Salve.
Ho due calamai di inchiostri ferrogallici Rohrer & Klingner, Salix e Scabiosa, mi pare acquistati tra l fine del 2013 e l'inizio del 2014, sempre conservati ben chiusi dentro un cassetto.
Sono inchiostri che mi piacciono, anche se l'uso che ne faccio non è così frequente; principalmente a causa del fatto che non scrivo tantissimo, ma anche perché uso questi inchiostri esclusivamente in una penna a loro dedicata e cercando di fare una rotazione tra le altre penne e inchiostri che posseggo i tempi si allungano; diciamo che ne uso un paio di ricariche ogni 4/6 mesi con una frequenza di uso del Salix circa doppia rispetto allo Scabiosa.
Recentremente mi sono accorto della presenza di sedimenti depositati sul fondo a tutti e due i calamai.
Non me ne sono accorto prima sia per la colorazione scura del vetro del calamaio sia per l'etichetta che lo copre quasi completamente, ma anche perché non sono un fanatico del controllo qualità.
Agitando bene i sedimenti sembrano dissolversi, non e' facile capire meglio proprio a causa del colore del vetro e dell'etichetta.
Non penso sia muffa perché, a calamaio ben "riposato", sulla superfice dell'inchiostro non si nota niente di strano (e poi l'acidità del ferrogallico non dovrebbe essere un antimuffa naturale?).
La prima ipotesti che ho fatto è stata quella che, essendo ferrogallico, fosse possibile una precipitazione dei componenti e che quindi non c'era niente di cui preoccuparsi; ma cercando conferme in rete ho trovato come spesso succede pareri opposti che non hanno fatto altro che instillarmi dubbi.
Certo, visto il costo e la facile reperibilità potrei buttarli e comprarli nuovi senza problemi, ma resterei con la sete di conoscenza.
Mi chiedevo quindi cosa ne pensate voi e se qualcuno ha avuto esperienze simili.
Per la cronaca, gli inchisotri funzionano apparentemente senza problemi, anche se il Salix, che e' quello maggiormente usato, ha preso una colorazione piu' scura e tendente al blu/nero appena steso per poi diventare grigio scuro/nero con l'ossidazione.
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Ultima modifica di gbiotti il sabato 9 maggio 2020, 19:05, modificato 1 volta in totale.
Geraldo
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Mi accodo alla richiesta di opinioni, visto che ho una storia perfettamente sovrapponibile alla tua.
In realtà non ci avevo mai neppure fatto caso, anche perché ho l'abitudine, prima di caricare, di agitare leggermente la boccetta.
Sulla maggior concentrazione dell'inchiostro non mi preoccuperei: anche se la boccetta è in vetro e ben chiusa, è normale negli anni una leggera perdita della componente acquosa (anche in quelle nuove sigillate di qualche decennio fa il livello è significativamente sceso, ma l'inchiostro rimane solitamente ben usabile, se non presenta addensamenti solidi).
In realtà non ci avevo mai neppure fatto caso, anche perché ho l'abitudine, prima di caricare, di agitare leggermente la boccetta.
Sulla maggior concentrazione dell'inchiostro non mi preoccuperei: anche se la boccetta è in vetro e ben chiusa, è normale negli anni una leggera perdita della componente acquosa (anche in quelle nuove sigillate di qualche decennio fa il livello è significativamente sceso, ma l'inchiostro rimane solitamente ben usabile, se non presenta addensamenti solidi).
Giuseppe.
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È un fenomeno normale con gli inchiostri ferrogallici, probabilmente dovuto ad ossidazione. Nulla di cui preoccuparsi.
E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.
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Bene quindi.
Una energica shakerata e via.
Geraldo.
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