Buon mattino.
È mio desiderio premettere che quanto segue non riguarda in alcun modo questo foro virtuale, né la persona che ha contraddetto le mie affermazioni. Entrambi, foro e interlocutore, a mio avviso operano con retto convincimento e godono della mia considerazione per l’impegno costante a mantenere il dibattito fecondo ed elegante, con una condotta che si distingue per integrità d’intento e limpidezza.
Tuttavia, al di fuori di queste due eccezioni, il mondo delle piattaforme digitali, che pure può essere strumento prezioso per gli appassionati, consentendo di scavare nella storia e riportare alla luce notizie di valore, talvolta degenera in arene sgradevoli, inutili e vacue, ove la ricerca della verità cede il passo all’ostinazione e all'ostentazione personali. In simili contesti, si osserva di frequente una virulenta inclinazione a polemizzare, a ribattere con puntiglio e a confondere la confutazione di una tesi con la svalutazione di chi la sostiene, come se il confronto intellettuale dovesse trasformarsi in competizione personale.
Per queste ragioni, e non per le eccezioni citate in incipit, la Famiglia Simoni non ha mai avuto interesse a prendere parte a tali dispute e non ha mai prestato il fianco a simili contese, né replicando in un modo né nell’altro.
Soltanto in considerazione della mia amicizia con il figlio, il signor Gianluca Malaguti Simoni, donna Raffaella ha avuto la cortesia di inviarmi una fotografia e uno scritto che attestano come la penna in questione fosse già in commercio nel 1926. Anni addietro ebbi inoltre modo di visionare i registri manoscritti del cavaliere Armando Simoni, nei quali non solo la greca figurava in progetto già in pagine datate antecedentemente alla penna, ma anche molte altre notizie oggi riportate in modo inesatto sulla rete, inclusi taluni contenuti di questo stesso foro.
La famiglia non intende proseguire oltre nel replicare ad ulteriori domande, per non alimentare quella che, nelle parole di donna Raffaella, sarebbe una puntualizzazione che il Cavaliere mai volle, poiché, nella sua eleganza e saggezza, non mirava mai ad essere il primo, ma il migliore. Egli ripeteva che vi fosse più nobiltà nell’offrire al concorrente la generosità e la grazia d’esser secondo senza umiliarlo, poiché la grandezza autentica non ha bisogno di sminuire.
OMAS fu la prima ad introdurre la veretta con la greca, ma il Cavaliere volle sempre che l’attenzione si posasse sulla qualità della scrittura e non sulla mera priorità cronologica. Consapevole d’aver conseguito numerosi primati, riteneva che il valore d’una Casa non dovesse misurarsi sul numero di novità e invenzioni introdotte, ma sulla perfezione dell’opera offerta al pubblico, poiché le prime erano soltanto al servizio della seconda, e sarebbe stato errore invertirne l’importanza. L’amore per la perfezione dell’opera, e non la vanagloria, è la ragione per cui OMAS si è sempre disinteressata del perdurare di molte inesattezze... e, probabilmente, ho errato io nell’insistere, forse troppo: é evidente come io non goda della stessa tempra del Cavalier Simoni e mi lasci trascinare dal desiderio (orgolgio?) di puntualizzare. Ne chiedo perdono, pubblicamente, alla gentile Donna Raffaella ed alla memoria del Cavalier Simoni.
Chiedo un solo un piccolo atto di cortesia e rispetto. Non verranno, almeno per ora, pubblicati i quaderni manoscritti autografi del Cavalier Simoni, non lo si chieda. Chi non volesse credere a queste affermazioni è liberissimo ma, per favore, non attenda da me, né dalla Famiglia Simoni, che si risponda oltre, su questa vicenda. Lietissimo di offrire altre notizie.
Giunto all’età che il Signore ha scelto di concedermi, mi piacerebbe redigere uno scritto ampio, mia figlia insiste che si trasformi in un video, sulla storia di OMAS, corredato da interviste, esame dei macchinari, registri manoscritti e dalla collezione privata Simoni. Non si tratta di un atto di vanità, bensì di giustizia, per restituire verità e ordine là dove troppo spesso regnano inesattezze che, come mali silenziosi, crescono e si radicano sulle piattaforme digitali. Purtroppo, in piccola parte, e involontariamente, anche su questa.
Piattaforme a cui m’avvicinai soltanto quando la Società Unibrands Corporation bloccò tutti gli spazi ufficiali OMAS in rete, privando la Casa di una voce ufficiale. Mi fu chiesto di restituire in rete quella voce, strozzata dalla paura per le verità, per il lancio della 150625 e la rinascita di OMAS.
Tra l’altro, un mese dopo, il signor Fufluns pubblicò qui un atto d’amore che incoraggiò la Famiglia a concedermi la licenza di fare ancora chiarezza, perché l’amore vero si distingue nei momenti più difficili, quando tutti e tutto sono contrari, come seppero fare gli Italiani migliori negli anni peggiori, da entrambe le parti.
Purtroppo, in altri fori digitali, le mie espressioni sono talvolta accolte con una veemenza che sembra più mossa da una ricerca disperata di rilevanza virtuale che non di curiosità genuina d’appassionato.
OMAS sta, quindi, valutando l’apertura, sul proprio sito ufficiale, di una sezione dedicata alla corrispondenza diretta con gli appassionati. Tale iniziativa nasce dal desiderio di offrire un canale limpido e corretto, ove le informazioni possano riflettersi nella serenità e nel rispetto reciproco.
Infine, a beneficio di chiarezza, preciso che anche la mia precedente affermazione relativa alle vicende giudiziarie era pienamente corretta; su tale aspetto non posso tuttavia aggiungere altro, in ragione di accordi di riservatezza. Gli avvocati comprenderanno.
La corrispondenza con Donna Raffaella:
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La penna del 1926:
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Mi sia concesso un invito dal cuore a che si abbia a provare legittimo orgoglio per il fatto che l’Italia possa annoverare un simile nome fra i suoi doni al mondo, e si voglia sostenere la Famiglia in ciò che non è atto commerciale, bensì gesto d’amore e di responsabilità verso il meglio che la nostra Nazione ha saputo offrire. Siate dunque araldi convinti di questa rinascita sui mezzi di comunicazione digitali italiani ed internazionali, affinché la prossima penna trovi accoglienza ampia e, di conseguenza, possa divenire ancor più accessibile a tutti gli amatori.
Ad majora.
Santojanni