36 Scellini ed 8 pence: la Summit S.175 liscia
Inviato: lunedì 3 ottobre 2016, 8:22
Summit non è uno dei marchi storici più conosciuti, soprattutto fuori dal Regno Unito.
L’azienda, con sede principale e stabilimenti a Liverpool, produceva stilografiche di qualità ottima, ben curate ed in grado di rivaleggiare anche con i prodotti più in vista, come Parker, Shaeffer o Waterman.
Persino quando si trovò a fronteggiare l’avvento della penna a sfera il marchio inglese decise di mantenere i propri standard qualitativi, preferendo chiudere tranquillamente i battenti invece di tentare la via dello svilimento del prodotto. Negli anni ’30, il modello di punta di Summit era la 175, che nella sua versione più lussuosa, con corpo cesellato in “Eternite” (una variante della celluloide) e pennino grande d’oro a 14 carati, puntava alla clientela più esigente ( https://forum.fountainpen.it/viewtopic.php?t=11292).
Naturalmente, per evidenti economie di scala, la 175 venne prodotta in diverse varianti, anche meno ricercate esteticamente ma sempre molto curate, con pennini di grandezza variabile. L’esemplare che vedete porta ancora gli adesivi originali che caratterizzavano le penne nuove ed è in ottime condizioni. Il rivenditore garantisce che questa stilografica fu fabbricata fra il 1935 ed il 1939. Ritengo possibile che sia stata prodotta fra il 1937 ed il 1939, perché porta la veretta dorata sul fondello, usualmente assente fino alla metà degli anni ’30 e molto simile a quella di una Summit 100 del 1937 che mi è capitato d’osservare (l’anno era riportato sulla garanzia originale e mi sembra possa essere considerato un buon elemento di datazione). Lo stesso tipo di veretta posteriore caratterizzava anche alcuni esemplari di 175 in finitura “lucertola” prodotti nello stesso periodo. D’altronde, le variazioni nei dettagli erano davvero numerose. Basti pensare al fatto che non sempre il cappuccio della 175 esibiva due verette alla base: qualche volta ne aveva soltanto una.
Pur prodotto negli anni ’30, l’esemplare oggetto di questa recensione è stato sicuramente commercializzato dopo l’Ottobre 1940. La prova sta nella piccolissima scritta riportata alla base dell’adesivo in coda, che recita “Inc. Pur. Tax”; la “Purchase Tax”, o tassa sull’acquisto, fu introdotta nell’Ottobre 1940 sui beni di lusso, complici anche le necessità belliche. Gli adesivi forniscono altre informazioni interessanti sulla penna: la sigla “S.175” dichiara marca e modello, la scritta “medium” definisce ovviamente il tipo di pennino, mentre le cifre “36’ 8“ informano sul costo al dettaglio (36 scellini e 8 pence, equivalenti a circa 104 euro di oggi). E’ evidente che si tratta di un prezzo che rimanda agli anni gloriosi dell’impero britannico, quando una sterlina valeva venti scellini ed uno scellino dodici pence. Ben prima della decimalizzazione della valuta, intervenuta nel 1971.
Noterete che, a differenza del modello di punta, il corpo di questa penna è liscio, il pennino è leggermente più piccolo e la clip è di forme decisamente più semplici. Si tratta di dettagli che parlano di una maggior economicità nella produzione e che rendono questa stilografica meno lussuosa ma adatta ad un pubblico più vasto, portato a spendere meno (anche se non poco) ma desideroso di possedere una penna affidabile, elegante, pratica e d’ottima qualità. Ecco le dimensioni principali:
- Lunghezza: 132 mm chiusa, 120 mm aperta,162 mm con il cappuccio calzato;
- diametro del fusto: 13,5 mm
- diametro del cappuccio: da 14 mm a 13 mm;
- diametro medio della sezione: 9 mm;
- lunghezza della sezione: 15 mm.
Il pennino, morbido ma non propriamente flessibile, è un medio tagliato dritto, molto in voga nel Regno Unito in quel periodo storico, per la comodità e la piacevolezza estetica del tratto. La penna si impugna molto bene, grazie anche alla sezione ben svasata, ed è ottimamente bilanciata, confortevole anche con il cappuccio calzato. Ecco una prova di scrittura: L’alimentazione a levetta laterale, semplice e pratica, garantisce un’ottima durata nel tempo e ben pochi problemi.
La clip è adeguatamente flessibile e riporta, in bello stile “art deco”, il nome del marchio. Si rimuove facilmente svitandola dalla sua sede metallica, costituita da un anello filettato annegato nella testa del cappuccio. Quest’ultimo si serra in un giro completo. Anche relativamente a questo aspetto ci furono variazioni; posseggo tre S.175 del medesimo periodo e ciascuna di loro serra il cappuccio in modo differente: si va dal giro al giro e tre quarti.
Due i fori d’aereazione sul cappuccio, in posizione simmetrica, che mantengono il pennino al giusto grado d’umidità.
Il corpo riporta la classica scritta Summit degli anni ’30, disposta su tre righe: “SUMMIT - S.175 - made in England”. Nel complesso, si tratta d’una stilografica d’ottimo livello, non solo molto piacevole per la sua eleganza sobria e dignitosa, ma anche in grado di donare tante soddisfazioni in termini di scrittura, anche 80 anni dopo la sua fabbricazione, quando Londra era così... E per chi desiderasse godersi un breve filmato coevo: http://www.gettyimages.co.uk/detail/vid ... /594660471