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Inchiostri giapponesi e lubrificazione pennino

Inviato: giovedì 8 febbraio 2024, 11:26
da DRJEKILL
Silvia1974 ha scritto: mercoledì 7 febbraio 2024, 23:04 Mi spiace solo che dall’argomento di apertura si sia arrivati a parlare di qualunque inchiostro.. L’utile confronto fatto sarà difficile da ritrovare un domani in un thread dedicato agli inchiostri giapponesi :roll:
Io ho caricato la mia Sailor EF (pennino oro), con lo Yama Budo (pilot iroshizuko) c’è feed back, ma piacevole, e se alleggerisci il più possibile la pressione del pennino sul foglio si riduce al minimo.
In un primo approccio, la stessa penna caricata con star ruby edelsteine, dava un feed back mostruoso.
Ergo, per me i nipponici vanno bene!
Gli inchiostri che uso di default per lavoro sono pilot black e pilot blublack (water resistent).
Lo tsuky yo che è il mio preferito come tonalità, (chiaro di luna… mi ricorda il mio mare illuminato dalla luna), lo uso su diversi stub e italic, non ha effetto burro, tipo oleoso, ma non mi ha mai dato problemi.

Inchiostri giapponesi e lubrificazione pennino

Inviato: giovedì 8 febbraio 2024, 12:04
da Mir70
maylota ha scritto: mercoledì 7 febbraio 2024, 1:05 Il proverbio diceva "moglie e buoi dei paesi tuoi". Io sulle penne giapponesi metto inchiostri giapponesi e funzionano benissimo assieme.
Non posso che essere d'accordo, sopratutto per le Sailor nelle quali utilizzo inchiostri della stessa casa ; idem per le Preppy e Prefounte .

Kiwa Guro è lubrificato, e molti degli inchiostri della serie Yurameku (seconda serie) e Manyo sono lubrificati o comunque contengono tensioattivi (agitando la boccetta si forma della schiumetta sulla superficie). Per contro costano tanto.

Quelli della Guitar Taisho Roman li trovo molto meno lubrificati.

I Pilot non li conosco a fondo, non avendo penne Pilot, ma da alcuni campioncini acquistati giusto per provarli (sono i soliti noti Kon-Peki, Asa Gao, Yama Budo e via dicendo), li trovo un pelo meno scorrevoli dei Sailor .

Poi, a rendere soggettiva la cosa, ci sono le impressioni personali (e forse preconcetti) e la "mano" di chi usa la penna.