Una sentinella in vetta: Summit "Sentinel"
Inviato: sabato 14 ottobre 2017, 18:47
1936: l'anno "dei tre Re", come verrà ricordato nel Regno Unito,
fu anche quello nel quale, il 6 Giugno, l'aeroporto di Gatwick aprì al pubblico
e quello durante il quale il crescere della tensione si avvertiva anche solo dalle prime pagine dei giornali
La pace tanto conclamata da Neville Chamberlain dopo la conferenza di Monaco non convinceva tutti. Forse neppure la direzione marketing del gruppo Lang-Curzons di Liverpool, che decise di lanciare una stilografica con il nome significativo di "Sentinel".
Il fusto ed il cappuccio della Summit S.175 mk1, ammiraglia del marchio inglese negli anni Trenta, costituirono la base (oppure lo sviluppo?), sulle linee di produzione della Lang Co. Ltd, per la fabbricazione di altri modelli. Oggi ve ne propongo uno, anch’esso degli anni Trenta.
Si tratta, appunto, di una Summit “Sentinel” in celluloide marmorizzata a spirale verde chiaro e nero, con venature rosse, in condizioni originali.
La prima e più evidente particolarità della penna sta proprio in queste venature, abbastanza rare nella produzione Lang ma utilizzate dalla stessa fabbrica anche per almeno un modello di stilografica realizzata per conto di Stephens’. Un'altra caratteristica tipica di questo modello riguarda il pennino d’oro a 14 carati, sul quale fa bella mostra di sé la scritta “Sentinel”. Raramente le stilografiche Summit riportano il nome del modello sul pennino: generalmente si limitano all’indicazione del marchio. Le scritte impresse sul corpo (Summit - British unbreakable make - Sentinel) riprendono, almeno in parte, la disposizione, il contenuto e lo stile delle Summit dei primi anni Trenta, destando un dubbio: è possibile che la Sentinel abbia di fatto preceduto la S.175 ? Purtroppo, la mancanza di cataloghi e di avvisi pubblicitari del periodo non consente, per ora, di giungere ad una risposta certa. La terza particolarità risiede nel disco di chiusura della testa del cappuccio: è semplicemente piatto, non svasato come quello delle S.175, dove la svasatura del fondello trovava una simmetria perfetta in quella della testa del cappuccio. Naturalmente, potrebbe anche trattarsi del risultato di un intervento successivo all’acquisto della stilografica, ma secondo Paul Martin, noto collezionista inglese, potrebbe benissimo essere originale di fabbrica.
La bellissima celluloide e lo stile della clip, strepitosamente “deco”, fanno di questa penna un’icona classica dello stile degli anni Trenta.
Ma ecco le dimensioni principali:
- Lunghezza chiusa: 129 mm
- Lunghezza aperta: 117 mm
- Lunghezza aperta con cappuccio calzato: 151 mm
- Lunghezza del cappuccio: 59 mm
- Diametro del fusto: 12,2 mm
- Diametro del cappuccio: 13,5 mm
- Diametro medio della sezione: 9,8 mm
- Peso: 18 gr
- Peso del cappuccio: 8 gr
- Capacità massima del serbatoio interno: 2 ml
La penna si rivela ben bilanciata, anche con il cappuccio calzato, e la scrittura è piacevole e senza difetti di sorta, anche grazie al molleggio del pennino: La sezione, curiosamente, è diversa da quella della S.175 e non ricorda la sezione di alcuna delle stilografiche della serie S., bensì quella utilizzata da Lang per la produzione per conto di Stephens’.
Rimirando questa penna non posso fare a meno di pensare che in qualche modo racchiude in sé, a partire dalla sua morfologia e dalle sue qualità di scrittura, il gusto e dunque parte di chi la scelse e la utilizzò, facendone compagna di vita in anni certamente non facili, scenario dell’ennesimo confronto cruento fra ideologie assolutiste e civiltà umana…
Si tratta, appunto, di una Summit “Sentinel” in celluloide marmorizzata a spirale verde chiaro e nero, con venature rosse, in condizioni originali.
La prima e più evidente particolarità della penna sta proprio in queste venature, abbastanza rare nella produzione Lang ma utilizzate dalla stessa fabbrica anche per almeno un modello di stilografica realizzata per conto di Stephens’. Un'altra caratteristica tipica di questo modello riguarda il pennino d’oro a 14 carati, sul quale fa bella mostra di sé la scritta “Sentinel”. Raramente le stilografiche Summit riportano il nome del modello sul pennino: generalmente si limitano all’indicazione del marchio. Le scritte impresse sul corpo (Summit - British unbreakable make - Sentinel) riprendono, almeno in parte, la disposizione, il contenuto e lo stile delle Summit dei primi anni Trenta, destando un dubbio: è possibile che la Sentinel abbia di fatto preceduto la S.175 ? Purtroppo, la mancanza di cataloghi e di avvisi pubblicitari del periodo non consente, per ora, di giungere ad una risposta certa. La terza particolarità risiede nel disco di chiusura della testa del cappuccio: è semplicemente piatto, non svasato come quello delle S.175, dove la svasatura del fondello trovava una simmetria perfetta in quella della testa del cappuccio. Naturalmente, potrebbe anche trattarsi del risultato di un intervento successivo all’acquisto della stilografica, ma secondo Paul Martin, noto collezionista inglese, potrebbe benissimo essere originale di fabbrica.
La bellissima celluloide e lo stile della clip, strepitosamente “deco”, fanno di questa penna un’icona classica dello stile degli anni Trenta.
Ma ecco le dimensioni principali:
- Lunghezza chiusa: 129 mm
- Lunghezza aperta: 117 mm
- Lunghezza aperta con cappuccio calzato: 151 mm
- Lunghezza del cappuccio: 59 mm
- Diametro del fusto: 12,2 mm
- Diametro del cappuccio: 13,5 mm
- Diametro medio della sezione: 9,8 mm
- Peso: 18 gr
- Peso del cappuccio: 8 gr
- Capacità massima del serbatoio interno: 2 ml
La penna si rivela ben bilanciata, anche con il cappuccio calzato, e la scrittura è piacevole e senza difetti di sorta, anche grazie al molleggio del pennino: La sezione, curiosamente, è diversa da quella della S.175 e non ricorda la sezione di alcuna delle stilografiche della serie S., bensì quella utilizzata da Lang per la produzione per conto di Stephens’.
Rimirando questa penna non posso fare a meno di pensare che in qualche modo racchiude in sé, a partire dalla sua morfologia e dalle sue qualità di scrittura, il gusto e dunque parte di chi la scelse e la utilizzò, facendone compagna di vita in anni certamente non facili, scenario dell’ennesimo confronto cruento fra ideologie assolutiste e civiltà umana…