Penne & inchiostro, una cosa che non capisco...

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ikaruga
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Messaggio da ikaruga »

O forse due.

Allora: a parità di misura pennino, alcune penne scrivono più scuro, scuriscono parecchio il colore dell'inchiostro. Altre lo lasciano o quasi come lo si vede se dalla bottiglietta se ne versa un po'.

Se ci sono variazioni al variare della misura pennino (parlo rimanendo a una singola marca), è con quelli più grandi che l'inchiostro è più chiaro (o conta solo l'elasticità del pennino?).

In particolare ho due Sailor F (acciaio e 21k, quindi agli estremi di gamma) con la quale: inchiostri che con le altre penne scrivono senza fluire molto, non fluiscono e sono inutilizzabili (per cui rimango perplesso leggendo che «hanno flusso abbondante» i loro alimentatori). Quelli che funzionano, vengono un bel po' scuriti rispetto a penne di altre marche. E si perde qualsiasi shading, o differenza di saturazione da un punto all'altro, che noto su altre penne.
mastrogigino
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Messaggio da mastrogigino »

Premesso che una grossa differenza la fa la carta usata: una carta molto assorbente allargherà il tratto, anche di molto, e magari può rendere il colore dell'inchiostro più chiaro (perché l'inchiostro spandendosi si distribuisce su una superficie più ampia), inoltre se contiene degli agenti sbiancanti questi possono alterare il colore dell'inchiostro.

Ma ammettiamo di escludere la variabile carta dal discorso, supponiamo di usare una carta "media" ideale.

L'effetto risultante dell'inchiostro è dato dalla cooperazione di due componenti della penna, di cui uno spesso ci si dimentica ma è altrettanto importante: il pennino e l'alimentatore.

Il pennino contribuisce con la sua gradazione a "spalmare" l'inchiostro sulla carta, ovvero un pennino EF ha una piccola punta che "spalma " l'inchiostro su una piccola superficie, di contro un pennino BB ha una grossa "palla" che spalma l'inchiostro su una superficie più grande.
L'ampiezza del tratto risultante deriva dunque da quanto viene spalmato l'inchiostro dalla punta del pennino.
Ma è altrettanto importante QUANTO inchiostro vado a spalmare, ovvero il flusso garantito dall'alimentatore.

Il flusso è la quantità di inchiostro che arriva alla punta nell'unità di tempo, un flusso magro vuol dire che l'inchiostro arriva poco e lentamente, con un flusso abbondante ne arriva tanto e/o velocemente.

Ovviamente se abbino un flusso scarso ad una punta molto piccola non ho "grossi" problemi dato che la punta spalma il poco inchiostro in un piccolo spazio e quindi la concentrazione per millimetro quadro è comunque sufficiente a far vedere il colore pieno dell'inchiostro.

Se aumenta la gradazione del pennino deve aumentare di conseguenza anche il flusso altrimenti l'equilibrio si rompe, ovvero se il flusso rimane magro o solo medio con un pennino B o BB allora la punta spalmerà il poco inchiostro su una superficie molto grande col risultato di avere un colore molto tenue e slavato.

L'effetto shading spesso è dovuto al fatto che il flusso cambia durante la scrittura perché i movimenti della mano cambiano la velocità del pennino sulla carta e quindi se in un punto il pennino va più lento la quantità di inchiostro che arriva al pennino in quel punto sarà maggiore, mentre nei movimenti veloci il pennino ha meno inchiostro per mm2 da usare.

Ovviamente se il tratto è molto sottile oppure il flusso molto abbondante l'effetto shading si nota di meno perché per mm2 c'è comunque tanto inchiostro e quindi la saturazione del colore sarà sempre al massimo di conseguenza non ci saranno effetti di sfumature.

Quindi una componente importante nel meccanismo è proprio l'alimentatore, che , se un produttore utilizza lo stesso alimentatore con pennini di gradazione molto diversa (tipo Lamy con stesso alimentatore da EF a 1.9) va incontro agli estremi a dei problemi: o l'alimentatore è "sovradimensionato " e quindi con i tratti sottili butta troppo inchiostro non riuscendo a restare nel tratto dichiarato , oppure nei tagli più ampi l'inchiostro è insufficiente e quindi la penna scrive slavata/troppo secca/ bisogna andare molto lentamente altrimenti salta il tratto.

L'aggiunta di "additivi " all'inchiostro può aumentare il flusso, ovvero dei tensioattivi dovrebbero rendere l'inchiostro più "scivoloso " e quindi farlo viaggiare più velocemente nel canale dell'alimentazione, ma di contro possono anche aumentare lo spiumaggio e il trapasso sulla carta (vero Noodler's ... sto guardando te... ).

Beh, credo di aver scritto anche troppo...
Ciao.
Silvia1974
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Messaggio da Silvia1974 »

È sempre interessante ogni tanto ripassare questi punti :thumbup:
Silvia

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ikaruga
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Messaggio da ikaruga »

mastrogigino ha scritto: giovedì 16 novembre 2023, 8:24
Beh, credo di aver scritto anche troppo...
Ciao.
No, era proprio quello che mi serviva :thumbup: grazie!

Naturalmente faccio questi confronti a parità di carta.

Osservo solo che tra il colore "slavato" e quello "pieno" c'è una via di mezzo, per me piacevolissima, alla quale purtroppo mi pare che i "gruppi di scrittura" Sailor non diano chance. Sempre inchiostro "pieno" con loro...
****

Qualcuno sa se Sailor usa lo stesso alimentatore da EF/F a B, sulla gamma 21k e 14k?
sansenri
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Messaggio da sansenri »

mastrogigino ha scritto: giovedì 16 novembre 2023, 8:24 Premesso che una grossa differenza la fa la carta usata: una carta molto assorbente allargherà il tratto, anche di molto, e magari può rendere il colore dell'inchiostro più chiaro (perché l'inchiostro spandendosi si distribuisce su una superficie più ampia), inoltre se contiene degli agenti sbiancanti questi possono alterare il colore dell'inchiostro.

Ma ammettiamo di escludere la variabile carta dal discorso, supponiamo di usare una carta "media" ideale.

L'effetto risultante dell'inchiostro è dato dalla cooperazione di due componenti della penna, di cui uno spesso ci si dimentica ma è altrettanto importante: il pennino e l'alimentatore.

Il pennino contribuisce con la sua gradazione a "spalmare" l'inchiostro sulla carta, ovvero un pennino EF ha una piccola punta che "spalma " l'inchiostro su una piccola superficie, di contro un pennino BB ha una grossa "palla" che spalma l'inchiostro su una superficie più grande.
L'ampiezza del tratto risultante deriva dunque da quanto viene spalmato l'inchiostro dalla punta del pennino.
Ma è altrettanto importante QUANTO inchiostro vado a spalmare, ovvero il flusso garantito dall'alimentatore.

Il flusso è la quantità di inchiostro che arriva alla punta nell'unità di tempo, un flusso magro vuol dire che l'inchiostro arriva poco e lentamente, con un flusso abbondante ne arriva tanto e/o velocemente.

Ovviamente se abbino un flusso scarso ad una punta molto piccola non ho "grossi" problemi dato che la punta spalma il poco inchiostro in un piccolo spazio e quindi la concentrazione per millimetro quadro è comunque sufficiente a far vedere il colore pieno dell'inchiostro.

Se aumenta la gradazione del pennino deve aumentare di conseguenza anche il flusso altrimenti l'equilibrio si rompe, ovvero se il flusso rimane magro o solo medio con un pennino B o BB allora la punta spalmerà il poco inchiostro su una superficie molto grande col risultato di avere un colore molto tenue e slavato.

L'effetto shading spesso è dovuto al fatto che il flusso cambia durante la scrittura perché i movimenti della mano cambiano la velocità del pennino sulla carta e quindi se in un punto il pennino va più lento la quantità di inchiostro che arriva al pennino in quel punto sarà maggiore, mentre nei movimenti veloci il pennino ha meno inchiostro per mm2 da usare.

Ovviamente se il tratto è molto sottile oppure il flusso molto abbondante l'effetto shading si nota di meno perché per mm2 c'è comunque tanto inchiostro e quindi la saturazione del colore sarà sempre al massimo di conseguenza non ci saranno effetti di sfumature.

Quindi una componente importante nel meccanismo è proprio l'alimentatore, che , se un produttore utilizza lo stesso alimentatore con pennini di gradazione molto diversa (tipo Lamy con stesso alimentatore da EF a 1.9) va incontro agli estremi a dei problemi: o l'alimentatore è "sovradimensionato " e quindi con i tratti sottili butta troppo inchiostro non riuscendo a restare nel tratto dichiarato , oppure nei tagli più ampi l'inchiostro è insufficiente e quindi la penna scrive slavata/troppo secca/ bisogna andare molto lentamente altrimenti salta il tratto.

L'aggiunta di "additivi " all'inchiostro può aumentare il flusso, ovvero dei tensioattivi dovrebbero rendere l'inchiostro più "scivoloso " e quindi farlo viaggiare più velocemente nel canale dell'alimentazione, ma di contro possono anche aumentare lo spiumaggio e il trapasso sulla carta (vero Noodler's ... sto guardando te... ).

Beh, credo di aver scritto anche troppo...
Ciao.
ma tutto esposto in modo comprensibile.

Viene però da chiedersi quale altro fattore giochi, perché l'esperienza dimostra che nella maggiorparte delle penne di grande produzione gli alimentatori usati sono sempre gli stessi, non solo per penne come le Lamy, ma anche nelle Pelikan, nella maggiorparte delle penne che usano pennini Jowo e Bock, e anche in parecchie altre marche. E' abbastanza raro difatti vedere alimentatori preparati ad hoc per tratti diversi, se non quando si va su produzioni custom.
A mio parere (e non sono per nulla un esperto in materia) l'alimentatore gioca un altro ruolo, nel senso che offre la stessa portata a tutti i pennini anche se di tratto differente, poi però il flusso effettivo è modulato anche dalla capillarità che si crea quando il pennino scrive e toccando la carta scarica l'inchiostro e se ne tira appresso dell'altro. L'alimentatore, immagino quindi, fa da riserva, tiene lì pronto l'inchiostro, almeno in parte, e lo offre al pennino man mano che questo scrive. Se il pennino consuma più inchiostro, la riserva si consuma, e richiama altro inchiostro dal sistema di riempimento, se il pennino ne consuma di meno l'eccesso resta lì nell'alimentatore (altrimenti avremmo sempre i pennini fini inondati, e i pennini larghi stitici...) ha una sorta di ruolo di "polmone".
In questo senso lo stesso alimentatore riesce abbastanza a gestire pennini dal tratto diverso, salvo quando il pennino è davvero avido, in quei casi l'alimentatore standard non ce la fa più e serve in qualche modo modificarlo per fargli apportare più inchiostro (dal ché derivano ad esempio alimentatori con due o più canali per pennini "ad alto consumo").
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Messaggio da Silvia1974 »

ikaruga ha scritto: giovedì 16 novembre 2023, 21:11 Qualcuno sa se Sailor usa lo stesso alimentatore da EF/F a B, sulla gamma 21k e 14k?
Personalmente non ho mai letto che li differenzino rispetto al pennino; non credo, comunque, salvo smentite di chi ne sapesse di più
Silvia

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Messaggio da Esme »

Io invece mi chiedo se il gruppo scrittura non eroghi in modo differente i vari pigmenti che compongono un dato colore.
Cerco di spiegarmi meglio.

A parità di spessore di pennino e di flusso erogato dal sistema pennino/alimentatore, con qualche inchiostro mi è capitato di verificare una rilevante differenza di tonalità (non di saturazione).
Faccio un esempio pratico.

Due penne a confronto, che hanno pennino e flusso molto simili come tratto: Pilot Mr e Jinhao 599 (forse, non sono sicura del numero).
Avendone in famiglia diverse di entrambe, ho potuto vederle in azione con molti inchiostri.
Con alcuni hanno la stessa resa cromatica, con altri sembra che le Jinhao si mangino parte dei pigmenti.
Ad esempio con il Diamine verde Meadow: la Jinhao sembra far sparire una parte del pigmento blu, nel senso che il colore è decisamente molto più giallo rispetto a come risulta nella Pilot MR (ma anche rispetto alle altre penne in cui l'ho provato).

Non è slavato o poco luminoso, non è poco saturo. Sembra proprio che manchi il blu. Se ripasso il tratto, la diversità rimane: il colore è più carico, più saturo, ma rimane comunque molto più giallo di quello che dovrebbe essere.
Dove diavolo sparisce il blu mancante? 😅
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Messaggio da mastrogigino »

Esme ha scritto: domenica 19 novembre 2023, 0:39 Io invece mi chiedo se il gruppo scrittura non eroghi in modo differente i vari pigmenti che compongono un dato colore.
Cerco di spiegarmi meglio.

A parità di spessore di pennino e di flusso erogato dal sistema pennino/alimentatore, con qualche inchiostro mi è capitato di verificare una rilevante differenza di tonalità (non di saturazione).
Faccio un esempio pratico.

Due penne a confronto, che hanno pennino e flusso molto simili come tratto: Pilot Mr e Jinhao 599 (forse, non sono sicura del numero).
Avendone in famiglia diverse di entrambe, ho potuto vederle in azione con molti inchiostri.
Con alcuni hanno la stessa resa cromatica, con altri sembra che le Jinhao si mangino parte dei pigmenti.
Ad esempio con il Diamine verde Meadow: la Jinhao sembra far sparire una parte del pigmento blu, nel senso che il colore è decisamente molto più giallo rispetto a come risulta nella Pilot MR (ma anche rispetto alle altre penne in cui l'ho provato).

Non è slavato o poco luminoso, non è poco saturo. Sembra proprio che manchi il blu. Se ripasso il tratto, la diversità rimane: il colore è più carico, più saturo, ma rimane comunque molto più giallo di quello che dovrebbe essere.
Dove diavolo sparisce il blu mancante? 😅
Interessante, a me succede con il R&K AltGoldgrun: sui pennini sottili è praticamente giallo, mentre più aumenta il tratto e il flusso più tende al verde...

Magari è dovuto al fatto che il pigmento in soluzione di colore verde diventa maggiormente visibile solo quando supera una certa "quantità " al di sotto della quale invece risulta quasi ininfluente nella composizione cromatica in confronto al pigmento giallo... vai a sapere..
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Messaggio da Esme »

mastrogigino ha scritto: domenica 19 novembre 2023, 1:37 a me succede con il R&K AltGoldgrun
Beh, almeno non capita solo a me. 🙂
Proverò a fare delle cromatografie, non so cosa se ne possa dedurre ma vediamo!
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