Mostra Scambio - Pen Show di Firenze
18 Maggio 2024 - Ippodromo del Visarno, piazzale delle Cascine 29
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pilot capless carbonesque
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Confermo anch'io: la mia Pilot Capless Carbonesque ha un pennino M fantastico, che però è decisamente più abbondante di un M giapponese, siamo appunto su una misura più europea.
Provato con Platinum Blue-Black e Herbin Bleu de profunders e in entrambi i casi il tratto era abbastanza abbondante da sembrare un pennino europeo (carta Tomoe River in entrambi i casi... per la mia "principessa" solo la carta migliore ).
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Chiara
"Una grande scoperta risolve un grande problema, ma nella soluzione di qualsiasi problema c'è un pizzico di scoperta."
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Grazie per l'ulteriore esperienza. A questo punto mi orienterò decisamente su un F, certamente non riceverò un bisturi ma neanche una pompa caricata a inchiostro!Hiver77 ha scritto: ↑giovedì 17 marzo 2022, 16:01 Confermo anch'io: la mia Pilot Capless Carbonesque ha un pennino M fantastico, che però è decisamente più abbondante di un M giapponese, siamo appunto su una misura più europea.
Provato con Platinum Blue-Black e Herbin Bleu de profunders e in entrambi i casi il tratto era abbastanza abbondante da sembrare un pennino europeo (carta Tomoe River in entrambi i casi... per la mia "principessa" solo la carta migliore ).
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Buongiorno a tutti,
mi è infine arrivata la Capless con pennino F, ho preso in Giappone la Special Alloy perché ero molto curioso di questa versione non commercializzata in occidente, chissà perchè.
L'ho trovata in un colore giallo profondo, quasi un color zucca, che detta così pare strano ma sembra un bellissimo modernariato anni '60.
Il pennino Fine, in acciaio dorato, è straordinariamente scorrevole, sono molto colpito, non immaginavo: è sottile come ti aspetteresti da un fine giapponese, l'ho provata subito (ieri sera) con il buon vecchio Absolute Brown di Waterman, che ahimé non è più lo splendido Havana di un tempo ma fa ancora in suo dovere a un prezzo accettabile.
Che dire, questa Special Alloy si che è paragonabile alla Curidas, anch'essa un fine giapponese vero, e chi vince?
Bè, diciamo che questa Pilot Sapecial Alloy costa un terzo di più, spese di spedizione e dazi doganali compresi (diciamo che visto il prezzo è più corretto parlare di Vat, non di duties) e restituisce una grande sensazione di solidità, benché sia certamente più pesante in mano - quindi è quello che ci aspetteremmo -, ma c'entra ovviamente il diverso materiale di cui è composto il corpo.
Molto piacevole da tenere in mano, è consistente insomma, ed esteticamente è un oggetto di scrittura allo stesso tempo moderno e dal sapore vintage sixties, laddove invece credo che la Curidas, modernissima, sia un aggiornamento del progetto originale, degli stessi anni (piacevolissima anch'essa, anzi, perché le forme richiamano uno stile veramente da 'space opera').
Il pennino Pilot è un po' più scorrevole - a parità di tratto e gradazione fine -, ma sono entrambi assai burrosi, quindi entriamo davvero nel campo della preferenza personale fra pennini Platinum e Pilot.
Personalmente, in questo caso preferisco la scorrevolezza estrema di Pilot, che abbinata al peso della Capless fornisce un eccezionale controllo sulla grafia e sulla velocità di scrittura.
Tecnicamente, mi piace la Curidas perché i vari 'movimenti' di montaggio e smontaggio mi affascinano, la Capless è più un blocco unico non particolarmente interessante all'occhio dello smontatore!
Promossa a pieni voti, grandissima penna, benché di concezione un po' 'aliena' per il classico amante delle stilografiche, fra cui pongo anche me stesso, perché all'inizio ero assai scettico di fronte a una stilografica senza il cappuccio. Chiaramente, promuovo a pieni voti anche la Curidas, forse un po' bistrattata, non un gradino sotto ma semplicemente diversa per materiale, forma, peso e pennino, diverso anche se qui dello stesso materiale.
A questo punto, sono curioso di provare il pennino in oro 18kt della Capless, metto quindi in lista per un futuro acquisto quando i tempi saranno più favorevoli, magari un bel medio.
Saluti
mi è infine arrivata la Capless con pennino F, ho preso in Giappone la Special Alloy perché ero molto curioso di questa versione non commercializzata in occidente, chissà perchè.
L'ho trovata in un colore giallo profondo, quasi un color zucca, che detta così pare strano ma sembra un bellissimo modernariato anni '60.
Il pennino Fine, in acciaio dorato, è straordinariamente scorrevole, sono molto colpito, non immaginavo: è sottile come ti aspetteresti da un fine giapponese, l'ho provata subito (ieri sera) con il buon vecchio Absolute Brown di Waterman, che ahimé non è più lo splendido Havana di un tempo ma fa ancora in suo dovere a un prezzo accettabile.
Che dire, questa Special Alloy si che è paragonabile alla Curidas, anch'essa un fine giapponese vero, e chi vince?
Bè, diciamo che questa Pilot Sapecial Alloy costa un terzo di più, spese di spedizione e dazi doganali compresi (diciamo che visto il prezzo è più corretto parlare di Vat, non di duties) e restituisce una grande sensazione di solidità, benché sia certamente più pesante in mano - quindi è quello che ci aspetteremmo -, ma c'entra ovviamente il diverso materiale di cui è composto il corpo.
Molto piacevole da tenere in mano, è consistente insomma, ed esteticamente è un oggetto di scrittura allo stesso tempo moderno e dal sapore vintage sixties, laddove invece credo che la Curidas, modernissima, sia un aggiornamento del progetto originale, degli stessi anni (piacevolissima anch'essa, anzi, perché le forme richiamano uno stile veramente da 'space opera').
Il pennino Pilot è un po' più scorrevole - a parità di tratto e gradazione fine -, ma sono entrambi assai burrosi, quindi entriamo davvero nel campo della preferenza personale fra pennini Platinum e Pilot.
Personalmente, in questo caso preferisco la scorrevolezza estrema di Pilot, che abbinata al peso della Capless fornisce un eccezionale controllo sulla grafia e sulla velocità di scrittura.
Tecnicamente, mi piace la Curidas perché i vari 'movimenti' di montaggio e smontaggio mi affascinano, la Capless è più un blocco unico non particolarmente interessante all'occhio dello smontatore!
Promossa a pieni voti, grandissima penna, benché di concezione un po' 'aliena' per il classico amante delle stilografiche, fra cui pongo anche me stesso, perché all'inizio ero assai scettico di fronte a una stilografica senza il cappuccio. Chiaramente, promuovo a pieni voti anche la Curidas, forse un po' bistrattata, non un gradino sotto ma semplicemente diversa per materiale, forma, peso e pennino, diverso anche se qui dello stesso materiale.
A questo punto, sono curioso di provare il pennino in oro 18kt della Capless, metto quindi in lista per un futuro acquisto quando i tempi saranno più favorevoli, magari un bel medio.
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Ci vorrebbe una bella foto con prove di scrittura per completare questa bella recensione comparativaGPstilo ha scritto: ↑martedì 29 marzo 2022, 11:05 Buongiorno a tutti,
mi è infine arrivata la Capless con pennino F, ho preso in Giappone la Special Alloy perché ero molto curioso di questa versione non commercializzata in occidente, chissà perchè.
L'ho trovata in un colore giallo profondo, quasi un color zucca, che detta così pare strano ma sembra un bellissimo modernariato anni '60.
Il pennino Fine, in acciaio dorato, è straordinariamente scorrevole, sono molto colpito, non immaginavo: è sottile come ti aspetteresti da un fine giapponese, l'ho provata subito (ieri sera) con il buon vecchio Absolute Brown di Waterman, che ahimé non è più lo splendido Havana di un tempo ma fa ancora in suo dovere a un prezzo accettabile.
Che dire, questa Special Alloy si che è paragonabile alla Curidas, anch'essa un fine giapponese vero, e chi vince?
Bè, diciamo che questa Pilot Sapecial Alloy costa un terzo di più, spese di spedizione e dazi doganali compresi (diciamo che visto il prezzo è più corretto parlare di Vat, non di duties) e restituisce una grande sensazione di solidità, benché sia certamente più pesante in mano - quindi è quello che ci aspetteremmo -, ma c'entra ovviamente il diverso materiale di cui è composto il corpo.
Molto piacevole da tenere in mano, è consistente insomma, ed esteticamente è un oggetto di scrittura allo stesso tempo moderno e dal sapore vintage sixties, laddove invece credo che la Curidas, modernissima, sia un aggiornamento del progetto originale, degli stessi anni (piacevolissima anch'essa, anzi, perché le forme richiamano uno stile veramente da 'space opera').
Il pennino Pilot è un po' più scorrevole - a parità di tratto e gradazione fine -, ma sono entrambi assai burrosi, quindi entriamo davvero nel campo della preferenza personale fra pennini Platinum e Pilot.
Personalmente, in questo caso preferisco la scorrevolezza estrema di Pilot, che abbinata al peso della Capless fornisce un eccezionale controllo sulla grafia e sulla velocità di scrittura.
Tecnicamente, mi piace la Curidas perché i vari 'movimenti' di montaggio e smontaggio mi affascinano, la Capless è più un blocco unico non particolarmente interessante all'occhio dello smontatore!
Promossa a pieni voti, grandissima penna, benché di concezione un po' 'aliena' per il classico amante delle stilografiche, fra cui pongo anche me stesso, perché all'inizio ero assai scettico di fronte a una stilografica senza il cappuccio. Chiaramente, promuovo a pieni voti anche la Curidas, forse un po' bistrattata, non un gradino sotto ma semplicemente diversa per materiale, forma, peso e pennino, diverso anche se qui dello stesso materiale.
A questo punto, sono curioso di provare il pennino in oro 18kt della Capless, metto quindi in lista per un futuro acquisto quando i tempi saranno più favorevoli, magari un bel medio.
Saluti
Sul design della Capless sono stato molto scettico anche io per quasi un anno intero, poi mi sono deciso a provarla ed è finita direttamente sul podio delle penne che preferisco. Quello che mi rendeva scettico era la posizione della clip che rischiava, a mio parere, di rimanere tra le dita in modo molto scomodo. Ho scoperto con sommo piacere che fornisce un eccellente punto di riferimento per l’impugnatura e favorisce il controllo della penna quando si scrive.
Il fatto che sia un blocco unico all’interno, mi dà una piacevole sensazione di solidità che la Curidas non dà (ne ho un clone cinese pagato 11€, ma temo che non sia troppo diversa da quel che ho visto dell’originale). Tutti quei pezzi che si smontano e devono essere riassemblati con molle, mollette e lo sportellino in punta mi danno una sensazione di fragile, come quelle penne a scatto che prima o poi ti rimane in mano qualcosa o che non si riavvitano più. (Gesti apotropaici vari a piacere).
Quello che puoi guadagnare con il pennino in oro 18k credo sia la morbidezza del pennino stesso in fase di scrittura: sembra quasi un pennino molleggiato che ammortizza alla grande il peso della penna. Meraviglioso!
Alessio Pariani
L’ottimismo è il sale della vita, l’umorismo ne è lo zucchero.
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Ci provo
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Davvero carina color zucca!
Per me la capless è un punto di riferimento. La mia è una carbonesque blue con pennino fine e scrive così bene e in scioltezza che sono solito usarla come termine di paragone per ogni nuova penna. Spesso noto che penne più prestigiose non reggono il confronto come qualità di scrittura in termini di equilibrio tra finezza del tratto, scorrevolezza e comodità (si, proprio comodità perché per me l'impugnatura è molto confortevole nonostante la clip e, forse, grazie alla clip).
Per me la capless è un punto di riferimento. La mia è una carbonesque blue con pennino fine e scrive così bene e in scioltezza che sono solito usarla come termine di paragone per ogni nuova penna. Spesso noto che penne più prestigiose non reggono il confronto come qualità di scrittura in termini di equilibrio tra finezza del tratto, scorrevolezza e comodità (si, proprio comodità perché per me l'impugnatura è molto confortevole nonostante la clip e, forse, grazie alla clip).
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Ottima prova e bella livrea per la Capless. Da notare il dettaglio del pennino di colore oro!
Per il converter, purtroppo è veramente troppo piccolo. Ormai mi sono abituato a tenere una piccola siringa insieme ai calamai per riempire le cartucce. Autonomia +150% (da 0,4ml a 1ml), pennino sempre pulito e nessun residuo di inchiostro sulla sezione e sulle dita. Ieri ho scritto 5 pagine fitte fitte di un quaderno A4 con la Justus (sempre pennino F) e sono ancora a metà cartuccia, forse un po’ più di metà.
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Si, il pennino dorato è perfettamente intonato al colore della penna!Koten90 ha scritto: ↑mercoledì 30 marzo 2022, 13:21 Ottima prova e bella livrea per la Capless. Da notare il dettaglio del pennino di colore oro!
Per il converter, purtroppo è veramente troppo piccolo. Ormai mi sono abituato a tenere una piccola siringa insieme ai calamai per riempire le cartucce. Autonomia +150% (da 0,4ml a 1ml), pennino sempre pulito e nessun residuo di inchiostro sulla sezione e sulle dita. Ieri ho scritto 5 pagine fitte fitte di un quaderno A4 con la Justus (sempre pennino F) e sono ancora a metà cartuccia, forse un po’ più di metà.
Umh, sono un po' restio a siringare le cartucce vuote, generalmente, ma è effettivamente utile perché un converter come il con-40 è oggettivamente poco capiente.
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buongiorno AlessioKoten90 ha scritto: ↑mercoledì 16 marzo 2022, 23:05Più fluido dello Tsuki-yo no, li ho provato entrambi sul pennino Falcon e il verdigris non tiene benissimo il flusso, mentre lo Tsuki-yo è perfettomerloplano ha scritto: ↑mercoledì 29 aprile 2020, 18:29 permetti? rnk verdigris. costa molto meno dello tsuki-yo e scorre forse anche di piu'
leggo dopo mesi di assenza. ho scritto "forse" perche' nel caso della loom m il verdigris appare piu' scorrevole nel contatto pennino/carta. tu sembri descrivere la capacita' dell'inchiostro di tenere la tensione superficiale all'aumentare della distanza tra i rebbi su un pennino, il falcon, noto (ie, molteplici recensioni concordano su questo punto) per funzionare al meglio, senza railroading, solo con iroshizuku
ho allungato il verdigris 5:1 per avere shading piu' visibile su safari b (anche per effetto del colore piu' scuro): tra i due, mi sembra piu' saturo il verdigris(anche come colore è molto più saturo e soddisfacente).
confezioni da 50ml, 5e il verdigris, 24e lo tsuki-yo: 5 volte tantoCerto che costa 8 volte tanto
come definiresti l'f della capless: da copperplate? io no. SE (un grosso se) per te il capless f non fosse un pennino da copperplate, allora avresti consigliato anche tu il verdigris prima dello tsuki-yo, come da mio interventosu un pennino rigido senza pretese di copperplate prenderei anche io il Verdigris o un Diamine (volendo i colori).
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Ah ok, avevo inteso quello “scorre” come flusso di inchiostro al pennino, non pennino sulla carta. Sulla carta son pienamente d’accordo. L’Iroshizuku dà una sensazione di secco e per nulla lubrificante. È in effetti più tensioattivo e sopporta meglio l’allontanamento dei rebbi dall’alimentatore. Per come uso io la penna, non riesce comunque a starci dietro (forse vado troppo veloce) con alimentatore originale.merloplano ha scritto: ↑domenica 22 maggio 2022, 13:10 ho scritto "forse" perche' nel caso della loom m il verdigris appare piu' scorrevole nel contatto pennino/carta. tu sembri descrivere la capacita' dell'inchiostro di tenere la tensione superficiale all'aumentare della distanza tra i rebbi su un pennino, il falcon, noto (ie, molteplici recensioni concordano su questo punto) per funzionare al meglio, senza railroading, solo con iroshizuku
Non li uso da un po’, quindi vado a memoria. Il verdigris mi pare fosse più sbiadito e tendente al verde, lo Tsuki-yo più blu intenso con le sfumature rosse in caso di abbondanzaho allungato il verdigris 5:1 per avere shading piu' visibile su safari b (anche per effetto del colore piu' scuro): tra i due, mi sembra piu' saturo il verdigris
Vero, nei negozi italiani costa 24€. Avevo fatto il paragone guardando su Amazon dove si trovava solo dal UK a 40€ (attualmente a 48€!)confezioni da 50ml, 5e il verdigris, 24e lo tsuki-yo: 5 volte tanto
Esatto. Per quanto trovi ammortizzante (non mi azzardo a usare morbido/elastico) la sensazione di scrittura data da questo pennino, non è possibile concepire di usarlo per ottenere una variazione di tratto continua, anzi, è già un azzardo ricercarla una volta.come definiresti l'f della capless: da copperplate? io no. SE (un grosso se) per te il capless f non fosse un pennino da copperplate, allora avresti consigliato anche tu il verdigris prima dello tsuki-yo, come da mio intervento
Come detto nella mia risposta, per chi vuole un inchiostro colorato, sono un’ottima scelta i Diamine o i R&K. Con l’esperienza maturata nel frattempo aggiungo alla lista anche i Noodler’s che, secondo me, sono un paio di gradini sopra per la possibilità di scegliere tra formulazioni bulletproof, lubrificanti, anti-spiumaggio, ecc. spesso anche per lo stesso inchiostro si trova la variante Eel che indica l’aggiunta di lubrificante (queste formulazioni, insieme alle “Polar”, funzionano anche meglio degli Iroshizuku nel pennino Falcon, e attutiscono il feedback di alcuni pennini, oltre a lubrificare il pistone delle penne che ce l’hanno).
Per chi invece cerca un nero, il Pilot Tsuwagiro (quello delle cartucce IC-50) è già ottimo, ma volendo scrivere proprio ovunque io le ho dato l’X-Feather
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qui verdigris puro. lo sheendi tsuki-yo non si vede (ottica perpendicolare alla carta). il verdigris ne e' totalmente sprovvistoKoten90 ha scritto: ↑domenica 22 maggio 2022, 14:22Non li uso da un po’, quindi vado a memoria. Il verdigris mi pare fosse più sbiadito e tendente al verde, lo Tsuki-yo più blu intenso con le sfumature rosse in caso di abbondanzaho allungato il verdigris 5:1 per avere shading piu' visibile su safari b (anche per effetto del colore piu' scuro): tra i due, mi sembra piu' saturo il verdigris
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Me lo ricordavo male grazie del refresh.merloplano ha scritto: ↑domenica 22 maggio 2022, 19:26 qui verdigris puro. lo sheendi tsuki-yo non si vede (ottica perpendicolare alla carta). il verdigris ne e' totalmente sprovvisto
Se ti interessasse una versione bulletproof, il Noodler’s Air Corp Blue Black è molto simile
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Ho fatto un paio di prove sulle carte peggiori che ho in casa. Di solito scrivo sui quaderni Favorit o su Clairefontaine Trimphe (quella del “Benvenuta” qui sopra) su cui non c’è nessun problema.
Tralasciamo il fatto che ho sbagliato a mettere il puntino sulle “i” per ben due volte? Grazie
Tralasciamo il fatto che ho sbagliato a mettere il puntino sulle “i” per ben due volte? Grazie
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Alessio Pariani
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non credo l'informazione sia corretta. lo tsuwairo (inchiostro piuttosto recente, posteriore alla disponibilita' delle ic-50, che avevo nel 2014) e' a nanopigmenti, il nero contenuto nelle mie ic-50 no
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