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G Lalo Vergé e Velin de France - Opinioni

L'ultimo ma non meno importante elemento coinvolto nella scrittura è la carta. Parliamone. E raccontiamo anche degli altri accessori che affianchiamo alle nostre penne.
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Bokeh
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Messaggio da Bokeh »

Buonasera,
non sono riuscito a trovare molte informazioni sulle carte in oggetto.
Vorrei sapere come sono a livello di qualità, quali sono le differenze tra le due e soprattutto come si posizionano paragonate alle "solite" Rhodia e Clairefontaine piuttosto che alle più "pregiate" Tomoe River e MD Midori.
Grazie
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maylota
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Messaggio da maylota »

G Lalo Vergè si presenta come un bellissimo blocco di carta A4 per corrispondenza. Con un buon peso e filigrana. E' del tipo con le "righine", carta che devi saper usare (ossia non tanto per me). Ecco alcune foto:
IMG_3123.JPG
IMG_3120.jpg
Non lo so come mai ce l'ho... Penso uno dei tanti acquisti compulsivi seguendo chissà quale ispirazione. Grazie al tuo messaggio, adesso la provo ma la sensazione tattile è ottima: uno di quegli oggetti che fa piacere avere e tenere in mano....
Venceremos.
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Ottorino
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Messaggio da Ottorino »

Si dovrebbe chiamare "carta vergata", ovvero il risultato di disgregazione delle fibre di cellulosa un po' più grossolane che non passano dal vaglio che è a righe, appunto. L'altra, più comune ai giorni nostri ha una cellulosa più tritata, più fine e che quindi viene trattenuta da vagli a maglie più fini. Credo che si chiami " carta velina" anche se è spessa
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
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Messaggio da Bokeh »

maylota ha scritto: venerdì 6 agosto 2021, 20:24 G Lalo Vergè si presenta come un bellissimo blocco di carta A4 per corrispondenza. Con un buon peso e filigrana. E' del tipo con le "righine", carta che devi saper usare (ossia non tanto per me). Ecco alcune foto:
IMG_3123.JPGIMG_3120.jpg

Non lo so come mai ce l'ho... Penso uno dei tanti acquisti compulsivi seguendo chissà quale ispirazione. Grazie al tuo messaggio, adesso la provo ma la sensazione tattile è ottima: uno di quegli oggetti che fa piacere avere e tenere in mano....
Ti ringrazio, molto interessante la tua testimonianza diretta.
La rigatura oltre che visiva si sente anche al tatto?
Bisogna segiire le roghe per scrivere?
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Messaggio da Bokeh »

Ottorino ha scritto: venerdì 6 agosto 2021, 20:30 Si dovrebbe chiamare "carta vergata", ovvero il risultato di disgregazione delle fibre di cellulosa un po' più grossolane che non passano dal vaglio che è a righe, appunto. L'altra, più comune ai giorni nostri ha una cellulosa più tritata, più fine e che quindi viene trattenuta da vagli a maglie più fini. Credo che si chiami " carta velina" anche se è spessa
Molto interessante l'aspetto tecnico.
La velina è paragonabile ad una Rhodia oppure ha delle differenze?
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Messaggio da Ottorino »

Da quel che ricordo tutta la carta che non è vergata è velina. La vergata è più antica, quando la tecnologia non riusciva a triturare finemente le fibre di cellulosa. Monet ????
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
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Messaggio da Bokeh »

Ottorino ha scritto: venerdì 6 agosto 2021, 21:23 Da quel che ricordo tutta la carta che non è vergata è velina. La vergata è più antica, quando la tecnologia non riusciva a triturare finemente le fibre di cellulosa. Monet ????
Mi sa che Monet oggi ha da fare :D
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Messaggio da Monet63 »

Non intervenivo perché su questo aspetto non so granché.
Non tutta la carta, in epoca pre-meccanica, era vergata, ma era certamente il tipo più diffuso. So che a un certo punto ci fu un inglese, di cui non ricordo più il nome, che inventò un sistema per ottenere una carta piuttosto uniforme, senza vergelle, usando lo stesso impasto, intorno alla metà del 700. Un tempo si usavano soprattutto fibre di cotone o lino; per quanto ne so la cellulosa fu usata a partire dalla seconda metà dell'ottocento.
In quanto alla Lalò, che posseggo, è un'ottima carta ma bisogna abituarcisi. Non è liscia, ha un po' di "pelo", è in grado di ridurre la misura del pennino in uso. Regge bene, ma è ancora trapassabile dagli inchiostri più penetranti.
E' totalmente diversa da Rhodia, Clairefontaine, Oxford, Tomoe, etc., ma anche da carte non patinate ma lisce.
Un'ultima cosa: i francesi chiamano "papier vélin" qualsiasi carta in cui la struttura del telaio non è visibile, ovvero quella ottenuta col procedimento del signore inglese di cui parlavo prima, ma in certi casi anche le pergamene. Tuttavia per "velina" noi intendiamo altro, cioè una carta di grammatura molto ridotta.

Eviterò comunque, in questa sede, per evitare di apparire presuntuoso, di sottolineare che a Fabriano (prima cartiera europea), dove nel 1265 si produceva già carta di altissimo livello con procedimenti all'avanguardia e semimeccanizzati, fu messa a punto un nuovo e rivoluzionario tipo di collatura a base di gelatina animale, usato talvolta ancora oggi dai mastri cartai per carte particolarmente pregiate, in sostituzione di quella all'amido. Eviterò anche di precisare che Fabriano creò un vero e proprio monopolio di carta di alta qualità, che durò per almeno un secolo e mezzo, prima che i francesi cominciassero a produrre, finalmente, anche loro, ottenendo poi risultati di oggettivo rilievo.
:wave:
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Messaggio da Bokeh »

Monet63 ha scritto: sabato 7 agosto 2021, 17:49 Non intervenivo perché su questo aspetto non so granché.
Non tutta la carta, in epoca pre-meccanica, era vergata, ma era certamente il tipo più diffuso. So che a un certo punto ci fu un inglese, di cui non ricordo più il nome, che inventò un sistema per ottenere una carta piuttosto uniforme, senza vergelle, usando lo stesso impasto, intorno alla metà del 700. Un tempo si usavano soprattutto fibre di cotone o lino; per quanto ne so la cellulosa fu usata a partire dalla seconda metà dell'ottocento.
In quanto alla Lalò, che posseggo, è un'ottima carta ma bisogna abituarcisi. Non è liscia, ha un po' di "pelo", è in grado di ridurre la misura del pennino in uso. Regge bene, ma è ancora trapassabile dagli inchiostri più penetranti.
E' totalmente diversa da Rhodia, Clairefontaine, Oxford, Tomoe, etc., ma anche da carte non patinate ma lisce.
Un'ultima cosa: i francesi chiamano "papier vélin" qualsiasi carta in cui la struttura del telaio non è visibile, ovvero quella ottenuta col procedimento del signore inglese di cui parlavo prima, ma in certi casi anche le pergamene. Tuttavia per "velina" noi intendiamo altro, cioè una carta di grammatura molto ridotta.

Eviterò comunque, in questa sede, per evitare di apparire presuntuoso, di sottolineare che a Fabriano (prima cartiera europea), dove nel 1265 si produceva già carta di altissimo livello con procedimenti all'avanguardia e semimeccanizzati, fu messa a punto un nuovo e rivoluzionario tipo di collatura a base di gelatina animale, usato talvolta ancora oggi dai mastri cartai per carte particolarmente pregiate, in sostituzione di quella all'amido. Eviterò anche di precisare che Fabriano creò un vero e proprio monopolio di carta di alta qualità, che durò per almeno un secolo e mezzo, prima che i francesi cominciassero a produrre, finalmente, anche loro, ottenendo poi risultati di oggettivo rilievo.
:wave:
Ti ringrazio molto per il tuo intervento e per le informazioni che hai condiviso.

Se tit va ti chiederei di elencare alcune carte Fabriano di alta qualità che ti senti di suggerire, sia vergate sia lisce.
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Messaggio da Monet63 »

Bokeh ha scritto: sabato 7 agosto 2021, 18:24 Se tit va ti chiederei di elencare alcune carte Fabriano di alta qualità che ti senti di suggerire, sia vergate sia lisce.
Per la scrittura senz'altro EcoQua.
Un po' più ampiamente, esiste la Ingres, una carta vergata moderna, per la quale ultimamente ho notato un certo cambiamento. Viene usata per pastello e disegno, ma va benissimo per scrittura. Esiste in due grammature: 90 e 160, la prima anche in comodi blocchi spiratati A4. Certamente da provare.
Per scrittura si è dimostrata ottima la carta per schizzi per artisti, 90 grammi, che nasce - si - per l'uso artistico ma tiene benissimo l'inchiostro stilografico e i ferrogallici. Esiste in A2, A3, A4 e A5. Metto link al produttore: https://fabriano.com/it/181/blocco_sketch

Quelle per disegno, ben collate, sono di norma adatte anche alla scrittura.

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Messaggio da maylota »

Bokeh ha scritto: venerdì 6 agosto 2021, 20:55
La rigatura oltre che visiva si sente anche al tatto?
Bisogna segiire le roghe per scrivere?
L'ho provata: su questa carta la rigatura non si sente. La penna prende molto bene la carta con flusso controllato ma molto deciso. Senza le piccole incertezze in partenza e l'inchiostro troppo umido che qualche volta si trovano sulle iperpatinate.
Devo dire che è piacevole scriverci. Ho fatto una prova, che non so se dice molto per foto, ma allego lo stesso...
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Messaggio da Bokeh »

Monet63 ha scritto: sabato 7 agosto 2021, 18:36
Bokeh ha scritto: sabato 7 agosto 2021, 18:24 Se tit va ti chiederei di elencare alcune carte Fabriano di alta qualità che ti senti di suggerire, sia vergate sia lisce.
Per la scrittura senz'altro EcoQua.
Un po' più ampiamente, esiste la Ingres, una carta vergata moderna, per la quale ultimamente ho notato un certo cambiamento. Viene usata per pastello e disegno, ma va benissimo per scrittura. Esiste in due grammature: 90 e 160, la prima anche in comodi blocchi spiratati A4. Certamente da provare.
Per scrittura si è dimostrata ottima la carta per schizzi per artisti, 90 grammi, che nasce - si - per l'uso artistico ma tiene benissimo l'inchiostro stilografico e i ferrogallici. Esiste in A2, A3, A4 e A5. Metto link al produttore: https://fabriano.com/it/181/blocco_sketch

Quelle per disegno, ben collate, sono di norma adatte anche alla scrittura.

:wave:
Grazie per i tanti suggerimenti!
Personalmente non mi trovo benissimo con la EcoQua, non so se perché leggermente ruvida o per il colore avoriato (preferisco il bianco), inoltre con alcune penne a tratto fine a volte faticavano nei primi millimetri di scrittura come se non riuscissero a partire.
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