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Problema plastica

I problemi che incontriamo nel mondo delle Penne, oltre quelli generali. Parliamone.
riktik
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Problema plastica

Messaggio da riktik »

Phormula ha scritto: lunedì 7 febbraio 2022, 17:05 Probabilmente nel campo degli inchiostri, i contenitori con il minore impatto ambientale, misurato sul loro ciclo di vita, sono i flaconi Pelikan da litro, quelli Octopus da 250 ml e quelli di Royal Blue di alcune marche da 300 ml. Racchiudono in pochi grammi di plastica quantità significative di inchiostro, mentre i calamai di vetro non vanno oltre i 50-60 ml e alcuni hanno costi e impatti di produzione significativi per via del loro design elaborato. Sulle cartucce non mi esprimo, bisognerebbe fare una valutazione di impatto sull'intero ciclo di vita, contando anche i trasporti.
I flaconi da un litro sono davvero utili a poche persone, se ad esempio lo acquistassi io ne andrebbe persa e sprecata la gran parte. Molto più sensato sarebbe avere la possibilità di riempire più volte il mio calamaio in vetro dal negoziante. La pratica dell'acquisto di merce sfusa era comune molti anni fa per molti settori merceologici ed è oramai praticamente estinta se non per qualche raro negozio di caramelle. Perché? Per il basso costo delle confezioni e dei trasporti. Oggi chi sarebbe disposto a prendersi la briga di andare a ricaricare il calamaio (o a restituire il vuoto di una bottiglia d'acqua) quando con un click del telefono e soprattutto per pochi euro gli consegneranno un bel flacone di inchiostro a casa, che si potrà buttare quando appena stanchi al secchio dietro casa e rigorosamente nel secchio sbagliato? Senza conseguenza alcuna.

Il punto che propongo non è il minimalismo, non è il consumare il meno possibile, ma è pagare il giusto prezzo. Se si paga il giusto prezzo (che è più parecchio più alto per i prodotti inquinanti) probabilmente si consuma meno, si accumula meno, ma soprattutto si da la giusta importanza agli oggetti che si acquistano e non si danneggia (o si risarcisce) il resto della comunità, questo è il punto fondamentale.

A me il minimalismo non piace, fossi costretto a scegliere opterei per il nichilismo, tra 100mila anni (una goccia nel mare del tempo geologico) qualunque scelta si opti oggi non avrà ricordo alcuno.
Phormula ha scritto: lunedì 7 febbraio 2022, 17:05 Forse, se volessimo essere ambientalisti fino in fondo, oltre a rinunciare alle cartucce dovremmo avere una sola penna stilografica, che carichiamo ed usiamo con il Pelikan 4001, ovviamente comprato nel flacone da litro.
Meglio una matita.
maylota ha scritto: lunedì 7 febbraio 2022, 18:32 Secondo un articolo pubblicato sul giornale del Sierra Club è difficile dire se una Bic sia più o meno "verde" di una penna a cartucce non ricaricabili.
https://www.sierraclub.org/sierra/ask-m ... iendly-pen

Ma la cosa che trovo più giusta è l'avvertimento che plastica a parte, una penna può essere fatta con metalli provenienti da miniere alto inquinanti e che calpestano i Diritti Umani.
Regolare i propri consumi in base a considerazioni morali è molto molto difficile. Perché se immaginare il calpestio dei diritti umani in una miniera è facile, spesso non viene in mente comprando un qualsiasi capo di vestiario. Hai pagato una maglietta 5 euro ed è proveniente dall'altro capo del mondo? Puoi scommetterci che dietro quell'oggetto c'è una storia di sfruttamento e povertà.
Purtroppo i diritti sono una merce difficile da conquistare e molto più difficile da esportare.
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Lamy

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Messaggio da Lamy »

Questi discorsi sono discorsetti di poco conto, cavolate alla Greta Thunberg. I problemi del nostro Pianeta non sono le BIC o le bottiglie di plastica, il problema sta alla base del paradigma economico della crescita infinita che si basa sul consumo, in breve il capitalismo. Non so bene quale possa essere l'alternativa adeguata al capitalismo (sicuramente non il comunismo), all'impossibile crescita infinita e al consumismo, ma certamente le menti più brillanti dovrebbero lavorare su un paradigma economico sostenibile sia per la società umana sia per la Terra. Da questo punto di vista il nostro passatempo è decisamente peggiore rispetto ad altri, infatti l'accumulo di nuove penne di cui non si ha davvero bisogno contribuisce molto di più all'inquinamento del pianeta di una Bic rosicchiata comprata ogni due mesi. Chi usa la stilografica non è di certo migliore di chi usa la brutte e cattive Bic di plastica se poi va da H&M e si compra 400 vestiti di poliestere fatti in Bangladesh da un bambino che dovrebbe essere a scuola ad imparare a leggere e a scrivere. Accendiamo il cervello e non abbocchiamo alle baggianate di una ragazzina alle prese coi primi amori che cerca di fare l'eroina di questa fava.
PS: il covid l'ha dimostrato durante la chiusura totale: quando le attività umane non essenziali (ossia il consumo del superfluo) si arrestano, l'ambiente si riprende. È segno che il modello economico in uso non è compatibile con l'ecologia.
Ultima modifica di Lamy il lunedì 7 febbraio 2022, 21:38, modificato 1 volta in totale.
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Messaggio da Esme »

No, l'"ambiente" non si è ripreso propio per nulla.
A parte i fotomontaggi di Venezia con i delfini.
Perchè mangiare mangiamo, e il settore alimentare sia con l'agricoltura che con la zootecnia ha uno degli impatti più forti.
E abbiamo continuato a riscaldarci, a consumare energia elettrica e acqua.
La "ragazzina alle prese con i primi amori" (che modo squallido di riferirsi a lei) intanto non si è nascosta dietro a "quelli intelligenti dovrebbero trovare la soluzione", ma alla sua giovane età ha deciso di mettersi in gioco in prima persona.

Questo denigrare in modo supponente chi ci prova a fare qualcosa mi mette addosso solo tristezza e rabbia.
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Messaggio da Phormula »

Greta l'ho conosciuta di persona e sentita parlare. È molto più intelligente di quelli che la strumentalizzano, in un senso e nell'altro.

E credo appunto che noi siamo tra gli ultimi che possono parlare, dal momento che abbiamo più penne, inchiostri e taccuini di quanti ne servirebbero per soddisfare le normali esigenze di scrittura. Se poi ci mettiamo chi compra una penna sapendo che non la userà mai e la conserva nella sua scatola, che ha anch'essa un impatto ambientale, forse non siamo nella condizione di dar lezioni a chi compra una sola penna e la usa a cartucce.
E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.
Bons

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Messaggio da Bons »

Lamy ha scritto: lunedì 7 febbraio 2022, 20:26 Questi discorsi sono discorsetti di poco conto, cavolate alla Greta Thunberg.
[...]
Accendiamo il cervello e non abbocchiamo alle baggianate di una ragazzina alle prese coi primi amori che cerca di fare l'eroina di questa fava.
😲 Sei proprio tu, Vittorio? 😬

Lamy ha scritto: lunedì 7 febbraio 2022, 20:26 il covid l'ha dimostrato durante la chiusura totale: quando le attività umane non essenziali (ossia il consumo del superfluo) si arrestano, l'ambiente si riprende. È segno che il modello economico in uso non è compatibile con l'ecologia.
Effettivamente... Sono due anni che non vado al cinema e la popolazione dei popcorn 🍿 è decisamente aumentata.
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Messaggio da Esme »

Bons ha scritto: lunedì 7 febbraio 2022, 23:00
😲 Sei proprio tu, Vittorio? 😬
👀🕵️‍♂️ 😂

Phormula ha scritto: lunedì 7 febbraio 2022, 21:34 Se poi ci mettiamo chi compra una penna sapendo che non la userà mai e la conserva nella sua scatola, che ha anch'essa un impatto ambientale, forse non siamo nella condizione di dar lezioni a chi compra una sola penna e la usa a cartucce.
Domanda: come si posiziona chi acquista prevalentemente penne usate sull'orlo del cassonetto e le rimette in sesto?
Giuro che la domanda non è nemmeno vagamente un tentativo autoassolutorio... 😅

In realtà la domanda è seria e vorrei approfittare della tua competenza usando il paradigma penne per vagliare la questione di vita utile e riuso, dato che partendo dalla questione cartucce sono emerse informazioni e riflessioni interessanti.
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Messaggio da Phormula »

Esme ha scritto: martedì 8 febbraio 2022, 0:59 Domanda: come si posiziona chi acquista prevalentemente penne usate sull'orlo del cassonetto e le rimette in sesto?
Giuro che la domanda non è nemmeno vagamente un tentativo autoassolutorio... 😅
Se parliamo di economia circolare, uno dei capisaldi è che le risorse prelevate dall'ambiente e immesse nel sistema per produrre un oggetto, dovrebbero restare nel sistema il più a lungo possibile ed al livello più alto possibile. Il che vuol dire riutilizzare, riparare ed aggiornare i prodotti invece di sostituirli con altri nuovi.

Quindi è chiaro che se invece che comprare una penna nuova, ne utilizzo una vecchia o la riparo per poterla utilizzare, ho evitato il consumo di risorse necessario per produrre quella nuova. Considerato il gran numero di penne perfettamente utilizzabili o riparabili che giacciono nei cassetti, se ognuno di noi invece che comprare penne nuove ne usasse una vecchia, paradossalmente faremmo fallire quasi tutti i produttori di penne, ma sarebbe la soluzione migliore in termini di economia circolare, dal momento che le penne del passato sono perfettamente funzionali e non ci sono stati negli ultimi 40 anni dei progressi tecnici tali da renderle obsolete. Del resto io ho per tanti anni, durante tutte le medie, le superiori e parte dell'università ho usato una sola penna stilografica (fin che è andata persa cadendo dal banco in un'aula a gradoni) e probabilmente continuerei ad usarla oggi.
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Messaggio da Esme »

Grazie.

Mi è tornata in mente la questione di quel noto marchio di ciabatte gommose (inizia per C e finisce per s...) che aveva avuto un tracollo perché le sue ciabatte, rispetto alla concorrenza, durano tantissimo.
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Messaggio da Phormula »

Esme ha scritto: martedì 8 febbraio 2022, 12:01 Grazie.

Mi è tornata in mente la questione di quel noto marchio di ciabatte gommose (inizia per C e finisce per s...) che aveva avuto un tracollo perché le sue ciabatte, rispetto alla concorrenza, durano tantissimo.
L'obsolescenza programmata non è una novità.
https://it.wikipedia.org/wiki/Cartello_Phoebus
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Messaggio da mastrogigino »

Io infatti mi sono sempre chiesto se il tracollo della Volvo negli anni '90 fosse dovuto al fatto che le sue vecchie auto erano eterne, e quindi i suoi clienti non ne compravano di nuove e nemmeno avevano bisogno di pezzi di ricambio... :D
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Messaggio da riktik »

mastrogigino ha scritto: martedì 8 febbraio 2022, 13:44 Io infatti mi sono sempre chiesto se il tracollo della Volvo negli anni '90 fosse dovuto al fatto che le sue vecchie auto erano eterne, e quindi i suoi clienti non ne compravano di nuove e nemmeno avevano bisogno di pezzi di ricambio... :D
No, il ramo automobili della volvo era già in grande difficoltà dagli anni '70, vi sono diverse pubblicazioni al proposito e credo anche un documentario teso ad incensare la casa automobilistica che nonostante stesse lavorando in perdita non rinunciava agli investimenti in qualità e sicurezza.

Viceversa il ramo mezzi pesanti e trasporti volvo è stato sempre florido, e difatti non lo hanno mai venduto.

Qualcosa del genere è accaduto anche alla Fiat negli anni '90, dove ad un certo punto il ramo autovetture sembrava irrecuperabile e si pensava di cederlo mantenendo solo Iveco, per poi invece rilanciarsi anche grazie all'introduzione degli incentivi alla rottamazione.
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Messaggio da fabi71 »

Ottima discussione, come spesso accade in questo forum.
Vorrei dare il mio insignificante contributo vedendo le cose da una prospettiva diversa. Non vedo un grosso problema ambientale nel collezionismo e nemmeno nell'accumulo di decine di penne da parte di un appassionato.
Al limite parliamo di pochi etti di plastica conservati con cura e che certamente non saranno dispersi nell'ambiente. In questo senso è stato molto peggio andare tutti i giorni alla macchinetta del caffè dell'ufficio per anni (che per fortuna ora eroga bicchieri di carta).
Il punto è che un appassionato di stilografiche è intrinsecamente un riutilizzatore non incline all'usa e getta. Di più, spesso è un acquirente che si rivolge al mercato dell'usato, utilizza quindi un bene senza che ci sia un nuovo impatto ambientale.
L'appassionato di stilografiche testimonia uno stile di consumo non solo possibile ma addirittura desiderabile.
Non mortifica il piacere sull'altare della sostenibilità è invece in grado di indicare una strada che coniuga una raffinata ricerca del piacere (talvolta ai limiti dell'edonismo) con la riduzione degli impatti ambientali.
Tutto questo può fare la differenza in termini culturali ed è sulla cultura (educazione) che ci giochiamo la partita più importante.
Immaginate se ci fosse la stessa cura e la stessa attenzione per tutte le categorie merceologiche: niente più usa e getta, nessuno spreco, solo cose belle e fatte per durare.
Sono convinto che staremmo tutti un po' meglio noi e l'ambiente.
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Messaggio da Esme »

Quasi certamente non si pone il problema rifiuti inteso per il corpo penna (aehm... forse alcune cinesi che si autodistruggono 😁), però rimane il problema della produzione per quelle nuove.
Tolto chi ha bisogno realmente di molti colori contemporaneamente, l'avere più di tre o quattro penne di nuova produzione è superfluo e comporta un consumo di materiale e energia non necessari.
Non credo proprio che questa nostra compulsione porti il mondo alla rovina, ma sicuramente l'abitudine di avere molto più di quello che ci serve sì.
Ho sempre odiato il claim "il lusso per tutti" nelle sue varie declinazioni. Oltre a essere fuffa ha alterato la percezione del reale valore delle cose, spingendo ad acquisti di cose che non ci servono.

Pur limitando molto tutti i miei acquisti e cercando di usare le cose fino a che non si sfasciano, non posso che accettare la valutazione di Phormula sul fatto che tutto sommato non posso ritenermi esclusa dal problema.

Che poi secondo me quello dei consumi è un (enorme) problema perché siamo veramente in troppi.
Quanta energia e consumo di materiale ci vorrebbero per dotare ogni singolo abitante del pianeta di un 20/30 penne stilografiche a testa, più tutto il corredo di quaderni, carte, inchiostri, portapenne, ecc.? 😅
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Messaggio da Phormula »

Esme ha scritto: martedì 8 febbraio 2022, 20:29 Non credo proprio che questa nostra compulsione porti il mondo alla rovina...
Uno dei motivi per i quali la questione ambientale è di difficile soluzione è proprio questo, nessuno di noi (e mi ci metto anch'io, pur lavorando nel settore, quindi il mio non è un atto di accusa, ma una constatazione), dicevo nessuno di noi è convinto di essere quello che porta il mondo alla rovina, anzi è pronto ad indicare comportamenti di altri che, a suo dire, "fanno peggio". Oppure a cercare un capro espiatorio, "la plastica" è uno dei più gettonati, per chiamarsi fuori dalla questione. Il punto è che la questione ambientale è la somma dei comportamenti collettivi e se tutti puntano il dito verso qualcun altro o sperano che la questione venga risolta dall'alto con misure che spesso di scientifico hanno poco, in realtà ognuno di noi difende il suo piccolo status quo.

Vi faccio un esempio, pre-pandemia. Ho un'(ex)amica che si proclama ambientalista, partecipa alle campagne di pulizia e non perde occasione per scagliarsi contro "le aziende inquinanti", "la plastica" e i "comportamenti poco virtuosi". Peccato che abbia anche un blog personale, dedicato in gran parte ai suoi viaggi e appunto ami viaggiare, come dice lei "per esplorare il mondo". Dal punto di vista del cambiamento climatico fare un volo aereo di 1000 km comporta emissioni di gas serra equivalenti a fare 1000 km in macchina da soli e l'impatto è ancora maggiore perchè le emissioni sono in quota e quindi questa anidride carbonica ha meno probabilità di essere catturata dalle piante o dalle alghe. Qualche anno fa ho preso i dati dal suo blog e ho fatto due conti. Solo le emissioni dei suoi viaggi aerei, contando anche la famiglia, erano equivalenti a quelli di tre-quattro rappresentanti che giravano in macchina tutto il giorno, e nessuno dei viaggi che avevo conteggiato era motivato da esigenze di lavoro. Messa di fronte ai numeri, a parte la fine di una amicizia, si è subito scagliata contro "gli altri", elencando una serie di comportamenti a suo dire "peggiori" del suo vagabondare in giro per il mondo e potersi vantare di avere visitato più di 100 paesi. E' un esempio estremo, ma che mette in luce come se un ipotetico osservatore esterno analizzasse i nostri comportamenti, tutti noi (io compreso, che per esempio ho molte più penne stilografiche di quante me ne servirebbero) non ne usciamo proprio benissimo.
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Anche la Greta non ha girato il mondo a piedi, come la mettiamo?
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