Ma parliamo della penna, che come vedremo è molto particolare. Si tratta della Marlen Aderl: Marlen è un produttore situato in Sant'Arpino (provincia di Caserta), e dal catalogo ho potuto vedere che si specializza in penne piuttosto barocche, che traggono ispirazione da vari elementi dell'arte italiana. Da quello che ho capito è anche specializzata in penne celebrative per le Forze dell'Ordine italiane, avendo penne per la Polizia, per i Carabinieri, per l'Esercito ecc. (si può anche avere uno sconto se si è membri delle Forze in questione). La Aderl è una penna che si rifà alla cultura italica arcaica; aderl pare infatti che fosse la prima moneta coniata nell'antica città di Atella (da non confondere con l'omonimo comune che si trova oggi in Basilicata), insediamento di origine osca tra i più antichi della Campania, e oggi corrispondente a vari comuni, tra cui la stessa Sant'Arpino; Marlen celebra perciò con questa penna la storia del proprio territorio, e come vedremo i riferimenti ad esso non si limitano al nome.
Cominciamo dunque con la descrizione esteriore: si tratta di una penna dalle estremità tronche, in resina italiana tornita da barra piena e minuterie in parte in metallo rodiato, in parte in argento sterling. Il cappuccio in resina nera ha sommità piatta con un leggero scalino che forma un disco in rilievo di diametro di poco inferiore a quello del cappuccio, poco sotto il bordo del cappuccio troviamo l'attaccatura del fermaglio a forma di figurina umana, che secondo quanto riportato dalla stessa Marlen rappresenta Maccus, maschera tipica della fabula atellana, un tipo di commedia popolare italica (questo è l'unico elemento che non sono sicuro se sia argento o meno: esteticamente mi pare argento, ma non riesco a individuare il punzone da nessuna parte, neanche guardando con una torcia sotto, quindi o è molto piccolo e ben nascosto, o non c'è), poco dopo la fine del fermaglio la resina nera è interrotta da due anelli in resina marrone chiaro con venature più scure (la stessa in cui è realizzato il corpo, ne parlerò meglio dopo), dopo le quali troviamo una spessa fascia in argento. Questa grossa fascia presenta due anelli lisci in mezzo ai quali troviamo in altorilievo la scritta “ordo populusque atellanus”, al di sotto c'è un'ultima fascia alla cui base vi è un motivo a onde stilizzate. Il cappuccio termina poi con un labbro di nuovo in resina nera. Sulla parte opposta al fermaglio, appena sopra ai due anelli in resina colorata, vi sono le incisioni “Marlen” (in corsivo), “Italy”, “Aderl” e infine il numero di serie, in questo esemplare il numero 623. Subito dopo il cappuccio inizia il fusto in resina marrone con un sottile anello metallico, per poi proseguire con una leggera entasi al centro, cui segue un restringimento verso il fondello. Mi soffermo un attimo sulla resina: il marrone chiaro con venature più scure mi ricorda molto il legno d'ulivo, e questo potrebbe essere un altro rimando ai territori da cui trae ispirazione la penna (ma questa è una mia supposizione, il produttore non lo dice). Poco prima della fine del fusto e dell'inizio del fondello vi è un'altra fascia in argento, con due fasce lisce alle estremità e un motivo a “S” al centro. Troviamo infine il fondello, in resina nera come il cappuccio, che presenta un restringimento all'inizio e termina in modo speculare al cappuccio con il piccolo scalino che forma il disco. Una volta svitato il cappuccio si scopre il resto dell'anellino metallico che si vedeva appena sotto il cappuccio, una fascia in resa nera in cui è ricavata la lunga filettatura e infine la sezione dello stesso materiale del fusto, la quale presenta un leggero restringimento appena prima di allargarsi nuovamente verso il labbro con cui conclude. Le dimensioni sono 133mm chiusa, 121mm aperta (pennino compreso). Il peso è di 37 grammi con cappuccio e 22 grammi senza.
Il sistema di caricamento consiste in un pistone azionato da un pomellino metallico cui si accede svitando il fondello. Ora, non ho ben capito se sia un vero stantuffo integrato o un “converter prigioniero” (che è un calco dall'inglese che fa abbastanza ridere: penso sempre a cosa può aver fatto di male un converter per finire prigioniero
Passiamo dunque al pennino: si tratta di un pennino di misura 6 in oro 14 carati rodiato. Presenta una incisione con il logo di Marlen e, sotto al foro di sfiato circolare, le scritte “Marlen”, “Italy”, il titolo dell'oro (14K) e la misura del tratto (F). Al di sotto del pennino troviamo un alimentatore in plastica nera. Il fatto che vi sia un alimentatore in plastica standard e la risposta che mi dà il pennino mi danno un'idea che sia di produzione Bock, ma non ci metto la mano sul fuoco.
Giungiamo alle prestazioni di scrittura: si tratta di un pennino rigido appena molleggiato, il tratto è un F europeo dal flusso abbondante, quindi è decisamente più spesso di quello cui sono abituato, ma lo trovo molto piacevole nella scrittura, è un pennino che sa dare soddisfazioni. La buona sensazione di scrittura è aiutata dall'ergonomia della penna: sembra quasi progettata per la mia mano, la sezione è comodissima, la lunghezza è perfetta per la mia mano, il peso è quel tanto che basta ad assicurare un buon bilanciamento in fase di scrittura. Vi lascio come al solito una prova.
In conclusione, si tratta di una penna per me insolita, “eccessiva” per certi versi, ma me ne sono innamorato perché si sente solida in mano, è una grande scrittrice, ha minuterie che sono lavori di oreficeria, trae ispirazione dalle radici culturali autoctone della nostra penisola. Secondo me ben rappresenta quell'idea di “italiano” che hanno gli stranieri, elegante ma a volte un po' appariscente. L'unica cosa che avrei preferito diversa è il fermaglio, il profilo di quell'uomo panciuto è per me leggermente inquietante perché sembra quasi presagire la fine che farò se non mi do una regolata con i dolci


