Il rito della ricarica
Inviato: domenica 14 ottobre 2012, 23:12
Gli stilomani che amano le penne a stantuffo provano il massimo del godimento quando si avvicina il momento di ricaricare la penna.
Con tutto il rispetto per la penna a cartuccia,che può sicuramente anche scrivere molto bene,la ricarica della penna a stantuffo è un vero e proprio rito,direi quasi religioso,da compiere con massima attenzione al fine di poterne godere al 100%,oltre a quello di non fare danni o sprecare inchiostro.
Non sono quindi di norma tollerate interferenze,quali squilli di telefoni,citofoni,campanelli,irruzioni fastidiose nella stanza di persone rumorose,e altro ancora.
E' così anche per me,o meglio dovrebbe essere.
Ho provato a caricare la mia stilografica in diversi ambienti e in diverse ore della giornata,per provare il piacere assoluto nella totale discrezione.
Ma molto raramente ci sono riuscito.
Allo studio,appena aperto il flacone,entra all'improvviso e senza bussare il solito collega vandalo (l'attentatore della mia fedele ERO) e arraffone che cerca la fotocopia di questo o quel modello (ma perchè lui non se le fa da solo,come faccio io?).Intanto squilla il telefono:è la solita paziente di 88 anni che mi affligge da sempre col suo dolore al ginocchio destro,chiedendomi per l'ennesima volta cosa può prendere.Pillola o iniezione?Dopo averle spiegato in tutti i modi che nel suo caso è preferibile un'iniezione,lei sceglie la pillola.Nel frattempo bussa alla porta il solito pensionato che mi chiede la solita scorta di ricette per sè e per la moglie,per le provviste di farmaci abituali.Naturalmente,non manca la misurazione finale della pressione e della glicemia!
Inoltre mi viene in mente che devo aggiornare la password del sistema elettronico,ormai giunta a scadenza;altrimenti dovrò chiederne una nuova con ulteriori seccature.
Mentre lo faccio,mi squilla il cellulare:è la signora logorroica che mi insegue ovunque per parlarmi dell'allergia della figlia,per chiedermi se può darle questo o quel farmaco,ecc.Nel frattempo la sala di aspetto si riempie di altre persone:guardo il flacone con molta tristezza e nel richiuderlo capisco che dovrò rinunciare alla "botta di vita" della ricarica,continuando ad usare un'altra penna che ho con me sempre carica,finchè non andrò a casa.
Arrivato a casa,già pregusto il momento di goduria,quando mi viene fatto presente con tono perentorio che il pranzo è già in tavola.
Mangiando tra una telefonata e l'altra,guardo le lancette che corrono sull'orologio,domandandomi se mi rimarrà almeno un quarto d'ora per stare in pace prima di andare di nuovo in macchina e avere il tempo per la ricarica.Guardo l'orologio e constato di avere 12 minuti di tempo:pochi,secondo i miei gusti,per compiere il sacro gesto gustandolo a fondo;ma decido di provare lo stesso.
Apro il flacone di inchiostro e in quel momento squillano all'unisono cellulare,citofono e telefono di casa.Al citofono c'è un corriere che deve consegnare un pacco:sarà la penna celebrativa?Macchè,è un pacco per mio fratello che non c'è mai.Al telefono di casa è uno che ha sbagliato numero,ed è talmente educato da riattaccare senza chiedere scusa.
Al cellulare è di nuovo la signora di 88 anni del ginocchio:ha preso la pillola,contrariamente a quanto le avevo suggerito,senza effetti benefici e ora mi chiede se può fare l'iniezione,mettendo a dura prova la mia pazienza,che tuttavia non perdo mai.
Nel frattempo mi accorgo che la mia adorata gattina siamese (che ha 20 anni e che non tratterei mai male) sta "sniffando" il flacone dell'inchiostro,col rischio di rovesciarmelo sul tavolo.
Molto contrariato,avendo notato che i 12 minuti sono già abbondantemente trascorsi,chiudo il flacone con rassegnazione e me ne vado.La seconda stilo usata in mattinata è ancora carica a metà;per sicurezza ne prendo un'altra.
La decisione è ormai presa:il rito avverrà a mezzanotte,dopo aver spento il cellulare,come ulteriore sicurezza.
E così è ormai da molto tempo;è l'unica maniera per evitare interferenze,almeno per me.
Una domanda:ma è mormale che un povero amante di stilografiche per avere il "suo" momento debba attendere la mezzanotte?
Un cordiale saluto a tutti voi!
Con tutto il rispetto per la penna a cartuccia,che può sicuramente anche scrivere molto bene,la ricarica della penna a stantuffo è un vero e proprio rito,direi quasi religioso,da compiere con massima attenzione al fine di poterne godere al 100%,oltre a quello di non fare danni o sprecare inchiostro.
Non sono quindi di norma tollerate interferenze,quali squilli di telefoni,citofoni,campanelli,irruzioni fastidiose nella stanza di persone rumorose,e altro ancora.
E' così anche per me,o meglio dovrebbe essere.
Ho provato a caricare la mia stilografica in diversi ambienti e in diverse ore della giornata,per provare il piacere assoluto nella totale discrezione.
Ma molto raramente ci sono riuscito.
Allo studio,appena aperto il flacone,entra all'improvviso e senza bussare il solito collega vandalo (l'attentatore della mia fedele ERO) e arraffone che cerca la fotocopia di questo o quel modello (ma perchè lui non se le fa da solo,come faccio io?).Intanto squilla il telefono:è la solita paziente di 88 anni che mi affligge da sempre col suo dolore al ginocchio destro,chiedendomi per l'ennesima volta cosa può prendere.Pillola o iniezione?Dopo averle spiegato in tutti i modi che nel suo caso è preferibile un'iniezione,lei sceglie la pillola.Nel frattempo bussa alla porta il solito pensionato che mi chiede la solita scorta di ricette per sè e per la moglie,per le provviste di farmaci abituali.Naturalmente,non manca la misurazione finale della pressione e della glicemia!
Inoltre mi viene in mente che devo aggiornare la password del sistema elettronico,ormai giunta a scadenza;altrimenti dovrò chiederne una nuova con ulteriori seccature.
Mentre lo faccio,mi squilla il cellulare:è la signora logorroica che mi insegue ovunque per parlarmi dell'allergia della figlia,per chiedermi se può darle questo o quel farmaco,ecc.Nel frattempo la sala di aspetto si riempie di altre persone:guardo il flacone con molta tristezza e nel richiuderlo capisco che dovrò rinunciare alla "botta di vita" della ricarica,continuando ad usare un'altra penna che ho con me sempre carica,finchè non andrò a casa.
Arrivato a casa,già pregusto il momento di goduria,quando mi viene fatto presente con tono perentorio che il pranzo è già in tavola.
Mangiando tra una telefonata e l'altra,guardo le lancette che corrono sull'orologio,domandandomi se mi rimarrà almeno un quarto d'ora per stare in pace prima di andare di nuovo in macchina e avere il tempo per la ricarica.Guardo l'orologio e constato di avere 12 minuti di tempo:pochi,secondo i miei gusti,per compiere il sacro gesto gustandolo a fondo;ma decido di provare lo stesso.
Apro il flacone di inchiostro e in quel momento squillano all'unisono cellulare,citofono e telefono di casa.Al citofono c'è un corriere che deve consegnare un pacco:sarà la penna celebrativa?Macchè,è un pacco per mio fratello che non c'è mai.Al telefono di casa è uno che ha sbagliato numero,ed è talmente educato da riattaccare senza chiedere scusa.
Al cellulare è di nuovo la signora di 88 anni del ginocchio:ha preso la pillola,contrariamente a quanto le avevo suggerito,senza effetti benefici e ora mi chiede se può fare l'iniezione,mettendo a dura prova la mia pazienza,che tuttavia non perdo mai.
Nel frattempo mi accorgo che la mia adorata gattina siamese (che ha 20 anni e che non tratterei mai male) sta "sniffando" il flacone dell'inchiostro,col rischio di rovesciarmelo sul tavolo.
Molto contrariato,avendo notato che i 12 minuti sono già abbondantemente trascorsi,chiudo il flacone con rassegnazione e me ne vado.La seconda stilo usata in mattinata è ancora carica a metà;per sicurezza ne prendo un'altra.
La decisione è ormai presa:il rito avverrà a mezzanotte,dopo aver spento il cellulare,come ulteriore sicurezza.
E così è ormai da molto tempo;è l'unica maniera per evitare interferenze,almeno per me.
Una domanda:ma è mormale che un povero amante di stilografiche per avere il "suo" momento debba attendere la mezzanotte?
Un cordiale saluto a tutti voi!