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Il "mito" della scorrevolezza

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Lilli
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Il "mito" della scorrevolezza

Messaggio da Lilli »

Ho stilografiche con pennini "misti": fine, broad, doppioB, stub... All'inizio ho preferito tratti più burrosi e ciccioni. 🤣
Poi "la svolta, il cambiamento": ho scoperto il pennino fine della Aurora 98 e devo dire che sono rimasta affascinata dal suo tratto preciso.
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Calpurnio
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Il "mito" della scorrevolezza

Messaggio da Calpurnio »

:) Come dice un certo slogan "vi piace vincere facile..." :D
li volete scorrevoli ma non troppo , che non deve grattare ma essere frenato al punto giusto... a queste condizioni chi non sarebbe d'accordo...? :)
Vi lascio il nome di alcune mie stilo e mi dite se qualcuno è riuscito a trovarci questo magico equilibrio ....

Alzi la mano chi non ha faticato e lo sta facendo ancora con un pennino stitico che non ne vuole sapere? e chi ancora non ha trovato quel giusto Ink per mettere un freno ad un nib che scivola via come sull'olio...?

Allora forse la domanda piu' realistica è ... qual'è il male minore ? ecco perchè c'è il "mito" della scorrevolezza perchè è il male minore
perchè una scrittura difficile da controllare è un pizzico meglio di una scrittura graffiata o singhiozzante .... perchè in genere una stilo burrosa è sempre piu' confidente che la prendi la apri e scrive anche il modulo che ti pone il cancelliere all'ingresso su cartaccia uso fotocopie... ;)

Ovviamente un mio semplice e modesto punto di vista
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Messaggio da linusmax »

Calpurnio ha scritto: venerdì 18 febbraio 2022, 18:42 :) Come dice un certo slogan "vi piace vincere facile..." :D
li volete scorrevoli ma non troppo , che non deve grattare ma essere frenato al punto giusto... a queste condizioni chi non sarebbe d'accordo...? :)
Vi lascio il nome di alcune mie stilo e mi dite se qualcuno è riuscito a trovarci questo magico equilibrio ....

Alzi la mano chi non ha faticato e lo sta facendo ancora con un pennino stitico che non ne vuole sapere? e chi ancora non ha trovato quel giusto Ink per mettere un freno ad un nib che scivola via come sull'olio...?

Allora forse la domanda piu' realistica è ... qual'è il male minore ? ecco perchè c'è il "mito" della scorrevolezza perchè è il male minore
perchè una scrittura difficile da controllare è un pizzico meglio di una scrittura graffiata o singhiozzante .... perchè in genere una stilo burrosa è sempre piu' confidente che la prendi la apri e scrive anche il modulo che ti pone il cancelliere all'ingresso su cartaccia uso fotocopie... ;)

Ovviamente un mio semplice e modesto punto di vista
Anche questo è vero. I pennini che hanno un margine di frenata o appena grattano su carta spesso sono inutilizzabili su carta da fotocopie, diventano frenatissimi e distorcono la grafia. Visto che comunque io li amo i pennini rustici porto con me sempre una stilografica con pennino burroso nel caso di carta da fotocopie.

Che poi, a pensarci bene, è quasi l'unico utilizzo che ne faccio, perchè utilizzando altre carte anche poco lavorate non ho problemi.
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Messaggio da maylota »

A Casirati ha scritto: lunedì 14 febbraio 2022, 11:49
Nonostante sia ovvio che la scorrevolezza d'un pennino incida direttamente sull'utilizzabilità e sul piacere d'uso dello strumento, mi sembra che spesso questa qualità sia stata assurta quasi a dogma e spinta, acriticamente, all'eccesso.
Vorrei aggiungere una considerazione al tema del "mito della scorrevolezza":
Secondo me il periodo d'oro del "mito" sono stati gli anni 70 e 80. Io gran parte delle penne di quel periodo le vedo sempre con dei bei pennini "grassi", con belle palle di iridio rotonde ed oversize e le trovo opulente e scorrevolissime. Un tipico esempio le Sheaffer Targa.
Ho invece l'impressione che nel nuovo secolo siano cambiati i gusti, i tratti si siano assottigliati e affilati notevolmente e che quindi la scorrevolezza sia necessariamente diminuita.
Ricordo di aver letto tempo fa un'intervista a Nagahara figlio (l'ex mastro pennaio di Sailor) che spiegava come suo padre avesse una mano più "morbida" nel mettere a punto i pennini, mentre adesso i pennini sono richiesti più nervosi e "precisi" e chirurgici. E quindi (ma lo aggiungo io) con flusso di inchiostro più controllato.

Se la mia impressione fosse corretta, forse adesso stiamo assistendo ad una contro-reazione a questo stile di pennini e una ricerca di pennini più "morbidi" e scorrevoli, come quelli vecchia scuola di qualche decennio fa?

(Non mi arrischio a fare ipotesi su come fossero i pennini negli anni 50 o negli anni 30, perchè gran parte delle penne di quel periodo che ho provato sono state usate sul serio da gente che con le penne ci scriveva e quindi chi lo sa come fossero da nuove ? :) )
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Messaggio da francoiacc »

maylota ha scritto: martedì 22 febbraio 2022, 12:54
A Casirati ha scritto: lunedì 14 febbraio 2022, 11:49
Nonostante sia ovvio che la scorrevolezza d'un pennino incida direttamente sull'utilizzabilità e sul piacere d'uso dello strumento, mi sembra che spesso questa qualità sia stata assurta quasi a dogma e spinta, acriticamente, all'eccesso.
Vorrei aggiungere una considerazione al tema del "mito della scorrevolezza":
Secondo me il periodo d'oro del "mito" sono stati gli anni 70 e 80. Io gran parte delle penne di quel periodo le vedo sempre con dei bei pennini "grassi", con belle palle di iridio rotonde ed oversize e le trovo opulente e scorrevolissime. Un tipico esempio le Sheaffer Targa.
Ho invece l'impressione che nel nuovo secolo siano cambiati i gusti, i tratti si siano assottigliati e affilati notevolmente e che quindi la scorrevolezza sia necessariamente diminuita.
Ricordo di aver letto tempo fa un'intervista a Nagahara figlio (l'ex mastro pennaio di Sailor) che spiegava come suo padre avesse una mano più "morbida" nel mettere a punto i pennini, mentre adesso i pennini sono richiesti più nervosi e "precisi" e chirurgici. E quindi (ma lo aggiungo io) con flusso di inchiostro più controllato.

Se la mia impressione fosse corretta, forse adesso stiamo assistendo ad una contro-reazione a questo stile di pennini e una ricerca di pennini più "morbidi" e scorrevoli, come quelli vecchia scuola di qualche decennio fa?

(Non mi arrischio a fare ipotesi su come fossero i pennini negli anni 50 o negli anni 30, perchè gran parte delle penne di quel periodo che ho provato sono state usate sul serio da gente che con le penne ci scriveva e quindi chi lo sa come fossero da nuove ? :) )
Credo che in buona parte certe scelte siano dettate dalla carta più che da un trend dettato dagli utenti. E' evidente che la qualità della carta si e' adeguata negli anni alle biro e quindi non più idonea alle stilografiche, pertanto piuttosto che adeguare la qualità della carta alle stilografiche si sono adattate queste ultime alla bassa qualità delle prime.
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sansenri
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Messaggio da sansenri »

non solo, la carta fa una enorme differenza anche adesso!
A me è capitato di prendere una stilografica appena acquistata, di caricarla, provarla su carta per fotocopia e inorridito metter mano alla micromesh per dargli una bella lisciata... prima di procedere la provo su Rhodia. Porca miseria, è scorrevolissima!
Ma allora? (a momenti piallavo un pennino buono... :roll: )

maylota ha scritto: martedì 22 febbraio 2022, 12:54 (Non mi arrischio a fare ipotesi su come fossero i pennini negli anni 50 o negli anni 30, perchè gran parte delle penne di quel periodo che ho provato sono state usate sul serio da gente che con le penne ci scriveva e quindi chi lo sa come fossero da nuove ? :) )
:D quanto è vero!
una volta le penne si usavano "sul serio" :)
Ho usato la stessa penna per oltre 20 anni, quasi quotidianamente, alla fine il pennino (che era un M) è diventato un OM...
solo un po' dopo ho scoperto che esistevano "altre penne"! :lol:
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Phormula
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Messaggio da Phormula »

Una volta compravi una penna o la ricevevi in regalo per la comunione o la cresima e te la portavi dietro tutta la vita.
La mia Paper Mate è stata la penna di uso quotidiano dall'inizio delle medie fino al metà dell'università, oltre 10 anni in cui ho scritto tutto quello che mi serviva di scrivere in ambito scolastico e non solo. E sarebbe andata avanti ancora se non fosse che mi è caduta dal banco durante una lezione e non l'ho più ritrovata. Oggi credo che chiunque o quasi qui dentro abbia molte più penne stilografiche di quelle che gli servirebbero.
E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.
edis
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Messaggio da edis »

maylota ha scritto: martedì 22 febbraio 2022, 12:54
Secondo me il periodo d'oro del "mito" sono stati gli anni 70 e 80. Io gran parte delle penne di quel periodo le vedo sempre con dei bei pennini "grassi", con belle palle di iridio rotonde ed oversize e le trovo opulente e scorrevolissime. Un tipico esempio le Sheaffer Targa.
Ho invece l'impressione che nel nuovo secolo siano cambiati i gusti, i tratti si siano assottigliati e affilati notevolmente e che quindi la scorrevolezza sia necessariamente diminuita.
Ricordo di aver letto tempo fa un'intervista a Nagahara figlio (l'ex mastro pennaio di Sailor) che spiegava come suo padre avesse una mano più "morbida" nel mettere a punto i pennini, mentre adesso i pennini sono richiesti più nervosi e "precisi" e chirurgici. E quindi (ma lo aggiungo io) con flusso di inchiostro più controllato. )
Invece sai Riccardo che io, per la mia esperienza, molto limitata rispetto alla tua dato che non ho una collezione ricca come la tua, avrei detto il contrario? Se guardo Pelikan e Montblanc, secondo me i tratti si sono allargati e arrotondati. Se provi a scrivere con un B Pelikan moderno è un Uniposca, mentre ho OB e BB di 30 anni fa che sono tagliati, offrono una variazione di tratto e un tratto più sottile.

Difficile fare un parallelo con la tendenza orientale, dove invece scrivono ideogrammi e, forse, il sovradimensionamento dell'iridio occidentale nel Sol Levante corrisponde alla "bisturizzazione" del pennino.
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Messaggio da Phormula »

Beh, è il motivo per cui agli albori del computer, in Giappone si sono diffuse le stampanti a 24 aghi.
Gli ideogrammi giapponesi erano impossibili da stampare con le stampanti a 9 aghi che usavamo in Europa e negli USA.
E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.
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Messaggio da edis »

Phormula ha scritto: mercoledì 23 febbraio 2022, 13:22 Beh, è il motivo per cui agli albori del computer, in Giappone si sono diffuse le stampanti a 24 aghi.
Gli ideogrammi giapponesi erano impossibili da stampare con le stampanti a 9 aghi che usavamo in Europa e negli USA.
Immagino che debbano avere tecnologie diverse, quanto al perché si sia andati verso il bisturi non saprei dirlo dato che (ripeto nozioni lette e non esperite) lo “sho-do” , l'arte calligrafica giapponese, è affidato all'uso del pennello che tutto è tranne che un bisturi, ma è lo strumento che consente la variabilità di tratto necessaria. Non so cosa ne pensi un calligrafo giapponese del pennino fude che nasce per replicare il pennello.

Comunque, per tornare al titolo del thread, a me i pennini piacciono sia burrosi che graffianti, se un pennino è ben fatto e l'alimentatore lavora bene. Non uso pennini tropo lisci per lunghe sessioni di scrittura, ma passo durante il giorno dal B di Pelikan al graffiante stub di Pilot (912) . Posso dire che i pennini che mi hanno impressionato meno nella mia limitata esperienza sono quelli che ho di Montblanc, mentre amo Pelikan e Pilot, e ultimamente ho scoperto Visconti e Leonardo che mi hanno sopresa in positivo. Forse pendo per il feedback, perché anche quando è liscio il pennino sulla carta lo voglio sentire.
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Messaggio da JetMcQuack »

edis ha scritto: mercoledì 23 febbraio 2022, 12:25
maylota ha scritto: martedì 22 febbraio 2022, 12:54
Secondo me il periodo d'oro del "mito" sono stati gli anni 70 e 80. Io gran parte delle penne di quel periodo le vedo sempre con dei bei pennini "grassi", con belle palle di iridio rotonde ed oversize e le trovo opulente e scorrevolissime. Un tipico esempio le Sheaffer Targa.
Ho invece l'impressione che nel nuovo secolo siano cambiati i gusti, i tratti si siano assottigliati e affilati notevolmente e che quindi la scorrevolezza sia necessariamente diminuita.
Ricordo di aver letto tempo fa un'intervista a Nagahara figlio (l'ex mastro pennaio di Sailor) che spiegava come suo padre avesse una mano più "morbida" nel mettere a punto i pennini, mentre adesso i pennini sono richiesti più nervosi e "precisi" e chirurgici. E quindi (ma lo aggiungo io) con flusso di inchiostro più controllato. )
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Difficile fare un parallelo con la tendenza orientale, dove invece scrivono ideogrammi e, forse, il sovradimensionamento dell'iridio occidentale nel Sol Levante corrisponde alla "bisturizzazione" del pennino.
Anche io concordo, specie sui Pelikan moderni. :thumbup:
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Messaggio da maylota »

edis ha scritto: mercoledì 23 febbraio 2022, 12:25
Invece sai Riccardo che io, per la mia esperienza, molto limitata rispetto alla tua dato che non ho una collezione ricca come la tua, avrei detto il contrario? Se guardo Pelikan e Montblanc, secondo me i tratti si sono allargati e arrotondati. Se provi a scrivere con un B Pelikan moderno è un Uniposca, mentre ho OB e BB di 30 anni fa che sono tagliati, offrono una variazione di tratto e un tratto più sottile.
Guarda, come per tutte le generalizzazioni ci son regole ed eccezioni. Oltre al fatto che potrei pure semplicemente avere torto :D

Ti confesso che di tutte le marche del globo, Pelikan è forse la più lontana dalle mie corde e quindi la conosco poco, di sicuro non come te...

Però è anche vero che OB e BB sono casi molto particolari, che forse 30 anni fa avevano un mercato più significativo di quello attuale e magari li curavano con più attenzione?
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Messaggio da Phormula »

Per quella che è la mia esperienza, le stilografiche si sono evolute verso pennini più tolleranti di un angolo di scrittura diverso da quello ideale. Del resto 50-50 anni fa a scuola si imparava a scrivere con il calamaio, calligrafia era una materia e quindi l'impugnatura della penna era quella ideale perchè se no non scrivevi. Adesso se si da un mano una penna stilografica a qualcuno che ha iniziato a scrivere con la biro, a meno che non sia di quelle con l'impugnatura economica alla Lamy Safari, potrebbe essere che chi la usa non la tenga nella maniera ortodossa. Secondo me le case hanno progressivamente arrotondato i pennini (andando verso la A o la MK di Lamy) per rendere le loro penne più fruibili. A questo si aggiunge il fatto che oggi spesso una penna viene usata per firmare o per scrivere poche righe per volta, a volte una frase sola, situazioni in cui un tratto più largo magari dà meno fastidio.

Il pennello, se è quello a punta conica, permette variazioni infinite della larghezza del tratto.
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Messaggio da edis »

maylota ha scritto: mercoledì 23 febbraio 2022, 14:18
Però è anche vero che OB e BB sono casi molto particolari, che forse 30 anni fa avevano un mercato più significativo di quello attuale e magari li curavano con più attenzione?
Secondo me i BB oggi non hanno senso, e infatti non sono più prodotti, perché la forma della punta delle stilografiche è stata adattata alla biro, quindi un doppio broad tondo sarebbe un pennarello, non una stilografica. I miei BB, invece, sono di fatto degli stub, hanno la punta tronca. Lo stesso pennino obliquo oggi non ha senso, e infatti anche gli obliqui non sono più in catalogo, perché tanto se metti il pallozzo di iridio e il flusso è a fontanella, a cosa ti serve il rebbio più corto? I miei Pelikan fondi del buon Brunori hanno un flusso molto ben calibrato, tutt'altro che gli "idranti" di cui si parla oggi relativamente a Pelikan.
Gio2022
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Messaggio da Gio2022 »

Finalmente ho trovato questo thread dove si apprezza il pennino con un buon "grip" sulla carta, così mi permetto di aggiunere la mia modesta opinione e spezzare una lancia a favore dei pennini "un pò graffianti", l'attrito del pennino sulla carta lo trovo piacevole e necessario al controllo della mia scrittura.
Mi trovo spesso a scrivere in corsivo inglese con un carattere molto minuto sui taccuini tipo " field notes o moleskine ", dunque i pennini "ef" per me sono l'ideale, a patto che l'iridio della punta non sia troppo scivoloso sul foglio, se il pennino è in grado di ritornare un un buon feddback mi permette di scrivere con più precisione e piacevolezza, aggiungo inoltre quel "suono antico" del pennino quando incontra la carta... roba d'altri tempi che con i pennini moderni troppo scorrevoli non accade più.

Avendo acquistato diverse stilografiche cinesi economiche, con pennini scivolosissimi che non mi piacevano per lo scarso controllo della scrittura, ho provato ad azzardare un'operazione da "tecnico", cioè eseguire una leggera levigatura con carta abrasiva finissima nelle parti di contatto dell'iridio con il foglio, in sostanza ho scritto alcune parole sulla carta abrasiva, senza premere eccessivamente e con la mia inclinazione di tratto abituale, dopo avere rovinato un paio di pennini che sono diventati dei "broad" ( fa parte del percorso naturale delle cose :) ), i sucessivi pennini li ho portati al grado di feedback che desideravo, ora faccio fatica a separarmi da queste penne cinesi economiche adattate al mio gusto, in particolare una Paili a stantuffo con pennino ef. ( allego foto )

Chiarimento/ avvertenza : il mio non vuole essere un consiglio da applicarsi ad altri, ma solo una condivisione della mia personale esperienza ( è un attimo fare danni al pennino, perciò io mi sono limitato a lavorare su pennette cinesi ultra economiche... le vintage e le penne più importanti non mi arrischierei certo di lavorarle.

Se qualche tecnico esperto avesse altri suggerimenti da darmi in merito ad altre operazioni o trucchetti per migliorare il feedback dell'iridio, grazie in anticipo.
Un cordiale saluto a tutti.
G.
Allegati
IMG_20231231_120824_resized_20231231_120932585.jpg
Ultima modifica di Gio2022 il domenica 31 dicembre 2023, 17:23, modificato 1 volta in totale.
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