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OMAS Ogiva 2023

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coconutta
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OMAS Ogiva 2023

Messaggio da coconutta »

francoiacc ha scritto: sabato 28 ottobre 2023, 20:09 Salve Cristina, effettivamente in pochi qui sanno cosa sia il B2B, ma credo che il punto non sia questo. Piuttosto, da amanti di OMAS, è una tristezza vedere un marchio registrato diverse volte in molti posti, con evidenti beghe legali dietro visto quanto scritto sul sito officiale OMAS (o presunto tale?) e che alla fine di OMAS non ha nulla o non ha nulla di più di tanti manufatti che usano sterminate quantità di materiali provenienti dalla chiusura del vero marchio OMAS... che peraltro era prodotto a 600Km dagli stabilimenti Gioia.

Ma non sarebbe meglio fare un prodotto italiano chiamato The Pen Family, pittosto che produrre OMAS, Wahl Eversharp, ASC, Conaway Stewart? Sono marchi morti, lasciamoli riposare in pace ;)
Sig. Francesco, siamo in democrazia pertanto ognuno è libero di pensare ed esprimere il proprio parere, ma si ricordi che l'Italia rappresenta ormai 0,01% del mercato mondiale, pertanto il parere di noi italiani conta molto poco. Quello che lei comunque ritiene morto, lo sarà per questo mercato assolutamente irrisorio.
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OMAS Ogiva 2023

Messaggio da fufluns »

coconutta ha scritto: sabato 28 ottobre 2023, 16:46 […] Nel 2022 una società americana ha registrato il marchio Omas ed ha dato la distribuzione nel mondo alla società UNILUX (non è necessario chiedere ai negozianti da chi vengono inviate le fatture) . Il russo , nonché proprietario di Ancora , ha perso ogni diritto di utilizzo del marchio Omas, in quanto non ha mai rinnovato il marchio, mai prodotto in tutti questi anni e mai fatta opposizione alla registrazione.
Il sig. Caltagirone ha accettato di occuparsi della produzione e non è proprietario del marchio. Quanto ad Armando Simoni Club (ASC) è passato sotto il marchio Omas a tutti gli effetti .
[…]
Gentile Signore, nella sua risposta all’utente francoiacc, lei avrà forse creduto di aver “chiarito” la situazione del marchio Omas per gli utenti che bazzicano il forum - il cui parere non le sembrerà comunque importante per non rappresentare se non un misero decimillesimo del mercato mondiale.

Personalmente, non mi sembra che il suo “chiarimento” elimini minimamente la poca chiarezza e, credo, voluta confusione che circonda le vicende del marchio dall’epoca della chiusura degli stabilimenti OMAS di Bologna.

Sappiamo che il marchio fu acquisito, all’epoca, da una società alla quale fa capo anche il marchio Ancora. Il fatto che, durante il periodo trascorso da allora, il marchio non sia stato usato per fini produttivi potrà forse, da un punto di vista legale, permettere che qualcun altro “”se ne appropri” su un altro mercato, ma come lei intenderà, noi minoranza che abbiamo conosciuto e apprezzato il marchio OMAS, sappiamo anche che ciò che non è legalmente proibito, non é per questo necessariamente corretto né lodevole.
Ma procediamo. Proprietario di questo marchio sarebbe dunque, come lei dice, “una società americana” (che sarebbe meglio, per i consumatori italiani - ancorché pochini - che non fosse anonima) che nel 1922 lo registrò. Questa registrazione è ovviamente, diciamolo cosí, leggermente, “non gradita” a chi comprò (e suppongo pagò) il marchio alla società cinese che ne deteneva i diritti al momento della dismise di OMAS: la dichiarazione che ne fa l’amministratore delegato nella pagina officiale di OMAS (che guarda caso, per noi pochini interessati si chiama proprio Omas.com) non lascia dubbi sul fatto che OMAS considera che qualunque altro uso del marchio sia illegittimo.

La misteriosa società americana che avrebbe registrato il marchio (registrato per quali mercati???) non distribuisce però le sue penne - fatte in Italia…- ma le fa distribuire a un’altra società, chiamata UNILUX, della quale lei non ci ha indicato quale relazione azionaria mantenga con la “società americana”. Il signor Caltagirone, lei ci informa, si occupa della produzione. Siccome abbiamo ragione, noi irrisori consumatori italiani, di dubitare che il signor Caltagirone faccia lui stesso le penne con le sue mani, é lecito supporre che lo faccia attraverso una società che, forse, è la Pen Family (società statunitense). Quale relazione azionaria vi sia tra la società americana “Pen Family” e la “società americana” che ha registrato (per quali mercati?) il marchio Omas, non è stato chiarito. Ciononostante, il marchio “Armando Simoni Club”, di proprietà della società Pen Family è, come lei dice, “passato sotto il marchio Omas a tutti gli effetti”. Questo lascia noi poveri utenti nel dubbio se il signor Caltagirone sia uscito dal business di ASC, cedendolo alla misteriosa società società che ha registrato il marchio OMAS o sia piuttosto - come sembrerebbe più probabile anche se senza nulla di certo - il proprietario della misteriosa “società americana” che ha registrato il marchio contro la volontà dei proprietari del marchio e reclamizza il suo prodotto attraverso una pagina web che - non potendosi chiamare Omas - si fa chiamare Omasofficial…

La prego di credere che faccio questo discorso per puro appoggio al mio amico francoiacc, giacchè a titolo personale sono del tutto disinteressato alle penne che si commercializzano sotto il nome di Omas senza essere Omas. D’altro canto, non conoscendo quale o quali siano le sue funzioni personali nella “nebulosa” OMAS, non le sto chiedendo alcun chiarimento al rispetto. Volevo solamente indicarle per quale ragione, ad appassionati di penne come francoiacc e come me, per fare solo due esempi presi tra l’irrisorio numero di possibili clienti italiani, il suo discorso non chiarisca assolutamente nulla.
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Messaggio da francoiacc »

coconutta ha scritto: domenica 29 ottobre 2023, 0:03 Sig. Francesco, siamo in democrazia pertanto ognuno è libero di pensare ed esprimere il proprio parere, ma si ricordi che l'Italia rappresenta ormai 0,01% del mercato mondiale, pertanto il parere di noi italiani conta molto poco. Quello che lei comunque ritiene morto, lo sarà per questo mercato assolutamente irrisorio.
Buona serata
A questo punto resto un attimo perplesso, non saprei se essere lusingato del fatto che i vertici di The Pen Family si scomodino a chiarire una poco chiara posizione societaria per un mercato così irrisorio, di cui il sottoscritto conta meno di nulla, o reputare alquanto offensivo quanto scritto sopra; insomma per una azienda non è proprio bello andare in giro a dire a degli appassionati che non contano nulla, fossero anche lo 0,001%.

Personalmente, trovo che se una azienda per poter vendere debba sfruttare il nome di un marchio che ha saputo farsi valere per la sua qualità, probabilmente di suo ha ben poco, inclusa la qualità. Ovviamente questo (per fortuna della The Pen Family), è il parere dello 0,001%, quindi vi auguro ogni bene con il rimanente 99.99% del mercato mondiale, e ve lo dico con tutta onesta, dietro c'è gente lavora. :thumbup:
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Messaggio da Alpha7 »

fufluns ha scritto: domenica 29 ottobre 2023, 2:27
coconutta ha scritto: sabato 28 ottobre 2023, 16:46 […] Nel 2022 una società americana ha registrato il marchio Omas ed ha dato la distribuzione nel mondo alla società UNILUX (non è necessario chiedere ai negozianti da chi vengono inviate le fatture) . Il russo , nonché proprietario di Ancora , ha perso ogni diritto di utilizzo del marchio Omas, in quanto non ha mai rinnovato il marchio, mai prodotto in tutti questi anni e mai fatta opposizione alla registrazione.
Il sig. Caltagirone ha accettato di occuparsi della produzione e non è proprietario del marchio. Quanto ad Armando Simoni Club (ASC) è passato sotto il marchio Omas a tutti gli effetti .
[…]
Gentile Signore, nella sua risposta all’utente francoiacc, lei avrà forse creduto di aver “chiarito” la situazione del marchio Omas per gli utenti che bazzicano il forum - il cui parere non le sembrerà comunque importante per non rappresentare se non un misero decimillesimo del mercato mondiale.

Personalmente, non mi sembra che il suo “chiarimento” elimini minimamente la poca chiarezza e, credo, voluta confusione che circonda le vicende del marchio dall’epoca della chiusura degli stabilimenti OMAS di Bologna.

Sappiamo che il marchio fu acquisito, all’epoca, da una società alla quale fa capo anche il marchio Ancora. Il fatto che, durante il periodo trascorso da allora, il marchio non sia stato usato per fini produttivi potrà forse, da un punto di vista legale, permettere che qualcun altro “”se ne appropri” su un altro mercato, ma come lei intenderà, noi minoranza che abbiamo conosciuto e apprezzato il marchio OMAS, sappiamo anche che ciò che non è legalmente proibito, non é per questo necessariamente corretto né lodevole.
Ma procediamo. Proprietario di questo marchio sarebbe dunque, come lei dice, “una società americana” (che sarebbe meglio, per i consumatori italiani - ancorché pochini - che non fosse anonima) che nel 1922 lo registrò. Questa registrazione è ovviamente, diciamolo cosí, leggermente, “non gradita” a chi comprò (e suppongo pagò) il marchio alla società cinese che ne deteneva i diritti al momento della dismise di OMAS: la dichiarazione che ne fa l’amministratore delegato nella pagina officiale di OMAS (che guarda caso, per noi pochini interessati si chiama proprio Omas.com) non lascia dubbi sul fatto che OMAS considera che qualunque altro uso del marchio sia illegittimo.

La misteriosa società americana che avrebbe registrato il marchio (registrato per quali mercati???) non distribuisce però le sue penne - fatte in Italia…- ma le fa distribuire a un’altra società, chiamata UNILUX, della quale lei non ci ha indicato quale relazione azionaria mantenga con la “società americana”. Il signor Caltagirone, lei ci informa, si occupa della produzione. Siccome abbiamo ragione, noi irrisori consumatori italiani, di dubitare che il signor Caltagirone faccia lui stesso le penne con le sue mani, é lecito supporre che lo faccia attraverso una società che, forse, è la Pen Family (società statunitense). Quale relazione azionaria vi sia tra la società americana “Pen Family” e la “società americana” che ha registrato (per quali mercati?) il marchio Omas, non è stato chiarito. Ciononostante, il marchio “Armando Simoni Club”, di proprietà della società Pen Family è, come lei dice, “passato sotto il marchio Omas a tutti gli effetti”. Questo lascia noi poveri utenti nel dubbio se il signor Caltagirone sia uscito dal business di ASC, cedendolo alla misteriosa società società che ha registrato il marchio OMAS o sia piuttosto - come sembrerebbe più probabile anche se senza nulla di certo - il proprietario della misteriosa “società americana” che ha registrato il marchio contro la volontà dei proprietari del marchio e reclamizza il suo prodotto attraverso una pagina web che - non potendosi chiamare Omas - si fa chiamare Omasofficial…

La prego di credere che faccio questo discorso per puro appoggio al mio amico francoiacc, giacchè a titolo personale sono del tutto disinteressato alle penne che si commercializzano sotto il nome di Omas senza essere Omas. D’altro canto, non conoscendo quale o quali siano le sue funzioni personali nella “nebulosa” OMAS, non le sto chiedendo alcun chiarimento al rispetto. Volevo solamente indicarle per quale ragione, ad appassionati di penne come francoiacc e come me, per fare solo due esempi presi tra l’irrisorio numero di possibili clienti italiani, il suo discorso non chiarisca assolutamente nulla.
Amen

(e grazie per aver scritto quello che - credo - pensino in molti tra gli iscritti a questo forum)
Un giorno la paura bussò alla porta. Il coraggio andò ad aprire e non trovò nessuno.
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Messaggio da Esme »

coconutta ha scritto: sabato 28 ottobre 2023, 17:38 Il russo , nonché proprietario di Ancora , ha perso ogni diritto di utilizzo del marchio Omas, in quanto non ha mai rinnovato il marchio, mai prodotto in tutti questi anni e mai fatta opposizione alla registrazione.
Solo per spiegare perché noi poveri tapini, che facciamo parte di un bacino di mercato irrisorio, poco riusciamo a capire: Ancora ha fatto eccome opposizione alla registrazione del marchio negli USA.
Infatti la registrazione è in sospeso.
I passaggi sono veramente tanti, e solo un avvocato del settore potrebbe spiegarne il senso, ma intanto risulta agli atti che questo agosto Ancora ha presentato una nuova richiesta di prolungamento dei termini di opposizione, chiedendo proroga fino all'8 novembre.
Non sono agli atti decisioni in merito.

Quantomeno è provato che non è vero che Ancora non abbia mai fatto opposizione.
Quindi noi, gente semplice che non capiamo nulla di B2B (verissimo per quanto mi riguarda) ovviamente tendiamo a non fidarci molto di tutti i vari proclami.

Poi, giustamente, ognuno le valutazioni le farà sull'appetibilitá delle penne. Per quanto mi riguarda, se dovessi cercare Omas cercherei nel vintage.
E non è che l'attuale Ancora o l'attuale Omas srl mi interessino di più della Unibrands Corporation. Alla fine Omas non c'è più.
Però, visto che si sta giocando sull'appeal dell'italianitá e della storicità del marchio, qualche puntino sulle i ci viene da metterlo... 🙂

Unibrands Corporation è proprietaria del marchio Nahvalur (risulta proprio proprietaria).
Forse se producesse con quel marchio anche utilizzando le celluloidi ex Omas non ci sarebbe nessuna polemica. 🙂
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Messaggio da maylota »

Esme ha scritto: domenica 29 ottobre 2023, 12:29
Però, visto che si sta giocando sull'appeal dell'italianitá e della storicità del marchio, qualche puntino sulle i ci viene da metterlo... 🙂
In effetti... L'Italia sarà pure un mercato da zero virgola e quindi da schifare con disdegno, ma Unibrands sembra letteralmente stregata dalla sua storia: han provato a regstrare anche "Arco" e "Paragon" (quest'ultimo la settimana scorsa): https://trademarks.justia.com/owners/un ... n-5241987/
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Messaggio da coconutta »

Quello che a me lascia attonita è che la maggior parte di voi, preferisce che la Omas sia completamente sepolta , non importa che un russo l'abbia acquistata e l'abbia fatta morire completamente , che abbia fatto morire un marchio prestigioso come era Ancora.

Con questo concludo perchè non ho più nulla da dire, tanto continuerete all'infinito e continuerete a denigrare il lavoro di tutti noi produttori italiani, che facendo innumerevoli sforzi cercano di portare avanti il lavoro garantendo una vita dignitosa a migliaia di famiglie .
Purtroppo è la pura realtà che i collezionisti italiani sono rimasti pochissimi, e ci sono pochissimi giovani che si avvicinano a questo mondo di scrittura e non è certo la colpa dei produttori. Essere collezionisti , tutti voi sapete che impegna diverse risorse economiche, volete farne una colpa ai produttori che il mercato estero è più attivo di quanto noi italiani possiamo. Non credo che nessuno si debba sentire offeso , davanti alla realtà.
Non si può solo soddisfare il nostro mercato , come farebbero a vivere le nostre aziende altrimenti.
Ripeto ancora se un prodotto non piace nessuno vi obbliga ad acquistarlo non credo che sia il proprietari del marchio a fare la differenza.

Buona vita a tutti!
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Messaggio da Esme »

coconutta ha scritto: domenica 29 ottobre 2023, 12:49 tanto continuerete all'infinito e continuerete a denigrare il lavoro di tutti noi produttori italiani, che facendo innumerevoli sforzi cercano di portare avanti il lavoro garantendo una vita dignitosa a migliaia di famiglie .
Non è che io possa parlare a nome di tutti gli intervenuti, ma a me pare che sia l'esatto contrario.
Se nulla si sa di ufficiale, ed è così, la produzione potrebbe essere spostata in un qualunque posto del mondo in un qualsiasi momento.
Se la produzione fosse dichiarata ufficialmente, per esempio "le Paragon sono tutte prodotte in Italia da Gioia", ecco, forse il lavoro dei produttori italiani sarebbe maggiormente garantito.
È proprio il decantato B2B che, con la sua cortina fumogena, non garantisce un bel nulla...

maylota ha scritto: domenica 29 ottobre 2023, 12:40 han provato a regstrare anche "Arco" e "Paragon" (quest'ultimo la settimana scorsa)
Anche Ogiva è appena stata registrata.
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Messaggio da coconutta »

Esme ha scritto: domenica 29 ottobre 2023, 12:57
coconutta ha scritto: domenica 29 ottobre 2023, 12:49 tanto continuerete all'infinito e continuerete a denigrare il lavoro di tutti noi produttori italiani, che facendo innumerevoli sforzi cercano di portare avanti il lavoro garantendo una vita dignitosa a migliaia di famiglie .
Non è che io possa parlare a nome di tutti gli intervenuti, ma a me pare che sia l'esatto contrario.
Se nulla si sa di ufficiale, ed è così, la produzione potrebbe essere spostata in un qualunque posto del mondo in un qualsiasi momento.
Se la produzione fosse dichiarata ufficialmente, per esempio "le Paragon sono tutte prodotte in Italia da Gioia", ecco, forse il lavoro dei produttori italiani sarebbe maggiormente garantito.
È proprio il decantato B2B che, con la sua cortina fumogena, non garantisce un bel nulla...
Forse lei non ha letto tutti i post precedenti, ho detto apertamente che tutta la produzione di Omas e The Pen Family viene effettuata presso gli stabilimenti di Gioia ad Arzano, quanto al B2B, la signora in questione ha sostenuto che ci eravamo inventati un nome di fantasia quale Molteni, per cui ho chiarito il motivo per cui ci sono state delle penne Molteni effettuati da The Pen Family, produzione sempre fatta a Napoli per conto di questo cliente, perchè vuole a tutti costi travisare ciò che ho scritto, sinceramente parliamo tra persone civili , tutti possono avere idee diverse, fortunatamente, ma questo non significa che si debba sempre cercare di dare un'altra interpretazione.
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Messaggio da maylota »

coconutta ha scritto: domenica 29 ottobre 2023, 13:04 la signora in questione ha sostenuto che ci eravamo inventati un nome di fantasia quale Molteni, per cui ho chiarito il motivo per cui ci sono state delle penne Molteni effettuati da The Pen Family, produzione sempre fatta a Napoli per conto di questo cliente,
Giusto per chiarire... il mio commento su Molteni "nome di fantasia" era un complimento: ci vuole più forza e coraggio a lanciare un nome nuovo che riciclare vecchie glorie del passato ormai defunte :thumbup:

(detto questo, il mercato delle stilografiche è talmente una nicchia per appassionati che chiunque si impegni a produrre o commerciare ha tutta la mia stima: al limite le penne che non apprezzo non le compero....)
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coconutta ha scritto: domenica 29 ottobre 2023, 13:04 Forse lei non ha letto tutti i post precedenti, ho detto apertamente che tutta la produzione di Omas e The Pen Family viene effettuata presso gli stabilimenti di Gioia ad Arzano,
Aehmm... li ho letti eccome, e mi pare di aver contribuito alla discussione con dati fattuali e non con dicerie.
Ho ben chiaro cosa hai detto in merito e ho già ringraziato per le delucidazioni.
Ma sto parlando di comunicazioni ufficiali da parte della proprietà di Omasofficial (Unibrands Corporation).
Che non ci sono.
The Pen Family in questo ambito non c'entra, o no?

Se domani, per accordi tra le parti, la produzione passasse a, mettiamo, Jinhao, noi continueremmo a non saperne nulla di preciso.

Allora delle due l'una:
- o ci si mette una pietra sopra, e si valuta l'appetibilitá della singola penna, e chissene di dove è stata realizzata
- o si dá enfasi alla produzione italiana fornendo ufficialmente informazioni concrete, in modo che gli acquirenti possano valutarne l'affidabilità, senza tirare in ballo società che non esistono più

A me paiono entrambe due scelte valide e rispettabili.
Volerle sostenere entrambe, invece, mi sembra non porti da nessuna parte, se non a dubbi e sospetti.

PS
L'ho già detto ma voglio ripeterlo: non faccio il tifo per nessuno, né per Ancora, né per Omas srl, né per Unibrands Corporation.
PPS
In realtà faccio il tifo per Gioia, le cui penne a marchio sono penne interessanti
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