Il Lamy nero non è più lui.
Inviato: domenica 10 novembre 2013, 20:35
L'inchiostro Lamy nero è l'inchiostro che ho scelto per disegnare e dipingere per i seguenti motivi. Primo, è assai poco impermeabile (per l'uso che ne faccio io l'impermeabilità non è un pregio). Secondo, reagisce molto bene ai decoloranti, in particolare all'ipoclorito di sodio che, pur con particolari accorgimenti, lo cancella senza lasciare traccia. Terzo, essendo un nero composito, formato cioè da una miscela di varie sostanze coloranti, quando viene diluito con l'acqua prende diverse sfumature di colore, che da queste dipendono e che, in qualche modo, si possono imparare a controllare con risultati particolari e assai gradevoli. Senza contare che i viraggi si possono moltiplicare con l'aggiunta nell'acqua di diluizione di una "tenaglia chimica" (come mi ha insegnato a chiamarla l'amico Ottorino dopo avermela indicata e avermene perfino regalato un barattolo), oppure di ossidanti o di altre cose.
Proprio quando a me e a Ottorino sembrava che la nostra ricerca fosse giunta a buon punto, è arrivata la tegola in testa. Qualche mese fa C.Josef Lamy di Heidelberg, probabilmente per adeguarsi alle normative europee, ha deciso di cambiarne la formulazione azzerando le mia esperienza con quell'inchiostro e le sperimentazioni che portavamo avanti con esso.
Mi consolo con alcune bottigliette che son riuscito a recuperare come fondi di magazzino ed anche, dato che prima o poi mi dovrò orientare sull'impiego di un altro inchiostro, con la fine di un problema di non poco conto: il Lamy nero, precedente a quello attualmente prodotto, quando diluito e steso sulla carta, in presenza di luce fluorescente, appare verde.
DIFFERENZE FRA L'INCHIOSTRO PRECEDENTE E L'ATTUALE
_____ Visto così non cambia niente.
_____ Solo nella parte inferiore della scatola si nota la differenza. (A sinistra la precedente, a destra l'attuale).
_____ Anche svitando i tappi ci si accorge di qualcosa: sul bianco della guarnizione di tenuta il precedente (a sinistra) appare nero bluastro, l'attuale (a destra) nero rossastro.
_____ Tracciati con la penna dei segni su di un cartoncino, dopo aver passato il pennello bagnato con acqua in questo caso demineralizzata, ma anche se di acquedotto non cambia niente, si nota, oltre ad una diversa colorazione, la minore impermeabilità del precedente (a sinistra) rispetto all'attuale (a destra).
_____ Sul fatto che si tratti di inchiostri con due formulazioni completamente diverse sono assai eloquenti le cromatografie. (Anche se molto casalinghe, devo dire: la carta è Scottex da cucina, l'eluente acqua demineralizzata da ferro da stiro. A sinistra l'inchiostro precedente frutto di una miscela di coloranti, a destra l'attuale fatto con un unico colorante).
_____
Vi risparmio le tavole dei i risultati, ormai inutili, frutto di ore e ore passate con contagocce in una mano e cartina tornasole nell'altra (seguendo rigorosamente ALLA LETTERA le indicazioni di Ottorino), alla ricerca di qualcosa con cui additivare a gocce l'acqua di diluizione per ottenere viraggi verso altri e diversi cromatismi. Vi risparmio anche (lasciandole a chi le sa fare) le consuete prove su intensità, scorrevolezza, sanguinamento e altro che interessano solo a quelli che l'inchiostro lo adoperano per gli usi più strani e sorprendenti. Tipo scrivere, per dirla tutta. Che Dio li perdoni.
P.S. Se qualcuno riuscisse a trovare bottigliette di Lamy nero (QUELLO DI PRIMA!!!) gli sarei davvero riconoscente se mi segnalasse dove.
Cordialità
Proprio quando a me e a Ottorino sembrava che la nostra ricerca fosse giunta a buon punto, è arrivata la tegola in testa. Qualche mese fa C.Josef Lamy di Heidelberg, probabilmente per adeguarsi alle normative europee, ha deciso di cambiarne la formulazione azzerando le mia esperienza con quell'inchiostro e le sperimentazioni che portavamo avanti con esso.
Mi consolo con alcune bottigliette che son riuscito a recuperare come fondi di magazzino ed anche, dato che prima o poi mi dovrò orientare sull'impiego di un altro inchiostro, con la fine di un problema di non poco conto: il Lamy nero, precedente a quello attualmente prodotto, quando diluito e steso sulla carta, in presenza di luce fluorescente, appare verde.
DIFFERENZE FRA L'INCHIOSTRO PRECEDENTE E L'ATTUALE
_____ Visto così non cambia niente.
_____ Solo nella parte inferiore della scatola si nota la differenza. (A sinistra la precedente, a destra l'attuale).
_____ Anche svitando i tappi ci si accorge di qualcosa: sul bianco della guarnizione di tenuta il precedente (a sinistra) appare nero bluastro, l'attuale (a destra) nero rossastro.
_____ Tracciati con la penna dei segni su di un cartoncino, dopo aver passato il pennello bagnato con acqua in questo caso demineralizzata, ma anche se di acquedotto non cambia niente, si nota, oltre ad una diversa colorazione, la minore impermeabilità del precedente (a sinistra) rispetto all'attuale (a destra).
_____ Sul fatto che si tratti di inchiostri con due formulazioni completamente diverse sono assai eloquenti le cromatografie. (Anche se molto casalinghe, devo dire: la carta è Scottex da cucina, l'eluente acqua demineralizzata da ferro da stiro. A sinistra l'inchiostro precedente frutto di una miscela di coloranti, a destra l'attuale fatto con un unico colorante).
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Vi risparmio le tavole dei i risultati, ormai inutili, frutto di ore e ore passate con contagocce in una mano e cartina tornasole nell'altra (seguendo rigorosamente ALLA LETTERA le indicazioni di Ottorino), alla ricerca di qualcosa con cui additivare a gocce l'acqua di diluizione per ottenere viraggi verso altri e diversi cromatismi. Vi risparmio anche (lasciandole a chi le sa fare) le consuete prove su intensità, scorrevolezza, sanguinamento e altro che interessano solo a quelli che l'inchiostro lo adoperano per gli usi più strani e sorprendenti. Tipo scrivere, per dirla tutta. Che Dio li perdoni.
P.S. Se qualcuno riuscisse a trovare bottigliette di Lamy nero (QUELLO DI PRIMA!!!) gli sarei davvero riconoscente se mi segnalasse dove.
Cordialità