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18 Maggio 2024 - Ippodromo del Visarno, piazzale delle Cascine 29
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Scribo - Inchiostri
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Scribo - Inchiostri
Va bene, ho capito, vi ringrazio anche di tutte le informazioni tese a farmi desistere dal provare questi inchiostri ma ... vasetto da marmellata e costi al litro a parte, qualcuno li ha usati? quali vantaggi offrono rispetto alla collaudata concorrenza? 90 ml sono una bella quantità di inchiostro e - con tutta sincerità - considerato che ben altre "nobiltà" giacciono in attesa del loro momento, non sarei - al momento, badate bene, al momento - propenso a fare da cavia. Attendo informazioni aggiuntive.
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I calamai in vetro della Diamine sono 80ml e costano meno di 9 euro.
Fa più rumore un albero che cade che un'intera foresta che cresce.
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I calamai in vetro della Diamine sono 80ml e costano meno di 9 euro.
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vero e sono anche buoni inchiostri, collaudati e con poche incognite, per questo chiedevo se questi nuovi prodotti avessero delle caratteristiche peculiari che ne giustificassero l'esistenza e la collocazione nella fascia alta del mercato (ovviamente sono alla ricerca di opinioni, non di sentenze inappellabili ).
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vero e sono anche buoni inchiostri, collaudati e con poche incognite, per questo chiedevo se questi nuovi prodotti avessero delle caratteristiche peculiari che ne giustificassero l'esistenza e la collocazione nella fascia alta del mercato (ovviamente sono alla ricerca di opinioni, non di sentenze inappellabili ).
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È esattamente quello che intendo io.balthazar ha scritto: ↑domenica 17 maggio 2020, 16:18 Va bene, ho capito, vi ringrazio anche di tutte le informazioni tese a farmi desistere dal provare questi inchiostri ma ... vasetto da marmellata e costi al litro a parte, qualcuno li ha usati? quali vantaggi offrono rispetto alla collaudata concorrenza? 90 ml sono una bella quantità di inchiostro e - con tutta sincerità - considerato che ben altre "nobiltà" giacciono in attesa del loro momento, non sarei - al momento, badate bene, al momento - propenso a fare da cavia. Attendo informazioni aggiuntive.
Non è la cifra in sé - gli iroshizuku costano uguale e sono ampiamente utilizzati da molti qui - ma più il fatto di doversi accollare una spesa piuttosto alta, per una grossa quantità di inchiostro "sconosciuto", del quale non sono note le caratteristiche.
Avrebbero potuto commercializzare quantitativi più piccoli, almeno all'inizio.
Chiara
"Una grande scoperta risolve un grande problema, ma nella soluzione di qualsiasi problema c'è un pizzico di scoperta."
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Si tratta delle stesse boccette nelle quali Maimeri, un noto produttore milanese di materiali per belle arti, ha cercato fino a qualche tempo fa di vendere i propri pigmenti puri in polvere.
Per i pigmenti andavano molto bene, ma facevano alzare tantissimo il prezzo del pigmento, e gli utenti non fecero altro che lasciarli sugli scaffali, tranne quelli che volevano una boccetta di quel tipo per usarla come abbellimento; furono, infatti, sostituite da contenitori di plastica, molto più sicuri, pratici ed economici. Si possono impilare, ma se non ricordo male la stabilità non era il massimo.
Il peso del solo contenitore, comprensivo di tappo, si aggirava intorno ai 360 grammi, grammo più grammo meno. Mi risulta, ma la mia memoria potrebbe fallire, che il produttore fosse Bormioli di Parma, amico di Gianni Maimeri.
Per i pigmenti andavano molto bene, ma facevano alzare tantissimo il prezzo del pigmento, e gli utenti non fecero altro che lasciarli sugli scaffali, tranne quelli che volevano una boccetta di quel tipo per usarla come abbellimento; furono, infatti, sostituite da contenitori di plastica, molto più sicuri, pratici ed economici. Si possono impilare, ma se non ricordo male la stabilità non era il massimo.
Il peso del solo contenitore, comprensivo di tappo, si aggirava intorno ai 360 grammi, grammo più grammo meno. Mi risulta, ma la mia memoria potrebbe fallire, che il produttore fosse Bormioli di Parma, amico di Gianni Maimeri.
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Io invece mi chiedo il perchè della scelta di 90 ml per un calmaio d'inchiostro.
Io preferisco avere boccette da 30ml o anche meno e avere più tipi di inchiostro piuttosto che tenermi, indipendentemente dal costo, una bottiglia di un colore che non uso mai.
Ben vengano la Herbin che li vende anche in confezioni da 10ml.
Lo provo e poi se mi piace prendo il calamaio da 30. Poi quando lo finisco ne compro una nuova e ho l'inchiostroo sempre fresco.
Io preferisco avere boccette da 30ml o anche meno e avere più tipi di inchiostro piuttosto che tenermi, indipendentemente dal costo, una bottiglia di un colore che non uso mai.
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Perché evidentemente vende, e non siamo tutti uguali.
Io, ad esempio, preferisco una boccetta da 80 ml. a una da 30ml. Quella da 10 neanche la considero, fosse anche solo per provare un nuovo inchiostro, perché non faccio a tempo a conoscere come voglio ciò che sto iniziando a usare. Quando ho voluto togliermi lo sfizio ho sempre optato per una scatolina di cartucce, e via.
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La Diamine, lavora bene, offre sia la scelta del 30 ml nel contenitore plastico, sia i calamai da 80ml in vetro. Lo provi, poi se ti piace compri il calamaio grande.Lateralus ha scritto: ↑domenica 17 maggio 2020, 17:56 Io invece mi chiedo il perchè della scelta di 90 ml per un calmaio d'inchiostro.
Io preferisco avere boccette da 30ml o anche meno e avere più tipi di inchiostro piuttosto che tenermi, indipendentemente dal costo, una bottiglia di un colore che non uso mai.
Ben vengano la Herbin che li vende anche in confezioni da 10ml.
Lo provo e poi se mi piace prendo il calamaio da 30. Poi quando lo finisco ne compro una nuova e ho l'inchiostroo sempre fresco.
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Ho trovato un contenitore molto simile nella dispensa della suocera oggi a mezzogiorno!
In effetti se la boccetta fosse come questa, sarebbe ottima per raccogliere meglio l'inchiostro quando è quasi finito. Comunque il peso (col pepe) è meno di quanto uno si aspetterebbe.
In effetti se la boccetta fosse come questa, sarebbe ottima per raccogliere meglio l'inchiostro quando è quasi finito. Comunque il peso (col pepe) è meno di quanto uno si aspetterebbe.
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La Diamine, lavora bene, offre sia la scelta del 30 ml nel contenitore plastico, sia i calamai da 80ml in vetro. Lo provi, poi se ti piace compri il calamaio grande.
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Anche la Pilot vende la serie Iroshizuku in due versioni da 15ml e da 50ml.
Per quanto mi riguarda ho recentemente preso il Sailor Irori da 20ml e, adesso che l'ho provato, mi piace al punto che forse prenderei un calamaio più grande ma non oltre i 50ml, anche per una questione di spazio.
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Anche la Pilot vende la serie Iroshizuku in due versioni da 15ml e da 50ml.
Per quanto mi riguarda ho recentemente preso il Sailor Irori da 20ml e, adesso che l'ho provato, mi piace al punto che forse prenderei un calamaio più grande ma non oltre i 50ml, anche per una questione di spazio.
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Sembrerebbe che questo marchio Scribo voglia collocarsi nella fascia alta del mercato, i prezzi dei prodotti , penne o inchiostri che siano, lo testimoniano.
Troppo alta, secondo me, per degli illustri sconosciuti.
Sconosciuti in quanto di fatto affacciati da poco sul mercato, illustri perché pare discendano dai sacri lombi della Omas.
Io francamente, al momento, non vedo nulla nella produzione di questo marchio che mi interessi, ma altrettanto francamente gli auguro i migliori successi.
Riguardo gli inchiostri in generale , specifico subito che io utilizzo solo tre colori: nero, blu e blu/nero .
Ciò detto , personalmente ritengo che l’universo dei colori per la scrittura stilografica sia stato ampiamente ed approfonditamente esplorato in lungo ed in largo.
Non credo sia facile o addirittura possibile, inventare oggi come oggi qualcosa di totalmente nuovo che già non sia presente con altra marca, formato, dimensione e fascia di prezzo.
Non credo altresì che la molla che smuove il desiderio di acquistare un nuovo inchiostro, sia il voler scrivere o provare a scrivere con quel determinato nuovo colore, perché quel colore nuovo non è, certamente quel colore esiste già e c’è già qualcuno che lo commercializza, magari con un altro nome.
Un fattore fondamentale nell’impulso all’ acquisto di un nuovo inchiostro è molto spesso residente nel contenitore e non nel contenuto.
Ed ecco perché la ricerca di contenitori sempre più particolari, il grande sforzo di fantasia nell’ inventare nomi quanto più fascinosi possibile, mutuati dal cibo, dalla natura o da luoghi misteriosi e lingue arcane.
Non va mai dimenticato che non esistono tanti produttori di inchiostri quanti sono i marchi che li commercializzano, ciò significa che, piaccia o no, cambia sempre il contenitore ma spesso il contenuto è il medesimo.
Questo è il mio personalissimo pensiero in proposito, ma io non sono interessato alla scrittura colorata e nemmeno alla collezione di boccette di vetro di varia foggia, chi viceversa lo fosse avrebbe di che legittimamente divertirsi.
Troppo alta, secondo me, per degli illustri sconosciuti.
Sconosciuti in quanto di fatto affacciati da poco sul mercato, illustri perché pare discendano dai sacri lombi della Omas.
Io francamente, al momento, non vedo nulla nella produzione di questo marchio che mi interessi, ma altrettanto francamente gli auguro i migliori successi.
Riguardo gli inchiostri in generale , specifico subito che io utilizzo solo tre colori: nero, blu e blu/nero .
Ciò detto , personalmente ritengo che l’universo dei colori per la scrittura stilografica sia stato ampiamente ed approfonditamente esplorato in lungo ed in largo.
Non credo sia facile o addirittura possibile, inventare oggi come oggi qualcosa di totalmente nuovo che già non sia presente con altra marca, formato, dimensione e fascia di prezzo.
Non credo altresì che la molla che smuove il desiderio di acquistare un nuovo inchiostro, sia il voler scrivere o provare a scrivere con quel determinato nuovo colore, perché quel colore nuovo non è, certamente quel colore esiste già e c’è già qualcuno che lo commercializza, magari con un altro nome.
Un fattore fondamentale nell’impulso all’ acquisto di un nuovo inchiostro è molto spesso residente nel contenitore e non nel contenuto.
Ed ecco perché la ricerca di contenitori sempre più particolari, il grande sforzo di fantasia nell’ inventare nomi quanto più fascinosi possibile, mutuati dal cibo, dalla natura o da luoghi misteriosi e lingue arcane.
Non va mai dimenticato che non esistono tanti produttori di inchiostri quanti sono i marchi che li commercializzano, ciò significa che, piaccia o no, cambia sempre il contenitore ma spesso il contenuto è il medesimo.
Questo è il mio personalissimo pensiero in proposito, ma io non sono interessato alla scrittura colorata e nemmeno alla collezione di boccette di vetro di varia foggia, chi viceversa lo fosse avrebbe di che legittimamente divertirsi.
Antonio
Essere moderni vuol dire affaccendarsi nell’ Incurabile.
(Emil M. Cioran)
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Sono d'accordo su tutto e soprattutto mi chiedevo chi produce inchiostri e per chi?
- sciumbasci
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Che non mi pare sia un calamaio lavorato, cioè con delle lavorazioni particolari - quali potevano essere gli iroshikuzu in vetro soffiato - tali da giustificare un prezzo così alto. Avrei pagato quel prezzo se avessero messo fuori un calamaio funzionale, come Akkerman, o i vecchi Sheafferpiccardi ha scritto: ↑domenica 17 maggio 2020, 2:09Sul fatto che siano cari siamo d'accordo, vedo comunque che sono calamai da 90ml, il che mi fa supporre una dimensione ed un peso non trascurabile, con tutto quel vetro temo che la boccetta costituisca una frazione notevole del costo.sciumbasci ha scritto: ↑domenica 17 maggio 2020, 0:38 28,69 euro IVA esclusa e neanche la decenza di usare un calamaio unico come quello Omas.
A me in genere interessa l'inchiostro, e la tendenza a usare boccette di lusso (della cui praticità dubito) non mi convince più di tanto, ma mi sembra sia ormai un trend che dopo l'uscita degli Iroshizuku han scopiazzato un po' tutti.
Non capisco però cosa ci sia di indecente a non usare un calamaio come quello di Omas, che è senz'altro particolare, ma è appunto di Omas, non di Scribo. Dovevano copiarlo?
Simone
- piccardi
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Sui vecchi Sheaffer ho qualche dubbio, il setto non è comodissimo da usare, ma se non altro si può caricare normalmente. Verificherò comunque quanto è efficace quando arriverò a misurarlo. Sugli Akkerman mi permetto di dissentire, ho provato ad usarne uno e fare le rotazioni per fare arrivare l'inchiostro nel collo della bottiglia lo trovo tutto tranne che funzionale. Che poi consenta davvero di caricare fino all'ultima goccia come pretende ho parecchi dubbi, ma anche qui comunque, se riuscirò ad farmene prestare uno vuoto, vedremo quanto davvero è efficace.sciumbasci ha scritto: ↑domenica 17 maggio 2020, 20:53 Che non mi pare sia un calamaio lavorato, cioè con delle lavorazioni particolari - quali potevano essere gli iroshikuzu in vetro soffiato - tali da giustificare un prezzo così alto. Avrei pagato quel prezzo se avessero messo fuori un calamaio funzionale, come Akkerman, o i vecchi Sheaffer
Questi mi paiono calamai costosi con inchiostro di qualità ignota che puntano al segmento di mercato "inchiostro con boccetta figa che costa un botto". Non ho idea della qualità della lavorazione della boccetta, se sia vetro, soffiato o meno, cristallo, o chissà cosa, ma in generale io quel prezzo ho difficoltà a pagarlo per qualunque calamaio di inchiostro...
Simone
Questo è un forum in italiano, per pietà evitiamo certi obbrobri linguistici:
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Scribo - Inchiostri
Nessun commento specifico sugli inchiostri Scribo, che non conosco.
Ma appoggio l’idea di Antonio (analogico) che è difficile inventare un inchiostro di un colore che non ci sia già. Ci sono decine di produttori (o meglio, diciamo, di marche che vendono inchiostri di non si sa quanti produttori), alcuni con cataloghi che includono decine e decine di tinte differenti, tutti resi ugualmente disponibili per l’acquisto sulla grande rete.
Perché abbia qualche chance di trovare la sua nicchia di mercato, secondo me un nuovo inchiostro deve riunire contemporaneamente alcune condizioni: essere un colore relativamente poco usuale (del tutto inusuale dubito che esista) nel rango dei colori utilizzabili, avere eccellenti doti fisico-chimiche (di resistenza, fluidità, trasparenza e densità, ecc.), avere un contenitore interessante (può esserlo da vari punti di vista) e un prezzo competitivo.
La variabile prezzo è soggetta alle regole di ”riconoscimento”, per cui può variare ed essere accettata a seconda delle marche anche per prodotti grosso modo equivalenti, e ciò permette per esempio a Montblanc di vendere (non di proporre, ma vendere) i suoi inchiostri a un costo per ml maggiore a quello di altre marche ugualmente valide. Montblanc ha inoltre una boccetta super funzionale, della quale nessuno s’è mai lamentato: bella ma non eccessivamente, funzionale senza essere stravagante, così che il cliente non ha troppo la sensazione di avere comprato inchiostro e pagato per il vetro.
Il successo insuccesso di un nuovo inchiostro dipende dalla capacità di soddisfare questi criteri, e ovviamente il più importante - quello delle caratteristiche reali dell’inchiostro - gioca contro le marche che si affacciano per la prima volta sul mercato, perché nessuno sa se si tratti di inchiostri oggettivamente buoni, indipendentemente dal prezzo.
Come un altro lettore ha fatto notare, una boccetta “proprietaria”, che oltre ad essere bella e funzionale sia anche unica, è certamente un valore aggregato.
E vorrei spendere qui una parola a favore della boccetta proprietaria degli inchiostri Akkerman. Io ne possiedo una nelle dimensioni minori e una in quelle grandi, e le trovo davvero funzionali. Permettono di non sporcare di inchiostro la sezione della penna e di osservare oggettivamente quanto inchiostro sta suzionando il pistone. Inoltre, tra tutte le mie boccette d’inchiostro, è la più originale ma con una ragione. Per tornare all’argomento, con una boccetta così, un buon inchiostro e un prezzo ragionevole, non mi stupisce che gli Akkerman abbiano una loro fettina del mercato.
Ma appoggio l’idea di Antonio (analogico) che è difficile inventare un inchiostro di un colore che non ci sia già. Ci sono decine di produttori (o meglio, diciamo, di marche che vendono inchiostri di non si sa quanti produttori), alcuni con cataloghi che includono decine e decine di tinte differenti, tutti resi ugualmente disponibili per l’acquisto sulla grande rete.
Perché abbia qualche chance di trovare la sua nicchia di mercato, secondo me un nuovo inchiostro deve riunire contemporaneamente alcune condizioni: essere un colore relativamente poco usuale (del tutto inusuale dubito che esista) nel rango dei colori utilizzabili, avere eccellenti doti fisico-chimiche (di resistenza, fluidità, trasparenza e densità, ecc.), avere un contenitore interessante (può esserlo da vari punti di vista) e un prezzo competitivo.
La variabile prezzo è soggetta alle regole di ”riconoscimento”, per cui può variare ed essere accettata a seconda delle marche anche per prodotti grosso modo equivalenti, e ciò permette per esempio a Montblanc di vendere (non di proporre, ma vendere) i suoi inchiostri a un costo per ml maggiore a quello di altre marche ugualmente valide. Montblanc ha inoltre una boccetta super funzionale, della quale nessuno s’è mai lamentato: bella ma non eccessivamente, funzionale senza essere stravagante, così che il cliente non ha troppo la sensazione di avere comprato inchiostro e pagato per il vetro.
Il successo insuccesso di un nuovo inchiostro dipende dalla capacità di soddisfare questi criteri, e ovviamente il più importante - quello delle caratteristiche reali dell’inchiostro - gioca contro le marche che si affacciano per la prima volta sul mercato, perché nessuno sa se si tratti di inchiostri oggettivamente buoni, indipendentemente dal prezzo.
Come un altro lettore ha fatto notare, una boccetta “proprietaria”, che oltre ad essere bella e funzionale sia anche unica, è certamente un valore aggregato.
E vorrei spendere qui una parola a favore della boccetta proprietaria degli inchiostri Akkerman. Io ne possiedo una nelle dimensioni minori e una in quelle grandi, e le trovo davvero funzionali. Permettono di non sporcare di inchiostro la sezione della penna e di osservare oggettivamente quanto inchiostro sta suzionando il pistone. Inoltre, tra tutte le mie boccette d’inchiostro, è la più originale ma con una ragione. Per tornare all’argomento, con una boccetta così, un buon inchiostro e un prezzo ragionevole, non mi stupisce che gli Akkerman abbiano una loro fettina del mercato.