Una bella sconosciuta

Note storiche sulle penne stilografiche e sui loro produttori. Aneddoti e curiosità.
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A Casirati
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Messaggio da A Casirati »

Aperta con il cappuccio calzato la stilografica sfoggia una certa eleganza
Aperta con il cappuccio calzato la stilografica sfoggia una certa eleganza
Per qualche ragione, le penne stilografiche economiche d’epoca hanno sempre esercitato su di me un certo fascino.
Me le immagino acquistate da chi aveva poche possibilità (la maggior parte degli italiani, almeno fino agli anni settanta), utilizzate con cura, per non danneggiarle, ed apprezzate, anche perché acquistate con qualche sacrificio, necessario per risparmiare i soldi richiesti dall’acquisto.
SDC19249.JPG
Recentemente, mi è stata regalata questa penna, in materiale plastico madreperlato semitrasparente, che credo venisse offerta specialmente come regalo per la prima S. Comunione, quando si distribuivano, a ricordo, immaginette come questa:
Immaginetta.jpg
oppure per la S. Cresima. Naturalmente, date le dimensioni e la delicatezza estetica, si trattava d’una stilografica adatta anche alle signore.

Mentre credo che la produzione risalga agli anni sessanta del secolo XX, data l’assenza completa d’iscrizioni, non sono in grado di dire chi fosse il produttore, ma immagino che si trattasse d’una ditta italiana, forse nell’area del milanese o del torinese.
Un “indizio”, molto parziale, che ho trovato a questo proposito è la greca riportata sulla ghiera metallica del converter a stantuffo, che mi ricorda quello montato su quest’altro modello:
Converter con greca.JPG
Anche le forme delle impugnature dei due converter s’assomigliano molto, così come gli alimentatori, d’altra parte molto simili anche a quelli montati sulle mie due “Aster”:
Alimentatore Aster.JPG
Quello di questa stilografica, però, è dotato, nella parte posteriore, d’uno scalino, che immagino servisse per stabilire fino a che punto inserire l’alimentatore nella sezione.

Esaminando meglio questo esemplare, si notano alcuni altri particolari interessanti.
Innanzi tutto, il pennino: è un “Rover” d’oro a 14 carati, molto simile a quello montato, ritengo per un intervento di riparazione, su una delle mie Columbus 90-10:
Columbus 90-10 pennino Rover.JPG
Mi chiedo se i “Rover” fossero pennini generici, disponibili anche per interventi di manutenzione, acquistati dalle ditte che non potevano permettersi una produzione propria.
Provato per intinzione, il pennino ha rivelato belle qualità: scorrevolezza, tratto fine e preciso ed anche un certo grado di morbidezza:
g.JPG
Decisamente piacevole, così come la penna in sé, che è comoda da impugnare, anche con il cappuccio calzato, e promette sessioni di scrittura comode, anche se lunghe. Devo aggiungere che i riflessi madreperlati del materiale sono molto convincenti e piacevoli.

Corpo del converter e sezione sembrano fabbricati in pezzo unico.
Il cappuccio a vite si chiude in un giro e tre quarti ed è dotato d’un foro d’aereazione. La clip è robusta, dotata d’un certo grado d’elasticità, ed assicura un’ottima presa. Nonostante la doratura della clip, la vera del cappuccio è color argento.
Il materiale semitrasparente del corpo e del cappuccio rende questa penna una sorta di “mezza demonstrator”.
Trovo decisamente piacevole l’estetica: corpo e sezione sviluppano le loro linee senza interruzione (è probabile che sul mio esemplare manchi una veretta, che raccordava i due elementi).
SDC19250.JPG
La penna è sottile, ma non piccola: chiusa misura 133 mm, aperta 119 mm, aperta con il cappuccio calzato 151 mm. Il diametro massimo del corpo è di 10mm, quello medio della sezione 9 mm. Naturalmente, si tratta di una stilografica leggera: 12 gr non caricata (il cappuccio pesa 4 gr).

Il pistone del converter è del tutto bloccato e un bagno prolungato in acqua non ha affatto migliorato la situazione: probabilmente, il lubrificante aggiunto all’interno s’è seccato, rendendo l’escursione impossibile.
Pazienza: una bella pulizia ha consentito di riportare comunque questa penna ad una buona dignità estetica.

Ora fa parte della mia modesta collezione, a ricordo d’un periodo storico più povero materialmente, ma senz’altro più tranquillo nei ritmi di vita.
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Messaggio da piccardi »

Ciao Alberto,

si, i Rover per quanto ne so erano pennini generici, la ditta era di Bologna, appartenente, secondo questo annuario, a Rodolfo Verricchi, ed attiva almeno nel 1956.

Simone
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Messaggio da A Casirati »

Grazie, Simone!
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Messaggio da francoiacc »

Si vocifera che Rover produceva pennini per OMAS.
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Messaggio da piccardi »

francoiacc ha scritto: lunedì 31 maggio 2021, 10:14 Si vocifera che Rover produceva pennini per OMAS.
Produceva i pennini per tutti (compresi Parker, Aurora, ecc.). Il fatto che un'azienda sia in grado di produrli in casa, non significa che riesca a produrre tutti quegli che gli servono, né che non sia buona pratica avere una fonte indipendente di approvvigionamento per ovviare a eventuali problemi con la produzione principale.

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Messaggio da LucaC »

La penna ha un bel colore e i pennini Rover li ho sempre trovati molto performanti!
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Messaggio da francoiacc »

piccardi ha scritto: lunedì 31 maggio 2021, 10:36
francoiacc ha scritto: lunedì 31 maggio 2021, 10:14 Si vocifera che Rover produceva pennini per OMAS.
Produceva i pennini per tutti (compresi Parker, Aurora, ecc.). Il fatto che un'azienda sia in grado di produrli in casa, non significa che riesca a produrre tutti quegli che gli servono, né che non sia buona pratica avere una fonte indipendente di approvvigionamento per ovviare a eventuali problemi con la produzione principale.

Simone
Grazie Simone, a conferma di quanto avevo già avuto modo di leggere e sentire in giro. :wave:
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francoiacc ha scritto: lunedì 31 maggio 2021, 11:43 Grazie Simone, a conferma di quanto avevo già avuto modo di leggere e sentire in giro. :wave:
Si, e non solo italiane o americane (fra i punzoni globus ricordo pure Pelikan e Montblanc).

Simone
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Messaggio da A Casirati »

Sempre interessante, grazie di nuovo, Simone!
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