A inizio giugno ho acquistato una Montblanc 149 The Origin (una delle penne che celebrano il 100mo anniversario di Meisterstück) in uno storico negozio di Varese, a cui sono particolarmente affezionato, uno splendido centro per gli amanti della carta e della scrittura che esiste dal 1941. Il negozio è stato così gentile da richiedere per me la sostituzione del pennino con uno nuovo con punta larga (B), in modo che io potessi trovare il pennino già sostituito in occasione del mio viaggio in Italia, previsto per settembre. È stato un percorso tortuoso con il servizio Montblanc, che a quanto pare ha trasferito le sue sedi o semplicemente non era pronto a rispondere a così tante richieste di sostituzione dei pennini. Fatto sta che a metà settembre, durante il mio soggiorno in Italia, la penna non era ancora tornata da Amburgo, e devo alla tenacia della squisita signora Mariaregina e alla sua insistenza con il centro assistenza Montblanc il fatto che la penna sia tornata in tempo prima del mio rientro in Costa Rica. Grazie Mariaregina!
Ho approfittato di qualche visita in negozio per osservare da vicino tutte le penne della collezione The Origin, e devo ammettere che oltre alla 149, anche la 145 in colore verde mi è sembrata molto attraente. Le gentilissime commesse, Mariaregina e Laura, mi hanno lasciato "testare" tutti gli inchiostri della collezione Anniversary, e non ho resistito a portarmi via anche due boccette celebrative, il British Green e il Blue (una specie di Royal Blue molto chiaro).
Bene, e la penna? Il pennino largo si comporta in modo ammirevole, con la sua natura "stubbish" e la sottile variazione di tratto tra orizzontali e verticali, che è più evidente sulle carte "più dure", dove posso farne un uso quasi calligrafico. Nonostante le numerose date e numeri incisi sul pennino (100, 4810, 1924, 2024), questo rimane esteticamente pulito e non mi pare che si percepisca "affollato" alla vista. La penna è certamente nera, ma a causa delle striature più chiare sul cappuccio (che fortunatamente sono realizzate in modo molto leggero) devo convincermi ogni volta che non sia di un colore blu molto scuro. Questa è la mia prima 149 in finitura platino, e potrebbe anche essere che l'impressione "più fredda" del metallo rispetto all'oro mi porti a vedere uno sfondo blu dove in realtà non esiste.
Sono felice di avere anche questa versione della leggendaria 149. Di questa penna si è già parlato un po' ovunque (per lo più in toni non molto positivi), ma dal mio punto di vista, nell'equilibrio tra ciò che Montblanc avrebbe potuto fare di veramente speciale e ciò che avrebbe potuto commettere di veramente e sfacciatamente kitsch, mi sento di dire che la 149 The Origin è una penna bellissima, da guardare e da usare. Non so se Montblanc metta una particolare cura nelle sue edizioni limitate e speciali, ma la rotazione del cono di carica della mia 149 Origin quando riempio e svuoto la penna è paragonabile per scorrevolezza e precisione solo a quella delle mie Hemingway e Dumas, le uniche edizioni limitate che possiedo. Il cono metallico sul retro rende la penna leggermente più leggera sul pennino, ma in un modo che definirei appena percettibile. Posso anche confermare, per chi non ne fosse sicuro, che la scritta "storica" Meisterstück sul cappuccio è incisa nella resina.
Avendola dovuta trasportare dall'Italia, sono stato molto contento che Montblanc abbia realizzato questa penna stilografica in una scatola per penne anziché in uno di quei mausolei a cui ci hanno abituato negli ultimi anni i produttori di strumenti da scrittura.
Infine, io, da parte mia, ne sono contento e mi compiaccio di averla acquistata. Mia moglie, mentre ero ancora fuori, ha scelto che fosse proprio una penna il mio regalo per il nostro ventesimo anniversario di matrimonio. Sono certo che il suo gesto generoso mi renderà la 149 The Origin ancora più cara, per essere il simbolo non solo di uno, ma di due anniversari.
Ed ora, spazio a qualche immagine: