Pubblicità ingannevole?
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Condivido in pieno il discorso di Ottorino.
Quando si fa un regalo ad una persona che noi riteniamo importane, magari per ringraziarla di una grossa cortesia, abbiamo piacere che la persona sappia che abbiamo speso tanti soldi ( più si spende e più si ringrazia ) e allora, non potendo lasciare il cartellino del prezzo attaccato( cosa ovviamente poco educata ) si ricorre al Marchio stranoto.
Quando si fa un regalo ad una persona che noi riteniamo importane, magari per ringraziarla di una grossa cortesia, abbiamo piacere che la persona sappia che abbiamo speso tanti soldi ( più si spende e più si ringrazia ) e allora, non potendo lasciare il cartellino del prezzo attaccato( cosa ovviamente poco educata ) si ricorre al Marchio stranoto.
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AhahahahaOttorino ha scritto: SONO STATE USATE PROPRIO PER QUELLO PER CUI ERANO STATE COSTRUITE.
IL REGALO !!!
Devo dire che questa immagine della penna stilografica che, dopo tanto impegno e studi da parte dei produttori, finalizzi il suo scopo nel momento in cui viene regalata è particolarmente emblematica. Sarà per questo che gli inchiostri e le cartucce siano più difficili da reperire rispetto alle penne?
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ART. 21 - CODICE DEL CONSUMO
1. E' considerata ingannevole una pratica commerciale che contiene informazioni non rispondenti al vero o, seppure di fatto corretta, in qualsiasi modo, anche nella sua presentazione complessiva, induce o e' idonea ad indurre in errore il consumatore medio riguardo ad uno o piu' dei seguenti elementi e, in ogni caso, lo induce o e' idonea a indurlo ad assumere una decisione di natura commerciale che non avrebbe altrimenti preso:
a) l'esistenza o la natura del prodotto;
b) le caratteristiche principali del prodotto, quali la sua disponibilita', i vantaggi, i rischi, l'esecuzione, la composizione, gli accessori, l'assistenza post-vendita al consumatore e il trattamento dei reclami, il metodo e la data di fabbricazione o della prestazione, la consegna, l'idoneita' allo scopo, gli usi, la quantita', la descrizione, l'origine geografica o commerciale o i risultati che si possono attendere dal suo uso, o i risultati e le caratteristiche fondamentali di prove e controlli effettuati sul prodotto;
c) la portata degli impegni del professionista, i motivi della pratica commerciale e la natura del processo di vendita, qualsiasi dichiarazione o simbolo relativi alla sponsorizzazione o all'approvazione dirette o indirette del professionista o del prodotto;
d) il prezzo o il modo in cui questo e' calcolato o l'esistenza di uno specifico vantaggio quanto al prezzo;
e) la necessita' di una manutenzione, ricambio, sostituzione o riparazione;
f) la natura, le qualifiche e i diritti del professionista o del suo agente, quali l'identita', il patrimonio, le capacita', lo status, il riconoscimento, l'affiliazione o i collegamenti e i diritti di proprieta' industriale, commerciale o intellettuale o i premi e i riconoscimenti;
g) i diritti del consumatore, incluso il diritto di sostituzione o di rimborso ai sensi dell'articolo 130 del presente Codice.
2. E' altresi' considerata ingannevole una pratica commerciale che, nella fattispecie concreta, tenuto conto di tutte le caratteristiche e circostanze del caso, induce o e' idonea ad indurre il consumatore medio ad assumere una decisione di natura commerciale che non avrebbe altrimenti preso e comporti:
a) una qualsivoglia attivita' di commercializzazione del prodotto che ingenera confusione con i prodotti, i marchi, la denominazione sociale e altri segni distintivi di un concorrente, ivi compresa la pubblicita' comparativa illecita;
b) il mancato rispetto da parte del professionista degli impegni contenuti nei codici di condotta che il medesimo si e' impegnato a rispettare, ove si tratti di un impegno fermo e verificabile, e il professionista indichi in una pratica commerciale che e' vincolato dal codice.
3. E' considerata scorretta la pratica commerciale che, riguardando prodotti suscettibili di porre in pericolo la salute e la sicurezza dei consumatori, omette di darne notizia in modo da indurre i consumatori a trascurare le normali regole di prudenza e vigilanza.
3-bis. È considerata scorretta la pratica commerciale di una banca, di un istituto di credito o di un intermediario finanziario che, ai fini della stipula di un contratto di mutuo, obbliga il cliente alla sottoscrizione di una polizza assicurativa erogata dalla medesima banca, istituto o intermediario (2)
4. E' considerata, altresi', scorretta la pratica commerciale che, in quanto suscettibile di raggiungere bambini ed adolescenti, puo', anche indirettamente, minacciare la loro sicurezza.
1. E' considerata ingannevole una pratica commerciale che contiene informazioni non rispondenti al vero o, seppure di fatto corretta, in qualsiasi modo, anche nella sua presentazione complessiva, induce o e' idonea ad indurre in errore il consumatore medio riguardo ad uno o piu' dei seguenti elementi e, in ogni caso, lo induce o e' idonea a indurlo ad assumere una decisione di natura commerciale che non avrebbe altrimenti preso:
a) l'esistenza o la natura del prodotto;
b) le caratteristiche principali del prodotto, quali la sua disponibilita', i vantaggi, i rischi, l'esecuzione, la composizione, gli accessori, l'assistenza post-vendita al consumatore e il trattamento dei reclami, il metodo e la data di fabbricazione o della prestazione, la consegna, l'idoneita' allo scopo, gli usi, la quantita', la descrizione, l'origine geografica o commerciale o i risultati che si possono attendere dal suo uso, o i risultati e le caratteristiche fondamentali di prove e controlli effettuati sul prodotto;
c) la portata degli impegni del professionista, i motivi della pratica commerciale e la natura del processo di vendita, qualsiasi dichiarazione o simbolo relativi alla sponsorizzazione o all'approvazione dirette o indirette del professionista o del prodotto;
d) il prezzo o il modo in cui questo e' calcolato o l'esistenza di uno specifico vantaggio quanto al prezzo;
e) la necessita' di una manutenzione, ricambio, sostituzione o riparazione;
f) la natura, le qualifiche e i diritti del professionista o del suo agente, quali l'identita', il patrimonio, le capacita', lo status, il riconoscimento, l'affiliazione o i collegamenti e i diritti di proprieta' industriale, commerciale o intellettuale o i premi e i riconoscimenti;
g) i diritti del consumatore, incluso il diritto di sostituzione o di rimborso ai sensi dell'articolo 130 del presente Codice.
2. E' altresi' considerata ingannevole una pratica commerciale che, nella fattispecie concreta, tenuto conto di tutte le caratteristiche e circostanze del caso, induce o e' idonea ad indurre il consumatore medio ad assumere una decisione di natura commerciale che non avrebbe altrimenti preso e comporti:
a) una qualsivoglia attivita' di commercializzazione del prodotto che ingenera confusione con i prodotti, i marchi, la denominazione sociale e altri segni distintivi di un concorrente, ivi compresa la pubblicita' comparativa illecita;
b) il mancato rispetto da parte del professionista degli impegni contenuti nei codici di condotta che il medesimo si e' impegnato a rispettare, ove si tratti di un impegno fermo e verificabile, e il professionista indichi in una pratica commerciale che e' vincolato dal codice.
3. E' considerata scorretta la pratica commerciale che, riguardando prodotti suscettibili di porre in pericolo la salute e la sicurezza dei consumatori, omette di darne notizia in modo da indurre i consumatori a trascurare le normali regole di prudenza e vigilanza.
3-bis. È considerata scorretta la pratica commerciale di una banca, di un istituto di credito o di un intermediario finanziario che, ai fini della stipula di un contratto di mutuo, obbliga il cliente alla sottoscrizione di una polizza assicurativa erogata dalla medesima banca, istituto o intermediario (2)
4. E' considerata, altresi', scorretta la pratica commerciale che, in quanto suscettibile di raggiungere bambini ed adolescenti, puo', anche indirettamente, minacciare la loro sicurezza.
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La diffusione (in quanto a venditori fisici di penne) della MB è opinabile (sta di fatto però che a Terni giuro che non c'è una sola Lamy Safari mentre c'è un rivenditore MB) ma la fetta di mercato che l'azienda detiene no, il dato citato da Giobatta conferma la mia affermazione. Facendo una similitudine si può paragonare la MB alla Apple delle stilografiche, i prodotti delle rispettive case hanno costo simile e sono altrettanto discussi, gli AppleStore sono in numero minore rispetto ai negozi che vendono Nokia ma la Apple detiene comunque una fetta importante del mercato. Per quanti siano gli appassionati di stilografiche questi non basterebbero per reggere il costo ingente del mercato perciò si ha bisogno di altri compratori (che non sono gli operai) e perciò si ricorre ai borghesi di ceto medio-alto che storcerebbero la bocca vedendo una TWSBI 580 rose gold (per citare una penna dal punto di vista tecnico uguale alla MB Meistertuck, uguali finiture d'orate, resina probabilmente non troppo differente e caricamento stantuffo, tranne il pennino in oro bicolore io vedo poche differenze ma mi posso sbagliare) in quanto si desidera un oggetto che costi e ostenti il proprio benessere, non che scriva bene necessariamente, che sia ampiamente riconoscibile, uno status simbol. In Italia quanti sono numericamente i possessori di TWSBI-Lamy-Pelikan rispetto ai possessori di MB? Quanti di noi non possiedono una MB? Certo, qualcuno vi sarà, io in primis (ma non conto). Ma più di un argomento su delle MB c'è stato.
In quanto alla pubblicità presa in questione è ovvio e giusto che sia da condannare l'imprecisione storica ma io sento non vi sai bisogno di tanto astio.
Con questo concludo, saluto e mi congedo.
In quanto alla pubblicità presa in questione è ovvio e giusto che sia da condannare l'imprecisione storica ma io sento non vi sai bisogno di tanto astio.
Con questo concludo, saluto e mi congedo.
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Casomai conferma la mia, che la Montblanc è dominante nel settore del lusso. La tua era che aveva salvato la stilografica, se te ne sei dimenticato. Per arrivare a confermare la tua dovresti dimostrare la consequenzialità delle due cose. Ma dominare nel settore del lusso non comporta neanche che lo stesso valga in termini di stilografiche vendute per cui di strada te ne resta parecchia.PenninoM ha scritto: il dato citato da Giobatta conferma la mia affermazione.
Simone
PS il discorso sulla apple per i cellulari dice (i dati son più facili da trovare) che in Italia loro vendono poco meno del 15% del totale contro poco più del 70% di android, ed è casomai una dimostrazione che dominare nella fascia alta del mercato non significa dominare in numero di pezzi venduti.
Questo è un forum in italiano, per pietà evitiamo certi obbrobri linguistici:
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e per aiutare chi non trova un termine:
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Va bene, ho sbagliato la similitudine, ma il concetto di fondo è che non esiste sostanzialmente un mercato proletario della stilografica in quanto non è più un prodotto di ampio consumo e così ho dimostrato la consequenzialità delle due affermazioni
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A proposito dei cellulari l'altro 15% del mercato italiano sarebbe dominato da NOKIA Maicrosoft e Symbian?
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l'ultima statistica che ho visto dava Nokia sopra Apple di qualche punto a spartirsi un terzo del mercato, e i rimanenti 2/3 ai vari Android tra cui Samsung la faceva da padrona
questo in Italia; Nokia nel resto del mondo è al 5% in media quando va bene
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- Ottorino
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Attenzione agli OT !!
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
Un bel panorama si vede dopo una bella salita
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Se non fosse ancora un prodotto di largo consumo non esisterebbero marche come Lamy, Kaweco, Twsbi, Pilot, etc...che producono e vendono grandi quantitativi di stilografiche di ottimo livello e fattura e a prezzi abbordabilissimi. Per non parlare della larga diffusione di penne stilografiche scolastiche in paesi emergenti come India e Cina.PenninoM ha scritto:Va bene, ho sbagliato la similitudine, ma il concetto di fondo è che non esiste sostanzialmente un mercato proletario della stilografica in quanto non è più un prodotto di ampio consumo e così ho dimostrato la consequenzialità delle due affermazioni
"Scrittura e pittura sono le due estremità della stessa arte e la loro realizzazione è identica" - Aforisma di Shitao
Daniela
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Per essere definiti grandi quantitativi devono essere vendute almeno qualche centinaia di migliaia di penne all'anno
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E i bilanci di certe aziende non sono così prosperi
Perciò in realtà so basano su numeri a mio parere molto più bassi, quante fabbriche vi sono in Italia? Per le penne italiane? Una a marchio?
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Un prodotto di largo consumo sono i cellulari, i televisori, le automobili...
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In base a quale norma\definizione?PenninoM ha scritto:Per essere definiti grandi quantitativi devono essere vendute almeno qualche centinaia di migliaia di penne all'anno
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Data la mia età avanzata , può essere che mi capiti di ripetermi...abbiate pazienza.
Secondo me il problema si risolve considerando che noi Italiani siamo molto attenti alla "Moda", quindi facili prede di tutto ciò che ci fanno credere sia "in".
Su questo punto c'è chi è stato più bravo degli altri ( vedi Montblanc), a costruirsi un alone di prodotto di tendenza.
La pubblicità è sempre ingannevole , basti pensare al detersivo che toglie il 99,99% dello sporco ...
Secondo me il problema si risolve considerando che noi Italiani siamo molto attenti alla "Moda", quindi facili prede di tutto ciò che ci fanno credere sia "in".
Su questo punto c'è chi è stato più bravo degli altri ( vedi Montblanc), a costruirsi un alone di prodotto di tendenza.
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