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Quanto vale la penna che compriamo?

I problemi che incontriamo nel mondo delle Penne, oltre quelli generali. Parliamone.
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sampei
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Quanto vale la penna che compriamo?

Messaggio da sampei »

Questa domanda me la sono posta molte volte.
Quanto vale una penna stilograficha e pero una domanda incompleta, perche vale esattamente tanto quanto uno e disposto a pagarla.
Quanto a costi di produzione o quanto ci guadagna il produttore e un altra cosa.
Di solito il produttore guadagna meno del negoziante (almeno per la maggior parte dei beni), ma forse per le stilografiche e differente, non so.
Credo che i negozianti abbiano il 50% del prezzo di listino, ed i sconti che sono disposti a farli vanno a carico loro.
Non capisco pero una cosa, mi e capitato gia due volte di comprare una penna Italiana in USA.
Perche con le spese di spedizione e pergiunta con aggiunti i dazi mi e venuta piu a buon prezzo che in Italia (anche scontata da rivenditore) per non parlare del prezzo di listino. E qui che mi sono cominciato a chiedere quanto veramente costa una stilo.
Proprio nel ultimo caso (non mi e ancora arrivata, ma e gia da questa parte del Atlantico) compro una stilo con prezzo di listino qui a 460 EUR cca., un venditore Italiano me la fa scontata a 400 EUR, e io riesco a comprarmela in USA per 267 EUR spedita. Ed in questo prezzo ce anche il rimborso del rivenditore (pur forse senza IVA o equivalente USA), e i costi di spedizione sono di 35 EUR.
Allora questa penna va in vendita in USA a 230 EUR cca, e quanto va al produttore? Al grossista Americano? Al venditore?
Anche se i margini sono minimi (diciamo 10% anche se non credo perche per uno che vende solo penne al 10% non campa a lungo), cioe 10% al grossista e 10% al rivenditore finale finiamo su un prezzo di 185 EUR di penna spedita in USA. Quindi se questa penna costa al produttore 180 EUR e qui in Italia la vendono a 460 di listino i calcoli li potete fare...

Riassunto, prezzo di listino 460 EUR - IVA (21%) = 363 EUR - 50% rivenditore = 182 EUR cca.
I conti tornano!
cassullo

Quanto vale la penna che compriamo?

Messaggio da cassullo »

Pertanto a questi prezzi passa la voglia di acquistare a questi prezzi ......
Visto che paghiamo caro un prodotto che vale molto meno , anche perchè a rivenderlo appena comprato
si ricava al massimo 1/5 di quanto speso .......
Meglio un roller gel tipo ( Pilot G2 ) che con 2,50 euro scrive benissimo ?
Ovviamente la stilografica è un bene voluttuario , e qui entra in gioco la passione di ognuno di noi verso
tale oggetto , ma sinceramente non sono più disposto ad investire cosi tanto denaro in un prodotto .
Salutoni a tutti .
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sampei
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Messaggio da sampei »

"Visto che paghiamo caro un prodotto che vale molto meno"

Io non mi trovo d`accordo. Quanto una cosa vale non e uguale a quanto una cosa costa al produttore.
D`altronde senza i venditori, ed il marketing, dove compreremo le penne, direttamente dal produttore?
E tutto un sistema di cui abbiamo bisogno ...
raffaele90

Quanto vale la penna che compriamo?

Messaggio da raffaele90 »

E' un discorso molto complicato. Ho qualche conoscenza di economia e ho un' attività nel campo del network marketing.
Considera che mediamente il 50% del prezzo finale che il cliente deve sborsare va nelle tasche della distribuzione. Per distribuzione intendo grossisti e dettaglianti. E' vero quindi quando dici che il ricarico del commerciante non è di poco conto. Vero anche il fatto che il valore di un prodotto è strettamente dipendente dal valore che il cliente gli attribuisce. Mi sovviene in mente un cellulare molto famoso :mrgreen: Qualcuno ne sa qualcosa? Mi viene in mente anche il nome di una marca di penne molto famosa. :mrgreen:
I costi di fabbrica delle penne e di qualsiasi altro oggetto sono solitamente ridotti all' osso. La produzione su larga scala di un bene di consumo abbatte radicalmente i costi dei dipendenti, manutenzione dei macchinari e delle materie prime(che solitamente costano poco perchè ci sono contratti di favore con i fornitori di materie prime). Devi anche considerare, come ha detto già qualcuno, che una stilografica può durare diversi anni ed è quindi penso sia impensabile, per un azienda, produrre un articolo dal costo molto basso(20/30 euro) che duri molti anni. L' industria di fermerebbe molto velocemente perchè il tutto è fondato sul consumismo e sulla produttività. Le aziende che non vogliono chiudere i battenti continuano a guadagnare appunto sul post-produzione o producendo penne dal costo di produzione relativamente basso e dal costo al pubblico molto alto. Qualcuno vuol forse dirmi che una Pelikan M800 valga davvero 300 euro? Sicuramente no ma se la si vuol vendere e produrre(considerando la durata nel tempo), bisogna per forza alzare il prezzo al pubblico. Anche la pubblicità pesa parecchio alle aziende ma bisogna considerare che di marchi di stilografiche pubblicizzati ne ho visti davvero pochi(almeno qui in Italia).

Voglio aggiungere qualcosa di utile, per non ripetere quello che è stato già detto.
Considerate che ho appena acquistato una Twsbi Diamond 580. Il sito internet ufficiale Twsbi, rivende la penna al costo di 50 dollari iva esclusa. 50 dollari sono circa 38 euro. Considerate che l' azienda Twsbi vuole fare un businnes sulla Diamond 580 quindi valutando i costi di produzione, costi dei dipendenti, costi dei macchinari e manutenzione, pubblicità, design e ricerca, costerà all' azienda al massimo 15/20 dollari al pezzo. Esagero? Secondo me no. Se costasse di più produrla, non l' avrei pagata cosi' poco.
La penna del costo di 40 euro l'ho infine pagata circa 65 euro da un venditore molto onesto. Perchè 65 euro? Aggiungete Iva, spedizioni, dazi e ricarico del commerciante e il gioco è fatto.
Il cellulare famoso che ho citato ha un costo di produzione per l' azienda di circa 150/170 euro. Scoprendo i costi di produzione si può capire perchè certe aziende hanno il sedere poggiato su svariati milioni di euro.

Ciao ;)
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A Casirati
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Messaggio da A Casirati »

Ho apprezzato molto tutti gli interventi su questo argomento interessante.
Personalmente, ritengo che nel nostro campo il concetto di valore non possa disgiungersi dall'apprezzamento che diamo all'oggetto che acquistiamo.
Non parlo, naturalmente, di valore affettivo, perché quello non ha prezzo.
Tuttavia, l'apprezzamento costituisce la misura del sacrificio economico che si è disposti a fare per ottenere l'oggetto. E' il concetto di valore della teoria economica classica, da sempre dimostrato dai fatti.
Un esempio banale, del tutto personale: la Delta Blue Jay, per me, vale decisamente di più del suo prezzo di listino, mentre per altre sue concorrenti non ne pagherei neppure la metà...
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Messaggio da Rogozin »

Secondo me bisogna astrarsi da logiche di mero costo. Il valore di una penna, che poi il produttore cerca di far coincidere con il prezzo, non è necessariamente il risultato della funzione di produzione di quel determinato prodotto in termini di coste e di ricavi ipotizzati.
Esiste qualcosa di più che io definisco il "valore poietico" (prendo a prestito il verbo greco poìew - non so come fare i simboli greci - significa fare, creare) della penna. Quel valore che il produttore riconosce al suo stesso sforzo e risultato, non necessariamente direttamente correlato ai materiali.
C'è il know how, gli studi che ci sono dietro, spesso la ricerca e sviluppo (settore molto costoso) ma in generale c'è tutto lo sforzo personale che il produttore mette nell'oggetto (cercando ovviamente di non andare nell'inverosimile ma allo stesso tempo non svilirsi).

In questo senso secondo me non c'è da rabbrividire a veder penne che costano 500 e passa euro, che magari non sono fatte con materiali percepiti dal mercato come preziosi. C'è da considerare che magari il produttore non ha voluto svilire il proprio sforzo (anche creativo e artistico).

Non è l'elemento principale, ovviamente le prime considerazioni riguardano i costi/benefici MA c'è da considerare anche questa variabile secondo me, che un po' di differenza la può fare.


Detto questo, secondo me non esiste una penna che costa troppo e una che costa troppo poco: esistono le legittimissime considerazioni personali basate su gusti e reddito, ,a in definitiva, non mi smetterò mai di dirlo, in un'economia di (tendenziale) libero mercato, il prezzo non lo fa nè il produttore nè il consumatore ma, appunto, il mercato (tramite tentativi e approssimazioni via via successive).

Diverso è quando a fronte di un prezzo relativamente alto vengono a mancare i requisiti minimi di qualià, ma questo è un altro ordine di considerazioni.
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Messaggio da stefmas »

sampei ha scritto:Questa domanda me la sono posta molte volte.
Quanto vale una penna stilograficha e pero una domanda incompleta, perche vale esattamente tanto quanto uno e disposto a pagarla.
Quanto a costi di produzione o quanto ci guadagna il produttore e un altra cosa.
Di solito il produttore guadagna meno del negoziante (almeno per la maggior parte dei beni), ma forse per le stilografiche e differente, non so.
Credo che i negozianti abbiano il 50% del prezzo di listino, ed i sconti che sono disposti a farli vanno a carico loro.
Non capisco pero una cosa, mi e capitato gia due volte di comprare una penna Italiana in USA.
Perche con le spese di spedizione e pergiunta con aggiunti i dazi mi e venuta piu a buon prezzo che in Italia (anche scontata da rivenditore) per non parlare del prezzo di listino. E qui che mi sono cominciato a chiedere quanto veramente costa una stilo.
Proprio nel ultimo caso (non mi e ancora arrivata, ma e gia da questa parte del Atlantico) compro una stilo con prezzo di listino qui a 460 EUR cca., un venditore Italiano me la fa scontata a 400 EUR, e io riesco a comprarmela in USA per 267 EUR spedita. Ed in questo prezzo ce anche il rimborso del rivenditore (pur forse senza IVA o equivalente USA), e i costi di spedizione sono di 35 EUR.
Allora questa penna va in vendita in USA a 230 EUR cca, e quanto va al produttore? Al grossista Americano? Al venditore?
Anche se i margini sono minimi (diciamo 10% anche se non credo perche per uno che vende solo penne al 10% non campa a lungo), cioe 10% al grossista e 10% al rivenditore finale finiamo su un prezzo di 185 EUR di penna spedita in USA. Quindi se questa penna costa al produttore 180 EUR e qui in Italia la vendono a 460 di listino i calcoli li potete fare...

Riassunto, prezzo di listino 460 EUR - IVA (21%) = 363 EUR - 50% rivenditore = 182 EUR cca.
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credo che i costi di produzione siano significativamente più bassi... Una penna, anche a stantuffo, se non si considerano materiali preziosi credo che come costi di produzione non superi i 10-20 euro.. Ne sono prova marchi che vendono i modelli a prezzi inferiori a 50 euro con qualità costruttive elevate. E non credo che ci siano differenze enormi di costo (perché il processo produttivo è in buona sostanza identico) tra produrre una pelikan M150 o una TWSBI diamond rispetto a una M800 o un'altra penna più costosa...

Ma questo vale in quasi tutti i settori: nell'abbigliamento i costi di produzione, anche per marchi molto famosi, non superano pochissimi euro.. Quello che fa lievitare i costi, in quel caso, sono il marketing e la distibuzione, ma i margini sono assurdi...
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Messaggio da Phormula »

I margini sono anche funzione della rotazione degli stock.
Credo che la produzione di penne, almeno di quelle di fascia medio-bassa avvenga per lotti, quindi si deve mettere in conto un lasso di tempo siginficativo tra il momento in cui si produce l'oggetto e quello in cui sarà venduto. Tempo durante il quale si dovranno pagare comunque fornitori, servizi, tasse e stipendi. Uno dei punti di forza della grande distribuzione è proprio la rotazione degli stock, l'ideale è vendere prima di dover pagare il fornitore. Infatti quasi tutte le catene della grande distribuzione monitorano i giorni di giacenza dei prodotti sullo scaffale e rimuovono dall'assortimento, o riducono significativamente, quelli che rimangono invenduti oltre una certa data. E' una vera e propria ossessione, per ogni categoria di prodotto esiste un tempo massimo entro il quale deve essere venduto. A questo aggiungiamo che la grande distribuzione può accontentarsi di margini inferiori in virtù del grande numero di prodotti venduti. Addiritttura può vendere sotto costo alcune cose per attrarre la clientela, contando sui guadagni dalla vendita di altre. Se io fossi titolare di un negozio, senza dipendenti, e vendessi 1000 penne al giorno, probabilmente potrei accontentarmi di margini unitari più bassi che vendendone 10 e dedicando un quarto d'ora ad ogni cliente.

Inoltre io andrei cauto nell'appiccicare aggettivi ai margini, valutandoli sulla base del numero. Vanno come minimo contestualizzati. Se produrre e vendere penne fosse un business dai margini elevati, ci si butterebbero tutti e aprirebbero continuamente nuovi negozi, mentre in realtà si vede il contrario, chiusure e ristrutturazioni di aziende e chiusure di negozi. Questo sta a significare che nella filiera non si guadagna poi tantissimo.
E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.
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Messaggio da stefmas »

Phormula ha scritto:I margini sono anche funzione della rotazione degli stock.
Credo che la produzione di penne, almeno di quelle di fascia medio-bassa avvenga per lotti, quindi si deve mettere in conto un lasso di tempo siginficativo tra il momento in cui si produce l'oggetto e quello in cui sarà venduto. Tempo durante il quale si dovranno pagare comunque fornitori, servizi, tasse e stipendi. Uno dei punti di forza della grande distribuzione è proprio la rotazione degli stock, l'ideale è vendere prima di dover pagare il fornitore. Infatti quasi tutte le catene della grande distribuzione monitorano i giorni di giacenza dei prodotti sullo scaffale e rimuovono dall'assortimento, o riducono significativamente, quelli che rimangono invenduti oltre una certa data. E' una vera e propria ossessione, per ogni categoria di prodotto esiste un tempo massimo entro il quale deve essere venduto. A questo aggiungiamo che la grande distribuzione può accontentarsi di margini inferiori in virtù del grande numero di prodotti venduti. Addiritttura può vendere sotto costo alcune cose per attrarre la clientela, contando sui guadagni dalla vendita di altre. Se io fossi titolare di un negozio, senza dipendenti, e vendessi 1000 penne al giorno, probabilmente potrei accontentarmi di margini unitari più bassi che vendendone 10 e dedicando un quarto d'ora ad ogni cliente.

Inoltre io andrei cauto nell'appiccicare aggettivi ai margini, valutandoli sulla base del numero. Vanno come minimo contestualizzati. Se produrre e vendere penne fosse un business dai margini elevati, ci si butterebbero tutti e aprirebbero continuamente nuovi negozi, mentre in realtà si vede il contrario, chiusure e ristrutturazioni di aziende e chiusure di negozi. Questo sta a significare che nella filiera non si guadagna poi tantissimo.
Chiaro che i margini vadano anche contestualizzati nella rotazione di magazzino, tempi di incasso e di pagamento... La mia affermazione di "margini assurdi" era proprio legata al fatto che non si può valutare un prodotto per la sola differenza del prezzo di vendita con il costo di produzione. che poi ci siano settori, come appunto la moda Luxury, dove i gross margin sono molto più elevati di altri è indubbio...
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Messaggio da Phormula »

stefmas ha scritto: Chiaro che i margini vadano anche contestualizzati nella rotazione di magazzino, tempi di incasso e di pagamento... La mia affermazione di "margini assurdi" era proprio legata al fatto che non si può valutare un prodotto per la sola differenza del prezzo di vendita con il costo di produzione. che poi ci siano settori, come appunto la moda Luxury, dove i gross margin sono molto più elevati di altri è indubbio...
Esatto, è una battuta che facevo spesso ad un amico negoziante, che si lamentava sempre dei margini assurdi... degli altri. :D
I margini vanno contestualizzati e va attribuito un peso anche a tutti i costi che non sono direttamente legati alla produzione di un oggetto.
Anche nel settore della moda Luxury, ci sono costi che vanno sostenuti. Viaggiando molto in aereo, mi chiedo spesso se i negozi duty free dei grandi brand del luxury siano redditizi, cioè se mantengano i costi di affitto e personale con le vendite. Però sono convinto che in una strategia di promozione del marchio siano indispensabili, così come sono indispensabili gli investimenti pubblicitari e gli omaggi ai personaggi pubblici, quelli che poi faranno da testimonial indiretti. Molte automobili di lusso sono concesse in comodato d'uso ad attori, che poi si fanno vedere al volante. Chiaramente questi costi vanno spalmati sul resto delle vendite.
E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.
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Messaggio da stefmas »

Phormula ha scritto:
stefmas ha scritto: Chiaro che i margini vadano anche contestualizzati nella rotazione di magazzino, tempi di incasso e di pagamento... La mia affermazione di "margini assurdi" era proprio legata al fatto che non si può valutare un prodotto per la sola differenza del prezzo di vendita con il costo di produzione. che poi ci siano settori, come appunto la moda Luxury, dove i gross margin sono molto più elevati di altri è indubbio...
Esatto, è una battuta che facevo spesso ad un amico negoziante, che si lamentava sempre dei margini assurdi... degli altri. :D
I margini vanno contestualizzati e va attribuito un peso anche a tutti i costi che non sono direttamente legati alla produzione di un oggetto.
Anche nel settore della moda Luxury, ci sono costi che vanno sostenuti. Viaggiando molto in aereo, mi chiedo spesso se i negozi duty free dei grandi brand del luxury siano redditizi, cioè se mantengano i costi di affitto e personale con le vendite. Però sono convinto che in una strategia di promozione del marchio siano indispensabili, così come sono indispensabili gli investimenti pubblicitari e gli omaggi ai personaggi pubblici, quelli che poi faranno da testimonial indiretti. Molte automobili di lusso sono concesse in comodato d'uso ad attori, che poi si fanno vedere al volante. Chiaramente questi costi vanno spalmati sul resto delle vendite.
Si, infatti... Conosco negozi di marchi elevati che pagano, in centri cittadini nemmeno troppo esclusivi, 30k€ il mese di affitto... Questi sono costi che alla fine devono essere pagati con i margini sui costi di produzione (e con dei volumi, che spesso per prodotti di questo tipo sono abbastanza contenuti..)
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rbocchuzz
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Messaggio da rbocchuzz »

Discutere del valore, del prezzo e del costo di una penna, mi pare sia ben chiaro.
Se posso aggiungere un esempio, credo basti pensare all’acquisto di una casa, semplificando molto si può dire che il prezzo dei mattoni è lo stesso sia che la costruzione si trovi in periferia o in centro, il prezzo di vendita finale è diversissimo.
Per le penne ho un dato, ovviamente non si può dire di riferimento, però credo dia un’idea.

Acquisto la mia cancelleria da un grossista, risme di carta, cartucce stampanti etc, il mese scorso aveva anche delle penne stilo, ho soffermato l’attenzione solo sulla Pelikan 400 confezione regalo con la boccetta di Edelstein e la 205, i cui prezzi erano circa 176 euro per la 400 e 78 euro per la 205, di poco inferiori a quelli minimi di mercato (la 400 l’ho vista intorno ai 200 euro e la 205 a 90 euro).
Sicuramente i negozianti che fatturano con questo grossista decine di migliaia di euro, hanno degli sconti rispetto ai prezzi di cartellino, che il sottoscritto non ha in quanto acquisto pochissimi prodotti.

Ovviamente i negozi di sole penne saltano questo passaggio, acquistando dai rappresentanti, ma non ho la sensazione che i margini siano elevati.
Rinaldo

In Spagna, un sigaro dato e ricevuto stabilisce rapporti di ospitalità come in Oriente la condivisione del pane e del sale.
(P. Mérimée; "Carmen")
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Messaggio da powerdork »

Ciao a tutti :-)

(post scriptum:...grrr...grrr..."Il messaggio contiene troppe emoticon. Il limite massimo è 5."...ancora troopi emoticon e non me lo manda..voglio piangere :-()

da qualche parte si riparte!! Mi è capitata sott'occhio quindi, oggi, questa discussione di cui ho un vago ricordo se ne fosse già parlato...pensa che ti ripensa...cerca che ti ricerca e ... ah ecco : quì!!

Ebbene che dire..piaccia o non piaccia gli esempi sono molti ma il fatto resta che il prezzo di un bene è determinato da chi lo produce e, se è oculato, l'unico criterio è (ed è giusto che sia) quello che, al netto di tutto (numero di vendite, prezzo unitario, costi ecc) lo fa guadagnare di più..ovviamente parlando di aziende che lavorano per guadagnare, producendo cose che li appassionano, ma pur sempre per guadagnare..

se un'azienda produce porcheria con materiali preziosi che vende a milioni e la gente li compra..fa bene..è il loro lavoro!

Per noi la cosa resta diversa perché avendo una Passione (con tutto quello che significa) siamo portati in primis ad accertare l'oggettiva qualità di quanto abbiamo tra le mani (o tra le dita --sorrisino--) e poi la quantità di farfalle che ci muove nello stomaco il suo utilizzo o semplice adorazione..dunque una Penna meravigliosa posso pagarla pochissimo per quanto vale "per me" o viceversa potrei non potermi permettere una penna che per me non vale nulla e scrive pure male..

Il fatto è che, a mio avviso e come è stato anche già scritto, una stilografica (quando vada oltre il suo mero utilizzo didattico\scribatorio...si dice così?!...) non è un bene primario e dunque il suo valore, ovviamente, non è dettato dai suoi costi, non primariamente per lo meno..o altrimenti chi li produce non ha capito nulla o vuole consapevolmente fare un opera di "rottura" nel mercato o beneficenza..

esempio tecnologico..qualcuno sa cosa sono i Nexus?! sono "i" telefoni Android, ovvero Google produce Android e fa costruire di volta in volta ad aziende differenti i telefoni che funzionino con Android i quali, ovviamente, sono automaticamente ottimizzati e compatibili con e per ogni nuova versione di Android che, Google, produrrà...tutti gli altri telefoni "android" sono scatole con software più o meno adattato dall'originale e che, quasi sempre, sono compatibili solo con quella versione utilizzata quando è stato prodotto (e per questo spesso non sono aggiornabili)..diciamo è come se la Apple buttasse fuori OSX ma non producesse i MAC e anno dopo anno li facesse produrre ad aziende differenti, concedendo però a tutti la possibilità di usare OSX su macchine prodotte in autonomia...chi ha mai provato a instalalre OSX (illegalmente) su un PC sa di cosa parlo..non è che funzioni sto gran che.. perché OSX è ottimizzato per Quello specifico hardwere cablato in quel modo ecc ecc..ed è lì che da il massimo..inoltre ogni MAC è automaticamente (ovvio) compatibile con ogni versione di OSX (tranne salti generazionali) Ne segue ovviamente che i Nexus sono i migliori Android in assoluto per definizione e costruzione (e anche a livello di performance battono i migliori concorrenti di anni in avanti..spesso e volentieri)...

Bene l'ultimo Nexus, Google lo ha fatto produrre alla LG...qualcuno lo ha visto?!..no..perché? perché sto giro Google ha deciso di commercializzarlo on line negli USA al prezzo di..250 dollari...creando quello che potete immaginare, anche in giro per il mondo (con gente che usava indirizzi finti e spedizionieri compiacenti per farselo arrivare..), immettendo sul mercato, a tale cifra, un prodotto sito nella fascia dei 600\700 ovvero almeno due step più in alto...e quindi la LG stessa ha smesso immediatamente di pubblicizzato..e pure di distribuirlo..troppo fuori mercato...avrebbe disintegrato (felicemente..) una macchina crea soldi milionaria quale è il mondo degli smartphone ad alte performance..dunque ora nessuno fa accessori per quel Nexus perché venderebbero poco..chi ce l'ha è un felice possessore di uno strumento per cui è difficile trovare una semplice cover..e così uno dei migliori cellulari del mondo attuale (che deve ancora arrivare qui..) è ai più sconosciuto e invenduto..e forse, quando arriverà in Italia (credo nelle prossime settimane) arriverà distribuito non da Google e a 500 euro più o meno..

Chi ha sbagliato in tutto questo..forse Google..che sperando di fare del "bene" a "tutti" si è messa fuori mercato (o meglio ha messo un'azienda esterna fuori mercato..che è peggio..) e ha dato un valore "sbagliato" a un prodotto, stimandolo fuori da quello che era il suo "valore"..triste ma è così..

Dunque quanto vale una Stilografica?...ha importanza?...mmm... io so quanti soldi ho nel taccuino..so quanto scrive bene (grazie a voi --sorrisino--)..so quante volte me la sogno di notte e quante ore di studio perdo a guardarla su internet pensando "vai in negozio a vederla e a provarla dal vero" "..dai che se metto via ce la faccio.." "leggi un'altra recensione sperando di trovare un difetto inaccettabile e assolutamente oggettivo"..e la somma di tutto questo deciderà se avrò o meno quella Penna tra le mie dita o se alla fine riuscirò sul serio a donarla a qualcuno (o meglio...a Qualcuna.. :-))...ebbene questo è il loro valore..per me..se una penna costa mille euro li ho e mi muove lo stomaco e scrive bene cosa mi frega se di petrolio grezzo è costata 50 centesimi?! O se una scrive orribile è brutta e poveretta lei pure spande..ma la trovo in offerta a due euro contro i 5 di costo di produzione perché è svenduta in un fallimento ..perché dovrebbe divenire interessante per me? non sono mica uno spazzino?!..il bello dei soldi è che finché non li spendi non valgono nulla..e che una volta spesi non valgono proprio più nulla perché non li abbiamo più..e quello che abbiamo acquistato assumerà (infine e finalmente) solo il "nostro" valore..una macchina da 100000 euro vale "soldi" solo fin tanto che non ce l'hai..o quando decidi di venderla..ma fintanto che ce l'hai (ovvero fintanto che adempie al motivo per cui l'hai comprata..) non è più di un solo euro il suo valore..non è proprio più in euro!

Bon..ora mi metto a studiare che per me..ha un Grande valore --sorrisino----sorrisino-- (bravo Corrado! così si fa: una lettura una due rispostine non troppo lunghe e vedi che riesci anche a studiare --sorrisino--)

Ciao ciao,
Corrado.

I'm happy to be me.
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