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30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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Causa della differenza di prezzo tra Giappone e Italia
Dal Giappone con furore
Il discorso sulla differenza di prezzo tra Italia e Giappone è semplice: ci sono troppe persone di mezzo che vogliono la propria fetta di torta.
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Dal Giappone con furore
Beh, insomma... se lavorano, offrendo un servizio, e soprattutto dichiarando i costi di quel servizio, non vedo il motivo del contendere. Poi, se di quel servizio si riesce/si può farne a meno, ci si comporta di conseguenza facendo in proprio, come ha fatto Franco.
L’opera d’arte è sempre una confessione.
Umberto Saba
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Dal Giappone con furore
E' vero, tra il produttore ed il consumatore ci sono persone, persone che lavorano e che vogliono giustamente guadagnare.
Attenzione a non confondere un privato che compera una penna in Giappone, con una organizzazione commerciale stabilmente organizzata.
Sono due situazioni totalmente diverse ed incomparabili tra loro.
Antonio
Essere moderni vuol dire affaccendarsi nell’ Incurabile.
(Emil M. Cioran)
Causa della differenza di prezzo tra Giappone e Italia
Apro questa discussione per non inquinare ogni volta quelle altrui finendo con parlare di argomenti non in tema con quelli proposti dagli OP.
Per me la differenza esagerata di prezzo tra Giappone e Italia non è affatto giustificata; per me tra la fabbrica in Giappone ci sono troppi intermediari, oppure ce n'è uno particolarmente ingordo. Quanto sto dicendo può essere dimostrato semplicemente confrontando i prezzi tra un negozio del centro Itallia, che io so avere rapporti e accordi diretti col Giappone, e gli altri negozi che si affidano ai grassi distributori presenti in Italia. Prendiamo per l'inchiostro Pilot Iroshizuku: come mai su praticamente tutti i siti di penne lo si trova sui 37€ a prezzo pieno sul sito del suddetto negozio lo troviamo a 23,90€ (prezzo di listino)? Semplicemente perché ci sono meno grassoni in mezzo che si devono abbuffare!
Per me la differenza esagerata di prezzo tra Giappone e Italia non è affatto giustificata; per me tra la fabbrica in Giappone ci sono troppi intermediari, oppure ce n'è uno particolarmente ingordo. Quanto sto dicendo può essere dimostrato semplicemente confrontando i prezzi tra un negozio del centro Itallia, che io so avere rapporti e accordi diretti col Giappone, e gli altri negozi che si affidano ai grassi distributori presenti in Italia. Prendiamo per l'inchiostro Pilot Iroshizuku: come mai su praticamente tutti i siti di penne lo si trova sui 37€ a prezzo pieno sul sito del suddetto negozio lo troviamo a 23,90€ (prezzo di listino)? Semplicemente perché ci sono meno grassoni in mezzo che si devono abbuffare!
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Causa della differenza di prezzo tra Giappone e Italia
Qui si può essere più prolissi, senza temere di andare fuori tema.
Come dicevo dall'altra parte, se lavorano offrendo un servizio, mettendo in chiaro (come fanno) i costi di quel servizio, non vedo il motivo del contendere. Sono, poi, io a decidere se ne vale la pena oppure no.
Per gli Iroshizuku, ci sono almeno due negozi del centro Italia che hanno i prezzi più bassi, e una boccetta viene messa in vendita a 23,90 in uno e 23 euro tondi nell'altro, salvo ulteriori sconti (già capitato). Gli altri negozi che lasciano il prezzo sensibilmente più alto non mi creano alcun problema, ma ovviamente non ci compro.
La differenza di prezzo esiste con molte categorie merceologiche: il sovrapprezzo è il guadagno del distributore. Per certe cose conviene rivolgersi al distibutore ufficiale (esempio, fotocamere digitali professionali), per altre si decide al momento. Le stilografiche sono un mercato di nicchia, non fanno grandi numeri, sono costruttivamente elementari, e può capitare (a me è capitato) che un negozio si sostituisca al distributore ufficiale fornendo comunque un servizio di qualità.
Non sarò io che andrò a fare i conti in tasca al distributore (che paga stipendi, tasse e quant'altro), ma posso manifestare il mio disappunto acquistando su altri canali, accettando che qualcosa possa andar male (e anche questo mi è capitato).
Non molto tempo fa ho acquistato due giapponesi in un negozio italiano, spendendo più di quanto avrei speso se avessi comprato direttamente in Giappone. Quel sovrapprezzo è il costo della mia comodità; ho pagato qualcuno per fare determinate operazioni al posto mio e, in caso di problemi, non devo far altro che portare il tutto in negozio. Niente dogane, niente attese, niente spedizioni, niente problemi se qualcosa va male.
Ho lo stesso atteggiamento anche verso il vintage: i mercatini mi piacciono, ma se devo comprare una vintage mi rivolgo a chi li gira d'abitudine e ha le capacità di mettere in pieno ordine di funzionamento una penna che - magari - ha sul groppone almeno 50 anni.
Questo è chiaramente il mio atteggiamento; non è più giusto del tuo, è solo diverso. Quando si compra, e si paga, ognuno ha il sacrosanto diritto di agire come ritiene più opportuno. Solo lo scopo finale è sempre lo stesso: avere tra le mani ciò che si desiderava.
Come dicevo dall'altra parte, se lavorano offrendo un servizio, mettendo in chiaro (come fanno) i costi di quel servizio, non vedo il motivo del contendere. Sono, poi, io a decidere se ne vale la pena oppure no.
Per gli Iroshizuku, ci sono almeno due negozi del centro Italia che hanno i prezzi più bassi, e una boccetta viene messa in vendita a 23,90 in uno e 23 euro tondi nell'altro, salvo ulteriori sconti (già capitato). Gli altri negozi che lasciano il prezzo sensibilmente più alto non mi creano alcun problema, ma ovviamente non ci compro.
La differenza di prezzo esiste con molte categorie merceologiche: il sovrapprezzo è il guadagno del distributore. Per certe cose conviene rivolgersi al distibutore ufficiale (esempio, fotocamere digitali professionali), per altre si decide al momento. Le stilografiche sono un mercato di nicchia, non fanno grandi numeri, sono costruttivamente elementari, e può capitare (a me è capitato) che un negozio si sostituisca al distributore ufficiale fornendo comunque un servizio di qualità.
Non sarò io che andrò a fare i conti in tasca al distributore (che paga stipendi, tasse e quant'altro), ma posso manifestare il mio disappunto acquistando su altri canali, accettando che qualcosa possa andar male (e anche questo mi è capitato).
Non molto tempo fa ho acquistato due giapponesi in un negozio italiano, spendendo più di quanto avrei speso se avessi comprato direttamente in Giappone. Quel sovrapprezzo è il costo della mia comodità; ho pagato qualcuno per fare determinate operazioni al posto mio e, in caso di problemi, non devo far altro che portare il tutto in negozio. Niente dogane, niente attese, niente spedizioni, niente problemi se qualcosa va male.
Ho lo stesso atteggiamento anche verso il vintage: i mercatini mi piacciono, ma se devo comprare una vintage mi rivolgo a chi li gira d'abitudine e ha le capacità di mettere in pieno ordine di funzionamento una penna che - magari - ha sul groppone almeno 50 anni.
Questo è chiaramente il mio atteggiamento; non è più giusto del tuo, è solo diverso. Quando si compra, e si paga, ognuno ha il sacrosanto diritto di agire come ritiene più opportuno. Solo lo scopo finale è sempre lo stesso: avere tra le mani ciò che si desiderava.
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Causa della differenza di prezzo tra Giappone e Italia
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[url_new=]http://www.peneconomics.com/blog/2016/1 ... ing-puzzle[/url_new]
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Causa della differenza di prezzo tra Giappone e Italia
Personalmente non mi interessa indagare i motivi reconditi delle differenze di prezzo tra questo e quel commerciante in questo o quel paese
Qui si sta parlando di penne quindi beni voluttuari e superflui non di beni primari ed indispensabili alla sopravvivenza.
Io francamente non farei mai un acquisto per poi aspettare che l’oggetto arrivi dall’altra parte del pianeta, chissà quando, chissà come e chissà in quali condizioni e magari dover poi brigare con dogane fatture e documenti vari.
Dovessi comperare una penna a settimana forse potrebbe valere la pena, ma visto che non è questo il mio caso , io preferisco andare in negozio e uscire con la penna , o quel che è, in tasca.
Preferisco instaurare un rapporto con un negoziante serio, possibilmente accorto con i clienti, che li segua e supporti anche in caso di eventuali problemi, che parli la mia lingua e risponda al telefono in orari lavorativi , con il quale magari fare anche due gradevoli chiacchiere di persona.
Tutto questo ha un prezzo, lo so, lo pago, e non me importa nulla, poi ciascuno faccia come crede e compri deve ritiene sia meglio.
Qui si sta parlando di penne quindi beni voluttuari e superflui non di beni primari ed indispensabili alla sopravvivenza.
Io francamente non farei mai un acquisto per poi aspettare che l’oggetto arrivi dall’altra parte del pianeta, chissà quando, chissà come e chissà in quali condizioni e magari dover poi brigare con dogane fatture e documenti vari.
Dovessi comperare una penna a settimana forse potrebbe valere la pena, ma visto che non è questo il mio caso , io preferisco andare in negozio e uscire con la penna , o quel che è, in tasca.
Preferisco instaurare un rapporto con un negoziante serio, possibilmente accorto con i clienti, che li segua e supporti anche in caso di eventuali problemi, che parli la mia lingua e risponda al telefono in orari lavorativi , con il quale magari fare anche due gradevoli chiacchiere di persona.
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Bisognerebbe provare a comprare una Viscomti o una Aurora in Giappone, per fare un paragone sensato.
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Bell' intervento anche se non mi trovi pienamente d' accordo.analogico ha scritto: ↑venerdì 23 novembre 2018, 18:55 Personalmente non mi interessa indagare i motivi reconditi delle differenze di prezzo tra questo e quel commerciante in questo o quel paese
Qui si sta parlando di penne quindi beni voluttuari e superflui non di beni primari ed indispensabili alla sopravvivenza.
Io francamente non farei mai un acquisto per poi aspettare che l’oggetto arrivi dall’altra parte del pianeta, chissà quando, chissà come e chissà in quali condizioni e magari dover poi brigare con dogane fatture e documenti vari.
Dovessi comperare una penna a settimana forse potrebbe valere la pena, ma visto che non è questo il mio caso , io preferisco andare in negozio e uscire con la penna , o quel che è, in tasca.
Preferisco instaurare un rapporto con un negoziante serio, possibilmente accorto con i clienti, che li segua e supporti anche in caso di eventuali problemi, che parli la mia lingua e risponda al telefono in orari lavorativi , con il quale magari fare anche due gradevoli chiacchiere di persona.
Tutto questo ha un prezzo, lo so, lo pago, e non me importa nulla, poi ciascuno faccia come crede e compri deve ritiene sia meglio.
Non per niente ti chiami "analogico" !
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Causa della differenza di prezzo tra Giappone e Italia
da ex negoziante vi posso portare la mia esperienza.
il peso dei "grossisti" e degli importatori in italia è eccessivo e non efficiente. in più ( tranne alcune belle eccezioni ) molti si comportano ancora come negli anni '70 : illudendosi di avere una sorta di "monopolio territoriale" e quindi imponendo forti margini. Questo vale non solo per le penne, ma in tantissimi altri settori commerciali, dove ( escludendo il non tassato A ) negozianti/importatori tedeschi o francesi applicano prezzi inferiori anche del 15/25% e NON perchè la vecchia storiella delle "meno tasse" in quanto in EU la pressione fiscale è simile. Purtroppo abbiamo una mentalità eccessivamente conservatrice, non ci siamo adattati alle evoluzioni degli ultimi decenni e non si è capito che ci si confronta su un mercato globale.
il peso dei "grossisti" e degli importatori in italia è eccessivo e non efficiente. in più ( tranne alcune belle eccezioni ) molti si comportano ancora come negli anni '70 : illudendosi di avere una sorta di "monopolio territoriale" e quindi imponendo forti margini. Questo vale non solo per le penne, ma in tantissimi altri settori commerciali, dove ( escludendo il non tassato A ) negozianti/importatori tedeschi o francesi applicano prezzi inferiori anche del 15/25% e NON perchè la vecchia storiella delle "meno tasse" in quanto in EU la pressione fiscale è simile. Purtroppo abbiamo una mentalità eccessivamente conservatrice, non ci siamo adattati alle evoluzioni degli ultimi decenni e non si è capito che ci si confronta su un mercato globale.
Causa della differenza di prezzo tra Giappone e Italia
porto una mia esperienza extra penne, dovevo comprare una fresatrice deWAlt per falegnameria, prezzo in italia da concessionario 530 euro scontato dopo lunga trattativa 470, prezzo negozio uk che vende anche online 250 ovviamente lo stesso modello con gli stessi accessori. Lo faccio notare al concessionario sopracitato e mi dice che in Italia i prezzi di listino sono imposti dal distributore e anche la relativa scontistica e che non ci poteva fare nulla anche se per acquisire un cliente avrebbe voluto farlo in questo caso.
P.S: se qualcuno avesse dubbi sulla garanzia in caso di guasto, finche l'uk era in europa vigeva comunque la garanzia europea e il lavoro veniva effettuato dal concessionario italiano stesso.
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Causa della differenza di prezzo tra Giappone e Italia
Condivido quanto scritto da Antonio (analogico).
mandi
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Riccardo
Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie (G.U.)
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