difettosita' delle penne, tentativo di analisi

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difettosita' delle penne, tentativo di analisi

Messaggio da merloplano »

stacco l'argomento che appare in modo ricorrente. rispondo in particolare a questo post


TL;DR
1- la difettosita' di penne costose e' pari o inferiore a quelle di penne economiche, fino a prova contraria
2- la differente percezione e' dettata delle diverse aspettative del cliente (basate sulla propria percezione del prezzo pagato), non da dati oggettivi. un fattore endogeno che non puo' essere controllato ex-ante (ovvero, senza tirare in ballo la garanzia) dal produttore a prezzi che siano competitivi sul mercato (mercato definito dal cliente)
3- la definizione di "scrivere bene" per un appassionato e' molto piu' elevata di quello dell'utente tipico di penne costose, ed include elementi personali che il produttore non puo' coprire al 100%
4- lo "scrivere bene" potrebbe essere influenzato da modelli ideali non esistenti in realta', tanto nel presente quanto nel passato

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Esme ha scritto: venerdì 16 settembre 2022, 9:12
merloplano ha scritto: giovedì 15 settembre 2022, 22:48 mi fai 2 esempi di penne che hanno causato l'abbandono del marchio da parte dei clienti?

La mia evidente reticenza a fare nomi è dovuta a due motivi.

la reticenza evidente era quella relativa alle domande di edis: le penne costose che ti avevano delusa. io ho chiesto di penne che hanno causato "abbandono dei clienti/chiusura dei battenti", un concetto che hai espresso 3 volte ed esula dall'aneddotica. trovo piu' corretto, se si interviene senza volere citare elementi di supporto, astenersi dallo scrivere certe cose: non arricchisce il lettore (io resto con la mia ignoranza) ed e' assimilabile al "loro fanno.." che sento troppo spesso. il soggetto e' necessario quando si argomenta una posizione o si descrive un fatto

Il primo è che voglio proprio mantenere il discorso su un piano speculativo.

considerato che contesto perfino i tuoi dati (sperimentali ?) di partenza, ovvero che la difettosita' delle penne costose sia superiore a quello di penne scolastiche, si rimane al livello di congetture, ognuna valida (o quasi)

Tu, come Sanseri, Casirati, Mir (e forse altri, mi scuso se ho dimenticato) avete suggerito abbastanza concordemente quale può essere un problema alla base, cioè che l'interesse è rivolto a qualcosa che poco c'entra con la scrittura.
Il che tra l'altro mi porterebbe a dire: ma perché allora non si limitano a "rivestire" penne che funzionano? E qui la risposta in realtà me l'hai data tu, con una interessante riflessione.

sono convinto della validita' della riflessione, accadde anche nel mondo dell'automobile: le linee di montaggio della panda di bertone erano piu' avanzate di quelle dei motori della rolls, che prevedeva un maggiore intervento umano. i motori rolls non erano necessariamente piu' affidabili di quelli fiat. la cura degli interni dei due prodotti era ovviamente opposta. la raison d'etre della rolls era il lusso, non l'affidabilita' meccanica, e li andavano le risorse. "ma come?", "un'automobile DEVE come minimo funzionare". no. e' quello che intendeva edis quando parlava di modelli di business diversi (almeno, io l'ho letta cosi). nel mercato del lusso la funzionalita' non e' il driver primario. sono soprammobili, per usare un tuo termine, capaci (anche) di fare altro. non e' un caso che range rover si sia ripresa qualitativamente quando acquistata dai tedeschi, come bentley e rolls. aston adotta motori mercedes (gli amg sono assemblati da un singolo operatore, lo assimilo al modello conid: c'e' differenza tra intervento manuale singolo e in serie). lotus gli affidabili toyota. hanno tutti eliminato dal loro modello di business la creazione di quello che dovrebbe essere il primo punto del prodotto (secondo la nostra opinione), e si sono concentrati sul vero core business: assetti, prestazioni, comfort, lusso
merloplano ha scritto: giovedì 15 settembre 2022, 22:48 on topic:
perche' non regolate le penne in modo che scrivano sotto il proprio peso?

Qui mi sento di dover citare Maruska, che ha ben chiarito il concetto.
Una penna nuova deve scrivere come si deve, e una stilografica deve farlo senza pressione. Se non lo fa è difettosa, e torna da dove è venuta.
Paradossalmente posso accettarlo da penne scolastiche, prodotte in serie in grandi numeri. Ma non da penne di costo ragguardevole. L'errore capita, ma la garanzia esiste per quello.
1- non sono d'accordo con il tuo uso della statistica. ti ho proposto un real case scenario, con numeri di prodotti, utenti e indice di difettosita', per dimostrare come non si trattasse di aneddotica (e, comunque, sarebbe aneddotica anche quella di penne costose e perfino, aggiungo provocando, quella di penne perfettamente funzionanti). non hai replicato

2- "L'errore capita, ma la garanzia esiste per quello" si applica ad entrambi i gruppi di penne, costose e non. le penne costose sono prodotte nello stesso modo, la difettosita' e' comparabile. io non capisco come si possa non capirlo. la penna costosa aggiunge a posteriori un controllo di qualita' migliore, che pero' non potra' mai essere puntuale, per penne di serie. farlo costerebbe 200 euro a penna (stima personale)*. attendersi che "a quel prezzo, la penna deve scrivere, e bene" significa vivere nel proprio mondo e non comprendere il funzionamento di un prodotto industriale su larga scala. le proprie aspettative non sono necessariamente accontentate al NOSTRO prezzo (a prescindere da quanto elevato sia, in base alla nostra percezione), ma lo saranno al prezzo di mercato (ovviamente, le nostre aspettative saranno quelle che il mercato ci ha insegnato ad avere).

3- noi appassionati siamo l'eccezione, non la regola. la regola, come ho scritto, e' che la 149 (ad esempio) la compri il direttore di banca per firmare contratti. cosa ne sa di pennini calligraphy? o di stub, di obliqui? o di inchiostri? il suo riferimento e' la penna a sfera (con false partenze all'ordine del giorno, si, anche con schmidt easyflow 9000, vado a memoria), o a gel (con il refill pilot che fa schifo, lascia blob alla fine di ogni linea veloce). e' su questa base, di infimo livello, che l'utente tipo (dal punto di vista del produttore) delle penne costose si forma l'idea delle prestazioni della propria penna. e queste saranno quindi eccellenti nella quasi totalita' dei casi. degli altri, alcuni saranno giustificati come "pennino da domare" ed altre menate. noi siamo diversi (eletta schiera, e penso a guccini, o quella razza e penso a benigni). noi conosciamo come deve scrivere un pennino. beh, insomma: vorrei sapere quanti testavano le penne sotto il proprio peso (che no, e' diverso da scrivere "senza pressione"), in almeno 2 angolazioni, prima di quel thread. noi usiamo una enorme varieta' di inchiostri, scriviamo su carte che la gran quantita' di acquirenti di penne costose ignora (moleskine ha il fascino del taccuino di EH, e continua a vendere nonostante faccia schifo).
la nostra definizione di "scrivere bene" e' necessariamente superiore a quella del mercato di riferimento del produttore, e travalica spesso quanto sia ragionevole attendersi. nella scala sansenri:
1. qualche difetto palese, la penna non scrive
2. probabile perdita di tenuta del cappuccio, la penna non riparte dopo qualche giorno
3. taratura non ottimale del flusso, la penna non scrive sotto il proprio peso
4. scrive sotto il proprio peso

1. e 2. e' dove interviene la garanzia, con 2. tipicamente un difetto di progettazione, non di realizzazione, e come tale ricorrente e ben individuato dagli utenti precedenti, quindi evitabile dall'appassionato informato
3. dipende dall'utente. quale inchiostro usa? quali carte? si entra nell'ambito delle regolazioni, e non c'e' quella che vada bene a tutti. invece ci aspettiamo che il produttore crei un oggetto di grande serie tarato sulle nostre signole esigenze, diverse da quelle di molti altri. e' ragionevole?

4- aggiungo un altro elemento. il vintage. siamo convinti che nel passato le cose fossero migliori, prodotti per durare 100 anni. pennini ultra-flessibili ed alimentatori in grado di fare fronte ad ogni richiesta. vero. ma avevano pochissime alette e flussi molto abbondanti, quante volte c'era inchiostro nel cappuccio? Koten90 racconta di come un alimentatore in ebanite a triplo canale sia ben in grado di fornire l'inchiostro necessario ad un pennino FA, ma a costo di un utilizzo calligrafico e limitato a carte pregiate. quante delle nostre aspettative si sono formate sul lato positivo della medaglia vintage, ignorandone gli immancabili tradeoff? quanto c'e' di reale e quanto di ideale nel benchmark di riferimento che noi abbiamo adottato?

* un meccanico di auto tedesche costa 60-80e/h. ci sono piu' meccanici che pennaioli, posso attendermi 100e/h. quanto tempo passa prima di archiviare una penna costosa e decidere di rispedirla al produttore? 2h? prima un inchiostro, poi lava con sapone, asciuga, poi un altro inchiostro, poi una carta, poi basta? bene, sono 200 euro da aggiungere al costo corrente delle penne: il produttore andrebbe fuori mercato. per referenza, conid per un prodotto con materiali comuni (bock in acciao, acrilico trasparente), ottimo qc ed eccellente ingegneria, chiedeva 300 euro (minimalistica nel 2017)

lo spiegone e' lunghissimo, troppo. mi e' costato molto tempo e non aggiungero' altro. riassume contributi prodotti in diversi thread e riflessioni nate da altrui note. non ho intenzione di replicare agli inevitabili commenti, intendo fornire spunti per le vostre eventuali riflessioni, per una volta basandosi su premesse descritte per esteso e su similitudini che semplifichino l'analisi, invece che su comprensioni "originali" dei modelli di produzione industriale su larga scala e di business model votati agli oggetti di lusso

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Messaggio da Esme »

Mi scuserai se non leggo tutto, sono a casa con 38 di febbre e la vista mi si annebbia.
In più è chiaro che partiamo da presupposti non compatibili.
Devo dire che, almeno per il primo pezzo, non condivido assolutamente nulla di quello che hai detto.
Capita.

Il forum è leggibile da tutti, e come questo anche quelli internazionali.
Non mi metto certo a fare il bigino per esprimere concetti che sono già stati ampiamente trattati, nè tanto meno mi metto a fare nomi per poi trasformare il tutto in una inutile e sciocca faida.
Ma ho tutto il diritto di fare riferimento a tematiche già trattate.

La mia era una riflessione tecnica. Capisco sia difficile.
Chi non ha una risposta (me compresa, altrimenti non avrei chiesto) può anche astenersi se l'argomento gli provoca fastidio.

Contesto anche ampiamente la tua visione vecchia di qualità aziendale e di soddisfazione del cliente.
Se a te piace sistemarti prodotti che non funzionano, bene, accomodati.
Io li rispedisco al mittente.
Se la ditta è seria provvede. Altrimenti non mi vede più.
Perchè una stilografica nuova (non vintage, non assemblata con pezzi di magazzino) deve, COME MINIMO, scrivere senza pressione.
Altrimenti uso una bic.
E per rallegrarmi la scrivania metto un soprammobile.

Per il resto, dando solo un occhio veloce, hai tirato in ballo una marea di argomenti che c'entrano ben poco e mi hai affibbiato pensieri che non ho mai espresso.

Diciamo la veritá: toccare gli status simbol (che roba vecchia, tra l'altro) fa alzare gli scudi di lesa maestà.
Un po' come a fatto l'ottima recensione della Jinhao x159.

Nessuno vieta a nessuno di comprare penne costose e praticamente inutilizzabili. Se poi qualche ditta fallisce non venga a piangere dicendo che "non è stata capita" o che "è colpa dei cinesi".

Adesso torno a godermi la mia febbre.
"È tutta colpa di Esme" [Bons]

"Sarò più entusiasta di incoraggiare il pensiero fuori dagli schemi quando ci saranno prove di un pensiero all'interno di essi." [sir Terry Pratchett]
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Messaggio da maylota »

Scusate se mi intrometto.

Capisco che in un dibattito si finisca sempre per estremizzare le posizioni, ma quando leggo che "la stilografica deve scrivere senza pressione altrimenti torna dritta dal produttore" (l'ho letto ieri nel thread originale, cito a memoria), io ho qualche problema:
Secondo me questa è una posizione che presa così - alla lettera - è pericolosissima, perchè profondamente diseducativa.

Cosa significa la frase in pratica?
Ficco la cartuccia, scrivo tre volta la storiella della volpe, la provo sotto il suo peso e se a freddo non ce la fa la rispedisco indietro tanto c'è Prime?
Sguazzo la penna a pistone nel calamaio, scrivo tre righe perfette, bagnate, luccicanti e poi restituisco la penna appena l'alimentatore si desatura perchè "il tratto non è più come prima?
Compro una penna con pennino in oro e alimentatore in ebanite e la rimando al venditore il giorno dopo perchè l'alimentatore non sta dietro al pennino? (senza dare il tempo all'ebanite di impregnarsi e con coda di improperi per il prezzo pagato)
Calco come un villico, la penna scrive male e la rimando indietro perchè "non solo non scrive sotto il suo peso ma nemmeno calcando un pochino"?

Solo per dire che il forum lo leggono giustamente tutti e se non spieghiamo bene cosa intendiamo, si rischia di non essere utili agli altri. O peggio, che a lungo andare le stilografiche assomiglino tutte alle scolastiche, punte rotonde superarrotondate, alimentatore a fontana. Scrive bene sempre e comunque. Senz'anima e senza gioia, ma almeno nessuno la ritorna al produttore :wave:
(perdonate l'OT)
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Messaggio da merloplano »

Esme ha scritto: venerdì 16 settembre 2022, 14:26 La mia era una riflessione tecnica. Capisco sia difficile.
offendere e' in genere l'ultima risorsa. mi adeguo.
mai parlato di non usare la garanzia da parte del cliente, basta leggere. con la febbre, capisco sia difficile.
tra l'altro, nel thread citato sulla x159, se c'e' uno che contesta a linuxmax il ritratto del cinese come bieco duplicatore del genio occidentale e' il sottoscritto; basta leggere, ma gia'.. :wave:
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Messaggio da Monet63 »

maylota ha scritto: venerdì 16 settembre 2022, 14:45 Capisco che in un dibattito si finisca sempre per estremizzare le posizioni, ma quando leggo che "la stilografica deve scrivere senza pressione altrimenti torna dritta dal produttore" (l'ho letto ieri nel thread originale, cito a memoria), io ho qualche problema:
+1
Io sono fermamente convinto che l'idea che una penna debba scrivere sotto il proprio peso sia un estremo e non necessariamente sia un bene: ho una Pilot Custom che scrive benissimo sotto il proprio peso, ma se non faccio attenzione lascia talvolta un paio di gocce nel cappuccio, e per questo motivo la uso solo a casa con determinati inchiostri. Personalmente mi basta che una penna scriva bene nelle mie mani (ho una mano leggerissima quando scrivo) e possa essere portata in giro senza patemi. Le penne sono fatte per essere impugnate, qualsiasi impugnatura induce una pressione, per quanto minima.
maylota ha scritto: venerdì 16 settembre 2022, 14:45 Cosa significa la frase in pratica?
Ficco la cartuccia, scrivo tre volta la storiella della volpe, la provo sotto il suo peso e se a freddo non ce la fa la rispedisco indietro tanto c'è Prime?
Ancora +1.
Io credo che molti problemi scaturiscano dal fatto che si impedisce a un sistema di andare debitamente a regime. Non parlo di rodaggio o cose simili, il problema c'è anche quando si lava continuamente una penna, magari lasciandola asciugare prima di ricaricarla, inducendo una sorta di "reset". Ho molte penne (dai 5 ai 500 euro) che, se inchiostrate quando prima erano riposte, ci mettono un po' a sfoderare tutte le proprie qualità di scrittura, ma quando poi vanno a regime diventano deliziose.
maylota ha scritto: venerdì 16 settembre 2022, 14:45 Calco come un villico, la penna scrive male e la rimando indietro perchè "non solo non scrive sotto il suo peso ma nemmeno calcando un pochino"?
Questa l'ho trovata interessantissima, perché ogni utilizzatore ha un suo modo, che influisce sulla qualità di scrittura. Ricordo ancora benissimo un amico che, tempo addietro, si lamentava che la sua Montegrappa (un marchio che non ha la mia stima, ma è un problema mio, non del marchio) scrivesse male. La presi, le feci una banale manutenzione/pulizia, ci caricai un buon inchiostro e la penna partì a palla; uno splendido strumento. Quando dopo pochi giorni il problema si ripresentò, mi resi conto che il suo modo di impugnare e scrivere impediva alla penna di funzionare com'era in grado di fare, e oltretutto usava una cartaccia davvero troppo assorbente, che "succhiava" molto inchiostro mandando in crisi il sistema. Corrette queste due cose la penna tornò ovviamente perfetta.

:wave:
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Messaggio da sansenri »

merloplano ha scritto: venerdì 16 settembre 2022, 12:30 stacco l'argomento che appare in modo ricorrente. rispondo in particolare a questo post


TL;DR
1- la difettosita' di penne costose e' pari o inferiore a quelle di penne economiche, fino a prova contraria
2- la differente percezione e' dettata delle diverse aspettative del cliente (basate sulla propria percezione del prezzo pagato), non da dati oggettivi. un fattore endogeno che non puo' essere controllato ex-ante (ovvero, senza tirare in ballo la garanzia) dal produttore a prezzi che siano competitivi sul mercato (mercato definito dal cliente)
3- la definizione di "scrivere bene" per un appassionato e' molto piu' elevata di quello dell'utente tipico di penne costose, ed include elementi personali che il produttore non puo' coprire al 100%
4- lo "scrivere bene" potrebbe essere influenzato da modelli ideali non esistenti in realta', tanto nel presente quanto nel passato

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Esme ha scritto: venerdì 16 settembre 2022, 9:12
La mia evidente reticenza a fare nomi è dovuta a due motivi.

la reticenza evidente era quella relativa alle domande di edis: le penne costose che ti avevano delusa. io ho chiesto di penne che hanno causato "abbandono dei clienti/chiusura dei battenti", un concetto che hai espresso 3 volte ed esula dall'aneddotica. trovo piu' corretto, se si interviene senza volere citare elementi di supporto, astenersi dallo scrivere certe cose: non arricchisce il lettore (io resto con la mia ignoranza) ed e' assimilabile al "loro fanno.." che sento troppo spesso. il soggetto e' necessario quando si argomenta una posizione o si descrive un fatto

Il primo è che voglio proprio mantenere il discorso su un piano speculativo.

considerato che contesto perfino i tuoi dati (sperimentali ?) di partenza, ovvero che la difettosita' delle penne costose sia superiore a quello di penne scolastiche, si rimane al livello di congetture, ognuna valida (o quasi)

Tu, come Sanseri, Casirati, Mir (e forse altri, mi scuso se ho dimenticato) avete suggerito abbastanza concordemente quale può essere un problema alla base, cioè che l'interesse è rivolto a qualcosa che poco c'entra con la scrittura.
Il che tra l'altro mi porterebbe a dire: ma perché allora non si limitano a "rivestire" penne che funzionano? E qui la risposta in realtà me l'hai data tu, con una interessante riflessione.

sono convinto della validita' della riflessione, accadde anche nel mondo dell'automobile: le linee di montaggio della panda di bertone erano piu' avanzate di quelle dei motori della rolls, che prevedeva un maggiore intervento umano. i motori rolls non erano necessariamente piu' affidabili di quelli fiat. la cura degli interni dei due prodotti era ovviamente opposta. la raison d'etre della rolls era il lusso, non l'affidabilita' meccanica, e li andavano le risorse. "ma come?", "un'automobile DEVE come minimo funzionare". no. e' quello che intendeva edis quando parlava di modelli di business diversi (almeno, io l'ho letta cosi). nel mercato del lusso la funzionalita' non e' il driver primario. sono soprammobili, per usare un tuo termine, capaci (anche) di fare altro. non e' un caso che range rover si sia ripresa qualitativamente quando acquistata dai tedeschi, come bentley e rolls. aston adotta motori mercedes (gli amg sono assemblati da un singolo operatore, lo assimilo al modello conid: c'e' differenza tra intervento manuale singolo e in serie). lotus gli affidabili toyota. hanno tutti eliminato dal loro modello di business la creazione di quello che dovrebbe essere il primo punto del prodotto (secondo la nostra opinione), e si sono concentrati sul vero core business: assetti, prestazioni, comfort, lusso


Qui mi sento di dover citare Maruska, che ha ben chiarito il concetto.
Una penna nuova deve scrivere come si deve, e una stilografica deve farlo senza pressione. Se non lo fa è difettosa, e torna da dove è venuta.
Paradossalmente posso accettarlo da penne scolastiche, prodotte in serie in grandi numeri. Ma non da penne di costo ragguardevole. L'errore capita, ma la garanzia esiste per quello.
1- non sono d'accordo con il tuo uso della statistica. ti ho proposto un real case scenario, con numeri di prodotti, utenti e indice di difettosita', per dimostrare come non si trattasse di aneddotica (e, comunque, sarebbe aneddotica anche quella di penne costose e perfino, aggiungo provocando, quella di penne perfettamente funzionanti). non hai replicato

2- "L'errore capita, ma la garanzia esiste per quello" si applica ad entrambi i gruppi di penne, costose e non. le penne costose sono prodotte nello stesso modo, la difettosita' e' comparabile. io non capisco come si possa non capirlo. la penna costosa aggiunge a posteriori un controllo di qualita' migliore, che pero' non potra' mai essere puntuale, per penne di serie. farlo costerebbe 200 euro a penna (stima personale)*. attendersi che "a quel prezzo, la penna deve scrivere, e bene" significa vivere nel proprio mondo e non comprendere il funzionamento di un prodotto industriale su larga scala. le proprie aspettative non sono necessariamente accontentate al NOSTRO prezzo (a prescindere da quanto elevato sia, in base alla nostra percezione), ma lo saranno al prezzo di mercato (ovviamente, le nostre aspettative saranno quelle che il mercato ci ha insegnato ad avere).

3- noi appassionati siamo l'eccezione, non la regola. la regola, come ho scritto, e' che la 149 (ad esempio) la compri il direttore di banca per firmare contratti. cosa ne sa di pennini calligraphy? o di stub, di obliqui? o di inchiostri? il suo riferimento e' la penna a sfera (con false partenze all'ordine del giorno, si, anche con schmidt easyflow 9000, vado a memoria), o a gel (con il refill pilot che fa schifo, lascia blob alla fine di ogni linea veloce). e' su questa base, di infimo livello, che l'utente tipo (dal punto di vista del produttore) delle penne costose si forma l'idea delle prestazioni della propria penna. e queste saranno quindi eccellenti nella quasi totalita' dei casi. degli altri, alcuni saranno giustificati come "pennino da domare" ed altre menate. noi siamo diversi (eletta schiera, e penso a guccini, o quella razza e penso a benigni). noi conosciamo come deve scrivere un pennino. beh, insomma: vorrei sapere quanti testavano le penne sotto il proprio peso (che no, e' diverso da scrivere "senza pressione"), in almeno 2 angolazioni, prima di quel thread. noi usiamo una enorme varieta' di inchiostri, scriviamo su carte che la gran quantita' di acquirenti di penne costose ignora (moleskine ha il fascino del taccuino di EH, e continua a vendere nonostante faccia schifo).
la nostra definizione di "scrivere bene" e' necessariamente superiore a quella del mercato di riferimento del produttore, e travalica spesso quanto sia ragionevole attendersi. nella scala sansenri:
1. qualche difetto palese, la penna non scrive
2. probabile perdita di tenuta del cappuccio, la penna non riparte dopo qualche giorno
3. taratura non ottimale del flusso, la penna non scrive sotto il proprio peso
4. scrive sotto il proprio peso

1. e 2. e' dove interviene la garanzia, con 2. tipicamente un difetto di progettazione, non di realizzazione, e come tale ricorrente e ben individuato dagli utenti precedenti, quindi evitabile dall'appassionato informato
3. dipende dall'utente. quale inchiostro usa? quali carte? si entra nell'ambito delle regolazioni, e non c'e' quella che vada bene a tutti. invece ci aspettiamo che il produttore crei un oggetto di grande serie tarato sulle nostre signole esigenze, diverse da quelle di molti altri. e' ragionevole?

4- aggiungo un altro elemento. il vintage. siamo convinti che nel passato le cose fossero migliori, prodotti per durare 100 anni. pennini ultra-flessibili ed alimentatori in grado di fare fronte ad ogni richiesta. vero. ma avevano pochissime alette e flussi molto abbondanti, quante volte c'era inchiostro nel cappuccio? Koten90 racconta di come un alimentatore in ebanite a triplo canale sia ben in grado di fornire l'inchiostro necessario ad un pennino FA, ma a costo di un utilizzo calligrafico e limitato a carte pregiate. quante delle nostre aspettative si sono formate sul lato positivo della medaglia vintage, ignorandone gli immancabili tradeoff? quanto c'e' di reale e quanto di ideale nel benchmark di riferimento che noi abbiamo adottato?

* un meccanico di auto tedesche costa 60-80e/h. ci sono piu' meccanici che pennaioli, posso attendermi 100e/h. quanto tempo passa prima di archiviare una penna costosa e decidere di rispedirla al produttore? 2h? prima un inchiostro, poi lava con sapone, asciuga, poi un altro inchiostro, poi una carta, poi basta? bene, sono 200 euro da aggiungere al costo corrente delle penne: il produttore andrebbe fuori mercato. per referenza, conid per un prodotto con materiali comuni (bock in acciao, acrilico trasparente), ottimo qc ed eccellente ingegneria, chiedeva 300 euro (minimalistica nel 2017)

lo spiegone e' lunghissimo, troppo. mi e' costato molto tempo e non aggiungero' altro. riassume contributi prodotti in diversi thread e riflessioni nate da altrui note. non ho intenzione di replicare agli inevitabili commenti, intendo fornire spunti per le vostre eventuali riflessioni, per una volta basandosi su premesse descritte per esteso e su similitudini che semplifichino l'analisi, invece che su comprensioni "originali" dei modelli di produzione industriale su larga scala e di business model votati agli oggetti di lusso

buona giornata

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be' grazie, ho trovato molto interessanti i tuoi commenti.
Sono particolarmente d'accordo con il tuo punto 2.
Credo che pochi si rendano conto di cosa voglia dire in termini di costo garantire un controllo di qualità accurato su ogni singolo esemplare prodotto industrialmente.
Il costo come hai detto sarebbe enorme. Industrialmente non si fa... si mettono in atto metodi per prevenire di doverlo fare. Si cerca di ridurre i difetti al minimo in fase produtiva adottando processi precisi, e a volte verifiche in linea, per non dover controllare dopo. E quando si controlla, perché le regole lo impongono, lo si fa a campione. E una percentuale di difetto è accetatta come normale.
Alle aziende conviene enormemente di più (proprio in termini di efficienza, efficacia a minor costo) lasciar scappare qualche difetto e garantire una assitenza impeccabile quando si presenta (perchè a qualcuno quel difetto capita...) ma fare tutti gli sforzi per ridurre quella percentuale a monte.
E' un equilibrio.
Non sono totalmente convinto però che questo equilibrio sia lo stesso per tutti i produttori...
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Messaggio da Koten90 »

Probabilmente si dovrebbe chiamare in causa il venditore per un controllo qualità sulla penna. Spesso avere un filtro intermedio è l’unica via.
Le aziende si risparmiano un controllo a tappeto dispendiosissimo e chi frequenta i forum sa di poter avere comunque una penna testata.
Così, più che i produttori si scremano i negozianti che non sono disponibili verso le richieste dei clienti (anche se potremmo passare per rompi*****, ma se parliamo di cifre importanti…).

abbiamo testato la sua penna e abbiamo notato che non funzionava a dovere perché ha i rebbi troppo stretti. Non avendone un’altra disponibile, può aspettare la riparazione/nuova fornitura o preferisce procedere in altro modo?
Un venditore che mi scrivesse una mail dicendo avrebbe la mia completa fiducia e fedeltà per i giorni a venire.

Il test si farebbe per intingimento (non il massimo, ma che pretese si possono avere?!) su una carta standard (Rhodia?) e con un inchiostro standard (4001 Royal Blue?), ovviamente non con 3 inchiostri diversi su 3 carte diverse. Ci sta che una penna non digerisca inchiostri troppo densi o che sia troppo abbondante con inchiostri fluidi, sta a noi regolarci di conseguenza.
Sono pur sempre prodotti “in serie”, non su misura
Alessio Pariani

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difettosita' delle penne, tentativo di analisi

Messaggio da Alpha7 »

Comunque, pur comprendendo la diversità di opinioni, credo che un appassionato di stilografiche ben possa del tutto legittimamente coltivare l'aspettativa che una penna scriva bene (se non subito dopo un minimo rodaggio) e che la delusione per dei problemi di scrittura (oggettivi, non soggettivi) possa crescere proporzionalmente al prezzo pagato. Ne consegue una minore tolleranza per penne costose problematiche. Non dubito che ci siano logiche e ragionevoli spiegazioni dietro un controllo di qualità imperfetto, ma queste non riescono a placare la delusione stilografica dell'appassionato quando capita l'acquisto di un esemplare difettoso.
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piccardi
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Messaggio da piccardi »

merloplano ha scritto: venerdì 16 settembre 2022, 12:30 1- la difettosita' di penne costose e' pari o inferiore a quelle di penne economiche, fino a prova contraria
Questa mi pare una completa fallacia logica.

Assumere che è vero qualcosa quando non ci sono dati attendibili al riguardo è totalmente arbitrario e soggettivo. Potrei dire anche che la difettosità di penne costose è maggiore di quelle economiche fino a prova contraria. E sarebbe comunque una considerazione soggettiva esattamente come la precedente.

Poi liberissimo di pensarla così, ma resta semplicemente la tua opinione, che ha lo stesso fondamento oggettivo di quella contraria

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Messaggio da merloplano »

piccardi ha scritto: sabato 17 settembre 2022, 7:29
merloplano ha scritto: venerdì 16 settembre 2022, 12:30 1- la difettosita' di penne costose e' pari o inferiore a quelle di penne economiche, fino a prova contraria
Questa mi pare una completa fallacia logica.

Assumere che è vero qualcosa quando non ci sono dati attendibili al riguardo è totalmente arbitrario e soggettivo. Potrei dire anche che la difettosità di penne costose è maggiore di quelle economiche fino a prova contraria. E sarebbe comunque una considerazione soggettiva esattamente come la precedente.

Poi liberissimo di pensarla così, ma resta semplicemente la tua opinione, che ha lo stesso fondamento oggettivo di quella contraria

Simone
negli interventi del thread linkato si diceva appunto che la difettosita' delle penne costose e' superiore a quella delle economiche, deve esserti scappato perche' non sei intervenuto al proposito. ho chiarito nel testo successivo che "considerato che contesto perfino i tuoi dati (sperimentali ?) di partenza, ovvero che la difettosita' delle penne costose sia superiore a quello di penne scolastiche, si rimane al livello di congetture, ognuna valida (o quasi)", ovvero quanto da te rilevato e con medesime motivazioni, ma partendo dall'altro lato.

tuttavia, "o quasi" e "o inferiore" mi appaiono ragionevoli, in attesa di dati attendibili: immagino due produttori che adottino gruppi bock (per esempio). un produttore entry level (namisu, per esempio) immagino sia tentato dal montare la versione piu' economica del gruppo. un produttore di lusso (leonardo, per esempio), immagino preferisca spendere di piu' per un gruppo di qualita' maggiore che riduca i resi: i margini dovrebbero permetterlo (se negozi convenzionati applicano il 10% di sconto, 20 euro nell'esempio, solo perche' si e' membri del forum). anche che esistano gradazioni varie qualitative e' una mia supposizione, che mi pare confermata da kaweco, che vende al pubblico il pennino della sport in due gradazioni, base a 11.50 e premium a 39.50.
un margine piu' ampio inoltre potrebbe permettere piu' facilmente al produttore di penne costose di verificare in casa il pennino: lamy verifica la 2000 (ho trovato inchiostro su penna nuova, ed e' la prassi) ma non abc e safari (in tutto ne ho avute 6)

*enfasi aggiunte da me
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Messaggio da Monet63 »

merloplano ha scritto: sabato 17 settembre 2022, 9:27 anche che esistano gradazioni varie qualitative e' una mia supposizione, che mi pare confermata da kaweco, che vende al pubblico il pennino della sport in due gradazioni, base a 11.50 e premium a 39.50.
Credo che in quel caso facciano interventi "in house".
merloplano ha scritto: sabato 17 settembre 2022, 9:27 un margine piu' ampio inoltre potrebbe permettere piu' facilmente al produttore di penne costose di verificare in casa il pennino: lamy verifica la 2000 (ho trovato inchiostro su penna nuova, ed e' la prassi) ma non abc e safari (in tutto ne ho avute 6)
Tutte le mie Safari hanno tirato fuori inchiostro blu, tanto che per me era diventata prassi dargli una sciacquatina appena comprate. Le ultime due, invece, no; l'idea che mi sono fatto - assolutamente personale e priva di riscontri - è che a un certo punto abbiano smesso di provarle, oppure che precedentemente ho avuto per le mani tutte penne che rientravano in una prova a campione.

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Messaggio da sansenri »

Koten90 ha scritto: venerdì 16 settembre 2022, 23:20 Probabilmente si dovrebbe chiamare in causa il venditore per un controllo qualità sulla penna. Spesso avere un filtro intermedio è l’unica via.
Le aziende si risparmiano un controllo a tappeto dispendiosissimo e chi frequenta i forum sa di poter avere comunque una penna testata.
Così, più che i produttori si scremano i negozianti che non sono disponibili verso le richieste dei clienti (anche se potremmo passare per rompi*****, ma se parliamo di cifre importanti…).

abbiamo testato la sua penna e abbiamo notato che non funzionava a dovere perché ha i rebbi troppo stretti. Non avendone un’altra disponibile, può aspettare la riparazione/nuova fornitura o preferisce procedere in altro modo?
Un venditore che mi scrivesse una mail dicendo avrebbe la mia completa fiducia e fedeltà per i giorni a venire.

Il test si farebbe per intingimento (non il massimo, ma che pretese si possono avere?!) su una carta standard (Rhodia?) e con un inchiostro standard (4001 Royal Blue?), ovviamente non con 3 inchiostri diversi su 3 carte diverse. Ci sta che una penna non digerisca inchiostri troppo densi o che sia troppo abbondante con inchiostri fluidi, sta a noi regolarci di conseguenza.
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tralasciando un attimo il discorso se una penna "debba scrivere sotto il suo solo peso altrimenti la mando indietro", che secondo me non è detto che sia così ovvio, e comunque credo sia esperienza comune che non accada così frequentemente, credo che tu abbia una parte di ragione, non tanto sul controllo qualità in sè che spetta al produttore, ma sulla collaborazione del negoziante a fare quella taratura che a volte serve a perfezionare la prestazione della penna, e spesso è specifica per cliente. Una volta i negozi questo lo facevano, e i produttori avevano un rapporto stretto con i rivenditori (il rappresentante che passava e raccoglieva dal negoziante, richieste, lamentele, necessità). Oggi questo manca un po', un po' perchè i negozianti esperti scarseggiano, e un po' per colpa nostra che compriamo tutto online! Chi ha avuto la fortuna di avere a che fare con quella tipologia di negoziante di cui parlo, sa cosa intendo. Spiace che quel tipo di rapporto nei negozi non ci sia quasi più (non solo in quelli di penne). In parte come mi pare evidente si tenta di sopperire scambiandosi consiglio sui forum (anche qui, non solo di penne)!!
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Messaggio da edis »

Monet63 ha scritto: sabato 17 settembre 2022, 12:08 Credo che in quel caso facciano interventi "in house".
Non fanno solo interventi"in-house", tarando il pennino una volta montato sull'alimentatore, ma è proprio il pennino che è diverso: ha più iridio, e l'engraving è diverso per distinguerlo dalla linea economica. Kaweco dichiara che sembrerà di scrivere con un pennino d'oro 14k, cosa che accade con i pennini in acciaio di Leonardo, ad esempio, che prende da JoWo l'acciaio di fascia più alta, che vuol dire lo stesso acciaio usato nella nautica e nell'altra orologeria, rifinito con un coating in PVD che rende il metallo più duraturo e resistente.
Ultima modifica di edis il domenica 18 settembre 2022, 11:34, modificato 1 volta in totale.
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Messaggio da edis »

merloplano ha scritto: sabato 17 settembre 2022, 9:27 negli interventi del thread linkato si diceva appunto che la difettosita' delle penne costose e' superiore a quella delle economiche, deve esserti scappato perche' non sei intervenuto al proposito. ho chiarito nel testo successivo che [..]
Non so se sia il caso di Simone nello specifico, ma è un problema (socialmente) generalizzato quello di non leggere/ascoltare cosa stia cercando di dire l'altro prima di rispondere.
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edis ha scritto: domenica 18 settembre 2022, 10:54
merloplano ha scritto: sabato 17 settembre 2022, 9:27 negli interventi del thread linkato si diceva appunto che la difettosita' delle penne costose e' superiore a quella delle economiche, deve esserti scappato perche' non sei intervenuto al proposito. ho chiarito nel testo successivo che [..]
Non so se sia il caso di Simone nello specifico, ma è un problema (socialmente) generalizzato quello di non leggere/ascoltare cosa stia cercando di dire l'altro prima di rispondere.
E' anche vero che con tutta la buona volontà nei forum è spesso difficile seguire il filo del discorso, specie in tematiche un po' troppo soggettive come questa (cosa significa difettosità? Fino a che punto è un problema di progetto invece che di qualità, ossia di non rispondenza al progetto? Che significa penna "economica" e "costosa"? E' questione di prezzo o di processo produttivo automatizzato o artigianale? ecc. ecc. ecc.)
Venceremos.
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