Speranze per il futuro: la Summit S. 125 mk 2
Inviato: domenica 17 marzo 2019, 18:14
1949: il romanziere britannico George Orwell pubblica “1984”, romanzo quasi profetico. Il giocatore di baseball Joe di Maggio diviene il primo a guadagnare 100.000 $ l’anno. In Ungheria il cardinale József Mindszenty è condannato all'ergastolo per tradimento dal governo comunista. Karl Abarth fonda la casa automobilistica Società Abarth & C. Con l'entrata in vigore del Republic of Ireland Act, l'Irlanda del Sud abbandona il Commonwealth e diventa repubblica indipendente. Negli Stati Uniti debutta il personaggio a cartoni animati Wile E. Coyote.
La fine della seconda guerra mondiale aprì un periodo pieno di gioia e di sollievo per i popoli vincitori, ma anche di difficoltà: soprattutto nel Regno Unito, che per ben due anni (se si eccettua la breve e praticamente trascurabile resistenza francese, olandese e belga) affrontò quasi da solo la tracotanza nazista, le spese di guerra avevano impoverito il paese e l’austerità che si rese necessaria per organizzare la ripresa continuò a rendere la vita difficile per molto tempo dopo il Maggio 1945.
Dal 1940, le imprese produttrici di stilografiche avevano visto la loro produzione ridursi drasticamente e le vendite crollare, anche a causa della “purchase tax”, applicata a tutti i generi considerati di lusso in quel periodo. I loro impianti vennero spesso convertiti ad altra produzione, bellicamente più utile, e naturalmente cessarono gli sviluppi di modelli realmente nuovi.
Ma già nel 1945 ci fu nuovo fermento e mentre al pubblico venivano offerti ancora i modelli anteguerra, qualche volta con qualche piccolo aggiornamento, a partire dal 1947 cominciarono ad affiorare stilografiche nuove. Fra queste la Summit S. 125 mk 2 che vi presento oggi, della quale, cosa abbastanza rara, possiamo azzardare la data d’acquisto, grazie alla garanzia: 20 Dicembre 1949; forse, ed è una circostanza che mi piace immaginare, si trattò di un regalo per Natale ed abbiamo anche la fortuna di sapere come scrivevano il suo acquirente oppure il destinatario del regalo…
La S.125 mk 1 aveva riscosso un bel successo fra il 1935 ed il 1940: era il modello di fascia media, rivolto al vasto pubblico degli impiegati e degli insegnanti. Ora veniva aggiornato, sia nei colori sia nelle forme, mantenendo il pennino di dimensioni medie caratteristico della serie.
Sono tre le caratteristiche che contraddistinguono la S. 125 mk 2 dalla mk 1: il fondello del corpo, di forma affusolata, la rigatura di corpo e cappuccio e la concavità della corona del cappuccio.
La penna veniva offerta nei classici colori Summit del periodo, aggiornati secondo il gusto dell’epoca: nero, verde scuro, borgogna, blu scuro e grigio, colore in gran voga in quegli anni, non solo per le penne.
Il cappuccio si chiude in quasi due giri ed è dotato di due fori d’aereazione. Offerta dalla nuova società “Summit Pens Ltd.”, che nel gruppo di Liverpool aveva preso il posto di Curzons Ltd, questa stilografica era garantita per un anno da ogni difetto di fabbricazione e manteneva l’architettura generale delle stilografiche degli anni Trenta, con il pratico, semplice e robusto sistema d’alimentazione a leva.
Anche i materiali rimanevano i medesimi: celluloide per il corpo ed il cappuccio, ebanite per la sezione, l’alimentatore e la corona del cappuccio. Il pennino, naturalmente, era d’oro a 14 carati e le finiture in metallo dorato. Ecco le caratteristiche principali:
• Lunghezza chiusa: 128 mm
• Lunghezza aperta: 125 mm
• Lunghezza aperta con il cappuccio calzato: 156 mm
• Lunghezza del cappuccio: 55 mm
• Diametro del fusto: 12,2 mm
• Diametro del cappuccio: 13,8 mm
• Diametro medio della sezione: 9 mm
• Peso complessivo: 16 gr
• Peso del cappuccio: 5 gr. Aggiornamento estetico o no, questa penna mantiene le ottime qualità di scrittura della sua versione precedente: flusso eccellente, nessun difetto, pennino piacevolmente molleggiato, impugnatura piacevole grazie alla sapiente svasatura della sezione, bilanciamento ottimo anche con il cappuccio calzato. La rigatura del corpo è molto piacevole al tatto e costituisce una caratteristica quasi unica.
Scrivere con questa stilografica dona sensazioni particolari a chi ama la storia e cerca d’immedesimarsi nelle situazioni d’allora: appaiono così ancora più evidenti la pazienza, la forza e la volontà di riscatto della maggior parte delle persone che, dopo aver affrontato la guerra, ora si rimboccavano le maniche per ricostruire un futuro per sé e per i propri figli.
Lo trovo ammirevole.
Sono tre le caratteristiche che contraddistinguono la S. 125 mk 2 dalla mk 1: il fondello del corpo, di forma affusolata, la rigatura di corpo e cappuccio e la concavità della corona del cappuccio.
La penna veniva offerta nei classici colori Summit del periodo, aggiornati secondo il gusto dell’epoca: nero, verde scuro, borgogna, blu scuro e grigio, colore in gran voga in quegli anni, non solo per le penne.
Il cappuccio si chiude in quasi due giri ed è dotato di due fori d’aereazione. Offerta dalla nuova società “Summit Pens Ltd.”, che nel gruppo di Liverpool aveva preso il posto di Curzons Ltd, questa stilografica era garantita per un anno da ogni difetto di fabbricazione e manteneva l’architettura generale delle stilografiche degli anni Trenta, con il pratico, semplice e robusto sistema d’alimentazione a leva.
Anche i materiali rimanevano i medesimi: celluloide per il corpo ed il cappuccio, ebanite per la sezione, l’alimentatore e la corona del cappuccio. Il pennino, naturalmente, era d’oro a 14 carati e le finiture in metallo dorato. Ecco le caratteristiche principali:
• Lunghezza chiusa: 128 mm
• Lunghezza aperta: 125 mm
• Lunghezza aperta con il cappuccio calzato: 156 mm
• Lunghezza del cappuccio: 55 mm
• Diametro del fusto: 12,2 mm
• Diametro del cappuccio: 13,8 mm
• Diametro medio della sezione: 9 mm
• Peso complessivo: 16 gr
• Peso del cappuccio: 5 gr. Aggiornamento estetico o no, questa penna mantiene le ottime qualità di scrittura della sua versione precedente: flusso eccellente, nessun difetto, pennino piacevolmente molleggiato, impugnatura piacevole grazie alla sapiente svasatura della sezione, bilanciamento ottimo anche con il cappuccio calzato. La rigatura del corpo è molto piacevole al tatto e costituisce una caratteristica quasi unica.
Scrivere con questa stilografica dona sensazioni particolari a chi ama la storia e cerca d’immedesimarsi nelle situazioni d’allora: appaiono così ancora più evidenti la pazienza, la forza e la volontà di riscatto della maggior parte delle persone che, dopo aver affrontato la guerra, ora si rimboccavano le maniche per ricostruire un futuro per sé e per i propri figli.
Lo trovo ammirevole.