Mostra Scambio - Pen Show di Firenze
18 Maggio 2024 - Ippodromo del Visarno, piazzale delle Cascine 29
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neppure la carta di una volta
- AinNithael
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neppure la carta di una volta
Neppure la carta di una volta non è più la carta di una volta...
Possiedo una dozzina di quaderni comprati in una vecchia cartoleria. Presumo siano almeno degli anni 50 o forse 40. Copertine nere, taglio delle pagine rosso, colore delle pagine leggermente e piacevolmente ingiallito. Superficie che mi appare molto liscia, eppure...
Due di questi sono sottili e di un formato album e non quaderno solito. Volevo riservare loro un trattamento privilegiato scrivendovi solo con stilografiche e magari con quelle vintage. Le prove sono queste:
Possiedo una dozzina di quaderni comprati in una vecchia cartoleria. Presumo siano almeno degli anni 50 o forse 40. Copertine nere, taglio delle pagine rosso, colore delle pagine leggermente e piacevolmente ingiallito. Superficie che mi appare molto liscia, eppure...
Due di questi sono sottili e di un formato album e non quaderno solito. Volevo riservare loro un trattamento privilegiato scrivendovi solo con stilografiche e magari con quelle vintage. Le prove sono queste:
Enrica
"Non essere mai codardo o crudele. Cerca di essere sempre gentile, ma non smettere mai di essere buono." Doctor Who
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neppure la carta di una volta
Chi ha maggiore esperienza ha suggerimenti migliori per gli abbinamenti penna-inchiostro? Forse qualche abbinamento è sbagliato.
Enrica
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neppure la carta di una volta
La Twsbi Eco con Pelikan Edelstein è la prova migliore. La Waterman 52 schizza acido come un alien
- AinNithael
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neppure la carta di una volta
Direi che gli inchiostri notoriamente meno liquidi (Lamy Blu, Pelikan 4001 Brilliant Red etc.) non se la sono cavata affatto male.
Beh, anche negli anni d'oro delle stilografiche esistevano carte valide e carte meno valide.
Beh, anche negli anni d'oro delle stilografiche esistevano carte valide e carte meno valide.
- Miata
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In tutti questi anni, la carta non potrebbe aver preso umidità ed essersi leggermente rovinata?
- AinNithael
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Ehm... scusami, vedo ora ( mentre contemplavo la foto e riflettevo) questa tua ipotesi. Forse, ma non molto probabile. Io li ho trattati con tutta l'attenzione possibile, tenuti sempre in una libreria chiusa.
Enrica
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Il Kiwa Guro sembra comportarsi bene, ma anche gli Iroshizuku ed il Pelikan rosso. Sul flusso abbondante c'è qualche problema di trapassamento e spiumaggio, ma sembra più un problema della Waterman che spara tipo idrante dei pompieri.
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A parte la Waterman 52, che evidentemente ha un flusso troppo ampio, le altre penne sembrano andare bene (chi più e chi meno).
Alfredo
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Mi pare che utti i Sailor presenti e i Lamy se la cavino molto bene. Per i Waterman mi pare che sia più merito delle Laureat che degli inchiostri perché il Waterman verde se la cava meno bene. In quanto alla Waterman52...Stormwolfie ha scritto: ↑sabato 19 maggio 2018, 12:13 Il Kiwa Guro sembra comportarsi bene, ma anche gli Iroshizuku ed il Pelikan rosso. Sul flusso abbondante c'è qualche problema di trapassamento e spiumaggio, ma sembra più un problema della Waterman che spara tipo idrante dei pompieri.
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neppure la carta di una volta
Aggiungerei una cosa che mi ha spiegato un amico di mia nonna, 90 anni e cartolaio da quando ne aveva quindici.
I quaderni realizzati dalla metà degli anni '30 agli anni '40, in pieno periodo autarchicom per la scuola erano spesso realizzati con cellulosa di bassa qualità e frutto di residui di lavorazioni industriali: in pratica, una carta da giornale più sbiancata e più pesante, ma di identica qualità - ossia, bassa.
Questo per la penuria di materie prime causata dalla politica autarchica del Ventennio - con la necessità di riservare ad usi più importanti la polpa di legno. Inoltre, quei quaderni erano poco indicati per l'uso della stilografica, proprio perché allora una stilografica era una cosa per persone mediamente abbienti. Nessuno si sognava di darne una a dei bambini delle Elementari per l'uso quotidiano, e chi si poteva permettere di regalarne una per la Comunione in genere ne consentiva l'uso alle scuole Medie e alle Superiori: allora, chi si poteva permettere di andare alle superiori, era in media più ricco e poteva permettersi quaderni di qualità migliore di quelli classici neri con la costa rossa, destinati prettamente all'uso con pennino e calamaio delle scuole Elementari.
Della serie: mia nonna è una nostalgica, ma solo perché è nostalgica di quando era giovane.
Un po' come gli Ostalgici di oggi, della Germania dell'Est: si ricordano le cose belle, non che avevano le banane una volta l'anno.
Peraltro, sottolineerei come sotto il fascismo mia nonna vide per la prima volta una banana all'età di vent'anni (e il mio bisnonno era piuttosto ricco), e l'ananas solo nel Dopoguerra e in scatola, quindi la nostalgia è traditrice per tutti.
I quaderni realizzati dalla metà degli anni '30 agli anni '40, in pieno periodo autarchicom per la scuola erano spesso realizzati con cellulosa di bassa qualità e frutto di residui di lavorazioni industriali: in pratica, una carta da giornale più sbiancata e più pesante, ma di identica qualità - ossia, bassa.
Questo per la penuria di materie prime causata dalla politica autarchica del Ventennio - con la necessità di riservare ad usi più importanti la polpa di legno. Inoltre, quei quaderni erano poco indicati per l'uso della stilografica, proprio perché allora una stilografica era una cosa per persone mediamente abbienti. Nessuno si sognava di darne una a dei bambini delle Elementari per l'uso quotidiano, e chi si poteva permettere di regalarne una per la Comunione in genere ne consentiva l'uso alle scuole Medie e alle Superiori: allora, chi si poteva permettere di andare alle superiori, era in media più ricco e poteva permettersi quaderni di qualità migliore di quelli classici neri con la costa rossa, destinati prettamente all'uso con pennino e calamaio delle scuole Elementari.
Della serie: mia nonna è una nostalgica, ma solo perché è nostalgica di quando era giovane.
Un po' come gli Ostalgici di oggi, della Germania dell'Est: si ricordano le cose belle, non che avevano le banane una volta l'anno.
Peraltro, sottolineerei come sotto il fascismo mia nonna vide per la prima volta una banana all'età di vent'anni (e il mio bisnonno era piuttosto ricco), e l'ananas solo nel Dopoguerra e in scatola, quindi la nostalgia è traditrice per tutti.
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<rumore di illusioni che si frantumano>Rodelinda ha scritto: ↑sabato 19 maggio 2018, 16:13 Aggiungerei una cosa che mi ha spiegato un amico di mia nonna, 90 anni e cartolaio da quando ne aveva quindici.
I quaderni realizzati dalla metà degli anni '30 agli anni '40, in pieno periodo autarchicom per la scuola erano spesso realizzati con cellulosa di bassa qualità e frutto di residui di lavorazioni industriali: in pratica, una carta da giornale più sbiancata e più pesante, ma di identica qualità - ossia, bassa.
Questo per la penuria di materie prime causata dalla politica autarchica del Ventennio - con la necessità di riservare ad usi più importanti la polpa di legno. Inoltre, quei quaderni erano poco indicati per l'uso della stilografica, proprio perché allora una stilografica era una cosa per persone mediamente abbienti. Nessuno si sognava di darne una a dei bambini delle Elementari per l'uso quotidiano, e chi si poteva permettere di regalarne una per la Comunione in genere ne consentiva l'uso alle scuole Medie e alle Superiori: allora, chi si poteva permettere di andare alle superiori, era in media più ricco e poteva permettersi quaderni di qualità migliore di quelli classici neri con la costa rossa, destinati prettamente all'uso con pennino e calamaio delle scuole Elementari.
Della serie: mia nonna è una nostalgica, ma solo perché è nostalgica di quando era giovane.
Un po' come gli Ostalgici di oggi, della Germania dell'Est: si ricordano le cose belle, non che avevano le banane una volta l'anno.
Peraltro, sottolineerei come sotto il fascismo mia nonna vide per la prima volta una banana all'età di vent'anni (e il mio bisnonno era piuttosto ricco), e l'ananas solo nel Dopoguerra e in scatola, quindi la nostalgia è traditrice per tutti.
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Grazie. Purtroppo non sono quasi mai in grado, causa esperienza limitata, di distinguere le responsabilità delle penne da quelle degli inchiostri.
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Ahimé, noi non ci pensiamo, ma fino agli anni '50 inoltrati le stilografiche erano... be', erano roba da ricchi. Il che è uno dei motivi per cui erano costruite così bene e di buona qualità. Solo con il tramonto del pennino e calamaio, decisamente più economici, e con l'avvento delle plastiche economiche - come il moplen - è stato possibile costruire delle stilografiche adatte ad uso scolastico.
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E vediamoli un po', Rodelinda, codesti bambini fortunelli...Rodelinda ha scritto: ↑sabato 19 maggio 2018, 16:13 Aggiungerei una cosa che mi ha spiegato un amico di mia nonna, 90 anni e cartolaio da quando ne aveva quindici.
I quaderni realizzati dalla metà degli anni '30 agli anni '40, in pieno periodo autarchicom per la scuola erano spesso realizzati con cellulosa di bassa qualità e frutto di residui di lavorazioni industriali: in pratica, una carta da giornale più sbiancata e più pesante, ma di identica qualità - ossia, bassa.
Questo per la penuria di materie prime causata dalla politica autarchica del Ventennio - con la necessità di riservare ad usi più importanti la polpa di legno. Inoltre, quei quaderni erano poco indicati per l'uso della stilografica, proprio perché allora una stilografica era una cosa per persone mediamente abbienti. Nessuno si sognava di darne una a dei bambini delle Elementari per l'uso quotidiano, e chi si poteva permettere di regalarne una per la Comunione in genere ne consentiva l'uso alle scuole Medie e alle Superiori: allora, chi si poteva permettere di andare alle superiori, era in media più ricco e poteva permettersi quaderni di qualità migliore di quelli classici neri con la costa rossa, destinati prettamente all'uso con pennino e calamaio delle scuole Elementari.
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Giorgio