Mostra Scambio - Pen Show - di Napoli
27 settembre 2025 - Hotel Hotel Palazzo Alabardieri, via Alabardieri, 9
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Aumento del prezzo dell'oro e costo dei pennini.
- lucacecchi
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Aumento del prezzo dell'oro e costo dei pennini.
Un pò come per la benzina! Non si sa come mai se aumenta il petrolio 5 secondi dopo aumenta la benzina (gliela devono aver consegnata con il teletrasporto!) ma se il prezzo scende... dobbiamo prima finire le scorte: flessione dello spazio tempo unidirezionale?!?
Qui si può parlare di speculazione?!?
Qui si può parlare di speculazione?!?
Luca Cecchi
"Poca osservazione e molto ragionamento conducono all'errore; molta osservazione e poco ragionamento conducono alla verità" - Alexis Carrel
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l'effetto valanga è proprio quello di cui parlavo, e non è detto necessariamente che sia speculazione. Quanti passaggi di mano ci sono prima che il caffé arrivi nella tua caffettiera? se il costo all'origine aumenta ed ogni passaggio della filiera deve aumentare il suo prezzo di conseguenza ecco che il prezzo finale aumenta e di tanto.ASTROLUX ha scritto: ↑lunedì 15 settembre 2025, 14:49Più di qualche dubbio! Avevo sollevato la questione dell'impennata di prezzi qui:
viewtopic.php?t=33330&hilit=costi
Purtroppo la speculazione la troviamo in tutti i settori, gli aumenti delle materie prime generano un effetto valanga sui prezzi al consumo, si guardi ad esempio il caffè-![]()
Se si vuole un pennino in oro a prezzi abbordabili, si comprano le penne giapponesi, le offerte pazze sul web o le penne vintage.
Ancora un piccolo esempio (perdonate se per alcuni di voi sto dicendo cose ovvie)
Immaginate un prodotto che costa 5 euro.
Il produttore lo ricarica (a titolo di esempio) del 100% e lo vende a 10 euro (il suo margine - profitto - è il 50% del prezzo a cui lo vende).
Il costo di produzione improvvisamente aumenta di 1 euro.
Cosa fa? lo vende a 11 euro? ossia aggiunge l'aumento di costo al prezzo?
No, perché se lo fa il suo margine rispetto a prima si riduce! manda a pallino il suo conto economico...
Se il costo ora è 6 euro, lui deve sempre ricaricare del 100% se vuole mantenere il margine al 50%.
Ecco che allora il prezzo di vendita diventa 12 euro.
Immaginate che ogni intermediario nella filiera fa la stessa cosa
Ultima modifica di sansenri il lunedì 15 settembre 2025, 20:02, modificato 1 volta in totale.
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Diciamo che sanno benssimo che tanto la macchina la usi lo stessolucacecchi ha scritto: ↑lunedì 15 settembre 2025, 19:07 Un pò come per la benzina! Non si sa come mai se aumenta il petrolio 5 secondi dopo aumenta la benzina (gliela devono aver consegnata con il teletrasporto!) ma se il prezzo scende... dobbiamo prima finire le scorte: flessione dello spazio tempo unidirezionale?!?
Qui si può parlare di speculazione?!?

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Giusto il tuo ragionamento ma alla fine i conti non tornano in alcuni casi.sansenri ha scritto: ↑lunedì 15 settembre 2025, 19:33l'effetto valanga è proprio quello di cui parlavo, e non è detto necessariamente che sia speculazione. Quanti passaggi di mano ci sono prima che il caffé arrivi nella tua caffettiera? se il costo all'origine aumenta ed ogni passaggio della filiera deve aumentare il suo prezzo di conseguenza ecco che il prezzo finale aumenta e di tanto.ASTROLUX ha scritto: ↑lunedì 15 settembre 2025, 14:49
Più di qualche dubbio! Avevo sollevato la questione dell'impennata di prezzi qui:
viewtopic.php?t=33330&hilit=costi
Purtroppo la speculazione la troviamo in tutti i settori, gli aumenti delle materie prime generano un effetto valanga sui prezzi al consumo, si guardi ad esempio il caffè-![]()
Se si vuole un pennino in oro a prezzi abbordabili, si comprano le penne giapponesi, le offerte pazze sul web o le penne vintage.
Ancora un piccolo esempio (perdonate se per alcuni di voi sto dicendo cose ovvie)
Immaginate un prodotto che costa 5 euro.
Il produttore lo ricarica (a titolo di esempio) del 100% e lo vende a 10 euro (il suo margine - profitto - è il 50% del prezzo a cui lo vende).
Il costo di produzione improvvisamente aumenta di 1 euro.
Cosa fa? lo vende a 11 euro? ossia aggiunge l'aumento di costo al prezzo?
No, perché se lo fa il suo margine rispetto a prima si riduce! manda a pallino il suo conto economico...
Se il costo ora è 6 euro, lui deve sempre ricaricare del 100% se vuole mantenere il margine al 50%.
Ecco che allora il prezzo di vendita diventa 12 euro.
aumento.png
Immaginate che ogni intermediario nella filiera fa la stessa cosa
Nell’esempio che hai indicato il costo di produzione è aumentato del 10% ma, per mantenere il margine del 50% il produttore ha applicato un aumento del 20%. Ammettendo altri tre passaggi con un margine sempre del 50% si avrebbe la seguente scala prima dell’aumento: 10-15-22,5-34 (arrotondando) nella seconda 12-18-27-40.
Come vedi l’aumento finale dovrebbe corrispondere sempre al 20% iniziale 40-34=6 che è poco meno del 20% di 34.
Non cambia il ragionamento se alle due scale applico il 100% di ricarico, diventano 10-20-40-80 e 12-24-48-96. 96-80=16 (20% di 80) se il prezzo da 80 sale a 110 invece che a 96 c’è speculazione
Se il prezzo finale da 34 passa a 45 c’è speculazione

Cesare Augusto
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Cesare, in linea teorica forse non fa una grinza.Automedonte ha scritto: ↑lunedì 15 settembre 2025, 20:20
Se il prezzo finale da 34 passa a 45 c’è speculazione![]()
Ma guardiamola da un altro punto di vista:
Nella fascia media del mercato della stilografica - che non è sensibilissima al prezzo come il fondo del barile cinese ma nemmeno quasi indifferente come il settore delle penne per sceicchi e che non è bene di prima necessità - chi te lo fa fare di andare a fare un aumento "speculativo" (ossia più alto del dovuto) proprio nel momento in cui i prezzi già aumentano per conto loro?
C'è una soglia oltre la quale poi i volumi scendono**, ha senso andare a cercarsi guai cercando di aumentare i profitti proprio mentre rischi di vendere meno perchè il prezzo delle penne sale per millemila motivi?
Non nego che una volta fatti gli aumenti anche se l'oro scendesse al prezzo di prima i prezzi forse non cambierebbero di molto, ma andare a fare aumenti irragionevoli solo perchè c'è la scusa dell'oro mi sembra talmente Tafazziano da essere un po' poco credibile, ecco perchè cerco di capire le motivazioni reali.
** Io la Leonardo Furore cartuccia/converter 14K a 500+ euro non la prendo nemmeno da ubriaco

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Non ho una risposta, per questo ho ipotizzato che abbiano sbagliato il prezzomaylota ha scritto: ↑lunedì 15 settembre 2025, 20:53Cesare, in linea teorica forse non fa una grinza.Automedonte ha scritto: ↑lunedì 15 settembre 2025, 20:20
Se il prezzo finale da 34 passa a 45 c’è speculazione![]()
Ma guardiamola da un altro punto di vista:
Nella fascia media del mercato della stilografica - che non è sensibilissima al prezzo come il fondo del barile cinese ma nemmeno quasi indifferente come il settore delle penne per sceicchi e che non è bene di prima necessità - chi te lo fa fare di andare a fare un aumento "speculativo" (ossia più alto del dovuto) proprio nel momento in cui i prezzi già aumentano per conto loro?
C'è una soglia oltre la quale poi i volumi scendono**, ha senso andare a cercarsi guai cercando di aumentare i profitti proprio mentre rischi di vendere meno perchè il prezzo delle penne sale per millemila motivi?
Non nego che una volta fatti gli aumenti anche se l'oro scendesse al prezzo di prima i prezzi forse non cambierebbero di molto, ma andare a fare aumenti irragionevoli solo perchè c'è la scusa dell'oro mi sembra talmente Tafazziano da essere un po' poco credibile, ecco perchè cerco di capire le motivazioni reali.
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Vorrà dire che succederà come nelle spiagge dove mettevano lettino e ombrellone a 80€ al giorno: per quest'anno spiaggia deserta, vediamo se imparano la lezione.maylota ha scritto: ↑lunedì 15 settembre 2025, 20:53Cesare, in linea teorica forse non fa una grinza.Automedonte ha scritto: ↑lunedì 15 settembre 2025, 20:20
Se il prezzo finale da 34 passa a 45 c’è speculazione![]()
Ma guardiamola da un altro punto di vista:
Nella fascia media del mercato della stilografica - che non è sensibilissima al prezzo come il fondo del barile cinese ma nemmeno quasi indifferente come il settore delle penne per sceicchi e che non è bene di prima necessità - chi te lo fa fare di andare a fare un aumento "speculativo" (ossia più alto del dovuto) proprio nel momento in cui i prezzi già aumentano per conto loro?
C'è una soglia oltre la quale poi i volumi scendono**, ha senso andare a cercarsi guai cercando di aumentare i profitti proprio mentre rischi di vendere meno perchè il prezzo delle penne sale per millemila motivi?
Non nego che una volta fatti gli aumenti anche se l'oro scendesse al prezzo di prima i prezzi forse non cambierebbero di molto, ma andare a fare aumenti irragionevoli solo perchè c'è la scusa dell'oro mi sembra talmente Tafazziano da essere un po' poco credibile, ecco perchè cerco di capire le motivazioni reali.
** Io la Leonardo Furore cartuccia/converter 14K a 500+ euro non la prendo nemmeno da ubriaco![]()

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Dove 80€? Da noi in Versilia 120€... ed erano pure tutti prenotati (non c'era nessuno ma era tutto prenotato).mastrogigino ha scritto: ↑lunedì 15 settembre 2025, 21:27 Vorrà dire che succederà come nelle spiagge dove mettevano lettino e ombrellone a 80€ al giorno: per quest'anno spiaggia deserta, vediamo se imparano la lezione.![]()
Col giochino della scala finisce che l'ultimo prima dell'aumento si metteva in tasca 10€ (per dire) ora se ne mette di più! Anche io ragiono in percentuali ma tengo d'occhio pure il margine effettivo non posso guadagnare il 40% indistintamente se una cosa costa 100 o 1000.
Però è una mia decisione ognuno fa quello che vuole e, più che altro, quello che il mercato gli permette di fare.
Appunto neppure io compro una Furore a 500€ per un pennino 14K.
Ovviamente se vendono... tanto di cappello!
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lo so che il costo è aumentato del 10% e il produttore ha aumentato il prezzo del 20%. Non so però se la si debba chiamare speculazione, tuttavia (seppure ovviamente ogni azienda è libera - se non in un mercato regolamentato per legge sui prezzi - di aumentare di quanto vuole o non aumentare per nulla assorbendo la perdita) è quello che accade molto spesso (esperienza diretta frequentissima) perché altrimenti il profitto atteso diminuisce.Automedonte ha scritto: ↑lunedì 15 settembre 2025, 20:20 Giusto il tuo ragionamento ma alla fine i conti non tornano in alcuni casi.
Nell’esempio che hai indicato il costo di produzione è aumentato del 10% ma, per mantenere il margine del 50% il produttore ha applicato un aumento del 20%. Ammettendo altri tre passaggi con un margine sempre del 50% si avrebbe la seguente scala prima dell’aumento: 10-15-22,5-34 (arrotondando) nella seconda 12-18-27-40.
Come vedi l’aumento finale dovrebbe corrispondere sempre al 20% iniziale 40-34=6 che è poco meno del 20% di 34.
Non cambia il ragionamento se alle due scale applico il 100% di ricarico, diventano 10-20-40-80 e 12-24-48-96. 96-80=16 (20% di 80) se il prezzo da 80 sale a 110 invece che a 96 c’è speculazione
Se il prezzo finale da 34 passa a 45 c’è speculazione![]()
Chi lo dice poi agli azionisti (se presenti) che il profitto non è quello che loro si attendevano? Un azionista investe i suoi soldi per guadagno. Se il guadagno non è quello atteso secondo il piano economico, e addirittura diminuisce, l'azionista va ad investire altrove...
Ossia il concetto non è guadagnare più del dovuto, ma quello che è stato pianificato.
In un mercato libero, quello che controbilancia queste azioni è l'offerta alternativa, se quell'aumento del 20% che serve per non perdere profitto (non per farne di più) è eccessivo secondo chi compra, ecco che le vendite di quella azienda diminuiscono (e forse sarà costretta a ripensare la sua politica di prezzo) perché il compratore compra altrove.
esattamente, in questi casi critici (il fornitore che ti aumenta il prezzo a tradimento - fuori dalle previsioni) l'obiettivo è perdere meno profitto possibile, non certo cercarne di aggiuntivo, altrimenti si va fuori mercato.maylota ha scritto: ↑lunedì 15 settembre 2025, 20:53 Cesare, in linea teorica forse non fa una grinza.
Ma guardiamola da un altro punto di vista:
Nella fascia media del mercato della stilografica - che non è sensibilissima al prezzo come il fondo del barile cinese ma nemmeno quasi indifferente come il settore delle penne per sceicchi e che non è bene di prima necessità - chi te lo fa fare di andare a fare un aumento "speculativo" (ossia più alto del dovuto) proprio nel momento in cui i prezzi già aumentano per conto loro?
C'è una soglia oltre la quale poi i volumi scendono**, ha senso andare a cercarsi guai cercando di aumentare i profitti proprio mentre rischi di vendere meno perchè il prezzo delle penne sale per millemila motivi?
forse non sei una azienda...mastrogigino ha scritto: ↑lunedì 15 settembre 2025, 21:27
Col giochino della scala finisce che l'ultimo prima dell'aumento si metteva in tasca 10€ (per dire) ora se ne mette di più! Anche io ragiono in percentuali ma tengo d'occhio pure il margine effettivo non posso guadagnare il 40% indistintamente se una cosa costa 100 o 1000.
Però è una mia decisione ognuno fa quello che vuole e, più che altro, quello che il mercato gli permette di fare.
Ovvio che anche una azienda ha politiche di margini differenti in base alla tipologia di prodotto (e costo degli stessi), non è certo tutto uguale, quello che conta però è il margine (lordo) complessivo, ed è in percentuale che lo si valuta.
Per una azienda il conto finale deve tornare, se il margine diminuisce rispetto all'anno prima, o rispetto alle attese (budget) sono guai.
In questo senso l'aumento di prezzo per salvaguardare il margine non viene visto come speculazione. Semmai sarà il mercato a punire l'azienda che (per non perdere margine) ha aumentato troppo il prezzo rispetto alla media dei prezzi di mercato.
Aumento del prezzo dell'oro e costo dei pennini.
Il mercato libero come lo intendono nei manuali d'economia non è mai esistito. Si tratta di una mera astrazione. Il mercato reale regolamentato o meno che sia è molto diverso dal mercato libero perfetto.
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be', e che vuol dire? tutte le aziende affrontano il mercato libero "reale" diverso dal mercato libero "astrattamente perfetto", con tutte le sue storture e condizionamenti.
e io nemmeno, è l'esempio perfetto del mercato che punisce chi vuole troppo

(si tratta di capire se il resto del mercato - quei balordi degli americani -, sgancia ugualmente)
Aumento del prezzo dell'oro e costo dei pennini.
Vuol dire che voler applicare le leggi del mercato perfetto a quello reale per spiegare quello che succede nella realtà non serve a una mazza. Le leggi dell'offerta e della domanda si basano su delle ipotesi di concorrenza perfetta e di comportamento totalmente razionale degli attori del mercato che non esistono lontanamente nei mercati reali. E così via per tutte le altre leggi economiche.
Io li punisco doppiamente perché primo non compro la versione con il pennino in oro ma quella con il pennino in acciaio. E secondo perché riciclo il mio csi fenice in oro sulla Furore risparmiando quasi 400€.

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Come sempre, se il giochino funziona bravi loro.lucacecchi ha scritto: ↑martedì 16 settembre 2025, 11:39Dove 80€? Da noi in Versilia 120€... ed erano pure tutti prenotati (non c'era nessuno ma era tutto prenotato).mastrogigino ha scritto: ↑lunedì 15 settembre 2025, 21:27 Vorrà dire che succederà come nelle spiagge dove mettevano lettino e ombrellone a 80€ al giorno: per quest'anno spiaggia deserta, vediamo se imparano la lezione.![]()
Col giochino della scala finisce che l'ultimo prima dell'aumento si metteva in tasca 10€ (per dire) ora se ne mette di più! Anche io ragiono in percentuali ma tengo d'occhio pure il margine effettivo non posso guadagnare il 40% indistintamente se una cosa costa 100 o 1000.
Però è una mia decisione ognuno fa quello che vuole e, più che altro, quello che il mercato gli permette di fare.
Appunto neppure io compro una Furore a 500€ per un pennino 14K.
Ovviamente se vendono... tanto di cappello!
Io ho dei limiti di budget, sia effettivi che autoimposti (500€ li posso anche spendere ma non li VOGLIO spendere per una penna).
Dopodiché se nonostante il prezzo X riescono a vendere lo stesso hanno fatto "bene " ad aumentare.
Una piccola riflessione però sul tema margine e volumi di vendita:
È vero che uno deve guardare ai margini e anche se cala i volumi però aumenta i margini e la bilancia delle due cose rimane favorevole allora "ha fatto bene". Ovvero nonostante la riduzione del numero di pezzi venduti l'aumento di guadagno per singolo pezzo aumenta il guadagno totale.
Però.... però..
Perdere volumi vuol anche dire perdere qualcosa a lungo termine per andare a guadagnare nel breve.
Mi spiego peggio:
Se diminuisco i volumi di vendita, perdo anche "quota di mercato", perdo "importanza " , perdo "peso psicologo ".
Una azienda che vende decine di migliaia di pezzi all'anno "conta " di più di una che ne vende poche centinaia a prezzi altissimi, per il fatto che la "gente" si troverà davanti più spesso il prodotto più venduto di quello elitario.
L'azienda più "grossa" avrà più forza nei confronti dei fornitori e avrà più "ciccia " per assorbire fluttuazioni del mercato, delle mode, delle materie prime.
Inoltre avrà anche più capacità di innovare/fare ricerca grazie al fatto di avere un bilancio più corposo, più gente che ci lavora ovvero più "cervelli " da cui può scaturire un'idea.
Può organizzare meglio l'assistenza clienti e il post vendita, può diventare un "fenomeno culturale di massa" vedi ad es. il Pelikan 4001 RB, tutti quelli che hanno preso in mano una stilo ci hanno avuto a che fare , nel bene o nel male.
Insomma il voler diventare "più elitari, più dí lusso " a volte comporta anche diventare più "piccoli" e meno "importanti ", e non sempre è un bene, soprattutto sul lungo periodo.
Piuttosto ha senso magari creare un "brand" di lusso a parte per vendere i prodotti più costosi, ad esempio Namiki e Pilot, oppure Lexus e Toyota.
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Forse non mi sono spiegato bene, se l'aumenti anche tu del 20% va bene ma se il venditore finale aumenta del 40% millantando un aumento dei costi di produzione che in realtà è più basso allora questa diventa speculazione. Rivedi le due progressioni soprasansenri ha scritto: ↑martedì 16 settembre 2025, 14:03
lo so che il costo è aumentato del 10% e il produttore ha aumentato il prezzo del 20%. Non so però se la si debba chiamare speculazione, tuttavia (seppure ovviamente ogni azienda è libera - se non in un mercato regolamentato per legge sui prezzi - di aumentare di quanto vuole o non aumentare per nulla assorbendo la perdita) è quello che accade molto spesso (esperienza diretta frequentissima) perché altrimenti il profitto atteso diminuisce.

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Vedo che hai capito lo spirito con cui lo scrivevo

Poi bisognerebbe andare a capire esattamente la situazione specifica (che sarebbe interessante).
Parlando di piccole e mede imprese "profitto" non è necessariamente il grasso bottino del capitalista monopolista globale con la bombetta che affama gli operai ed i clienti per vivere nel lusso

Profitto e mantenere i margini semplicemente significa tenere la barca a galla, coprire i costi e (soprattutto) generare il cash flow necessario a lavorare e crescere.
In ogni caso, stiamo lapidando in pubblica piazza la Furore 14k (e ci sta tutto). Ma almeno abbiamo un aumento che lascia il modello base invariato e scarica tutto sulla variante oro che comprano i più affluenti (specie negli USA).
Avessero rimodulato i prezzi di tutta la linea per non aumentare troppo il 14k, voleva dire che il pennino bello per il pensionato ricco e collezionista lo sovvenzionavo in parte io. Ed era peggio, molto peggio....
Venceremos.