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29 novembre 2025 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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eyedropper - nell'uso
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sansenri
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è probabile, ma considera che è la situazione limite (penna grande e quasi vuota), inoltre se ogni tanto giri la penna a pennino in su, l'aria espansa tende ad uscire da sola. Gli indiani consigliano ogni tanto, quando dovessi accorgerti che si sta raccogliendo inchiostro sotto il pennino, di voltare la penna in su, svitare leggermente la filettatura sezione fusto, e riavvitarla (l'ho fatto, su alcune penne è una operazione tranquilla, su qualche altra si forma qualche bollicina di inchiostro alla attaccatura del pennino, per cui nel caso, meglio avere un tovagliolino a portata).
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sansenri
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il sistema giapponese con la valvola è sicuramente una bella pensata.
Riguardo la grandezza della penna, non è detto. E' vero che se il serbatoio è grande, aumenta la probabilità che l'espansione dell'aria possa essere maggiore, però dipende tanto da come è fatta la penna. Intanto l'ebanite è un buon isolante, per cui rispetto alla mia Nauka ci potrebbe essere un fattore di isolamento maggiore, inoltre dipende dallo spessore! Se una penna è grande perché ha un considerevole spessore di materiale, l'isolamento aumenta ulteriormente.
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sansenri
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è un sistema ingegnoso, però complica un po' l'uso (e soprattutto aumenta i costi).Roland ha scritto: ↑giovedì 30 ottobre 2025, 18:19Già, la valvola di sicurezza isola l'alimentatore e una piccola quantità d'inchiostro dal resto del serbatoio. Ovviamente quando si esaurisce l'inchiostro nella parte frontale della penna bisogna aprire la valvola per travasare un po' d'inchiostro e poi chiuderla.
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sansenri
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sto mettendo anch'io soldi nel salvadanaioNormie ha scritto: ↑giovedì 30 ottobre 2025, 18:41ottimo ora devo solo procurarmi una namiki emperorRoland ha scritto: ↑giovedì 30 ottobre 2025, 18:19
Già, la valvola di sicurezza isola l'alimentatore e una piccola quantità d'inchiostro dal resto del serbatoio. Ovviamente quando si esaurisce l'inchiostro nella parte frontale della penna bisogna aprire la valvola per travasare un po' d'inchiostro e poi chiuderla.![]()
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Normie
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nah perfetto per regolare il flusso e lo trovi anche su penne a buon mercato tipo le opus88 e le majohn c4sansenri ha scritto: ↑giovedì 30 ottobre 2025, 19:13è un sistema ingegnoso, però complica un po' l'uso (e soprattutto aumenta i costi).Roland ha scritto: ↑giovedì 30 ottobre 2025, 18:19
Già, la valvola di sicurezza isola l'alimentatore e una piccola quantità d'inchiostro dal resto del serbatoio. Ovviamente quando si esaurisce l'inchiostro nella parte frontale della penna bisogna aprire la valvola per travasare un po' d'inchiostro e poi chiuderla.
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Mi sono appena resa conto di avere una eyedropper moderna, anche se con caricamento peculiare: la Pelikan Level.
Non so con esattezza quanto sia capiente il serbatoio, ma è mostruosamente grande.
Non la uso moltissimo e la carico sempre poco, quindi il serbatoio principale è sempre praticamente vuoto, e quello di scrittura non è mai completamente pieno.
Problemi di gocciolamento non ne ha.
Anzi, se non lascio aperta la valvola di comunicazione tra i due serbatoi il flusso diventa scarso.
La valvola, anche se aperta, limita la sovra-pressione?
L'alimentatore fa bene il suo lavoro? (Del resto Pelikan ha sviluppato il thermic regulator.)
Sono io che ho una temperatura da "La morte ti fa bella"?
Non so con esattezza quanto sia capiente il serbatoio, ma è mostruosamente grande.
Non la uso moltissimo e la carico sempre poco, quindi il serbatoio principale è sempre praticamente vuoto, e quello di scrittura non è mai completamente pieno.
Problemi di gocciolamento non ne ha.
Anzi, se non lascio aperta la valvola di comunicazione tra i due serbatoi il flusso diventa scarso.
La valvola, anche se aperta, limita la sovra-pressione?
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"Nove decimi del cervello non vengono usati, e come la maggior parte dei fatti noti, è falso."
[sir Terry Pratchett]
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sansenri
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prima rido per la tua ultima frase
Confesso che non la conoscevo, evidentemente è una eyedropper progettata bene (da Pelikan non mi aspetterei diversamente).
Ben documentata sul solito sito Pelikan Collectibles
https://www.pelikan-collectibles.com/en ... index.html
In teoria la valvola è apri/chiudi, se costituisce comunque una qualche sorta di limitatore non saprei.
Confesso che non la conoscevo, evidentemente è una eyedropper progettata bene (da Pelikan non mi aspetterei diversamente).
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In teoria la valvola è apri/chiudi, se costituisce comunque una qualche sorta di limitatore non saprei.
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Ciao, ho una Level blu dai tempi del liceo. Sempre scritto con l'inchiostro nel serbatoio piccolo e aperto il grande solo per caricare il piccolo. Sempre usata unicamente con l'inchiostro Pelikan, nella boccetta di plastica col suo adattatore per la ricarica.Esme ha scritto: ↑giovedì 30 ottobre 2025, 21:09 Mi sono appena resa conto di avere una eyedropper moderna, anche se con caricamento peculiare: la Pelikan Level.
Non so con esattezza quanto sia capiente il serbatoio, ma è mostruosamente grande.
Non la uso moltissimo e la carico sempre poco, quindi il serbatoio principale è sempre praticamente vuoto, e quello di scrittura non è mai completamente pieno.
Problemi di gocciolamento non ne ha.
Anzi, se non lascio aperta la valvola di comunicazione tra i due serbatoi il flusso diventa scarso.
La valvola, anche se aperta, limita la sovra-pressione?
L'alimentatore fa bene il suo lavoro? (Del resto Pelikan ha sviluppato il thermic regulator.)
Sono io che ho una temperatura da "La morte ti fa bella"?
Non siamo mai stati grandi amici, per via del pennino che non mi offre grandi emozioni, ma è sempre stata con me e non me ne separerei.
Avrebbe bisogno di una lucidata, perché piena di micro graffi. Forse un giorno mi ci metterò di gusto con un po' di Iosso.
PS. Confermo la tendenza al magro.
“Nella vostra casa non abbiate nulla che non sappiate utile, o che non crediate bello.” - William Morris
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sansenri
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un amico, mi manda queste foto, dicendomi:
"Contributo personale alla ricerca scientifica.
Anche se non credo che una contagocce (e il suo contenuto), con una minima superficie di contatto con la mano e una ben maggiore a contatto con l'aria dell'ambiente, possa scaldare così tanto." Apprezzo il contributo! (non gli ho chiesto il permesso per l'uso delle foto, spero non se la prenda
ma se è un contributo alla ricerca vanno utilizzate!)
A mio parere è possibile che una temperatura simile o molto vicina si possa raggiungere semplicemente tenendo la penna in mano.
Molto dipende dal materiale di cui è fatta e dal tempo in cui la si tiene in mano.
Semmai la temperatura della mano non è uguale per tutti (pare che la temperatura delle mani di diversi individui possa variare tipicamente dai 33 fino ai 36°C)
Mi suggeriva anche la interessante possibilità di misurare la temperatura dell'inchiostro all'interno della eyedropper... io però la vedo dura, nel senso che non sono attrezzato allo scopo!
"Contributo personale alla ricerca scientifica.
Anche se non credo che una contagocce (e il suo contenuto), con una minima superficie di contatto con la mano e una ben maggiore a contatto con l'aria dell'ambiente, possa scaldare così tanto." Apprezzo il contributo! (non gli ho chiesto il permesso per l'uso delle foto, spero non se la prenda
A mio parere è possibile che una temperatura simile o molto vicina si possa raggiungere semplicemente tenendo la penna in mano.
Molto dipende dal materiale di cui è fatta e dal tempo in cui la si tiene in mano.
Semmai la temperatura della mano non è uguale per tutti (pare che la temperatura delle mani di diversi individui possa variare tipicamente dai 33 fino ai 36°C)
Mi suggeriva anche la interessante possibilità di misurare la temperatura dell'inchiostro all'interno della eyedropper... io però la vedo dura, nel senso che non sono attrezzato allo scopo!
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Qualche mia riflessione.
L’immagine della mano che regge il termometro è, a mio avviso, fuorviante poiché le dita toccano (direi avvolgono completamente) la parte dell’elemento sensibile alla temperatura: l’ampolla il mercurio. Certo che la temperatura misurata sale…
Questa immagine fa vedere molto bene che solo una piccola superficie del termometro (a questo punto assimilabile a una penna) e solo da un lato viene toccata dalla mano (e anzi solo dall’incavo tra pollice e indice), il rimanente lato è esposto all’aria, come d’altronde il resto dell’intero corpo del termometro (penna).
Il fatto è che in una stilo eyedropper l’aria si trova nel fusto e non nell’impugnatura (andando per analogia con il termometro a mercurio di cui sopra) e quindi l’effetto di riscaldamento dell’aria interna a opera della mano è alquanto molto limitato, mentre l’impugnatura ha effettivamente una temperatura maggiore.
Che il calore si diffonda dall’impugnatura al fusto può benissimo essere, ma con quale ratio di salita ?
L’inchiostro fuoriesce dalla punta del pennino per capillarità e il volume di inchiostro depositato sulla carta deve corrispondere al volume di aria che entra nel serbatoio (per compensare le pressioni, se ciò non avviene il serbatoio va sottovuoto e smette di erogare inchiostro). Ovvio no?
C’è da considerare a questo punto che quando la mano più calda tocca la penna, la temperatura di quest’ultima (e dell’aria al suo interno) non aumenta subitaneamente per quanto detto qualche riga sopra.
L’aumento di temperatura del serbatoio e dell’aria interna avviene quindi per piccolissimi incrementi di temperatura nel tempo (il ratio di salita, che a noi al momento è sconosciuto e sarebbe bello misurarlo).
Questi piccolissimi incrementi (nel tempo) di temperatura porteranno ad altrettanti piccolissimi incrementi (nel tempo) di volume dell’aria interna. A questo punto potrebbe succedere che per fare fluire l’inchiostro fuori dalla penna, non è più necessaria l’entrata dell’aria esterna all’interno del serbatoio per compensare le pressioni (cioè per non andare sottovuoto), poiché le pressioni sono già pareggiate dal discreto incremento di pressione ad opera del calore della mano.
In poche parole e ai fatti, si continua a scrivere normalmente: l’inchiostro fuoriesce e il suo volume è rimpiazzato dall’aumento di volume dell’aria (∆Vol.) interna riscaldata.
Quando poi la temperatura del serbatoio sarà uguale alla temperatura della mano, non si avranno più incrementi di volumi/pressioni, e il solito meccanismo di scambio volume inchiostro che esce/volume aria che entra sarà ristabilito.
Questo mi porta a pensare che se una stilografica a contagocce perde inchiostro, subito, dopo tre righe o dopo mezza pagina, questo dipende quasi sicuramente da un problema della penna, di qualunque genere esso sia (alimentatore non corretto per questo utilizzo o progettato male, perdite, microperdite, ecc…).
Al solito, perdonate il mio delirio, poteri aver pensato e scritto anche qualche boiata.
P.S. Ho avuto stilo a contagocce con la gocciolina in punta al pennino, ma una volta trovata la causa, il problema non si è mai più presentato. Forse fortuna…
P.S del P.S. Poi torno a dire che se nel serbatoio rimane una piccolissima quantità di inchiostro , è talvolta normale un aumento di flusso o addirittura una gocciolina
L’immagine della mano che regge il termometro è, a mio avviso, fuorviante poiché le dita toccano (direi avvolgono completamente) la parte dell’elemento sensibile alla temperatura: l’ampolla il mercurio. Certo che la temperatura misurata sale…
Questa immagine fa vedere molto bene che solo una piccola superficie del termometro (a questo punto assimilabile a una penna) e solo da un lato viene toccata dalla mano (e anzi solo dall’incavo tra pollice e indice), il rimanente lato è esposto all’aria, come d’altronde il resto dell’intero corpo del termometro (penna).
Il fatto è che in una stilo eyedropper l’aria si trova nel fusto e non nell’impugnatura (andando per analogia con il termometro a mercurio di cui sopra) e quindi l’effetto di riscaldamento dell’aria interna a opera della mano è alquanto molto limitato, mentre l’impugnatura ha effettivamente una temperatura maggiore.
Che il calore si diffonda dall’impugnatura al fusto può benissimo essere, ma con quale ratio di salita ?
L’inchiostro fuoriesce dalla punta del pennino per capillarità e il volume di inchiostro depositato sulla carta deve corrispondere al volume di aria che entra nel serbatoio (per compensare le pressioni, se ciò non avviene il serbatoio va sottovuoto e smette di erogare inchiostro). Ovvio no?
C’è da considerare a questo punto che quando la mano più calda tocca la penna, la temperatura di quest’ultima (e dell’aria al suo interno) non aumenta subitaneamente per quanto detto qualche riga sopra.
L’aumento di temperatura del serbatoio e dell’aria interna avviene quindi per piccolissimi incrementi di temperatura nel tempo (il ratio di salita, che a noi al momento è sconosciuto e sarebbe bello misurarlo).
Questi piccolissimi incrementi (nel tempo) di temperatura porteranno ad altrettanti piccolissimi incrementi (nel tempo) di volume dell’aria interna. A questo punto potrebbe succedere che per fare fluire l’inchiostro fuori dalla penna, non è più necessaria l’entrata dell’aria esterna all’interno del serbatoio per compensare le pressioni (cioè per non andare sottovuoto), poiché le pressioni sono già pareggiate dal discreto incremento di pressione ad opera del calore della mano.
In poche parole e ai fatti, si continua a scrivere normalmente: l’inchiostro fuoriesce e il suo volume è rimpiazzato dall’aumento di volume dell’aria (∆Vol.) interna riscaldata.
Quando poi la temperatura del serbatoio sarà uguale alla temperatura della mano, non si avranno più incrementi di volumi/pressioni, e il solito meccanismo di scambio volume inchiostro che esce/volume aria che entra sarà ristabilito.
Questo mi porta a pensare che se una stilografica a contagocce perde inchiostro, subito, dopo tre righe o dopo mezza pagina, questo dipende quasi sicuramente da un problema della penna, di qualunque genere esso sia (alimentatore non corretto per questo utilizzo o progettato male, perdite, microperdite, ecc…).
Al solito, perdonate il mio delirio, poteri aver pensato e scritto anche qualche boiata.
P.S. Ho avuto stilo a contagocce con la gocciolina in punta al pennino, ma una volta trovata la causa, il problema non si è mai più presentato. Forse fortuna…
P.S del P.S. Poi torno a dire che se nel serbatoio rimane una piccolissima quantità di inchiostro , è talvolta normale un aumento di flusso o addirittura una gocciolina
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La sottolineatura è mia e ti chiedo: perché a pressione costante? Il serbatoio della penna non è "chiuso", comunica con l'ambiente esterno tramite i canali dell'alimentatore e quindi la pressione non può rimanere costante. Il calcolo dovrebbe essere fatto a volume costante: quello del serbatoio.sansenri ha scritto: ↑giovedì 30 ottobre 2025, 17:01 ...
l'aria, a pressione costante, aumenta di volume (si espande) di 0,00366 volte per ogni aumento di un grado centigrado (Gay-Lussac).
Dato che a casa mia ci sono 22 gradi e che il calore della mia mano è circa 36 gradi, la differenza è di 14 gradi.
Quindi per una differenza di 14 gradi l'aria si espande 0,00366 x 14 = 0,05124 volte, ossia circa del 5% del volume iniziale.
Partendo da 7 cm cubi di volume d'aria nella penna, diventano 7 x 0,05124 = 0,35860 cm cubi aggiuntivi (approx 0,36 cm cubi), quindi 7,36 cm cubi totali.
...
O mi sono perso qualche pezzo del ragionamento per strada?
EDIT: Nulla, ritiro tutto. Stamattina non so leggere e scambio pure i termini. Come non detto. Se il serbatoio non è chiuso è ovvio che la pressione interna non può variare...Sto invecchiando
Se la pressione non può variare, se il volume del serbatoio non può variare, se il volume del fluido aumenta, allora qualcosa deve pur uscire dal serbatoio: o inchiostro, o aria, o entrambi.
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la pressione costante è solo un parametro che va tenuto fisso perché valga la 1a legge di Gay Lussac, e che il coefficiente di dilatazione dell'aria (che ho usato per i conti) sia quello citato (in pratica è solo la pressione atmosferica).Mir70 ha scritto: ↑sabato 1 novembre 2025, 8:56La sottolineatura è mia e ti chiedo: perché a pressione costante? Il serbatoio della penna non è "chiuso", comunica con l'ambiente esterno tramite i canali dell'alimentatore e quindi la pressione non può rimanere costante. Il calcolo dovrebbe essere fatto a volume costante: quello del serbatoio.sansenri ha scritto: ↑giovedì 30 ottobre 2025, 17:01 ...
l'aria, a pressione costante, aumenta di volume (si espande) di 0,00366 volte per ogni aumento di un grado centigrado (Gay-Lussac).
Dato che a casa mia ci sono 22 gradi e che il calore della mia mano è circa 36 gradi, la differenza è di 14 gradi.
Quindi per una differenza di 14 gradi l'aria si espande 0,00366 x 14 = 0,05124 volte, ossia circa del 5% del volume iniziale.
Partendo da 7 cm cubi di volume d'aria nella penna, diventano 7 x 0,05124 = 0,35860 cm cubi aggiuntivi (approx 0,36 cm cubi), quindi 7,36 cm cubi totali.
...
O mi sono perso qualche pezzo del ragionamento per strada?
EDIT: Nulla, ritiro tutto. Stamattina non so leggere e scambio pure i termini. Come non detto. Se il serbatoio non è chiuso è ovvio che la pressione interna non può variare...Sto invecchiando
Se la pressione non può variare, se il volume del serbatoio non può variare, se il volume del fluido aumenta, allora qualcosa deve pur uscire dal serbatoio: o inchiostro, o aria, o entrambi.
"La dilatazione dell'aria a pressione atmosferica costante (trasformazione isobara) è descritta dalla prima legge di Gay-Lussac: il volume del gas è direttamente proporzionale alla sua temperatura assoluta (misurata in Kelvin). Questo significa che a parità di pressione, un aumento di temperatura causa un proporzionale aumento del volume. "