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Pelikano Antimacchia

Le recensioni: impressioni d'uso e valutazioni direttamente dagli utenti
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vikingo60
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Pelikano Antimacchia

Messaggio da vikingo60 »

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Quella che vedete sopra è una Pelikano Antimacchia che mi fu regalata da mio padre nel lontano 1970.Era stata preceduta da una magnifica stilo stantuffo bordeaux con finiture dorate e pennino F molto flessibile che,purtroppo,non posso mostrarvi perchè distrutta da mio fratello(allora)piccolo(state tranquilli,non l'ho giustiziato!).
Ha cappuccio a pressione,impugnatura antiscivolo,pennino in acciaio M,finestratura per l'inchiostro.Il logo Pelikan si trova sulla testina metallica del cappuccio.Il pennino,privo di foro centrale,è seminascosto.Era dichiarata infrangibile,antimacchia,non temeva gli sbalzi di pressione viaggiando in aereo.Sembrava proprio la penna di James Bond.Unica raccomandazione della Casa evidenziata nel libretto di istruzioni:tenere sempre 2 cartucce nella penna.E' inutile sottolineare che questa penna scrive magnificamente bene,a distanza di 41 anni!
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Prezzo:1500 Lire;ancora si legge sull'etichetta posta a lato della scatolina in plastica originale dell'epoca.
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Credo anche,da quanto letto sul sito Pelikan,che questa versione fosse destinata al mercato estero;con 500 Lire in più si poteva acquistare la stessa penna con cappuccio in acciaio inossidabile,che però aveva la clip senza il classico becco di pellicano.Ma io ho sempre preferito la resina.
Ciao
Alessandro
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Alessandro
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piccardi
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Re: Pelikano Antimacchia

Messaggio da piccardi »

La Pelikano è un classico della produzione Pelikan, una penna destinata principalmente all'uso scolastico. Come tale si tratta di penna il cui buon funzionamento è praticamente assicurato dallo scopo, gli studenti una penna che non scrive non la comprano, oggi invece che van di moda gli status symbol si vedono in giro penne costosissime che scrivono anche male (tanto conta solo l'impatto visivo)...

La tua mi sembra in ottime condizioni.

Ciao
Simone
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Pupa
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Re: Pelikano Antimacchia

Messaggio da Pupa »

OT. su Penna Magazine ho letto questa storia:

Dal grifone al pellicano

La storia di Fabbriche Grifone, l’azienda tedesca nata all’inizio del Novcento che nel 1965 viene acquistata da Pelikan, con la quale viene fusa nel 1985

Carl Bruer (1869-1939) è stato uno di quei rari individui capaci di coniugare grandi capacità di imprenditore a doti di uomo di mondo e godere pienamente del benessere prodotto. Ho avuto l'opportunità di conoscerlo, in senso metaforico beninteso, in occasione del volo inaugurale del dirigibile Hindenburg da Francoforte a Lakehurst (New Jersey), svoltosi tra il 6 e il 9 maggio 1936. Stavo esaminando la lunga lista dei passeggeri di quel volo quando noto il nome di Carl Bruer, seguito da alcune brevi note, più avanti descritte, che mi spingono ad approfondire la conoscenza di questo personaggio, legato non poco al mondo della scrittura, la cui storia vale qui la pena raccontare.

All'epoca del volo dell'Hindenburg, Carl Bruer aveva 66 anni e nelle note da me trovate sui passeggeri viene così descritto: “Fabbricante di penne stilografiche e proprietario della Greif-Werke in Goslar, Germania. Bruer fu anche un viaggiatore frequente sugli Zeppelin e scrisse numerosi libri che descrivevano i suoi viaggi a bordo dei Graf Zeppelin in Sudamerica, al Cairo e il suo viaggio di andata e ritorno negli Stati Uniti sull'Hindenburg”. Sembra evidente da questi appunti di trovarsi di fronte a un abile personaggio che, all'apice di un’attività di successo, sa godersi quel benessere da lui stesso creato, grazie anche alla costituzione della Greif (grifone).

Osserviamone più da vicino le vicende: fondata nel 1902 a Goslar, piccola cittadina nel cuore della Germania, poco più a sud di Hannover, nel ricco bacino minerario del Rammelsberg, Fabbriche Grifone era, come recita la sua ragione sociale, “Prima Società Tedesca di Cancelleria e Articoli per Ufficio. Fabbrica per Macchine di Riproduzione, Carta Cerata, Colori, Accessori, Carta Carbone, Nastri, Inchiostri, Collanti”.

Insignita di medaglia d'oro alla fiera di Lipsia del 1914, disponeva di succursali a Berlino, Amburgo e Düsseldorf e di un ufficio commerciale capace di corrispondere in numerose lingue estere, confermato dalla presenza delle quattro maggiori lingue europee su alcune vecchie confezioni. Superfluo sottolineare che il marchio registrato esibiva un grifone.

Chiunque abbia un po' di dimestichezza con la storia degli strumenti di scrittura avrà già intuito quanto la produzione della Greif di Goslar fosse in concorrenza con quella della più antica Pelikan di Hannover.

Con la conclusione del primo conflitto mondiale, all'esordio degli anni '20, l'azienda arriva a impegnare oltre 300 persone e dal 1922 inizia anche la fabbricazione di stilografiche. La presenza di Greif sul mercato italiano è accertata attraverso la rara pubblicità, rintracciabile su riviste d'epoca, di Adolfo Held, rappresentante generale per Italia e colonie con uffici a Milano in via Settembrini 7. Sebbene di buona fattura e bella linea, le stilografiche a marchio Greif non sono facilmente rintracciabili sul mercato collezionistico, anche se il prezzo solitamente richiesto è più modesto rispetto alle più blasonate Pelikan e Montblanc: i pochi modelli ritrovati sono realizzati in resina nera, sempre con carica a stantuffo e serbatoio a vista, riportano la sagoma stilizzata di un grifone sul bottone che fissa il fermaglio sul cappuccio, presentano il pennino, in metallo o in oro 14 kt, con il marchio dell'azienda e il grifone. La produzione post-bellica è probabilmente quella contraddistinta dall'inserimento di anelli in resina verde sulle estremità o in corrispondenza dell'anello del cappuccio.

La storia di questa azienda si interrompe allorché nel 1965 viene acquistata da Pelikan, con la quale viene definitivamente fusa nel 1985: il grifone lascia così il posto al pellicano, dimostratosi più abile a controllare le forti correnti che da sempre dominano il vasto mare del commercio.



Giuseppe Fichera
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Messaggio da pac965 »

Ho sempre avuto varie Pelikano,attualmente ne ho una ventina, dalla prima serie degli anni 60 col pennino coperto a quelle come la tua (le mie preferite), che sono nate azzurre in resina, con il cappuccio di inox sabbiato, poi è stato introdotto per l'esportazione anche il modello col cappuccio in resina, sempre azzurro, con la clip a becco di pellicano, poi sono arrivate quelle di altri colori, e in seguito la clip senza il becco di pappagallo, poi un diverso grip sulla sezione. Poi sono uscite quelle con un altro tipo ancora di pennino, il cappuccio metallico smaltato, e ho anche questa, e poi sono state aggiunte le 4 finestrelle sul fusto, e questa è la più recente che ho. E scrivono tutte benissimo, le mie hanno tutte il pennino misura F. Costano poco e se le trovate compretele: ne vale sempre la pena e, anche senza usare il converter, comunque facile da trovare, si possono usare cartucce di tante marche diverse, con notevole scielta di inchiostri.
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Phormula
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Messaggio da Phormula »

Quanto ho odiato quella penna. La mia maestra delle elementari imponeva l'uso della stilografica, che doveva per forza essere la Pelikano antimacchina, qualsiasi altra penna (stilografica e non) veniva sequestrata.
Da allora e per 25 anni non ho più comprato una Pelikan... mi sono deciso solo un mese fa, quando ho preso la "verde nera".
E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.
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Andrea C
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Messaggio da Andrea C »

Ecco la mia...
Perfettamente funzionante e ...ininceppabile con qualsiasi inchiostro.
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Messaggio da Andrea C »

Dimenticavo...:
confermo che bisogna assolutamente mettere la seconda cartuccia nel fondello (come da istruzioni Pelikan).
Io ho provato a suo tempo a non farlo (apposta...). Disastro........ :o :o :lol:
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Messaggio da G P M P »

Ecco perche col converter le macchie sono assicurate ... :geek:
Giovanni Paolo
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Messaggio da guidocori »

Anche io ne ho una identica,l'ho ritrovata per caso dai miei genitori e poi dimenticata insieme a (orrore!)delle penne pubblicitarie delle quali mi sono dilettato nel tempo a collezionarle.Ma torniamo alla "fantastica":dopo 30 anni,lavata,asciugata,doppia cartuccia e via:scrive come 30 anni fa cioè bene e fa il suo dovere direi.Solo io sono cambiato:la mia calligrafia è pessima ,ma rimedieremo!!!
Le persone comuni mirano soltanto a passare il tempo. Chi ha un po' d'ingegno a utilizzarlo.
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Messaggio da maxpop 55 »

Grande penna, quand'ero ragazzino, ne ho avute molte, ma data la mia smania di smontare , non saprei dirti quante ne ho distrutte.
Il valore di una stilografica non dipende dal costo, ma dal valore che noi le diamo.
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Messaggio da A Casirati »

maxpop 55 ha scritto:Grande penna, quand'ero ragazzino, ne ho avute molte, ma data la mia smania di smontare , non saprei dirti quante ne ho distrutte.
Ah, se avessi conservato le mie! ne ricordo una verde ed una rossa. Ma allora mi interessavano di più i modellini di aerei e carri armati...
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Messaggio da Phormula »

Quanto odio quella penna. :evil:
Scusate, ma quando facevo la scuola elementare era l'UNICA penna ammessa, e per di più di un UNICO colore, un verdino spento.
Qualsiasi altra penna veniva inesorabilmente sequestrata dalla maestra.
Mi ricordo che avevo un'altra penna, ma la usavo solo per fare i compiti a casa.
E' stata la ragione per cui non ho comprato più una penna Pelikan per quasi trent'anni.

Quando sono arrivato alle medie, la prima cosa che ho fatto è stato chiedere ai miei una penna diversa, mentre i miei compagni di classe sono passati in massa alle biro.
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Messaggio da vikingo60 »

Phormula ha scritto:Quanto odio quella penna. :evil:
Scusate, ma quando facevo la scuola elementare era l'UNICA penna ammessa, e per di più di un UNICO colore, un verdino spento.
Qualsiasi altra penna veniva inesorabilmente sequestrata dalla maestra.
Mi ricordo che avevo un'altra penna, ma la usavo solo per fare i compiti a casa.
E' stata la ragione per cui non ho comprato più una penna Pelikan per quasi trent'anni.

Quando sono arrivato alle medie, la prima cosa che ho fatto è stato chiedere ai miei una penna diversa, mentre i miei compagni di classe sono passati in massa alle biro.
Io avevo una situazione del tutto opposta:la mia maestra,sebbene anziana,tollerava solo le BIC Nero di China Punta Fine,che credo non vengano più prodotte,per fortuna.Ogni altra penna era subito sequestrata ed immediatamente distrutta.Soltanto in 4 elementare,col suo pensionamento,mi sono sbizzarrito con le stilografiche.
Alessandro
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