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Obiettivi per digital vs. per pellicola: confronto con due Montegrappa

Consigli e dritte su come rendere al meglio con la fotografia.
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fufluns
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Obiettivi per digital vs. per pellicola: confronto con due Montegrappa

Messaggio da fufluns »

Ho letto varie volte, nei forum di quelli che apparentemente di fotografia ci capiscono, che l'immagine formata sul sensore elettronico dai nuovi obiettivi progettati nell'era della fotografia digitale ha una resa generale - in termini di colore e nitidezza - molto superiore a quella che si può ottenere da una lente, per quanto buona, realizzata all'epoca della fotografia su pellicola.

Da qualche anno, accanto alle mie Hasselblad analogiche (che ora si chiama "sistema V"), ho affiancato una Hasselblad digitale ("sistema H") che usa obiettivi espressamente progettati per il suo sensore di grandi dimensioni (36.7 x 49.1 mm). Tra questi, uno di quelli che uso maggiormente (per lavoro e per gioco) é un Hasselblad HC 120mm Macro.

Per le mie fotocamere Hasselblad del sistema V possiedo (e ho posseduto) vari obiettivi macro, ma quello che ho sempre trovato più sorprendentemente nitido é lo Zeiss Makro Planar 135mm f/5.6, una lente che deve essere utilizzata sul soffietto di estensione perché i suoi elementi posteriori protrudono di alcuni centimetri oltre la flangia del corpo macchina, impedendo di innestarlo direttamente sulla baionetta della fotocamera.

Sulla pellicola il Makro Planar 135mm produce immagini fin troppo nitide. Siccome la buona Hasselblad, al creare il sistema H, ha prodotto anche un adattatore per potervi montare le lenti "heritage" del sistema V, mi sarebbe piaciuto provare questo macro straordinario anche sulla mia Hasselblad digitale, ma la protrusione posteriore degli eletti ottici di questo obiettivo non lo permette.

Hasselblad aveva prodotto, tra il 1985 e il 1993, un interessante accessorio, un tubo di prolunga "variabile", con un elicoidale interno che gli permetteva di estendersi da 63.5 mm sino a 85.5 mm. Fu disegnato con il Makro Planar 135mm in mente, perché a 63.5 mm l'obiettivo mette a fuoco a infinito, mentre a 83.5 può "avvicinarsi" sino a 1.15m dal soggetto, riempiendo il fotogramma 6x6 (in realtà 56x56mm) con una scena da 32.6 cm. Purtroppo, come tutte le cose prodotte per un temp limitato (e in un numero limitato), il tubo variabile é un oggetto insanamente costoso, il che mi ha precluso di provarlo con il mio Makro Planar... sino alla settimana scorsa.

Ora, con il il tubo d'estensione variabile a mano, ho potuto finalmente montare il Makro Planar 135mm f/5.6 (obiettivo per pellicola) sulla Hasselblad H5D e metterlo così a confronto diretto con l'Hasselblad HC 120mm Macro, un'ottica espressamente sviluppata per l'immagine digitale.

Vi presento i risultati qui sotto, con due riprese quasi identiche (le due lenti hanno lunghezza focale diversa e dunque una prospettiva leggermente differente e ottengono lo stesso ingrandimento sul sensore a una distanza distinta) di due penne Montegrappa Extra 1930, co in loro bei pennini extra-fini finemente cesellati.

A voi, amici del forum, l'ardua sentenza. Le immagini, benché di molto ridotte in dimensioni e qualità per poter essere trasmesse via Internet, possono ugualmente essere ampliate a sufficienza sullo schermo del computer per osservare i dettagli fini dei pennini e delle altre incisioni.


Two Montegrappa Extra 1930, Zeiss Planar CF 135mm ©FP.jpg
Con lo Zeiss Makro Planar 135mm f/5.6

Two Montegrappa Extra 1930, Hasselblad HC 120mm ©FP.jpg
Con l'obiettivo Hasselblad HC 120mm f/2.8 Macro

Io, per parte mia, trovo che la resa del "vecchio" Makro Planar sia alla pari (ma ad essere sincero la trovo leggermente superiore) a quella dell'obiettivo macro di 30 anni più moderno. La prova di un obiettivo "analogico" vs. un obiettivo "digitale" sul sensore di medio formato non ha dato, a mio avviso, i risultati che si sarebbero previsti leggendo della resa "molto migliore" delle nuove ottiche. Della serie: molte cose si danno per certe perché si continuano a ripetere, finché uno non fa la prova...
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Koten90
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Messaggio da Koten90 »

Usando un ingrandimento limite e con tutto il beneficio della compressione immagini durante il salvataggio jpeg e caricamento, trovo i dettagli finissimi dello Zeiss un filo più impastati: guardando il fondo della penna “grigia”, l’Hasselblad mi permette di distinguere le particelle bianche che compongono la striatura nel corpo penna.

Edit: no, c’è solo un riflesso diverso che illumina meglio, ma i dettagli sembrano proprio identici.

Mi viene da pensare, a questo punto, che sia inteso come migliore quello nuovo per i suoi 2 stop di diaframma in più (f2,8 invece che 5,6) che permettono di avere una scena più buia e riuscire comunque a non allungare troppo gli scatti / aumentare gli ISO, sempre che non si riduca troppo la profondità di campo. Che apertura hai usato nei 2 scatti?
Alessio Pariani

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Messaggio da platax »

Ciao,
premesso che la resa è ottima per entrambi, mi sembra che il 120 fornisca un risultato un minimo più contrastato, cosa che è capitato di osservare anche a me per obiettivi nati per digitale vs più vecchi, nati al tempo della sola pellicola.
In questo caso si tratta comunque di due ottiche di altissimo livello, usabili davvero entrambe senza remore...
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Messaggio da sansenri »

bellissime,
la foto del Planar è di un filo meno esposta dell'altra, e quindi un confronto alla pari non è facilissimo,
comunque anche guardando il mio schermo con una lente di ingrandimento in entrambe potrei contare i pixel (del mio schermo...) uno per uno, ma non vedo grandi differenze nel dettaglio delle foto, se non per piccolissime differenze a volte a favore di una o dell'altra in base a punti diversi delle foto.
Per quello che posso vedere io così, differenze di nitidezza non riesco a coglierne.
Mi piace un pelo di più l'effetto low key del Planar, ma solo a confronto, prese a se sono entrambe molto belle.
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fufluns
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Messaggio da fufluns »

Grazie, colleghi fotografi, per i vostri commenti.

L'esposizione delle due fotografie é stata, identica, di 7" a f/22.

Per questa ragione la foto ripresa con il Makro Planar, che ha una lunghezza focale un poco maggiore, é leggermente meno esposta.

Mi é piaciuto molto vedere come ognuno nota "cose" nelle fotografie che agli altri, così come a me, passano a volte inosservate. Grazie ancora.
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Messaggio da Koten90 »

A meno che stare più lontano abbia introdotto un riflesso dovuto all’angolazione diversa, il problema non è la lunghezza focale.
Settando entrambe le lenti a f22 ti assicuri che abbiano la stessa luminosità, ma qui può entrare in gioco la differenza tra una lente vintage e una moderna: migliore trasparenza del vetro, minore diffrazione, migliore qualità del trattamento antiriflesso sulle superfici di contatto aria-vetro e migliore trasmittanza generale della lente.
Ovviamente, confrontandosi con una lente niente meno che Zeiss, il divario non è grandioso; in generale, però, la minor dispersione di luce è causa, oltre che di maggior luminosità, anche di maggior nitidezza.
Con le foto proposte non ci sono punti di contrasto estremo come in una foto controluce (stress test per eccellenza) per poter valutare al meglio la cosa, ma è probabile che la lente Hasselblad sia anche più apocromatica della Zeiss.

Se vuoi fare un astro-test al volo, in questo periodo Giove è ben visibile e super illuminato. Lo trovi la sera guardando verso SudEst a 45º di altezza circa (alle 21, più basso e a Est prima, più alto e a Sud dopo - orari del Costa Rica). È la stella più luminosa in assoluto, ma con luce non tremolante. A 120-135mm dovresti riuscire a distinguere anche i satelliti galileiani.
Un confronto a tutta apertura e a f8 possono dire molto😉
Alessio Pariani

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Messaggio da fufluns »

In teoria, Alessio, e con gli obiettivi messi a fuoco a infinito (come immagino li usi tu, per lo più), lo stesso numero di diaframma suppone la stessa luminosità. Nella macrofotografia, però, entra in gioco il fattore tiraggio, che richiederebbe un calcolo del diaframma (corretto) a seconda del tiraggio effettivo.

Per ottenere lo stesso ingrandimento (ca. 0.135x), i due obiettivi - di lunghezza focale diversa - richiedono un tiraggio differente: 16.3 mm con il 120mm e 18.5 mm con il 135 mm. Siccome il diaframma é effettivamente calcolato per la lunghezza focale, questa differenza di tiraggio fa si che, a parità di tempo di esposizione, l'esposizione sia marginalmente differente con i due obiettivi.

O per lo meno, amico di penna e di fotocamera, questo é quello che mi pare di aver capito nella mia umile carriera di fotografatore.

Chi legga queste cose sperando di trovare degli umani che parlano di penne tra loro, deve ritenere l'argomento quasi intollerabile...
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Messaggio da Koten90 »

Ma quanto è bello addentrarsi nella tecnica?!🤩
Altro che intollerabile, per chi abbia interesse e volesse imparare non c’è niente di meglio!

Come hai giustamente supposto, usando sempre il fuoco a infinito, non ho minimamente considerato che il tiraggio potesse introdurre differenze effettive a un numero f apparentemente uguale.
Restano plausibili anche le mie supposizioni sulla variabilità della qualità ottica nel tempo (ho provato diverse lenti sul cielo, partendo da quelle vintage, quasi inutilizzabili nella maggior parte dei casi, e finendo per trovare differenze sostanziali anche tra lo stesso Canon 200mm in versione “L” o “L II”.
Le stelle sono lo stress test per eccellenza per un sistema ottico: luci perfettamente puntiformi su fondo nero sparse per tutto il campo inquadrato, significa che ogni minima aberrazione cromatica o geometrica viene rilevata regalando effetti ottici in alcuni casi anche nauseanti😅
Ti faccio vedere gli angoli del campo delle mie ultime foto come appaiono a causa delle aberrazioni (cromatica e sferica) con il Canon 200mm f2,8 L II (miglior compromesso trovato finora)
Angolo in alto a sinistra: stelle allungate verso il centro con segnale azzurro che si allunga e gonfia verso il bordo del campo
Angolo in alto a sinistra: stelle allungate verso il centro con segnale azzurro che si allunga e gonfia verso il bordo del campo
Angolo in alto a destra: stessa situazione ma estremizzata con stelle che appaiono scomposte nei loro colori per combinazione di cromatismo e aberrazione sferica
Angolo in alto a destra: stessa situazione ma estremizzata con stelle che appaiono scomposte nei loro colori per combinazione di cromatismo e aberrazione sferica
Parliamo di alti ingrandimenti, ma i difetti ci sono e si notano. Probabilmente risolverei chiudendo ancora un po’ il diaframma (attualmente a f3,5), ma perderei luminosità. Ho deciso che questi difetti sono, tutto sommato, tollerabili.
Nelle mie prime avventure con l’attrezzatura acquistai un telescopio acromatico che su Giove dette il meglio di sé: era così importante il cromatismo che vedevo 3 “Giovi” distinti, bianco al centro, rosso più in alto e blu più in basso! La qualità ottica non era molto lontana da quella di un caleidoscopio, insomma😅

Come si mette in mano una stilografica ad un amico per fargliela provare la prima volta, ti ho proposto di puntare la tua fotocamera verso l’alto. Le focali sono già quelle giuste per iniziare, nel caso dovesse piacerti guardare anche in su😉
Alessio Pariani

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