Monet e macchina da scrivere

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Monet e macchina da scrivere

Messaggio da StrumScritt »

Monet63 ha scritto: sabato 5 gennaio 2019, 19:51 [...] una macchina per scrivere (posseggo una Lettera 32 e una Linea 98).
In un filone del nostro foro mi sono imbattuto in un intervento di Monet, del quale cito uno stralcio.
Ho ritenuto opportuno inaugurare un nuovo filone per porgli la seguente questione:
Come la ricarichi? Riesci ancora a trovare l'inchiostro adatto?
Ovviamente, l'esposizione dell'esperienza di chiunque altro in questo ambito sarebbe graditissima.
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Messaggio da analogico »

StrumScritt ha scritto: sabato 5 gennaio 2019, 22:01 Come la ricarichi? Riesci ancora a trovare l'inchiostro adatto?
:wtf: in che senso?

le macchine da scrivere non si ricaricano con l'inchiostro, i caratteri vengono impressi sul foglio di carta da martelletti che pigiano su di un nastro telato imbevuto di inchiostro.
Quando i caratteri scoloriscono oltre un certo limite bisogna sostituire il nastro.
Questo in linea generale, poi con l'andare del tempo vennero immesse sul mercato macchine elettriche, elettroniche, a testina rotante, a margherita, alcune di esse utilizzano un nastro contenuto in una sorta di cartuccia al posto dei classici rulli, ma il principio di trasferimento del carattere sulla carta è simile.
L'ultimo nastro per la mia Lettera 22 ( come l'Aurora 88 frutto del talento dell' arch. Nizzoli ) l'ho comperato circa un anno e mezzo fa , ritengo che ancora oggi sia materiale facilmente reperibile.
Antonio

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Messaggio da Monet63 »

StrumScritt ha scritto: sabato 5 gennaio 2019, 22:01
Monet63 ha scritto: sabato 5 gennaio 2019, 19:51 [...] una macchina per scrivere (posseggo una Lettera 32 e una Linea 98).
In un filone del nostro foro mi sono imbattuto in un intervento di Monet, del quale cito uno stralcio.
Ho ritenuto opportuno inaugurare un nuovo filone per porgli la seguente questione:
Come la ricarichi? Riesci ancora a trovare l'inchiostro adatto?
Ovviamente, l'esposizione dell'esperienza di chiunque altro in questo ambito sarebbe graditissima.
Ho fatto un po' di scorta di nastri, ma più per scrupolo che per altro: li trovo regolarmente nelle cartolerie appena decentemente fornite. Ho notato che alcuni li vendono come vintage, o addirittura come oggetti da collezione; in realtà, come già detto da analogico, si tratta di cancelleria ancora reperibile piuttosto facilmente.
:wave:
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Messaggio da analogico »

Comunque, qualche mese fa leggevo, non ricordo più dove, che in alcuni Paesi, tra cui pare anche gli Stati Uniti, anche sull’onda del caso Wikileaks, le agenzie di intelligence e gli uffici che trattano affari riservati hanno ripreso a redigere i documenti classificati al massimo della riservatezza con la macchina di scrivere, strumento non clonabile e non intercettabile in alcun modo, nemmeno dai sistemi di spionaggio più sofisticati che si possano immaginare.
Chissà, dopo la rinascita delle pellicola e del vinile, torneremo a sentire il familiare ticchettio che ha accompagnato quelli di noi, diciamo più grandicelli, per tanta parte della nostra vita ?? :D :D
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Messaggio da Monet63 »

analogico ha scritto: domenica 6 gennaio 2019, 2:15 Comunque, qualche mese fa leggevo, non ricordo più dove, che in alcuni Paesi, tra cui pare anche gli Stati Uniti, anche sull’onda del caso Wikileaks, le agenzie di intelligence e gli uffici che trattano affari riservati hanno ripreso a redigere i documenti classificati al massimo della riservatezza con la macchina di scrivere, strumento non clonabile e non intercettabile in alcun modo, nemmeno dai sistemi di spionaggio più sofisticati che si possano immaginare.
Chissà, dopo la rinascita delle pellicola e del vinile, torneremo a sentire il familiare ticchettio che ha accompagnato quelli di noi, diciamo più grandicelli, per tanta parte della nostra vita ?? :D :D
Gli strumenti analogici hanno molti vantaggi. Io li ho sempre usati, e li uso tuttora: fotocamere reflex (una Nikon F del 1963, il mio stesso anno di nascita, perfetta, in passato Contax), ovviamente penne stilografiche, macchine per scrivere, etc.; di contro non posseggo uno smartphone.
Mi diceva la mia compagna di aver letto che un signore che c'entra con Google (credo uno dei capi) ha lanciato un vero e proprio allarme, perché egli crede che si vada verso un futuro privo di immagini della memoria, a causa delle fotografie che non si stampano più; io ho sempre stampato le mie foto in bianco e nero, nella mia piccola camera oscura, più per via della durata che per questioni "artistiche", perché un bianco e nero può durare qualche centinaio di anni, una stampa a colori molto meno.
In passato sono stato un dattilografo velocista (oltre 400 battute nette al minuto, su apparecchi meccanici in ordine, specialmente Linea 98), e per me la macchina per scrivere ha una valenza analoga alla scrittura a mano. Oltretutto le meccaniche dell'ultimo periodo, se adeguatamente manutenute (qualsiasi dattilografo di norma impara a fare la manutenzione ordinaria, e a volte straordinaria), sono praticamente indistruttibili, come le vecchie buone stilografiche.
:wave:
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Messaggio da analogico »

Monet63 ha scritto: domenica 6 gennaio 2019, 2:33 Gli strumenti analogici hanno molti vantaggi. Io li ho sempre usati, e li uso tuttora: fotocamere reflex (una Nikon F del 1963, il mio stesso anno di nascita, perfetta, in passato Contax), ovviamente penne stilografiche, macchine per scrivere, etc.; di contro non posseggo uno smartphone.
Mi diceva la mia compagna di aver letto che un signore che c'entra con Google (credo uno dei capi) ha lanciato un vero e proprio allarme, perché egli crede che si vada verso un futuro privo di immagini della memoria, a causa delle fotografie che non si stampano più; io ho sempre stampato le mie foto in bianco e nero, nella mia piccola camera oscura, più per via della durata che per questioni "artistiche", perché un bianco e nero può durare qualche centinaio di anni, una stampa a colori molto meno.
In passato sono stato un dattilografo velocista (oltre 400 battute nette al minuto, su apparecchi meccanici in ordine, specialmente Linea 98), e per me la macchina per scrivere ha una valenza analoga alla scrittura a mano. Oltretutto le meccaniche dell'ultimo periodo, se adeguatamente manutenute (qualsiasi dattilografo di norma impara a fare la manutenzione ordinaria, e a volte straordinaria), sono praticamente indistruttibili, come le vecchie buone stilografiche.
:wave:
Innanzitutto complimenti per la tua perizia con la macchina da scrivere, poi aggiungo che sono perfettamente d'accordo con te , ma dato il mio alias non credo ci potessero essere molti dubbi :lol: :lol: :lol:

Ad ogni modo ho avuto modo di leggere anche io la preoccupazione di molti esperti riguardo alla cancellazione della memoria fotografica soprattutto delle famiglie.
Le fotografie di quelle persone che fino a pochi anni fa usavano le compattine per occasioni familiari, ricorrenze , piccole vacanze ecc. ecc.
portavano a stampare il rullino e spesso buttavano via anche i negativi, però le immagini restavano a futura memoria, nelle scatole di scarpe che passavano di generazione in generazione
Oggi la stessa tipologia di utente fa le foto con il telefono cellulare e le lascia li, si guarda bene dal farle stampare tanto a tutti basta guardarle su di uno schermo minuscolo, così come prima ci si accontentava di vederle su una stampina 10x15, però la stampina sopravviveva, il cellulare chissà.
Oggi girando in qualsiasi mercatino si ritrovano tante foto in bianco e nero che hanno un secolo e più di vita, ancora belle , appena ingiallite dal tempo, in cui si vedono quelle famiglie di una volta, numerose e col vestito della festa, riunite per qualche ricorrenza, o ritratte nello studio del fotografo, ovviamente non si sa chi siano quelle persone, però non si può fare a meno di restarne affascinati.
Dei miliardi di immagini immagazzinate nei telefoni cellulari o nelle schede di memoria, cosa ne sarà domani ??
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Messaggio da domenico98 »

Ma che belle parole che si leggono! È bello veder trasparire queste passioni che riprendono gesti di una volta che (ahinoi!) si stanno pian piano perdendo. Sono ancora un giovincello di vent'anni appena, e appartenendo alle nuove generazioni non posso far altro che dire che le nuove tecnologie sono entrate a far parte della mia vita: il telefono, il computer, il tablet sono oggetti che oggi caratterizzano la mia vita da studente; tuttavia ho avuto la fortuna di scoprire fin da piccolo il valore e la bellezza di alcuni gesti che oggi caratterizzano la mia vita da giovane adulto. Ho avuto per molto tempo l'interesse per la fotografia sia digitale che analogica, ultimamente ho dovuto metterlo da parte per questioni di tempo, ma affiancata alla mia Nikon D300 si trovano una Mamiya C3 e la mia preferita, una Voigtlander Vitessa. Sono un dilettante nella fotografia, lo ammetto, non mi reputo nemmeno un amatore, ma ciononostante apprezzo di più la fotografia analogica, non per una questione di qualità, ma di personalità, di valore aggiunto che ogni fotografia assume quando viene pazientemente sviluppata e poi contemplata. Allo stesso modo ricordo la mia cara Olivetti Valentine, che mi ha accompagnato per tutte le superiori, per la tesina di maturità (che tra l'altro riguardava proprio le tecniche fotografiche dei tempi passati) e per ricerche varie, ancora oggi la utilizzo per quelle quattro poesie che mi diletto a scrivere quando ho l'ispirazione. Beh, ci sono ovviamente le stilografiche, insieme all'orologeria meccanica (il momento della ricarica delle sveglie e delle pendole è un momento che vivo molto seriamente). Altro mondo che vorrei scoprire e studiare è il taglio manuale della barba, con schiume e creme apposite, oppure la musica su vinile, insomma tutte quelle attività che oggi non ci sono più, perché sostituite da altre più "convenienti" e meno "dispendiose". Devo dire che avere vent'anni ed essere affascinato da questi gesti non è sempre facile, nessuno più insegna queste cose, e se ne parlo con i miei coetanei risulto un nostalgico fuori dal suo tempo, quasi eccentrico. Ammetto che le nuove tecnologie siano senz'altro più comode, più rapide, più semplici, ma certe volte anche più impersonali, troppo automatiche, troppo inosservate. Ben venga che ci siano persone che ancora oggi attuano nella loro quotidianità queste attività perdute, io ho ancora molto da imparare, e farò il possibile per imparare ogni giorno.

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Messaggio da Stormwolfie »

Caro Monet, anche io sono un tuo coetaneo del '63 ed ho due macchine da scrivere gelosamente conservate. Una era di mio padre. E' un ricordo lontano sentirlo battere a macchina, ma è presente la traccia di tutte le lettere che ha lasciato nel suo archivio. Alcune "fotocopiate" con la carta carbone. Ricordi meravigliosi di un passato più presente di quello di 10-15 anni fa. Le fotografie dei miei parenti mi accompagnano con maggior frequenza di quelle degli ultimi anni, sono tangibili, delicate ma chiare e coinvolgenti. Qualche giorno fa ho portato a riversare una serie di filmini super8 che non ho potuto vedere perchè non trovo più il proiettore. Li ho riversati su un dvd e mantengono la loro immutata bellezza che racconta gli anni 60 della nostra Italia, un periodo magico ricolmo di energie creative.
Pur usando tutte le tecnologie di oggi, le trovo impersonali, prive di eleganza.
Poco tempo fa ho visto un documentario di Werner Herzog "Lo and behold" al cui interno intervista degli astronomi, i quali ipotizzano che la rete venga “bruciata” da una catastrofe indipendente dall’azione umana, da una probabile brillazione solare come quella detta Evento di Carrington, che nel 1859 interruppe i collegamenti telegrafici. Con una tempesta geomagnetica simile non ci sarebbero più comunicazioni e supporti digitali e l’universo tecnologico umano collasserebbe e forse il nostro mondo "stilografico" ritornerebbe prepotentemente in voga.
E' un sogno che mi piace immaginare.
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Ogni penna corre con inchiostri diversi su altrettante innumerevoli carte. Alcune scivolano rapide, altre con piena lentezza, altre grattano ritmi piacevoli. Ognuna esprime un suo carattere che lo scrittore dolcemente doma.
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Messaggio da Monet63 »

domenico98 ha scritto: domenica 6 gennaio 2019, 10:42affiancata alla mia Nikon D300 si trovano una Mamiya C3 e la mia preferita, una Voigtlander Vitessa.
Con tutto il rispetto per la Vitessa, i negativi che uscivano da una C3 in ordine, specialmente se su Plus-X trattata in Rodinal 1+50, erano di un altro pianeta. In più quella macchina aveva la possibilità di cambio ottiche (nonostante fosse una biottica e fosse un minimo impegnativa la gestione della parallasse) e una certa capacità macro grazie all'allungamento del soffietto.
domenico98 ha scritto: domenica 6 gennaio 2019, 10:42Ammetto che le nuove tecnologie siano senz'altro più comode, più rapide, più semplici, ma certe volte anche più impersonali, troppo automatiche, troppo inosservate.
In realtà non è sempre così; mi sono trovato spesso a constatare una sorta di tecnologia autoreferenziale, nel migliore dei casi inutile o che complica inutilmente qualcosa che prima era semplice. Considera che io ho avuto moltissimo a che fare con i pc e determinate tecnologie di cui non parlerò qui, occupandomi anche di sicurezza informatica in ambienti dove si trattavano documentazioni particolarmente sensibili, e quindi le mie constatazioni sono sempre state fatte a ragion veduta, non per ignoranza circa quelle tecnologie, che in tantissimi casi trovo eccezionali.
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Messaggio da HoodedNib »

Monet63 ha scritto: domenica 6 gennaio 2019, 15:19
domenico98 ha scritto: domenica 6 gennaio 2019, 10:42Ammetto che le nuove tecnologie siano senz'altro più comode, più rapide, più semplici, ma certe volte anche più impersonali, troppo automatiche, troppo inosservate.
In realtà non è sempre così; mi sono trovato spesso a constatare una sorta di tecnologia autoreferenziale, nel migliore dei casi inutile o che complica inutilmente qualcosa che prima era semplice. Considera che io ho avuto moltissimo a che fare con i pc e determinate tecnologie di cui non parlerò qui, occupandomi anche di sicurezza informatica in ambienti dove si trattavano documentazioni particolarmente sensibili, e quindi le mie constatazioni sono sempre state fatte a ragion veduta, non per ignoranza circa quelle tecnologie, che in tantissimi casi trovo eccezionali.
In realta' in ambito fotografico, sopratutto di macro e urban molti degli scatti sono ancora fatti con le ottiche settate in manuale perche' si ottengono effetti o precisione che in automatico non e' detto si possa ottenere perche' gli algoritmi "ballano" a volte.
Poi le foto automatiche sono invece praticamente insostituibili per la caccia fotografica, tutto quello che si muove velocemente e molti utilizzi di teleobiettivi.
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Messaggio da Monet63 »

HoodedNib ha scritto: domenica 6 gennaio 2019, 22:53 Poi le foto automatiche sono invece praticamente insostituibili per la caccia fotografica, tutto quello che si muove velocemente e molti utilizzi di teleobiettivi.
Beh dipende. Quando ho iniziato io, l'autofocus neanche esisteva, anche se oggi sembra insostituibile; sarebbe arrivato solo nel 1985 con la celebre Minolta 7000, la prima vera reflex AF. Voglio dire che, pur non avendo mai fatto caccia fotografica se non in modo molto marginale e con attrezzature inadatte, avevo amici che invece la facevano (uno di essi pubblicava su Oasis), e uno che fotografava lo sport professionale, regate comprese; tutto ovviamente con messa a fuoco manuale.
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Messaggio da analogico »

Io a 56 anni mi ritengo una persona fortunata, perché il mio lavoro non mi ha imposto una dipendenza totale dalla tecnologia in generale e dall’informatica in particolare.
Per questa ragione posso permettermi ciò che considero un privilegio, ossia poter considerare ed utilizzare il computer e i suoi derivati alla stregua di elettrodomestici.
Utili oggetti che servono per soddisfare dei bisogni pratici in maniera a volte ottimale, talvolta (non sempre) più rapida ed efficiente che in passato.
Come la lavatrice, quando ho bisogno di fare il bucato la uso , è più rapido e meno faticoso che farlo a mano. Quando non devo fare il bucato rimane spenta .
Ecco, io uso il computer in questa maniera, lo uso per comprare il biglietto del treno , per fare un bonifico, per pagare le tasse e per altre esigenze di carattere pratico, quando non ho tali esigenze lo strumento pc , tablet o telefono che sia, resta spento e il fascino che suscita in me non è maggiore di quello che suscita la lavabiancheria in bagno o il frullatore in cucina.
Leggo e frequento con piacere solo questo forum , quando ne ho voglia e l’argomento mi stuzzica scrivo qualche riga,come in questo caso. Ne seguo frequentemente un altro di fotografia tradizionale ma non mi sono mai iscritto.
Non ho e non ho mai avuto profili social di alcun tipo, non ne ho mai sentito l’esigenza, i cosiddetti social non mi hanno mai nemmeno incuriosito, anzi ho sempre provato una naturale avversione verso di essi, ma nonostante ciò non mi sembra di vivere così male anzi, temo che chi vive immerso nei social 24 ore su 24 non viva affatto meglio di me e di chi come me ne sta fuori.
Quando voglio trascorrere il poco tempo libero in maniera divertente e/o rilassata, mi chiudo in camera oscura o ascolto qualche vinile, la musica è un’altra grande passione, o me vado in giro a fare qualche foto, o faccio altre attività “antiche”.
Se ho voglia di vedere gente ho la fortuna di avere un certo numero di buoni amici da sempre, veri, in carne ed ossa, non virtuali, con i quali parlare e discutere di tutto , molto spesso a tavola, ma senza guardare il telefono cellulare ad ogni battito di ciglia.
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Messaggio da HoodedNib »

Monet63 ha scritto: lunedì 7 gennaio 2019, 0:15
HoodedNib ha scritto: domenica 6 gennaio 2019, 22:53 Poi le foto automatiche sono invece praticamente insostituibili per la caccia fotografica, tutto quello che si muove velocemente e molti utilizzi di teleobiettivi.
Beh dipende. Quando ho iniziato io, l'autofocus neanche esisteva, anche se oggi sembra insostituibile; sarebbe arrivato solo nel 1985 con la celebre Minolta 7000, la prima vera reflex AF. Voglio dire che, pur non avendo mai fatto caccia fotografica se non in modo molto marginale e con attrezzature inadatte, avevo amici che invece la facevano (uno di essi pubblicava su Oasis), e uno che fotografava lo sport professionale, regate comprese; tutto ovviamente con messa a fuoco manuale.
Ovviamente si faceva e si faceva in tutt'altro modo e con altri risultati. Ora della sportiva non ti so dire ma avendo fatto caccia fotografica anche a soggetti in movimento ravvicinato posso dirti che senza un buon AF e' un macello, non impossibile ma un macello di begli scatti persi
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Messaggio da rolex hunter »

analogico ha scritto: .........
Come la lavatrice, quando ho bisogno di fare il bucato la uso , è più rapido e meno faticoso che farlo a mano.
........
Sono (stato) un analista informatico (ora faccio tutt'altro lavoro); ti confesso che ancora oggi i "programmi" della lavatrice mi ingenerano dubbi, e non padroneggio bene la tecnica... :mrgreen:

HoodedNib ha scritto: lunedì 7 gennaio 2019, 7:39
Monet63 ha scritto: lunedì 7 gennaio 2019, 0:15
Beh dipende. Quando ho iniziato io, l'autofocus neanche esisteva, anche se oggi sembra insostituibile; sarebbe arrivato solo nel 1985 con la celebre Minolta 7000, la prima vera reflex AF. Voglio dire che, pur non avendo mai fatto caccia fotografica se non in modo molto marginale e con attrezzature inadatte, avevo amici che invece la facevano (uno di essi pubblicava su Oasis), e uno che fotografava lo sport professionale, regate comprese; tutto ovviamente con messa a fuoco manuale.
Ovviamente si faceva e si faceva in tutt'altro modo e con altri risultati. Ora della sportiva non ti so dire ma avendo fatto caccia fotografica anche a soggetti in movimento ravvicinato posso dirti che senza un buon AF e' un macello, non impossibile ma un macello di begli scatti persi
Quando facevo caccia fotografica, o fotografia sportiva (mi divertivo da matti ma mai guadagnato un centesimo, comunque....), dopo un iniziale apprendistato mi sono convertito ai novoflex; tutta un'altra vita (foto dalla rete perchè i miei non li ho più.... :? )

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Messaggio da Monet63 »

HoodedNib ha scritto: lunedì 7 gennaio 2019, 7:39 Ovviamente si faceva e si faceva in tutt'altro modo e con altri risultati. Ora della sportiva non ti so dire ma avendo fatto caccia fotografica anche a soggetti in movimento ravvicinato posso dirti che senza un buon AF e' un macello, non impossibile ma un macello di begli scatti persi
E figurati quando gli scatti persi erano su pellicola e, a parte l'aspetto economico (la Velvia e il Kodachrome costavano una follia, ma chiaramente per un professionista l'aspetto era marginale), scoprivi che erano persi solo dopo.
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