in Italia giusto nello stesso periodo dalla Omas di Armando Simoni per la sua prima “Extra” (quella sfaccettata con caricamento a levetta): a chi debba essere riconosciuta la paternità dell’impostazione stilistica del modello mi pare a questo punto francamente ovvio…


VI. Caricamento
Il caricamento è a levetta, con il particolare sistema Eversharp che prevede l’ancoraggio ad una guida metallica, incastrata a pressione sul fondo del fusto, che fa da guida (binario) alla barra di pressione (sagomata a slitta), che a sua volta fa da guida alla levetta laminata oro…
45. EVERSHARP -1932 Catalog (PCA).jpg
Estratto dal catalogo Eversharp del 1932 (fonte PCA)

46. EDOK. Lever's movement A B C.jpg
(ovviamente, A B C non c’entrano proprio con quelli dell’immagine precedente :mrgreen: ).

Ma quando si rompe l’equilibrio (se ancoretta e barra vanno troppo “fuori asse” tra loro) ovvero se l’ancoretta si disincastra dal fondo (quando si estirpi il vecchio sacchetto senza le dovute cautele), la problematica del rimontaggio del sistema di caricamento può essere utilmente appresa a questo indirizzo.


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Messaggio da Musicus »

VII. Gruppo scrittura
Come ho già accennato, la “Doric I” dal lancio nel 1931 al 1933 impiegava ancora il sistema dei pennini “intercambiabili” Personal Point in cui il pennino si trova inserito insieme all’alimentatore in ebanite (dalla classica forma “a scaletta” o “a pettine” tipica della Wahl-Eversharp) all’interno di un cilindro, filettato ad una estremità per permettere l’avvitamento all’interno della sezione: il rivenditore poteva così agevolmente sostituire un pennino (sovente regalato) e montare quello più adatto alle esigenze del cliente, senza dover mantenere un magazzino sterminato di corpi penna per ciascuno dei 14 tipi di pennino disponibili, per almeno tre taglie di penna (dalla fine del 1933 con l’avvento dei pennini “adjustable” - “nove penne in una” - per buona parte della produzione di pennini ciò non sarà più necessario).

Di quanto questo cilindretto debba penetrare, se cioè debba rimanere “a filo” del bordo della sezione o addirittura sporgere fuori da essa, beh, “lo scopriremo solo…avvitando”! :lol: In questa mia, per esempio, rientra di circa mezzo millimetro…
47. EDOK. Personal Point detail.jpg
Nel collage seguente si può apprezzare anche il retro dell’alimentatore, che personalmente non avevo ancora mai visto…
48. EDOK. Personal Point and feed hole.jpg
Quanto alla “taglia” (e l’impatto in proporzione) del pennino, è perfettamente assimilabile a quella delle “ammiraglie” precedenti della Casa, come la “Deco Band” con la quale vi propongo l’accostamento.
49. EDOK. WAHL-EVERSHARP Gold Seal Signature nib vs EVERSHARP SEMI FLEX nib.jpg
L’elemento interessante è senza dubbio l’iscrizione che (come avevo anticipato) non corrisponde a quella di un pennino temporalmente corretto nel 1931, che sarebbe ancora il classico “Gold Seal Wahl/Eversharp” che vi ho mostrato nell’immagine precedente. Di altri pennini con diversa stampigliatura "GOLD SEAL", che pure si trovano montati sulle Doric I, non ho potuto ricostruire una casistica significativa.
50. EDOK. Nib inscription.jpg

EVERSHARP
(su un arco)
SEMI FLEX
MADE IN USA

La mancanza della caratura dell’oro non è affatto un’eccezione nella produzione statunitense. Stando a quello che si riesce a scorgere nei disegni seguenti, il pennino è quasi sicuramente quello che dal 1935 (e certamente nel 1937) veniva montato normalmente sulle “Doric II”,
51. 1937 circa - Fall promotion - (PCA) COLLAGE.jpg
1937 circa - Fall promotion – (fonte PCA) COLLAGE

sia su quelle a levetta (The Royal Line) che su quelle a siringa rovesciata (The De Luxe Line), per gli acquirenti che non desideravano un pennino “regolabile”; ma non è chiaro (visto che il catalogo dei PCA è mal scansionato e potrebbe mancare una parte di testo in basso a sinistra) se i pennini regolabili (adjustable), che venivano venduti con un sovrapprezzo di soli 50 cents sulle “vacuum filler”, potessero essere venduti anche sulle “lever filler” (come certamente era avvenuto dopo il 1932 con la “Doric I” che era solo a levetta).
Le Doric a prezzo inferiore (“Popular priced Doric”) di questa seconda serie, invece, montavano un pennino sul quale era indicato anche il titolo dell’oro (14 K).

La tipologia di stampigliatura (con la marca indicata solo come EVERSHARP, senza più WAHL) si ritrova su pennini prodotti fino ai primi anni Quaranta (con l’avvento dell’alimentatore magic feed.
52. Nib inscription circa 1940.jpg
Immagine datata 1940 ma non visibile direttamente (dalla Rete)

Ma è proprio la dicitura “SEMI FLEX” (scritto staccato) che non si ritrova facilmente (in rete io non ne ho trovato alcun esempio…): il suo posizionamento sulla scala della flessibilità è reso chiarissimo già dall’appellativo, e si potrebbe arguire che tale dicitura sia andata a sostituire (certamente con un’espressione di maggior chiarezza) la denominazione “SIGNATURE” che alla fine degli anni Venti e sino alle prime Doric indicava la mezza via tra il pennino “Flexible” e quello “Manifold” (rigido, da ricalco), come pennino di media flessibilità adatto e consigliabile alla “media” degli utenti non specializzati dell’epoca… Ma, lo ribadisco, l’iscrizione è insolita.

Veniamo, infine, alla qualità in scrittura, per il momento solo per intinzione.
La punta è sicuramente un Fine, molto preciso,
53. EDOK. Nib point F.jpg
ma sull’alimentatore non è presente la stampigliatura (F) corrispondente.
54. EDOK. Nib and feed.jpg
Viste le eccellenti condizioni dell’iridio, la penna può scrivere egregiamente col pennino in reverse (dal lato secco), anche in velocità, lasciando sulla carta un segno EF.
55. EDOK. Writing sample B.jpg


Pur essendo una icona di stile assoluta tra le stilografiche dell’epoca d’oro 1880-1950 (il che impietosamente denuncia l’approssimazione e l’insensatezza, il tirare-a-campare col vivere-di-rendita per andare-sul-sicuro di troppa parte della moderna produzione), la Doric oversize è anche uno strumento scrittorio di assoluta eccellenza, che si colloca insospettabilmente ai vertici anche per maneggevolezza: è grande (anzi grandiosa ;) ) ma non è “grossa”, è mirabilmente bilanciata ed è perciò forse l’unica stilografica oversize che mi sentirei di raccomandare anche ad una mano piccola (lo ricordo: pesa solo una ventina di grammi con cappuccio calzato).

Credo che la mia sincera ammirazione per il modello, e più in generale per la Marca, e la massima considerazione in cui tengo questa stilografica in particolare traspaiano ampiamente dal lavoro di ricerca e approfondimento che ho loro dedicato… E, come di consueto, attendo correzioni e integrazioni! :thumbup:



Congedo
Se qualcuno avesse pensato di complimentarsi con me per essere riuscito, in questa recensione, ad esimermi dal citare (magari a vanvera) il movimento “Art Déco”, rimarrà, ahimè, deluso… Mi rifarò subito, e con gli interessi, perché questa sublime creazione lo grida ai quattro venti:
«ART DÉCO! ART DÉCO! ART DÉCO!»

* * *

In attesa di ricevere il sacchetto #18 che ho ordinato oltremare, c’è qualcuno che fa la guardia alla penna per me…
56. EDOK. Posted with D'Avesn Eversharp desk sets.jpg

Grazie per l’attenzione!! :thumbup:

Giorgio
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A Casirati
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Messaggio da A Casirati »

Congratulazioni, sia per la penna sia per la presentazione, davvero di prim'ordine. Grazie.
Alberto Casirati
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Messaggio da Musicus »

A Casirati ha scritto: venerdì 11 novembre 2022, 11:24 Congratulazioni, sia per la penna sia per la presentazione, davvero di prim'ordine. Grazie.
Grazie, Alberto! :thumbup:
Mi fa molto piacere che tu abbia apprezzato.
Come ben sai, molti dettagli apparentemente minori potranno tornare utili in futuro ad altri collezionisti.
Un caro saluto,

Giorgio
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Koten90
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Messaggio da Koten90 »

Che meraviglia! E alla faccia del Semi flex!
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Messaggio da MaPe »

Per prima cosa complimenti per le sempre belle ed esaustive presentazioni. La penna, anche se non "perfetta", ha sempre il suo fascino. Trovo la Wahl-Eversharp una delle migliori case, ormai ex purtroppo, produttrici di penne e la Doric è una tra le più belle penne mai prodotte a mio gusto personale.
Massimo
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Messaggio da Wall »

Non ho parole, sono sbalordito. Ho letto tutta d'un fiato la tua recensione e ne sono rimasto estasiato.
Adoro le Doric e poter leggere una simile descrizione con dovizia di particolari mi ha quasi...commosso!
Davvero complimenti. :clap:
Walter



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Bons

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Messaggio da Bons »

La vista della Doric 🤩 mi provoca sempre la Sindrome di Stendhal.
Grazie, Musicus, per avermi fatto star male.
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AinNithael
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Messaggio da AinNithael »

Tutto meraviglioso come sempre. Grazie anche per le spiegazioni di caratteristiche mai date di conoscenza scontata e che invece non lo sono (ho imparato per esempio perché una penna era da militare più di un'altra).
P.S. E ho imparato anche il significato di un proverbio ;)
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Messaggio da levodi »

mamma mia, quando si parla di recensione...

una meraviglia di penna e una meraviglia di recensione, complimenti
lukogene
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Messaggio da lukogene »

levodi ha scritto: venerdì 11 novembre 2022, 14:33 mamma mia, quando si parla di recensione...

una meraviglia di penna e una meraviglia di recensione, complimenti
ecco, preciso

le stesse parole
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