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francoiacc ha scritto: ↑venerdì 19 marzo 2021, 22:31 Mai avuto problemi con i cappucci a pressione di Aurora 88 e Parker 51, così pure della Man 100, Edson , Montblanc 144, Aurora Ipsilon etc. Ovviamente quelli delle varie cinesate tendono a durare di meno (categoria a cui temo appartengono le penne più economiche prodotte dalla Newell Rubbermaid)

Forse sarò stata sfortunata io...si vede che devo salire di livello

In tema di salire di livello: sempre viene in mente la (ottima) Pilot Capless, ma meno si parla della Lamy Dialog 3: dalle un'occhiata.
Volendo, esiste anche una "rivisitazione" (chiamiamola così) cinese low cost.
Meno pratica nell'uso "apri e chiudi" della Capless, ma frutto di tutto rispetto dell'ingegno tedesco, ed anche lei ottima con il suo bel pennino in oro.
Comunque, confermo in pieno Francesco: penne come la Aurora 88 (o anche la Duocart) e la Parker 61 hanno un sistema di chiusura a pressione senza scatto che sulle prime può apparire un po' precario ed approssimativo, ma che, anche dopo molti decenni di utilizzo, non mostra alcun segno di cedimento.
E sono pure acquistabili ancora oggi ad un prezzo molto contenuto.
Chapeau!

Scendendo di livello invece, in due o tre anni non ho avuto mai problemi con lo scatto delle Faber Castell Loom, della Writink e della Jinhao x450. Magari è presto per parlarne, ma la x450 per esempio, fa un click davvero soddisfacente. Per la mia Loom invece, ho visto che bisogna esercitare un po' più di forza per aprirla rispetto ad altre Loom.

Grazie per gli ottimi spunti!

Personalmente uso stilografiche con chiusure a scatto , vite e calamita .
Se devo ( in fase di acquisto ) scegliere la precedenza è per la chiusura a vite , mi da un maggior sicurezza .
Disastro totale è stato percepito sulla Caran d'Ache 849 dopo un mese
il cappuccio con chiusura a pressione ruotava liberamente solo spostando la stilografica , diventando molto fastidioso , riportata in negozio mi è stato proposto solo dietro il mio ok di pressare leggermente il cappuccio ovalizzandolo lievemente al fine di rendere la chiusura ferma , altre soluzioni non erano presenti perché su questo modello esiste questo problema ( non annunciato in fase di acquisto ).
Morale , presa e regalata cosi senza forzature strane sul cappuccio.

dipende davvero da penna a penna.
Su alcune penne anche vintage con cappuccio a pressione il cappuccio calza perfettamente anche dopo molti anni (Montblanc 14, ma anche una Pelikan P478 che ha scritto initerrottamente per decine di anni - essendo stata per un lungo periodo la mia unica penna).
Alcuni problemi li hanno dati anche alcune penne a vite, dell'unica giacca che ho macchiato perchè mi si è svitato il cappuccio della penna nella tasca, la colpevole è stata una Pelikan 140...
La giacca l'ho dovuta buttare (irrecuperabile), la 140, mai!

Comunque per l'uso note brevi, concordo, il cappuccio magnetico è godurioso (Visconti Rembrandt, Van Gogh)

Preferisco la vite, a pressione solo se la penna è di qualità, il magnetico lo utilizzo quando devo prendere appunti in fretta, è molto comodo. In realtà e praticamente se la penna mi piace ogni sistema va bene.

mandi

Roby59 ha scritto: ↑lunedì 22 marzo 2021, 18:09 Personalmente uso stilografiche con chiusure a scatto , vite e calamita .

Nel mio piccolo le ho tutte e 3. Curiosità mia: ci sono altri sistemi? Oltre al Capless, ovviamente.

Non so se classificarlo come un quarto sistema ma esiste quello della Pilot Elite che è una specie di "frizione" non è un vero e proprio "clic".

mandi

Chiusura a baionetta di Visconti

Il cappuccio magnetico è in uso anche su altri modelli Visconti e sulle Pineider.

Un cappuccio a frizione senza clic lo usa anche Stipula su alcune penne.

francoiacc ha scritto: ↑martedì 23 marzo 2021, 14:05 Chiusura a baionetta di Visconti

Vero che pirla! La conosco anche