Della pioggerellina di inchiostro e...

Tecniche e consigli per l'uso, la manutenzione e la riparazione delle penne stilografiche.
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Mir70
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Della pioggerellina di inchiostro e...

Messaggio da Mir70 »

... dei pennini che cantano.


Vi lascio qui due o tre immagini che potrebbero essere spunto di riflessioni e discussioni interessanti.
Si tratta di tre pennini in particolare ( un Astura Nova , un Degussa ed un Eversharp ) che se messi alla frusta tirando velocemente linee di una lunghezza apprezzabile, rilasciano finissime goccioline di inchiostro nelle vicinanze della zona di scrittura , come fosse una sottile pioggerellina (un bell'effetto visivo tra l'altro...).

Qui prendo in esame il caso del pennino di Eversharp (un teardrop di una Skyline), che si distingue dall' Astura e dal Degussa perché questi ultimi hanno una caratteristica che spiegherò più avanti.

IMG_1112.jpeg
Qui l'effetto su carta Clairfontaine da quaderno (Papier Veloute) , inchiostro un Sailor Blue Ink

IMG_1113.jpeg
Qui invece su carta Fabriano EcoQua , sempre stesso inchiostro.


E' da dire che questo pennino è montato sulla mia prima Skyline acquistata a suo tempo sulla baia, risulta essere molto usurato per un utilizzo prolungato e quindi ha sviluppato un suo preciso sweetspot e con un allargamento del tratto (tra il medio ed il broad) ; la scrittura è decisamente molto scorrevole in tutte le direzioni a patto di stare dentro la zona di sweetspot.

L'effetto di nebulizzazione dell'inchiostro mostrato nelle foto avviene solo eseguendo la linee in modo veloce ed al di fuori dello sweetspot : in questa particolare condizione i rebbi iniziano a vibrare a causa dalle asperità delle fibre della carta . Quando la frequenza della vibrazione assume ampiezze importanti , i rebbi in rapida oscillazione iniziano a rilasciare e spargere finissime gocce di inchiostro , ed emettono anche il caratteristico stridio.

Verrebbe quindi da pensare che tipi di carta diversa per finitura superficiale possa influire in misura maggiore o minore su questo effetto vibratorio dei rebbi. E così pare essere in effetti.

Freq_comp.png
Questo è il dettaglio delle due immagini precedenti riportate alla medesima scala di grandezza.
Intanto un cosa balza all'occhio: sulla carta EcoQua più ruvida rispetto alla Clairfontaine , le goccioline sono in numero maggiore (segno di un maggior saltellamento dei rebbi).
Nella foto di dettaglio si può apprezzare un secondo aspetto che sembra essere controintuitivo , ma che in realtà ha una sua ragione . Se si osserva la parte superiore di ciascuna delle due linee si noteranno delle sottilissime rigature verticali che indicano la misura della frequenza di vibrazione dei rebbi.
Sulla carta Clairfontaine le rigature sono più strette rispetto alle rigature sulla EcoQua , come se il pennino vibrasse ad una frequenza maggiore su una carta liscia ed a una frequenza minore su carta più ruvida.
Nella realtà le carte presentano entrambe delle asperità, ma su quella più liscia le asperità sono più vicine le une alle altre dando la sensazione di levigato, mentre sulla carta più ruvida le asperità sono più ampie. Questo si traduce in una frequenza di vibrazione dei rebbi più alta su carta liscia e frequenza più bassa su carta meno liscia.

La controprova a questa affermazione la ho potuta osservare con i pennini Astura e Degussa che prima menzionavo, che sono proni a "cantare" in fase di scrittura normale (voi potete provare con qualunque altro pennino che canta o stride , a seconda del gradimento o meno dell'utilizzatore). Su una carta liscia (claifontaine , Rhodia e simili) il pennino è più portato a stridere e cantare , mentre su carta ruvida o poco liscia lo stridio è decisamente minore o addirittura assente.
Alla fine della storia, ciò che fa cantare il pennino è proprio la frequenza di vibrazione dei rebbi; che se poi si osserva bene bene un pennino con i suoi rebbi tagliati fino al foro di sfiato non è molto dissimile da un diapason...

Sarebbe anche interessante capire cosa porta un pennino a cantare/stridere quando si scrive; personalmente, per esperienza diretta o intuito , mi vengono in mente questi difetti o problemi, anche non evidenti o totalmente insignificanti dal lato pratico della scrittura, come ad esempio leggere snervature (anche di un solo rebbio, specialmente nei pennini flessibili), imperfetta aderenza del pennino all'alimentatore, consumo non uniforme del materiale della punta, pennini con punte che si toccano ma che presentano una luce del taglio più ampia del dovuto, ecc... (ecc... = chissà cos'altro) .
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Messaggio da Ste003 »

Interessante! Sembra l’analisi forense degli schizzi di sangue….
Avevo (forse ho ancora nella scatola dei ricambi) un pennino che fa esattamente lo stesso… quando tiro una riga veloce i rebbi si separano e vibrano sulla carta schizzando ovunque…
È un pennino vintage, non so se sia dovuto all’uso pluridecennale, al ‘cedimento’ del materiale o altro… se stasera lo trovo faccio una strisciata!
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Messaggio da RisottoPensa »

Dalle mie esperienze, un pennino canta quando la superficie della punta e quello della carta vanno in risonanza, ossia che sono similmente liscie.
La clairefontaine e qualsiasi carta che esce da una stampante a laser ( quindi "cotta" ) fornisce una superficie più uniforme alla quale il pennino levigato fa fatica a fare presa.

Questa assenza di attrito tra le carte rende difficile la fuoriuscita di inchiostro, e si nota specialmente sui pennini in oro 18kt, perché sono più morbidi e la vibrazione del pennino si avvicina a quello della carta, creando quello stridio tipo pennarello ( che appunto sono fatti di plastiche che hanno una durezza simile a quella della carta)

Infatti le penne giapponesi non hanno questo problema ( tipicamente?) perché la punta sono fatti per sentire cosa hai scritto , e anche i pennini in oro 14k e in acciaio o titanio hanno difficoltà ad avere questo problemi.

L'effetto della strisciata è interessante, ma alla fine è solo il rilascio dell'energia data al pennino quando si scrive. È possibile fare la stessa cosa con un coltello su varie superfici, sul legno tende a non vibrare e a non fare rumore, sul vetro si sentirà il tipico stridio del metallo.

L'unico materiale di scrittura su cui un pennino ha difficoltà ad avere problemi di stridio è il cartoncino , per la sua natura ultra porosa e non rifinita. Se prendi qualsiasi cartoncino bianco delle confezioni e ci scrivi sopra, vedrai che andrà benissimo.
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Mir70
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Messaggio da Mir70 »

RisottoPensa ha scritto: lunedì 3 luglio 2023, 10:29 Dalle mie esperienze, un pennino canta quando la superficie della punta e quello della carta vanno in risonanza…
Dalla mia esperienza non è la punta e la carta che entrano in risonanza, ma sono i due rebbi del pennino che vibrando entrano in risonanza tra loro.
RisottoPensa ha scritto: lunedì 3 luglio 2023, 10:29 …La clairefontaine e qualsiasi carta che esce da una stampante a laser ( quindi "cotta" ) fornisce una superficie più uniforme alla quale il pennino levigato fa fatica a fare presa…
Questa dello salto di tratto su carta molto levigata però è un’altra storia…

RisottoPensa ha scritto: lunedì 3 luglio 2023, 10:29 …Questa assenza di attrito tra le carte rende difficile la fuoriuscita di inchiostro, e si nota specialmente sui pennini in oro 18kt, perché sono più morbidi e la vibrazione del pennino si avvicina a quello della carta…
Tutti i miei pennini a 18K non presentano questo “problema”. Vedi che è anche (o sopratutto) un fattore legato a qualche problematica dello specifico pennino (mia idea per quel che vale).
RisottoPensa ha scritto: lunedì 3 luglio 2023, 10:29 … L'effetto della strisciata è interessante, ma alla fine è solo il rilascio dell'energia data al pennino quando si scrive.…
Su questo non c’è dubbio !
RisottoPensa ha scritto: lunedì 3 luglio 2023, 10:29 … L'unico materiale di scrittura su cui un pennino ha difficoltà ad avere problemi di stridio è il cartoncino , per la sua natura ultra porosa e non rifinita. Se prendi qualsiasi cartoncino bianco delle confezioni e ci scrivi sopra, vedrai che andrà benissimo..…
Anche su questo non c’è dubbio, ed infatti:
Mir70 ha scritto: domenica 2 luglio 2023, 22:22 …Su una carta liscia (claifontaine , Rhodia e simili) il pennino è più portato a stridere e cantare , mentre su carta ruvida o poco liscia lo stridio è decisamente minore o addirittura assente….
Tra l’altro su carta porosa sono assenti anche le goccioline di inchiostro poiché l’inchiostro presente sulla superficie dei rebbi è immediatamente assorbito dalla carta stessa.
Prestando attenzione si può notare però una leggerissima seghettatura sulla linea, seghetattura dovuta comunque alla vibrazione dei rebbi.

ct.jpg
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Messaggio da RisottoPensa »

Mir70 ha scritto: lunedì 3 luglio 2023, 11:56 Dalla mia esperienza non è la punta e la carta che entrano in risonanza, ma sono i due rebbi del pennino che vibrando entrano in risonanza tra loro.
Mi pare molto strano che i rebbi del pennino entrano in risonanza quando fanno parte dello stesso corpo, che comunque è la punta di iridio che tocca e fa il suono. La vibrazione si propaga dalla punta e il materiale del pennino accentua o diminuisce tale suono.

Comunque questo sito offre un po' di dati sulle caratteristiche del suono dei materiali

https://www.vulcanoline.it/2017/02/22/t ... del-suono/

Visto che le variabili ( dimensione pennio, dimensione punta, inchiostro , carta ) per fare un confronto sono troppe , rimango breve sulla mia ipotesi.

Nella tabella puoi trovare l'impedenza del suono. Tale valore , più aumenta, e meno energia serve per creare un rumore.

L'oro è sui 70
L'acciaio è sui 45
Titanio è sui 28

L'iridio, che fa parte del gruppo del platino, diciamo che è sui 70 anch'esso.

Ciò significa che con pennino in oro, più si va su in carati , e più c'è l'effetto stridio.
Il punto è che OGNI penna con la punta in iridio riesce a creare questo rumore, ma lo si percepisce di più con i pennini in oro perché hanno un'impedenza maggiore , quindi la vibrazione viene dissipata di meno rispetto a punte in acciaio e in titanio.

Basta provare con un orecchio direzionato verso il pennino, ma sarebbe carino verificare questa mia ipotesi con un pennino in titanio.

Chi ha una sailor 21k , può confermare come si senta il rumore della penna rispetto ad altre.
Mir70 ha scritto: lunedì 3 luglio 2023, 11:56 Tutti i miei pennini a 18K non presentano questo “problema”. Vedi che è anche (o sopratutto) un fattore legato a qualche problematica dello specifico pennino (mia idea per quel che vale).
Bisogna compararli ad altre penne per riconoscerlo , ci sono "magnitudini" di stridio , ma in confronto a un pennino in acciaio c'è sicuramente.
Mir70 ha scritto: lunedì 3 luglio 2023, 11:56 Tra l’altro su carta porosa sono assenti anche le goccioline di inchiostro poiché l’inchiostro presente sulla superficie dei rebbi è immediatamente assorbito dalla carta stessa.
Prestando attenzione si può notare però una leggerissima seghettatura sulla linea, seghetattura dovuta comunque alla vibrazione dei rebbi.
C'è uno spazio tra i rebbi ,che permette il flusso di inchiostro,che aiuta a creare queste seghettature. Sicuramente ci saranno sempre.
Il cartoncino è diventato il mio strumento di prova inchiostro preferito attualmente. Non ho ancora trovato una carta che gli si avvicina per quanto riesce a rendere belli i miei inchiostri. Guarda il Diamine Aqua blue che ho recensito su carta rhodia rispetto a questo cartoncino

Immagine
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Messaggio da Jaconib »

Questa cosa è curiosa e bella!
Ci ho provato anche io stasera ma con scarsi risultati.
Devo fare delle righe tenendo un angolo di 90° rispetto al pennino?... Poi tirare veloce?
Scusami Mir ma voglio provarci perchè l'effetto è bellissimo.
Grazie d'anticipo.
J
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Mir70
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Messaggio da Mir70 »

RisottoPensa ha scritto: lunedì 3 luglio 2023, 17:45 Mi pare molto strano che i rebbi del pennino entrano in risonanza quando fanno parte dello stesso corpo, ...
Si vero, sono io che ho voluto semplificare troppo sulla vibrazione dei rebbi.

Però non capisco il perché della tabella sulla velocità di propagazione del suono nei diversi metalli con la questione che tu trovi che il pennino in oro 18 Kt sia più prono ad emettere stridio rispetto ad uno a 14Kt (non farà testo, ma i miei 6 o 7 pennini a 18K non stridono nemmeno sotto tortura). Nel senso, capisco cosa vuoi dire (lo colleghi alla velocità di propagazione nel metallo), ma secondo me dipende più dallo specifico stato in cui il pennino si trova , rispetto al materiale con cui è fatto (sempre per pennini in oro parlo). Ci penso , magari mi sfugge qualcosa. Interessante in ogni caso).

Comunque non mi volevo tanto soffermare sullo stridio di in pennino , ma più sul fatto di poter lasciare sulla carta quella scia di piccole linee e di goccioline disperse. E' un effetto che ogni tanto (anche se raramente) si vede in qualche video del tubo quando ad esempio chi scrive traccia velocemente ad esempio una lunga stanghetta della lettera "t" (forse anche in un video di Chiari , quando prova un vecchio pennino flessibile).

Jaconib ha scritto: martedì 4 luglio 2023, 23:27 ...
Ci ho provato anche io stasera ma con scarsi risultati.
...
La linea deve essere tirata con una certa velocità, però direi che il 99,99ecc...% dei pennini non fa questo effetto (e meno male ...). Per cui non mi stupisco che tu non riesca ad ottenere quel risultato. Tra l'altro provare così non fa certo benissimo al pennino, soprattutto se lo provi ruotato rispetto al suo normale asse di scrittura: se va bene rischi che si imputi , ma se va male e si impunta troppo rischi di danneggiare e/o piegare le punte.
Come avevo accennato in apertura , secondo me questo effetto lo crea un pennino che comunque ha qualche problema di suo. Un pennino a posto scrive e basta, traccia la linea come deve essere fatta .
Mirko
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