Stilografiche scolastiche italiane addio

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Mir70
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Stilografiche scolastiche italiane addio

Messaggio da Mir70 »

[MODALITA' SFOGO AVVILITO ON]

Oggi stavo ascoltando un d'intervista a Giuseppe Aquila , amministratore di Montegrappa , e tra le varie cose che si dicevano , mi ha fatto riflettere quanto da lui detto, e che vi riporto qui un estratto (il video di riferimento è il seguente https://youtu.be/GaRKpOtcIkw?t=523 )
"...Una delle nostre missioni è anche educare le persone, nuove persone (immagino possa riferirsi ai giovani ?) ad avvicinarsi alle penne ed alla scrittura, perché oggi, come sappiamo, non tutti scrivono abitualmente ; così vogliamo davvero sostenere la scrittura , e cerchiamo di promuovere ogni singolo giorno l’attività che svolgiamo , attraverso i nostri prodotti e la nostra attività, attraverso eventi…
… credo fortemente che la scrittura giochi un ruolo molto importante nell’educazione della nostra vita quotidiana…"
Non è la prima volta che sento affermazioni del genere da personalità del mondo degli strumenti di scrittura , e tuttavia mi chiedo : ma perché aziende italiane - e sottolineo italiane - come Montegrappa , Leonardo O.I. , Aurora , per citare le maggiori , che (sembra) credono davvero in questi valori , non fanno quel passo in più per produrre stilografiche di fascia scolastica , o comunque penne a costi molto molto più contenuti e dirette ai giovani e giovanissimi ?
Magari in collaborazione tra loro per ridurre i costi di sviluppo e produzione ; avrebbero ad esempio potuto cogliere l'occasione del 700° della morte di Alighieri, per presentare delle stilografiche scolastiche al MIUR e rilanciare l'utilizzo di questo tipo di penne, per dire...
E intanto si comprano Lamy ABC, Preppy varie, Prera e Pelikan Twist per i nostri ragazzi.

Poi capisco i costi, le risorse , non c'è mercato, ecc... , però - permettetemi di dirlo - è ' tutto così avvilente...

[MODALITA' SFOGO AVVILITO OFF]

Poi i "piccoli" crescono, e magari da grandi si comprano la penna da 300-400 euro ...
Mirko
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Messaggio da Alpha7 »

Condivido il ragionamento.
In Italia sembra che le stilografiche debbano per forza essere degli oggetti esclusivi, destinati ad un mercato di nicchia, in parallelo con quanto avviene nel settore dell'alta moda. Lo stesso Aquila, in altra intervista, non faceva mistero del fatto che Montegrappa realizza dei prodotti di lusso (sia pur nel settore degli strumenti di scrittura).
Ciò non è sbagliato, sia chiaro, ma altre aziende riescono a produrre prodotti anche economici (ma non per questo scadenti) accanto a prodotti elitari di fascia altissima. Per fare qualche esempio Pilot Namiki o anche Pelikan. Non ho idea del perché in Italia ciò non avvenga.
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piccardi
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Messaggio da piccardi »

Produrre per il settore del lusso è molto più facile, per produrre in serie penne scolastiche di qualitå occorre avere una filiera industriale all'avanguardia, automazione, capacità di produrre in proprio e a prezzi ridotti tutte le parti necessarie e con un livello qualitativo tale da non lasciare spazio a possibili problemi di flusso, alimentazione ecc.

Una scolastica che non funziona non si manda alla casa per farla aggistare, si fa sostituire o si restituisce e ci fanno rendere i soldi, se si riesce (e difficilmente si ricomprerà da quella ditta).

Non ce li vedo proprio Aurora/Montegrappa/Leonardo/Marlen/ecc. essere in grado di produrre una penna che possa competere con una Preppy. Aurora era l'unica che le scolastiche è stata in grado di produrle e con successo, ma a quanto pare adesso non ne sono più capaci. Non mi pare che sia un bella evoluzione.

Simone
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Stilografiche scolastiche italiane addio

Messaggio da lukogene »

sono d'accordo con lo sfogo
e ci vorrebbero però diverse cose
certo le modalità produttive
poi certo un accordo con il Ministero

ma poi, credo, ci si scontrerebbe
con la gran parte della classe insegnante
(lo dico da insegnante)
che non usa o non gradisce le stilografiche

certo, esistono eccezioni
ma nei grandi numeri la classe docente
pur essendo molto vecchia
fra quelle europee
è molto poco sensibile all'argomento

certo, l'esperienza personale non vale molto
a livello statistico

ma ho solo quella personale...
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Messaggio da blaustern »

lukogene ha scritto: sabato 25 giugno 2022, 8:20 sono d'accordo con lo sfogo
[…]

ma poi, credo, ci si scontrerebbe
con la gran parte della classe insegnante
(lo dico da insegnante)
che non usa o non gradisce le stilografiche

certo, esistono eccezioni
ma nei grandi numeri la classe docente
pur essendo molto vecchia
fra quelle europee
è molto poco sensibile all'argomento

certo, l'esperienza personale non vale molto
a livello statistico

ma ho solo quella personale...
Faccio parte della categoria. Uso sempre e da sempre stilografiche, anche in classe, e i ragazzi ne sono incuriositi e poi, alcuni, attratti dalla novità, si fanno comprare la prima stilo (cui a volte segue la seconda,…). Non noto nei miei colleghi alcuna “avversione/ostilità” nei confronti dell’uso in classe della stilografica.
Ogni anno nuovi adepti vengono iniziati a questo affascinante e garbato approccio alla scrittura, che - in qualche occasione - risulta persino di giovamento in caso di disgrafia o dislessia.
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Messaggio da blaustern »

Peccato che il mercato italiano non offra penne scolastiche come in passato. I ragazzi iniziano però spesso con delle Carioca (marchio italiano - prodotto in oriente?) e poi passano a Pelikan (Primapenna, Twist, Jazz, Pelikano), Online, Lamy (Safari è la più gettonata e desiderata anche per via dei pennini facilmente sostituibili e reperibili in varie gradazioni).
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Messaggio da Mir70 »

Certo Simone, tutto vero e condivisibile ciò che dici ; il mio era solo un pourparler .
Noto che molto spesso le aziende straniere (sopratutto tedesche, e qui va a loro un encomio), a differenza di quelle italiane , hanno la capacità di fare fronte comune ai propri interessi in qualunque ambito manifatturiero ; e quindi , in un mondo utopico , pensavo "ma se le case stilografiche italiane facessero anche loro ..." . Poi manca l'interesse e quindi nulla .
lukogene ha scritto: sabato 25 giugno 2022, 8:20 ...
poi certo un accordo con il Ministero
...
No, non sono così sprovveduto da pensare ad un accordo simile; il mio era solo un esempio di come avrebbero potuto godere di maggiore visibilità presso il grande (e giovane) pubblico , che non ha mai visto una stilografica. Potrebbero esserci altri mille modi.
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Messaggio da Mir70 »

piccardi ha scritto: sabato 25 giugno 2022, 1:01 ...
Non ce li vedo proprio Aurora/Montegrappa/Leonardo/Marlen/ecc. essere in grado di produrre una penna che possa competere con una Preppy.
...
No, impossibile anche solo immaginarlo. Motivo per il quale ho intitolato "scolastiche italiane addio"...
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Messaggio da Koten90 »

mi associo all’avvilimento. C’è appena stata la prima prova della maturità e immagino quali scene si siano viste e che belle grafie ordinate si siano sfoggiate.
Come dice lukogene, la classe docente media non è avvezza (magari quelli veramente avversi sono pari a quelli favorevoli) all’uso di uno strumento come la stilografica. La biro è più facile: se cade non si fanno danni quasi mai, non schizza inchiostro, non si secca, non richiede manutenzione di nessun tipo. Con classi da 25-30 alunni, ci vorrebbe il ritorno dei bidelli che passano mezz’ora prima dell’inizio delle lezioni a fare ispezione delle penne, ma non è che ci sia il tempo di ripristinarne 7-10 che si sono seccate perché si è inavvertitamente aperto il cappuccio imbrattando di inchiostro tutto l’astuccio, il quaderno a contatto e 1/4 dello zaino.
L’unica vera alternativa alla biro, in termini di semplicità di gestione, è calamaio e pennino (fosse anche in forma di una stilografica, ma usata per intinzione*) proprio per la facilità di gestione. Se serve, si dà una lavata al pennino e torna nuovo.

*qui vedo una bella possibilità di innovazione: si potrebbe sviluppare un sistema di “caricamento passivo” (mi immagino una sorta di spugnetta sopra l’alimentatore che, intingendo la penna, si inzuppi con l’inchiostro che risale per capillarità aumentando l’autonomia della penna) oppure attivo come i nostri, ma semplificato (tipo pipetta contagocce con bulbo morbido per prelevare un’aspirata di inchiostro alla volta)

I costi di produzione da affrontare per attrezzare una filiera sono quasi esclusivamente quelli iniziali: si tratta di mettere insieme 4 stampi (cappuccio, sezione, fusto e alimentatore sempre che non si decida di fornirsi da Jowo dell’intero gruppo scrittura) e una linea di assemblaggio e controllo qualità.
Facendo una proiezione molto (ma davvero molto!) sommaria, valuterei che ogni anno entrano nelle scuole 500.000 nuovi alunni (Tab. 5 dice 2.500.000 alunni della scuola primaria, diviso 5 classi…) e che ognuno ha bisogno di una sola penna, più altrettante per ripristinare quelle che si danneggiano degli alunni più grandi. Diciamo un milione di pezzi prodotti all’anno, significa 4500-5000 penne al giorno stampate e assemblate che NON sono impossibili da produrre con un solo stampo per parte.
Se immaginiamo che ogni stampo produca 25 pezzi tutti uguali con un tempo di 90 secondi per ciclo di stampa (calcolato pessimisticamente, probabilmente ne bastano 30, ma tengo conto di attrezzaggi vari, avvio macchina, ecc) si arrivano a produrre 1000 pezzi/ora, 8000 pezzi/giorno (1 solo turno di lavoro) e 1.600.000 pezzi/anno (200 giorni lavorativi). Per questa parte, a spanne, si può facilmente arrivare a 2 milioni di € considerando 250.000€ per ogni stampo e altrettanti per la pressa che lo monta, più lo stipendio di 4 persone che attrezzino e seguano la produzione.
A questo si deve aggiungere l’affitto di uno stabile di almeno 1000mq (circa 30.000€/mese = 360.000€/anno) più corrente che non so stimare.
Il vero lavoro sta dopo: l’assemblaggio delle parti conviene che sia fatto a mano (per iniziare è impensabile allestire un impianto automatico). Allineamento corretto del pennino sull’alimentatore, inserimento nella sezione, avvitare il fusto e incappucciare la penna potrebbe arrivare a prendere un minuto e una persona normale non regge questo ritmo per 8 ore filate. Diciamo che tra pause caffè/sigaretta, pranzo, distrazioni varie, eccetera la resa sia di 6 ore effettive su 8. In quelle 6 ore si assemblano 360 penne. Nella più rosea delle ipotesi, 14 persone possono sopperire all’assemblaggio, considerando malattie e ferie ce ne vogliono almeno 16 molto disciplinate da pagare 30-32 mila euro l’anno lorde (fanno altri 500.000€/anno).
Ancora non abbiamo parlato di controllo qualità, imballaggio, logistica, contabilità, uffici commerciale e acquisti, consulenti vari per sicurezza, antincendio e commercialista e stiamo facendo fare i pennini alla Jowo (che non ce li regalerà di sicuro).

Se una potenziale consociata dovesse convincere io MIUR a rendere obbligatorie ed esclusive le sue stilografiche, forse non se la caverebbe con 50€/penna. A quel punto il MIUR direbbe “le Preppy costano 7€/penna, se chiamo direttamente Platinum e ordino 1 milione di penne me le faranno anche a 4€”.
In concorrenza ci si metterebbero anche tutte le cinesi e buonanotte.

Scusate per il pippone esagerato, ma non credo che l’analisi di mercato non sia stata fatta. Ve ne ho proposto rapidamente solo una parte, raffazzonata con stime alla buona, ma assolutamente realistiche (uno stampo costa molto facilmente 250.000€ e non sono convinto che possa fare bene 25 impronte. Magari per pezzi semplici come la sezione o fusto e cappuccio si, ma gli alimentatori sono complessi e facilmente il prezzo raddoppia. Un operaio costa realmente 30-32.000€/anno all’azienda. 30.000€/mese per 1000mq è il costo di affitto di un capannone senza illuminazione, antincendio, finestre, acqua o altro confort, non coibentato e non riscaldato nella zona di Busto Arsizio).
Essendo mercato così di nicchia, può benissimo essere che Aurora, Leonardo e Montegrappa non abbiano nemmeno i soldi per l’investimento iniziale.
Alessio Pariani

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Messaggio da Mir70 »

Koten90 ha scritto: sabato 25 giugno 2022, 10:26 mi associo all’avvilimento. C’è appena stata la prima prova della maturità e immagino quali scene si siano viste e che belle grafie ordinate si siano sfoggiate.
...
Giusto la sera antecedente alla prima prova, mio figlio mi ha chiesto le cartucce con inchiostro nero Kiwaguro (perchè indelebile) per caricare la sua Sailor Compass che ha utilizzato per le due prove scritte . Ha davvero una bella grafia, nonostante sia mancino (e forse proprio per questo, si è sempre imposto fin dalle elementari di scrivere bene ed in modo ordinato).

Alessio, lascia perdere il MIUR : il mi era solo un esempio (a questo punto sciocco !) per dire che vi sono possibilità per conquistare visibilità.
Poi una scolastica può benissimo costare una ventina di euro (come la penna sopra citata), mica lo ha ordinato il medico che debba costarne cinque...
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Polemarco
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Messaggio da Polemarco »

Koten90 ha scritto: sabato 25 giugno 2022, 10:26 mi associo all’avvilimento. C’è appena stata la prima prova della maturità e immagino quali scene si siano viste e che belle grafie ordinate si siano sfoggiate.
Come dice lukogene, la classe docente media non è avvezza (magari quelli veramente avversi sono pari a quelli favorevoli) all’uso di uno strumento come la stilografica. La biro è più facile: se cade non si fanno danni quasi mai, non schizza inchiostro, non si secca, non richiede manutenzione di nessun tipo. Con classi da 25-30 alunni, ci vorrebbe il ritorno dei bidelli che passano mezz’ora prima dell’inizio delle lezioni a fare ispezione delle penne, ma non è che ci sia il tempo di ripristinarne 7-10 che si sono seccate perché si è inavvertitamente aperto il cappuccio imbrattando di inchiostro tutto l’astuccio, il quaderno a contatto e 1/4 dello zaino.
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*qui vedo una bella possibilità di innovazione: si potrebbe sviluppare un sistema di “caricamento passivo” (mi immagino una sorta di spugnetta sopra l’alimentatore che, intingendo la penna, si inzuppi con l’inchiostro che risale per capillarità aumentando l’autonomia della penna) oppure attivo come i nostri, ma semplificato (tipo pipetta contagocce con bulbo morbido per prelevare un’aspirata di inchiostro alla volta)

I costi di produzione da affrontare per attrezzare una filiera sono quasi esclusivamente quelli iniziali: si tratta di mettere insieme 4 stampi (cappuccio, sezione, fusto e alimentatore sempre che non si decida di fornirsi da Jowo dell’intero gruppo scrittura) e una linea di assemblaggio e controllo qualità.
Facendo una proiezione molto (ma davvero molto!) sommaria, valuterei che ogni anno entrano nelle scuole 500.000 nuovi alunni (Tab. 5 dice 2.500.000 alunni della scuola primaria, diviso 5 classi…) e che ognuno ha bisogno di una sola penna, più altrettante per ripristinare quelle che si danneggiano degli alunni più grandi. Diciamo un milione di pezzi prodotti all’anno, significa 4500-5000 penne al giorno stampate e assemblate che NON sono impossibili da produrre con un solo stampo per parte.
Se immaginiamo che ogni stampo produca 25 pezzi tutti uguali con un tempo di 90 secondi per ciclo di stampa (calcolato pessimisticamente, probabilmente ne bastano 30, ma tengo conto di attrezzaggi vari, avvio macchina, ecc) si arrivano a produrre 1000 pezzi/ora, 8000 pezzi/giorno (1 solo turno di lavoro) e 1.600.000 pezzi/anno (200 giorni lavorativi). Per questa parte, a spanne, si può facilmente arrivare a 2 milioni di € considerando 250.000€ per ogni stampo e altrettanti per la pressa che lo monta, più lo stipendio di 4 persone che attrezzino e seguano la produzione.
A questo si deve aggiungere l’affitto di uno stabile di almeno 1000mq (circa 30.000€/mese = 360.000€/anno) più corrente che non so stimare.
Il vero lavoro sta dopo: l’assemblaggio delle parti conviene che sia fatto a mano (per iniziare è impensabile allestire un impianto automatico). Allineamento corretto del pennino sull’alimentatore, inserimento nella sezione, avvitare il fusto e incappucciare la penna potrebbe arrivare a prendere un minuto e una persona normale non regge questo ritmo per 8 ore filate. Diciamo che tra pause caffè/sigaretta, pranzo, distrazioni varie, eccetera la resa sia di 6 ore effettive su 8. In quelle 6 ore si assemblano 360 penne. Nella più rosea delle ipotesi, 14 persone possono sopperire all’assemblaggio, considerando malattie e ferie ce ne vogliono almeno 16 molto disciplinate da pagare 30-32 mila euro l’anno lorde (fanno altri 500.000€/anno).
Ancora non abbiamo parlato di controllo qualità, imballaggio, logistica, contabilità, uffici commerciale e acquisti, consulenti vari per sicurezza, antincendio e commercialista e stiamo facendo fare i pennini alla Jowo (che non ce li regalerà di sicuro).

Se una potenziale consociata dovesse convincere io MIUR a rendere obbligatorie ed esclusive le sue stilografiche, forse non se la caverebbe con 50€/penna. A quel punto il MIUR direbbe “le Preppy costano 7€/penna, se chiamo direttamente Platinum e ordino 1 milione di penne me le faranno anche a 4€”.
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Scusate per il pippone esagerato, ma non credo che l’analisi di mercato non sia stata fatta. Ve ne ho proposto rapidamente solo una parte, raffazzonata con stime alla buona, ma assolutamente realistiche (uno stampo costa molto facilmente 250.000€ e non sono convinto che possa fare bene 25 impronte. Magari per pezzi semplici come la sezione o fusto e cappuccio si, ma gli alimentatori sono complessi e facilmente il prezzo raddoppia. Un operaio costa realmente 30-32.000€/anno all’azienda. 30.000€/mese per 1000mq è il costo di affitto di un capannone senza illuminazione, antincendio, finestre, acqua o altro confort, non coibentato e non riscaldato nella zona di Busto Arsizio).
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Raffazzonata ?
Grazie 🙏
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Messaggio da Koten90 »

Mir70 ha scritto: sabato 25 giugno 2022, 11:42 Giusto la sera antecedente alla prima prova, mio figlio mi ha chiesto le cartucce con inchiostro nero Kiwaguro (perchè indelebile) per caricare la sua Sailor Compass che ha utilizzato per le due prove scritte . Ha davvero una bella grafia, nonostante sia mancino (e forse proprio per questo, si è sempre imposto fin dalle elementari di scrivere bene ed in modo ordinato).
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Poi una scolastica può benissimo costare una ventina di euro (come la penna sopra citata), mica lo ha ordinato il medico che debba costarne cinque...
È un fatto ben diverso se a casa c’è un’educazione all’uso della stilografica e se alla persona stessa danno fastidio le cose fatte male. A mio cugino più grande fu imposto, durante il liceo e soprattutto con la commissione esterna alla maturità, di scrivere i temi in stampatello maiuscolo perché nemmeno lui stesso era in grado di leggere il suo cuneiforme.
A questo punto si potrebbe fare qualche lezione a scuola per far capire come usarla e poi lasciarla in uso a casa per i compiti.
Molto utile sarebbe reintrodurre la “Bella Grafia” tra le materie obbligatorie e consigliare, invece delle orride Papermate cancellabili, una penna a sfera/roller con impugnatura triangolare per imparare a tenere la penna in mano: lo stesso mio cugino diceva “si dice impugno, non indito” e quindi teneva (e tiene tuttora suppongo) la penna come fosse uno scalpellino.

Le succitate aziende potrebbero finanziare studi da parte di cliniche specializzate nei disturbi dell’apprendimento per valutare se la scrittura a mano e la bella grafia aiutino in qualche modo a superare le difficoltà, quello si farebbe un bel marketing
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Messaggio da Mequbbal »

Appoggio la re-introduzione della "bella grafia"!
Non ti è imposto di completare l'opera ma non sei libero di sottrartene.
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Messaggio da Spiller84 »

Mequbbal ha scritto: sabato 25 giugno 2022, 15:15 Appoggio la re-introduzione della "bella grafia"!
Se fanno il corso "bella grafia con Aurora Idea/Tu" a 50 euro di iscrizione con penna omaggio, mi iscrivo al volo 😁
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Messaggio da Esme »

Sul discorso "le stilografiche combinano pasticci", da madre di pargolo casinista vorrei che i docenti delle elementari fossero più edotti sui pasticci che ugualmente si possono combinare con le cancellabili a gel... c'è stato un momento in cui ho calorosamente odiato la Pilot, le sue Friction e il loro inchiostro appicicaticcio! 🙂
Un filo meglio con l'imposizione (mia) di normali biro, ma mica più di tanto.
Ho smesso di avere problemi quando è passato alla stilografica.

Non oso però pensare se dovessero utilizzare i pennini ad intinzione.
Giá i racconti di mio padre sono catastrofici, tipo magnesia inserita nei calamai per vedere l'effetto che fa... 😅
"È tutta colpa di Esme" [Bons]

"Sarò più entusiasta di incoraggiare il pensiero fuori dagli schemi quando ci saranno prove di un pensiero all'interno di essi." [sir Terry Pratchett]
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