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18 Maggio 2024 - Ippodromo del Visarno, piazzale delle Cascine 29
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Inchiostro rosso - ricetta di T. De Mayerne - 1620
- Irishtales
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Inchiostro rosso - ricetta di T. De Mayerne - 1620
Inchiostro rosso al legno brasile
(da non utilizzare con penne stilografiche, ma con pennini da intinzione e pennelli)
La ricetta sperimentata è stata formulata per la prima volta nel trattato del 1620 “Pictoria, sculptoria et quae subalternarum artium” del noto medico e trattatista svizzero Théodore Turquet de Mayerne (1573 - 1655) che fu medico di corte in Francia e in Inghilterra.
La ricetta, come molte altre simili dello stesso periodo o di poco posteriori, è caratterizzata dall'utilizzo di polvere di legno di pernambuco o brasile (la cui specie più utilizzata è la Caesalpinia echinata seguita dalle varietà Caesalpinia crista, Caesalpinia brasiliensis, etc.) un legno originario dell'America centro-meridionale, dal caratteristico colore rosso bruno, le cui proprietà erano note fin dall'antichità e che anche in Europa fu largamente utilizzato come colorante, prima che si diffondesse l'uso dei coloranti a base di anilina.
Il nome deriva dal termine con cui spagnoli e portoghesi chiamavano il legno, “brasil” ossia “rosso come la brace” ed essendo le piante largamente diffuse in sud America, i portoghesi diedero il nome del popolare albero all'intero paese (fino ad allora chiamato Vera Cruz): il Brasile.
Il pernambuco o legno brasile, o ancora legno serpente, debitamente essiccato e ridotto a scaglie, viene finemente macinato ed è così pronto per essere adoperato come colorante. Le quantità che occorrono sono minimali, quindi i residui di lavorazione sono sufficienti per produrre un enorme quantitativo di polvere da utilizzare come colorante in svariate applicazioni.
La ricetta dell'inchiostro rosso di Théodore Turquet de Mayerne:
- 3 once di legno di brasile in polvere
- 1 oncia di allume di rocca in polvere
- 1\2 oncia di gomma arabica in polvere
- un quarto (di gallone) di aceto di vino rosso
oncia = gr. 28,34
un quarto di gallone = litri 0,4533
L'aceto che ho utilizzato, per attenermi il più possibile alla ricetta, è un aceto di vino rosso prodotto in casa.
Procedimento:
Amalgamare la polvere di pernambuco con l'allume di rocca ed unire l'aceto.
Mettere il composto in una casseruola e porre sul fornello a fuoco molto moderato finché il liquido si riduce della metà, rimestando continuamente.
Unire la gomma arabica e trattenere ancora sul fuoco per qualche minuto, continuando a mescolare finchè non si sarà completamente disciolta, quindi allontanare dalla fiamma e lasciar raffreddare. Filtrare il preparato dopo avere aggiunto altro aceto, quanto basta ad ottenere un inchiostro della fluidità desiderata. Filtrare utilizzando dei filtri in carta o garze di cotone che non lascino residui o filamenti nel composto.
L'inchiostro è pronto per essere utilizzato e può essere conservato a lungo, anche per molti anni, anzi alcuni sostengono che con il passare del tempo il colore si intensifichi e diventi sempre più bello.
L'inchiostro di pernambuco era diffuso in Europa fra il Seicento ed il Settecento, utilizzato sovente per il disegno e le ombreggiature dei dipinti.
(da non utilizzare con penne stilografiche, ma con pennini da intinzione e pennelli)
La ricetta sperimentata è stata formulata per la prima volta nel trattato del 1620 “Pictoria, sculptoria et quae subalternarum artium” del noto medico e trattatista svizzero Théodore Turquet de Mayerne (1573 - 1655) che fu medico di corte in Francia e in Inghilterra.
La ricetta, come molte altre simili dello stesso periodo o di poco posteriori, è caratterizzata dall'utilizzo di polvere di legno di pernambuco o brasile (la cui specie più utilizzata è la Caesalpinia echinata seguita dalle varietà Caesalpinia crista, Caesalpinia brasiliensis, etc.) un legno originario dell'America centro-meridionale, dal caratteristico colore rosso bruno, le cui proprietà erano note fin dall'antichità e che anche in Europa fu largamente utilizzato come colorante, prima che si diffondesse l'uso dei coloranti a base di anilina.
Il nome deriva dal termine con cui spagnoli e portoghesi chiamavano il legno, “brasil” ossia “rosso come la brace” ed essendo le piante largamente diffuse in sud America, i portoghesi diedero il nome del popolare albero all'intero paese (fino ad allora chiamato Vera Cruz): il Brasile.
Il pernambuco o legno brasile, o ancora legno serpente, debitamente essiccato e ridotto a scaglie, viene finemente macinato ed è così pronto per essere adoperato come colorante. Le quantità che occorrono sono minimali, quindi i residui di lavorazione sono sufficienti per produrre un enorme quantitativo di polvere da utilizzare come colorante in svariate applicazioni.
La ricetta dell'inchiostro rosso di Théodore Turquet de Mayerne:
- 3 once di legno di brasile in polvere
- 1 oncia di allume di rocca in polvere
- 1\2 oncia di gomma arabica in polvere
- un quarto (di gallone) di aceto di vino rosso
oncia = gr. 28,34
un quarto di gallone = litri 0,4533
L'aceto che ho utilizzato, per attenermi il più possibile alla ricetta, è un aceto di vino rosso prodotto in casa.
Procedimento:
Amalgamare la polvere di pernambuco con l'allume di rocca ed unire l'aceto.
Mettere il composto in una casseruola e porre sul fornello a fuoco molto moderato finché il liquido si riduce della metà, rimestando continuamente.
Unire la gomma arabica e trattenere ancora sul fuoco per qualche minuto, continuando a mescolare finchè non si sarà completamente disciolta, quindi allontanare dalla fiamma e lasciar raffreddare. Filtrare il preparato dopo avere aggiunto altro aceto, quanto basta ad ottenere un inchiostro della fluidità desiderata. Filtrare utilizzando dei filtri in carta o garze di cotone che non lascino residui o filamenti nel composto.
L'inchiostro è pronto per essere utilizzato e può essere conservato a lungo, anche per molti anni, anzi alcuni sostengono che con il passare del tempo il colore si intensifichi e diventi sempre più bello.
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"Scrittura e pittura sono le due estremità della stessa arte e la loro realizzazione è identica" - Aforisma di Shitao
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Questa donna comincia a farmi paura...
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...grazie, grazie...
Ecco altre foto
l'inchiostro ormai pronto per l'uso, e il notevole strato di residuo che lascia sul fondo del recipiente che lo contiene: ancora una volta se ne sconsiglia l'utilizzo con strumenti di scrittura e disegno diversi da quelli per cui è formulato: pennini da intinzione e pennelli!)
Ecco altre foto
l'inchiostro ormai pronto per l'uso, e il notevole strato di residuo che lascia sul fondo del recipiente che lo contiene: ancora una volta se ne sconsiglia l'utilizzo con strumenti di scrittura e disegno diversi da quelli per cui è formulato: pennini da intinzione e pennelli!)
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Inchiostro rosso - ricetta di T. De Mayerne - 1620
Bello davvero, complimenti alla nostra alchimista! Ma è pure resistente all'acqua?
Simone
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Questo è un forum in italiano, per pietà evitiamo certi obbrobri linguistici:
viewtopic.php?f=19&t=3123
e per aiutare chi non trova un termine:
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Grazie
Resistente all'acqua, direi di sì, infatti a breve distanza dalla scrittura ho fatto il test spennellando con acqua e ha resistito molto bene! Un leggero alone rosato ma nulla di più, conto di ripetere il test dopo alcuni giorni dalla scrittura su carta più pesante di quella utilizzata, appena 60 gr\mq!
Poi ovviamente ho cominciato a disegnare, disegnare, disegnare...piccolo test da cinque minuti, pennino e poi pennello, con inchiostro diluito in acqua e un semplice foglio avorio A4 da 80 gr\mq per stampa a getto d'inchiostro...
Resistente all'acqua, direi di sì, infatti a breve distanza dalla scrittura ho fatto il test spennellando con acqua e ha resistito molto bene! Un leggero alone rosato ma nulla di più, conto di ripetere il test dopo alcuni giorni dalla scrittura su carta più pesante di quella utilizzata, appena 60 gr\mq!
Poi ovviamente ho cominciato a disegnare, disegnare, disegnare...piccolo test da cinque minuti, pennino e poi pennello, con inchiostro diluito in acqua e un semplice foglio avorio A4 da 80 gr\mq per stampa a getto d'inchiostro...
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Inchiostro rosso - ricetta di T. De Mayerne - 1620
Il tuo autoritratto?
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Inchiostro rosso - ricetta di T. De Mayerne - 1620
Bravissima Daniela!!! Sia per la preparazione dell'inchiostro, sia... per l'uso che ne hai fatto!
I componenti sono facili da reperire?
Saluti
Daniel
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"Il miglior calligrafo non è quello che non sbaglia mai, ma colui che anche alle macchie riesce a strappare un senso e una traccia di bellezza" (da "Il Calligrafo di Voltaire" di P. De Santis)
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Inchiostro rosso - ricetta di T. De Mayerne - 1620
bravissima Daniela, l'inchiostro è lo stesso con cui De Mayerne ha stilato moltissime delle sue ricette. resistenza garantita.
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Grazie Daniel, sto già pensando di sperimentare altre ricette del Seicento e Settecento! I componenti sono facili da reperire, tranne la polvere di pernambuco; ho trovato tutto in un unico negozio grazie alle dritte di Claudio cui mi sono ispirata anche per la prima foto, per mantenere l'atmosfera un po' caravaggesca, da "alchimisti", come ha fatto con l'inchiostro ferrogallico; per i componenti ti contatterò via mp.TheQuill ha scritto:Bravissima Daniela!!! Sia per la preparazione dell'inchiostro, sia... per l'uso che ne hai fatto!
I componenti sono facili da reperire?
Saluti
Daniel
L'aceto "home made"...beh...ha la sua storia...casuale!
Cena fra amici l'estate scorsa a casa mia, dimentichiamo una bottiglia di Primitivo di Manduria aperta nella dispensa...decido di lasciarlo "acetificare", convinta che prima o poi sarebbe servito...e infatti...
x Gianni: no, non è il mio autoritratto ...pensa che in fotografia detesto i ritratti, non fotografo mai le persone; invece nel disegno adoro disegnare persone, ma sono tutti ritratti di fantasia. Quanto sono strana, eh?! Ora ho intenzione di disegnare bucolici paesaggi ...settecenteschi...ovviamente di fantasia anche quelli...
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Già! Adesso oltre che la voglia di scrivere, mi fa tornare la voglia di armeggiare alambicchi come ai tempi dell'università!Daniele ha scritto:Calligrafa, archeologa di vecchie pubblicazioni, restauratrice di penne e ora anche alchimista di inchiostri medievali.
Questa donna comincia a farmi paura...
BTW, il colore rosso mattone di quell'inchiostro è bellissimo, tra l'altro.
Massimo Bacilieri
Omas Extra 620, Pelikan M250, Aleph n.79, Aurora... troppe
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Inchiostro rosso - ricetta di T. De Mayerne - 1620
Ho una copia limitata in edizione in folio di cinque tomi del "Voyage Pittoresque ou description des Royaumes de Naples et de Sicilie" dell' Abbè Jean-Claude Richard de Saint-Non (Parigi, 1727 - 1791), considerato uno dei più importanti libri del Settecento francese, che conta più di trecento tavole da cui puoi trarne molti spunti. Credo che in rete puoi trovare qualcosa.Irishtales ha scritto:x Gianni: no, non è il mio autoritratto ...pensa che in fotografia detesto i ritratti, non fotografo mai le persone; invece nel disegno adoro disegnare persone, ma sono tutti ritratti di fantasia. Quanto sono strana, eh?! Ora ho intenzione di disegnare bucolici paesaggi ...settecenteschi...ovviamente di fantasia anche quelli...TheQuill ha scritto:Bravissima Daniela!!! Sia per la preparazione dell'inchiostro, sia... per l'uso che ne hai fatto!
I componenti sono facili da reperire?
Saluti
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Gianni, ho cercato in rete e ciò che ho trovato è in effetti meraviglioso! Complimenti per la preziosa opera che possiedi!
Giorni fa con un inchiostro di china e acquerello ho "rivisitato" un Galliari (attribuito) quindi in questi giorni conto di darmi da fare!
Massimo, il club degli alchimisti non aspetta che altri adepti! In rete si trovano molte ricette antiche, mi raccomando se decidi di cimentarti, documenta tutto!
Giorni fa con un inchiostro di china e acquerello ho "rivisitato" un Galliari (attribuito) quindi in questi giorni conto di darmi da fare!
Massimo, il club degli alchimisti non aspetta che altri adepti! In rete si trovano molte ricette antiche, mi raccomando se decidi di cimentarti, documenta tutto!
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Mi era sfuggita questa bellissima discussione.
A volte frequento FPN perché sono molto attivi sugli inchiostri e c'è gente che fa bollire qualunque cosa oppure fa mischioni improbabili e mi piace leggere i procedimenti e i risultati.
Vedo che la cosa sta prendendo piede anche sul nostro forum e con risultati eccellenti.
Tantissimi complimenti a Irishtales per i risultati ottenuti (valorizzati anche dalla sua incontestabile maestria con i pennini...).
Mi sa che devo frequentare con più assiduità l'area dedicata alla calligrafia.
Ancora complimenti.
Giovanni
A volte frequento FPN perché sono molto attivi sugli inchiostri e c'è gente che fa bollire qualunque cosa oppure fa mischioni improbabili e mi piace leggere i procedimenti e i risultati.
Vedo che la cosa sta prendendo piede anche sul nostro forum e con risultati eccellenti.
Tantissimi complimenti a Irishtales per i risultati ottenuti (valorizzati anche dalla sua incontestabile maestria con i pennini...).
Mi sa che devo frequentare con più assiduità l'area dedicata alla calligrafia.
Ancora complimenti.
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Grazie Giovanni, sei davvero gentile...spero davvero che frequenterai con assiduità la sezione Calligrafia
Con gli inchiostri ho seguito, con la curiosità che mi appartiene, l'esempio di Claudio (Rampa).
Ha sperimentato con successo l'inchiostro Ferrogallico in uso nel Cinquecento, la cui ricetta è riportata nel celebre Trattato del Palatino:
viewtopic.php?f=32&t=322
e quando mi sono decisa a sperimentare anche io una ricetta antica - condicio sine qua non: subisco il fascino del passato che torna a vivere! - mi ha suggerito di cercare la ricetta di De Mayerne, personaggio che meriterebbe uno studio approfondito per la caratura e il fascino che lo hanno contraddistinto.
Poi tutto è stato facile, perché fare gli alchimisti è una specie di vocazione e come i bambini, io mi entusiasmo facilmente e sono curiosa di tutto!
Sono inchiostri questi, nati in secoli in cui le stilo erano lontane dall'essere anche solo immaginate. Il residuo che si deposita e i componenti che spesso li compongono, rendono quanto meno sconsigliato - o sconsiderato! - l'uso sulle stilografiche. Quindi pennini da intinzione: in acciaio, in rame, placcati, nuovi, antichi, vintage, tronchi, a gomito, etc...basta che sia. O penne d'oca et similia.
Un libricino di riferimento che ho trovato meraviglioso è il seguente:
"A Booke of Secrets Shewing Diuers Waies to Make and Prepare All Sorts of Inke, and Colours: As Blacke, White, Blew, Greene, Red, Yellow, and Other Colours"
scritto in tedesco e tradotto in inglese nel 1596.
Leggerlo è una delizia, nel suo Inglese arcaico. Ne vale davvero la pena.
Con gli inchiostri ho seguito, con la curiosità che mi appartiene, l'esempio di Claudio (Rampa).
Ha sperimentato con successo l'inchiostro Ferrogallico in uso nel Cinquecento, la cui ricetta è riportata nel celebre Trattato del Palatino:
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e quando mi sono decisa a sperimentare anche io una ricetta antica - condicio sine qua non: subisco il fascino del passato che torna a vivere! - mi ha suggerito di cercare la ricetta di De Mayerne, personaggio che meriterebbe uno studio approfondito per la caratura e il fascino che lo hanno contraddistinto.
Poi tutto è stato facile, perché fare gli alchimisti è una specie di vocazione e come i bambini, io mi entusiasmo facilmente e sono curiosa di tutto!
Sono inchiostri questi, nati in secoli in cui le stilo erano lontane dall'essere anche solo immaginate. Il residuo che si deposita e i componenti che spesso li compongono, rendono quanto meno sconsigliato - o sconsiderato! - l'uso sulle stilografiche. Quindi pennini da intinzione: in acciaio, in rame, placcati, nuovi, antichi, vintage, tronchi, a gomito, etc...basta che sia. O penne d'oca et similia.
Un libricino di riferimento che ho trovato meraviglioso è il seguente:
"A Booke of Secrets Shewing Diuers Waies to Make and Prepare All Sorts of Inke, and Colours: As Blacke, White, Blew, Greene, Red, Yellow, and Other Colours"
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