TIBALDI “PERFECTA” AUTOMATICA - 1920. Penna “futurista”

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TIBALDI “PERFECTA” AUTOMATICA - 1920. Penna “futurista”

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La “Città Nuova”
Quale fosse in Italia, alle soglie del primo conflitto mondiale, il rivoluzionario sentire degli Artisti più visionari dell’avanguardia rispetto alla fondazione di una “Città Nuova” che rispondesse alle imperiose sollecitazioni della modernità, si può evincere chiaramente dal “Manifesto dell’architettura futurista” (Milano, 11 Luglio 1914): firmato dal giovane, talentuosissimo architetto Antonio Sant’Elia, il Manifesto raccoglie le suggestioni e i principi del movimento futurista, enunciati da Marinetti nel 1909 e subito condivisi, rielaborati e codificati per nuovi ambiti dai grandissimi Boccioni, Carrà, Russolo, e poi Balla, Depero
Per il demiurgico Filippo Tommaso Marinetti, le scoperte scientifiche hanno mutato la sensibilità umana e “rimpicciolito” il mondo; per il sommo Umberto Boccioni, la sfida della modernità si verrebbe così a concretare in un nuovo “ritmo” del presente, che è «esaltazione lirica, plastica manifestazione di un nuovo assoluto: la velocità; di un nuovo meraviglioso spettacolo: la vita moderna; di una nuova febbre: la scoperta scientifica»; e per Antonio Sant’Elia, l’uomo nuovo dovrà costruire ed abitare la “sua” nuova città:
1. TP. Manifesto 1.jpg
Antonio Sant’Elia (1888-1916): “Stazione d’aeroplani e treni ferroviari con funicolari e ascensori, su tre piani stradali” (1914), particolare [in questa e in tutte le foto seguenti]


«Sentiamo di non essere più gli uomini delle cattedrali, dei palazzi, degli arengari; ma dei grandi alberghi, delle stazioni ferroviarie, delle strade immense, dei porti colossali, dei mercati coperti, delle gallerie luminose, dei rettifili, degli sventramenti salutari.
Noi dobbiamo inventare e rifabbricare la città futurista, simile ad un immenso cantiere tumultuante, agile, dinamico in ogni sua parte, e la casa futurista simile ad una macchina gigantesca…
La casa di cemento di vetro di ferro senza pittura e senza scultura, ricca soltanto della bellezza congenita alle sue linee e ai suoi rilievi, straordinariamente “brutta” nella sua meccanica semplicità, alta e larga quanto più è necessario… deve sorgere sull’orlo di un abisso tumultuante: la strada, la quale non si stenderà più come un soppedaneo al livello delle portinerie, ma si sprofonderà nella terrà per parecchi piani, che accoglieranno il traffico metropolitano e saranno congiunti per transiti necessari, da passerelle metalliche e da velocissimi tapis roulants…»
2. TP. Manifesto 2 capped.jpg
Una penna autenticamente “futurista”, oggetto della presente ricerca, sarebbe quindi dovuta nascere dalla scienza (dalla tecnologia sviluppata nell’industria) ed essere concepita in base ai medesimi principi stilistici enunciati nel Manifesto:
«…Come gli antichi trassero ispirazione dell'arte dagli elementi della natura, noi - materialmente e spiritualmente artificiali - dobbiamo trovare quell'ispirazione negli elementi del nuovissimo mondo meccanico che abbiamo creato…
L’architettura futurista è l’architettura del calcolo, dell’audacia temeraria e della semplicità; l’architettura del cemento armato, del ferro, del vetro, del cartone, della fibra tessile e di tutti quei surrogati al legno, alla pietra e al mattone che permettono di ottenere il massimo della elasticità e della leggerezza…»
.
3. TP. Manifesto 3 open.jpg
«…L'architettura futurista non è per questo un'arida combinazione di praticità e di utilità, ma rimane arte, cioè sintesi, espressione…
La decorazione, come qualche cosa di sovrapposto all'architettura, è un assurdo, e che  soltanto dall'uso e dalla disposizione originale del materiale greggio o nudo o violentemente colorato, dipende il valore decorativo dell'architettura futurista…».
4. TP. Manifesto 4 posted.jpg
Si dovette attendere la ripresa, dopo l’immane tragedia della Grande Guerra che aveva inevitabilmente prostrato le economie dei paesi belligeranti, ma già nel 1920 Tibaldi folgorò il mercato lanciando il modello “Perfecta”, l’unica penna stilografica italiana in grado di soddisfare, come vedremo nel corso della recensione, tutte le condizioni (im)poste dai Futuristi: d’altronde, cosa potrebbe esservi di più marinettianamente “Zang Tumb Tuuum” di una penna
AUTOMATICACONPENNINORETRATTILEAMOLLA ?!?

La penna
TIBALDI “PERFECTA” AUTOMATICA misura unica, in ebanite nera liscia, pennino retrattile a molla (Warranted 14 Kt), caricamento a torsione, prodotta in Italia nell’anno 1920.
5. TP1. The Pen.jpg
Inquadramento generale
Chi volesse conoscere l'interessante storia di uno dei Produttori più blasonati, il primo assolutamente “italiano”, come già negli anni ‘20 orgogliosamente era stampato sulle belle scatoline delle rientranti,
6. TIBALDI box.jpg
potrà fare riferimento al nostro formidabile Wiki:
https://www.fountainpen.it/Tibaldi/it
Più nel dettaglio, si consulti il capitolo sui modelli iniziali della Casa:
https://www.fountainpen.it/Modelli_iniziali_Tibaldi
Tuttavia, poiché la “Perfecta” non ha ancora un suo capitolo sul Wiki, e sembra essere tra le penne rare e significative la meno documentata nel web (nessun commento, nessuna foto da me ritrovati!), integrerò la mia recensione con l’esame di alcune fonti iconografiche ricavate dalla bibbia del collezionismo stilografico italiano, l’imprescindibile
La Storia della Stilografica in Italia 1900-1950” di Letizia Jacopini,
e con l’analisi di un’importante serie di informazioni storico/tecniche desunte da
TIBALDI”, AA.VV., Ed. Mondadori Electa, 2007, pag.115.


Il nome
“Perfecta”: che non ha mancamenti, intiera, compiuta, eccellente, alla pari dell’essere supremo che non ha difetti…
Un’interessante primogenitura caratterizza la penna in esame: quando la stilografica uscì, in Italia una penna “con il nome” (e che nome!) non si era ancora mai vista…

Storia del modello
Giuseppe Tibaldi volle una penna ammiraglia dai contenuti tecnici assolutamente straordinari e dalle linee inconfondibili: affidò così il progetto alla lucida competenza ed alla geniale creatività di Giovanni Benelli, “deus ex machina” alla Tibaldi per oltre un quindicennio dalla fondazione del Marchio avvenuta, giova ricordarlo, il 20 Ottobre del 1916.
Nell’enciclopedia di Letizia Jacopini, a pag.148 compare una pagina di quello che dovrebbe essere il Listino n°1, presumibilmente risalente al 1920, che mostra la limitata gamma dei modelli di primissima produzione a marchio TIBALDI, dopo le prime esperienze fatte dalla Casa sotto l’esterofilo (e volutamente fuorviante) marchio “The GBT Pen - London”:
7. Tibaldi catalogo n.1.jpg
si tratta di quattro misure di rientranti (#2 piccola, #3 corta, #4 media, #5 lunga) e del top di gamma, il modello “Perfecta” (offerta significativamente senza decorazioni).
Per avere un’idea del prezzo di vendita in rapporto alle altre stilografiche della Casa, dobbiamo esaminare un listino Tibaldi in spagnolo (consultabile sul secondo testo cit. a pag.66), nel quale si offre ai rivenditori una gamma ampliata di penne, ancora però tutte in ebanite. Quest’ultimo dettaglio, mancando accenni ad ebaniti colorate e tanto più alla celluloide di là da venire, consentirebbe di datare ragionevolmente il listino alla metà degli anni ‘20.
I prezzi applicati sono i seguenti:
penne con caricamento a contagocce:
- N.1 sottile a punta fissa Lit.35;
rientranti:
- N.2 piccola e N.3 corta a Lit.40,
- N.4 media e N.5 larga a Lit.45,
- N.6 grande a Lit.60,
[niente N.7, refuso di stampa o scaramanzia fiorentina?!]
- N.8 gigante a Lit.80;
penne a riempimento automatico [levetta?]:
- N.10 e N.11 a Lit.50;
“Perfecta” a funzionamento automatico:
- N.12 media, proposta a Lit.80.
8. TP. M6 capped cut.jpg
A partire dal 1920, anno del lancio, la “Perfecta” restò in produzione per poco meno di un decennio senza subire modifiche rispetto al progetto iniziale: non era forse nata già perfecta?!
Nel corso degli anni, alcuni esemplari furono destinati alla committenza “pubblicitaria”: Letizia Jacopini a pag.149 dell'Enciclopedia ne mostra una bellissima marchiata
AEROPLANI ROMEO
OFFICINE FERROVIARIE MERIDIONALI
NAPOLI
sicuramente successiva al 1925, data di fondazione del settore aeronautico dell’importante Società capitanata dal grande ingegnere e imprenditore Nicola Romeo: ciò dimostra che la Tibaldi “Perfecta” era stata considerata -in virtù dei contenuti tecnici, della moderna eleganza oltre che dell’ormai comprovata affidabilità- una stilografica degna di rappresentare una delle committenze più prestigiose dell’élite tecnologica, industriale e sportiva (“Alfa Romeo” faceva capo alla medesima proprietà) italiana dell’epoca, e ciò ben un quinquennio dopo il lancio sul mercato…


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Le misure
Chiusa: cm. 13,6
9. TP. M1. capped 1.jpg
Cappuccio: cm. 6,5
10. TP. M2. open 1.jpg
Fusto: cm. 14 (con pennino estratto di cm. 1,8)
11. TP. M3. open 2.jpg
Con cappuccio calzato: cm. 18 (con pennino estratto di cm.1,8)
12. TP. M4. posted.jpg
Diametro massimo al cappuccio: mm. 13, alla testina mm. 13,6
Diametro del fusto (all'iscrizione): mm. 10,8
Diametro medio dell’impugnatura: mm. 9,1
13. TP. M5. cap top + blind cap.jpg
Peso (a vuoto): gr. 17
Cappuccio: gr. 5
Fusto: gr. 12

Le proporzioni
Il design della penna rifiuta le suggestioni d’oltreoceano dell‘epoca (i.e. Waterman) , per aderire convintamente ai canoni stilistici delle rientranti tedesche (Montblanc su tutte),
14. TP. 1. CI. + box.jpg
in special modo per ciò che concerne le dimensioni del cappuccio, che risultano essere decisamente importanti: a penna chiusa, infatti, la proporzione fra il cappuccio e la parte visibile del fusto sottostante è di quasi 1:1 (cm.6,5 contro cm.7,1);
15. TP. 2. CI.  1to1 proportion cap-barrel.jpg
con penna aperta, invece, il rapporto si avvicina a 1:2 (cm.6,5 contro cm.14),
16. TP. 4. CI.  1to2 proportion.jpg
mentre con cappuccio calzato la proporzione si approssima a 1:3 (cm.6,5 contro cm.18).
17. TP. 5. CI. 1to3 proportion.jpg
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Ultima modifica di Musicus il lunedì 18 luglio 2016, 16:37, modificato 2 volte in totale.
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Il cappuccio
Il cappuccio è diviso in due parti: testina e corpo.
18. TP. cap 1.jpg
La testina è avvitata sul corpo del cappuccio, ed è ricavata da un pezzo unico di ebanite sottoposto ad una ricercata lavorazione: partendo dall’alto mostra
- una sommità stondata liscia;
19. TP. cap top.jpg
- una fascia zigrinata di ca. 4 millimetri di altezza;
- una piccola porzione terminale liscia di raccordo.
20. TP. cap top diamond knurling.jpg
La zigrinatura è prodotta sulla superficie liscia dell’ebanite mediante procedimento meccanico di godronatura nel tipico disegno “a diamante” (o “a linee incrociate”), ed ha una duplice funzione: estetica (la decorazione viene ad imporre una direzione nella lettura delle superfici…) e pratica (…garantendo nel contempo un’impugnatura migliore).
La penna nacque priva di fermaglio, con la possibilità di applicare una accommodation clip (fermaglio amovibile): fra la testina svitabile ed il corpo, tuttavia, dalla metà degli anni 1920 circa poteva essere montato una clip da taschino con fissaggio a vite e terminazione a pallina in stile Duofold (washer clip, adottata dalla Parker già nel 1916), marchiata “Tibaldi” in verticale.
Il corpo del cappuccio ha forma perfettamente cilindrica, con la superficie liscia e priva di iscrizioni: su di esso spiccano quattro fori di aerazione in linea, insolitamente ricavati a coppie speculari.
Il labbro è assolutamente diritto: dal suo esame ravvicinato si può apprezzare il notevole spessore dell’ebanite.
21. TP. cap lip.jpg
Spingendo lo sguardo all’interno, possiamo vedere lo spillo o ago (più propriamente un tondino) inserito solidalmente nella testina svitabile.
22. TP. cap inside.jpg
Contrariamente all’impianto tradizionalmente presente nelle safety tedesche di qualità (ove ha funzione di protezione del pennino non ancora rientrato dalla chiusura accidentale del cappuccio), nella “Perfecta” la funzione dello spillo è quella di inserirsi nel solco presente sul lato inferiore dell’alimentatore per spingere verso l’interno del fusto il blocco pennino/alimentatore, fissato su un meccanismo a molla, durante l’avvitamento in chiusura del cappuccio.
23. TP. feeder.jpg
Il cappuccio deve così compiere ben cinque (!) giri completi sulla filettatura, ma la particolare conformazione del gruppo scrittura retrattile impedisce che rotture accidentali del sacchetto contenente l’inchiostro causino perdite quando il pennino verrà nuovamente estratto.
Si deve applicare un’inconsueta leggera pressione per accompagnare il fusto all’interno del cappuccio: il piccolo rito dell’avvitamento, caratterizzato da questa insolita, dolce resistenza, è semplicemente delizioso. Ancora più insolita risulta l’operazione di svitamento, nella quale si percepisce la spinta di ritorno della molla che agevola sensibilmente l’operazione di apertura, comunicando la sensazione di un qualche marchingegno che si sia messo in movimento: una sensazione davvero unica! :thumbup:

Il fusto
Al fusto, cuore tecnologico della penna, spetta l’onore di riportare l’altera dichiarazione del Costruttore, che potrebbe suonare più o meno così:
“Io sono la penna “PERFECTA”:
mi ha costruito Giuseppe TIBALDI
e sono completamente AUTOMATICA!”
24. TP. inscription by scanner.jpg
[@Simone: ho usato lo scanner per documentare l’iscrizione ;) ]

La “P” e la “T” sono vistosamente allungate al di sopra delle lettere seguenti (ma la storica “P lunga” di Pirelli è antecedente :D ), comunicando un deciso senso di movimento, sola ma decisiva concessione alla decorazione in un design algido ed essenziale, da oggetto (veramente) perfetto e in sé conchiuso.
Il fusto ha sezione cilindrica per la maggior parte della propria lunghezza (mm. 10,8 di diametro) e si rastrema solo impercettibilmente alle due estremità (riducendosi a mm.10,4); in direzione del gruppo scrittura il fusto presenta una pronunciata scalinatura, che introduce la parte dell’impugnatura vera e propria, lunga ben cm. 2,5: il diametro si riduce di quasi mm.1,5 passando ad un esile ma pure confortevolissimo diametro di mm.9,1.
25. TP. barrel.jpg
La caratteristica distintiva della Perfecta, che rende il modello davvero unico ed inconfondibile, è l’abnorme filettatura per l’avvitamento del cappuccio, che si estende in lunghezza per un intero centimetro... :o
26. TP. screw.jpg
Se si pensa che in una safety Waterman (ad esempio una classica #42) i filetti sono solo 4 (quattro), fa veramente impressione vedere i ben 16 (sedici!!) filetti della Perfecta, ancora più in evidenza poiché ricavati all’interno di una sezione relativamente sottile.
La penna è ancora esile e slanciata, a imitazione della cannuccia con pennino da intinzione alla quale erano (e saranno ancora a lungo) abituati/affezionati molti dei potenziali acquirenti: la scalinatura e l’importante filettatura sono un piacevolissimo diversivo per le dita, che subito sanno trovare la posizione migliore per impugnare l’ardito strumento…
Il fondello ha una decorazione “tecnica” che richiama quella della testina: entrambe le fasce zigrinate raggiungono i 4 millimetri di larghezza, ma la minor sezione del fondello ha imposto una differente godronatura, che ha prodotto una zigrinatura a linee solo orizzontali con piccole protuberanze regolari, per complessive 6 linee di circonferenza.
27. TP. cap top and blind cap.jpg
Anche il fondello è un elemento assolutamente originale e riconoscibile della Perfecta, in quanto affatto diverso sia dal nottolino di carica delle rientranti tipo Waterman -cilindrico, corto, liscio e sporgente-, che dal fondello di carica -conico, lungo- tipo MontBlanc.
A differenza della testina, il fondello presenta l’estremità libera perfettamente piatta (e lo abbiamo visto mettendo “in piedi” la penna ;) ).
Sui due testi da me consultati, quando bene inquadrato il fondello pare presentare una zigrinatura “verticale”: in quel caso, però, esso riporta sul fondo piatto l’iscrizione
N° 12.
Credo, quindi, che l’esemplare di Perfecta in mio possesso appartenga al primissimo periodo di produzione (1920), quando, come abbiamo visto nell’introduzione, i modelli erano solo cinque (quattro dei quali rientranti): in seguito, con l’ampliamento della gamma, alla “Perfecta” oltre al nome toccò anche un numero di identificazione, il più alto del catalogo ovviamente, il N°12 appunto.

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Ultima modifica di Musicus il lunedì 18 luglio 2016, 16:38, modificato 2 volte in totale.
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Il sistema di caricamento
Il sistema di caricamento della “Perfecta” è il twist filler, o caricamento “a torsione”, o caricamento “a vite” come sembra lo chiamassero in Tibaldi: del tutto eccezionale nel panorama italiano, è però molto simile a quello brevettato oltre un quindicennio prima dalla A.A. Waterman (anno 1903), presente sulla penna qui da me recensita:
https://forum.fountainpen.it/viewtopic.php?t=10573
Il caricamento avviene ruotando in senso antiorario il fondello a vite (che deve compiere ben due giri completi e si viene a separare dal fusto di oltre un millimetro), così causando la torsione del gommino (teso tra la base del fondello stesso e la sezione anteriore del fusto), con l’effetto di espellere l'aria in esso contenuta;
28. TP. blind cap extraction.jpg
immerso il pennino nell’inchiostro, rilasciando il fondello e riavvitandolo (in senso orario) il gommino riassumerà elasticamente la sua forma, aspirando l'inchiostro al proprio interno.
Il sistema, benchè esteticamente elegante (in quanto la linea della penna rimane filante e non è soggetta ad interruzioni) e sicuro (con il gruppo scrittura rientrante a tenuta stagna della “Perfecta”, assolutamente sicuro), con la torsione viene purtroppo a sollecitare meccanicamente il gommino molto più della semplice compressione operata da una levetta o da un pulsante di fondo, causandone la precoce usura.
Dopo meno di un decennio sulla penna ammiraglia, il twist filler venne perciò abbandonato e mai più ripreso dalla Tibaldi nella sua gloriosa storia successiva.

Il gruppo scrittura
Questo il pennino Warranted con foro a cuore montato sulla penna: per altre inquadrature ho provveduto a ripulirlo, ma qui mi piaceva mostrarlo come mi è giunto, dopo l’ultimo impiego di ormai chissà quanti decenni fa…
29. TP. Warranted nib and feeder.jpg
Potrebbe essere un Warranted di quelli montati sulle “The GBT Pen - London” del primissimo periodo, ma non sembra corrispondere a quello montato sulla bellissima penna di Maxpen2012 mostrata qui
http://forum.fountainpen.it/viewtopic.php?t=6656
(nell’argomento viene anche citato un altro testo di riferimento: L.Jacopini e E.Bettazzi “Tibaldi, storia di stilografiche e di uomini”).
A me pare una sostituzione d’epoca, che giudico comunque rispettabile quando non fatta in economia.
Il pennino corretto, secondo i testi citati, dovrebbe riportare l’iscrizione
TIBALDI
14 CTI
1A QUALITA

nel corso degli anni 1920 anche abbreviato in:
1A QTA .
Quest’ultimo credo proprio di averlo:
30. T8. flex nib - Copia.jpg
controllerò la spalla ma non lo sostituirò, almeno per il momento.

Altre caratteristiche peculiari
Confesso di avere un pessimo rapporto con il twist filler (complicato in questo caso dalla presenza della molla interna) e credo, pertanto, che attenderò pazientemente le spiegazioni e le foto di un altro collezionista o riparatore per “vedere” l’interno della stilografica: Alfredop non è il solo ad aver rotto qualche penna…
Vi sono, comunque, altre interessanti informazioni che ho reperito e rendo disponibili.
Secondo il libro “Tibaldi” cit., queste sono le cose che non si vedono:
- pennino ed alimentatore sarebbero ancorati ad una molla che dovrebbe correre all’interno del fusto per tutta la sua lunghezza, e sarebbero anche liberi di ruotare di 160° [sic, forse 180°?];
- il gruppo scrittura opererebbe una efficace tenuta stagna, vantata dalle inserzioni pubblicitarie del modello, che permetterebbe alla penna di continuare a scrivere senza macchie o perdite anche in caso di rottura del gommino interno;
- vi sarebbe anche una sorta di riserva magica ante litteram: un piccolo serbatoio a forma di imbuto rovesciato, posto subito sotto l’estremità inferiore del pennino, garantirebbe una goccia di inchiostro sempre disponibile per le (ri)partenze e per fornire una erogazione di flusso regolare in ogni condizione d’uso;
- la “Perfecta” veniva venduta in una scatolina simile a quella per rientranti da me mostrata, anch’essa in semplice cartoncino azzurro con scritte in bianco su due righe:
PERFECTA” TIBALDI (con “P” e “T” molto allungate)
AUTOMATICA - BREVETTATA
che ha nella presenza ulteriore dell’aggettivo “brevettata” la sola differenza con l’iscrizione presente sul fusto;
- si ha notizia di esemplari con anellino sul cappuccio [ma non è un po’ troppo grande?!], dotati di fermaglio con terminazione a pallina tipo Duofold, laminati oro 18 K.R. e rivestiti in oro massiccio.

Conclusioni
Questa la prova di scrittura: un pennino toothy, lo definirebbero gli Americani, che offre, cioè, una gradevole resistenza, con personalità da vendere e buona flessibilità. :thumbup:
31. TP. writing sample .jpg
L’impugnabilità è ai massimi livelli nonostante, o forse proprio grazie alla particolarissima conformazione del fusto.
La “Perfecta” si è confermata una vera “ammiraglia”, una penna non comune (per non dire rara) e preziosa, all'epoca un lusso per pochi intenditori, il capolavoro di un grande Marchio: e tuttavia, è anche un manufatto originale ed anticonformista, sperimentale e spe-ri-co-la-to come deve essere un’opera autenticamente FUTURISTA
32. TP. upside down.jpg

Grazie per l'attenzione!! :thumbup:

Giorgio


@Daniela: ti prego, correggimi pure senza pietà! :P
@Simone: questa l’ho trovata a Milano, ma il venditore veniva dalla Liguria… ;)
@Max: per carità, fammi vedere quella tutta d’oro, perché (se davvero esiste) puoi avercela solo tu! E sicuramente sai anche come si aprono… 8-)
Ultima modifica di Musicus il lunedì 18 luglio 2016, 16:43, modificato 1 volta in totale.
lucre
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Messaggio da lucre »

Giorgio, la penna è bellissima e la trovo anche molto elegante ( fra l'altro quel cappuccio allungato è uno spettacolo) della tua recensione mi viene solo da dire "perfecta!"
Luigi
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lucre ha scritto:Giorgio, la penna è bellissima e la trovo anche molto elegante ( fra l'altro quel cappuccio allungato è uno spettacolo) della tua recensione mi viene solo da dire "perfecta!"
Luigi
Grazie dell'apprezzamento, Luigi!! :thumbup:
Qui c'è un piccolo ma fulgido pezzetto di storia del genio italico, che quello che non ha inventato tutto da sè, lo ha saputo comunque significativamente migliorare... :clap:
:wave:

Giorgio
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Messaggio da alfredop »

Giorgio,

di tutte le belle penne che ci hai mostrato questa balza immediatamente al primo posto della mia personale classifica.
Devi però rimetterla in piedi, una penna che non scrive, non è una penna ;)
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Messaggio da maxpen2012 »

Caro Giorgio, complimenti per il ritrovamento, penna non solo rara e desiderabile dal punto
di vista collezionistico ma anche particolarmente significativa da quello storico-tecnico...
Io non ne ho mai avuta tra le mani una, tanto meno rivestita :thumbdown: ...
Tu mi sopravvaluti ... ;) Sono contento che sia capitata a te,è finita nelle mani giuste...
Vedo che i mercatini delle tue parti sono ancora ricchi di occasioni eccezionali, qui da noi
meglio sorvolare, solo rottami e tarocchi ormai...
Grazie per il tuo generoso impegno nel mostrarci sempre qualcosa di nuovo e interessante,
carissimi saluti :wave: Max
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per l'Universo penetra e risplende
in una parte più, e meno altrove..."
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Messaggio da Irishtales »

Musicus ha scritto:@Daniela: ti prego, correggimi pure senza pietà! :P

Correggerti?! Giammai! Anzi meriteresti un monumento (Futurista)! :)

Complimenti, Giorgio! Con le tue stilografiche e le recensioni, riesci sempre a sorprenderci... :clap: :clap: :clap:
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TIBALDI “PERFECTA” AUTOMATICA - 1920. Penna “futurista”

Messaggio da piccardi »

Caro Giorgio,

mi sa che da noi non c'é rimasto più nulla della Tibaldi, ci volevoi te per trovare uno dei suoi "graal" a Milano. A me poi non sono rimaste più neanche le parole ... Penna fantastica, come la recensione. Corro ad aggiornare la pagina con le foto ed i risultati delle tue ricerche.

Simone
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TIBALDI “PERFECTA” AUTOMATICA - 1920. Penna “futurista”

Messaggio da Musicus »

alfredop ha scritto:Giorgio,
di tutte le belle penne che ci hai mostrato questa balza immediatamente al primo posto della mia personale classifica.
Devi però rimetterla in piedi, una penna che non scrive, non è una penna...
Ciao Alfredo!! :wave:
Sono lieto che tu ne apprezzi il valore stilistico e tecnico!! :thumbup:
Dopo quello che hanno scritto Massimo e Simone, però, la già pochissima voglia di metterci mano che avevo, beh, mi è passata del tutto!! :mrgreen:
Come accennavo sopra, attenderò pazientemente di sapere come ha fatto ad aprirla chi non l'ha rotta... :angel:
;)

Giorgio
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Messaggio da Musicus »

Irishtales ha scritto:
Musicus ha scritto:@Daniela: ti prego, correggimi pure senza pietà!
Correggerti?! Giammai! Anzi meriteresti un monumento (Futurista)!

:oops: ;)
Irishtales ha scritto:Complimenti, Giorgio! Con le tue stilografiche e le recensioni, riesci sempre a sorprenderci...
Grazie di vero cuore, cara Daniela!! :P
Mi sorprendo sempre io stesso di quello che si può scoprire lasciandosi "ispirare" dalle suggestioni di una piccola stilografica... :D
A presto!

Giorgio
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Messaggio da Musicus »

maxpen2012 ha scritto:Caro Giorgio, complimenti per il ritrovamento, penna non solo rara e desiderabile dal punto
di vista collezionistico ma anche particolarmente significativa da quello storico-tecnico...
Grazie per il tuo generoso impegno nel mostrarci sempre qualcosa di nuovo e interessante,
carissimi saluti :wave:
Caro Max, non posso che ringraziarti di cuore per le tue davvero generose parole di apprezzamento: tu sai che mi fanno un enorme piacere! :thumbup:
La tua Collezione, nel contempo sterminata e raffinatissima, è ricca di veri tesori, che mostri con eleganza e sapienza a noi tutti del Forum: si cerca, quando la fortuna e la capacità di riconoscere il manufatto di pregio aiutano, di non sfigurare troppo nei tuoi confronti... ;)
Ma, lo ripeto, la capacità di "riconoscere" discende direttamente dalla Scuola fondata da Simone dove tu tieni le lezioni di più alto livello...
Grazie a te, allora, carissimo Max!! :wave:

Giorgio

P.s.: questa era la penna "di Simone" :lol:
La penna "per te" l'ho trovata la domenica dopo a Milano...
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Messaggio da Musicus »

piccardi ha scritto:Caro Giorgio,
mi sa che da noi non c'é rimasto più nulla della Tibaldi, ci volevoi te per trovare uno dei suoi "graal" a Milano. A me poi non sono rimaste più neanche le parole ... Penna fantastica, come la recensione. Corro ad aggiornare la pagina con le foto ed i risultati delle tue ricerche...
Grazie Grazie Grazie, caro Simone!!! :thumbup:
E' stata per me una vera gioia preparare la recensione di una penna esaltante.
Come scrivevo a Max, il banchetto (ma erano le 6.25 :lol: ) aveva anche penne più "facili" da riconoscere: una Omas 557 e, soprattutto, una Aurora R.A.2 laminata pubblicitaria dell'Acqua Sila in eccellenti condizioni: se non avessi studiato il Wiki da te creato, avrei preso sicuramente l'Aurora... Salvo poi scoprire dalle pubblicità degli anni '30 che l'Acqua Sila era... un purgante!!! :mrgreen:
Un caro saluto!! :wave:

Giorgio
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Messaggio da alessio »

Complimenti per la penna :clap: :clap: é davvero bella. Se la riparerai sarà interessante la descrizione "dell'intervento"
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