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Resina di cotone e inchiostri aggressivi

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rizzi83
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Messaggio da rizzi83 »

Bazzicando questa discussione viewtopic.php?t=34953 mi sono imbattuto in un'affermazione sulla famigerata resina di cotone e i suoi problemi di deformazione/restringimento legati all'umidità, che mi suona nuova:
maylota ha scritto: lunedì 18 agosto 2025, 20:01
Esme ha scritto: lunedì 18 agosto 2025, 19:49 È una penna a pistone, quindi il primo problema relativo all'umidità è interno.
E come corollario, sensibile anche al tipo di inchiostro. Millemila anni fa, quando Omas produceva penne, gli inchiostri alcalini non erano diffusissimi come sono oggi (per non parlare di quelli indelebili che si legano alla cellulosa...) eppure il buon vecchio Richard Binder metteva in guardia dall'uso di determinati inchiostri con la "resina vegetale", notando che Omas storicamente aveva sempre fatto inchiostri molto acidi.
Ora, io mi sono sempre trattenuto dal caricare la mia 360 in resina di cotone nera con un ferrogallico perché, essendo notoriamente acido, mi pareva potenzialmente aggressivo.
Ma uno dei problemi di cui questa penna soffre è il cappuccio "arieggiato" che tende a far seccare l'inchiostro nel pennino anche solo in un paio di giorni, e nella mia esperienza in situazioni analoghe (penne vintage con cappucci forati) di solito il ferrogallico non patisce il problema.
Bene, se la resina di cotone va d'accordo col Ph basso, il pennino è in oro 18k e l'alimentatore in ebanite... è il caso di provare a caricare la 360 con il Salix?! O contiene altre parti interne, magari metalliche, che potrebbero disintegrarsi solo all'idea?
Magari ora scopro che gli intrugli moderni che le ho dato da bere finora, illudendomi della loro maggiore sicurezza, in realtà le fanno pure peggio...

Grazie in anticipo a chi potrà contribuire...
AlexO
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Messaggio da AlexO »

rizzi83 ha scritto: sabato 13 settembre 2025, 23:12 [...]
Grazie in anticipo a chi potrà contribuire...
Non ho sufficiente esperienza o informazioni per contrubuire, ma la questione è interessante (anche perché ho una Extra 555/F bordeax in resina di cotone, che sto tenendo scarica anche perché vorrei evitare qualche "sorpresa" con inchiostri che possano risultare aggressivi).
Sarebbe utilissimo quantomeno conoscere, da chi li sperimentati, quali inchiostri NON si sono rivelati problematici...
Grazie
Roland
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Messaggio da Roland »

Senza scomodare gli inchiostri ferrogallici doc perché non provare con i soliti inchiostri europei passe partout quali Waterman, Parker e Pelikan (quest'ultimo con il blue black che è lievemente molto lievemente ferrogallico)? Sono tutti inchiostri con ph inferiore a 7.
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Messaggio da Esme »

Giusto per circostanziare la discussione, l'articolo di Binder che affronta il problema è questo.

Ci sono state molte discussioni di appassionati riguardo agli avvertimenti di Binder. Alcuni ritengono siano eccessivamente allarmistici e non supportati da prove scientifiche.
Il problema è che quando si parla di manutenzione di penne si è sempre davanti a valutazioni anedottiche, non è realistico pretendere prove scientifiche.
Ma l'esperienza di un riparatore come Binder è sicuramente da tenere in considerazione.
Essendo poi affiancata anche dalle vicende dell'inchiostro Parker 51, quindi dalle verifiche di un colosso (all'epoca) come Parker, forse non è nemmeno puramente anedottica. Peccato che l'archivio Parker non sia stato reso pubblico.

Per quanto riguarda il solo acetato di cellulosa, che è un materiale ampiamente utilizzato in molti campi, la bassa resistenza a pH anche moderatamente basici è conosciuta e comprovata.
È resistente agli acidi, ma non a quelli forti.
Di conseguenza in penne in acetato sembra sensato evitare gli inchiostri basici (i Pilot e i giapponesi in generale, ma non solo) e anche quelli estremamente acidi.
E qui c'è la fregatura, perché ad avere pH molto bassi non sono solo i ferrogallici, ma anche alcuni inchiostri considerati paciarotti e amichevoli, come il Pelikan blu...
(Il pH è espresso in scala logaritmica.)
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Messaggio da Roland »

Bisogna andare caso per caso. Nelle stilografiche Pelikan l'acetato di cellulosa è usato solo per il rivestimento esterno. Quello interno è in resina normale non dovrebbe fare nessun problema qualunche sia l'inchiostro usato.
Per le omas a resina di cotone da quello che ho visto non funziona come sulle Pelikan. Forse dovuto al fatto che omas torniva la resina (di cotone) da barra piena e quindi la parete interna del serbatoio era in resina di cotone. In questo caso si bisogna fare attenzione al tipo d'inchiostro acido o basico che si usa.
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Messaggio da Esme »

Sì, il discorso è "acetato che entra in contatto con l'inchiostro".
Tenendo anche conto, come sottolinea Binder, della sezione.

Che poi era il motivo per cui nella discussione originale ci si chiedeva il perché mettere la resina di cotone all'interno.
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Messaggio da Ottorino »

È resistente agli acidi, ma non a quelli forti.


Ovvero ? pH sotto a che valore ?
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
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Messaggio da Esme »

Ottorino ha scritto: sabato 20 settembre 2025, 14:36Ovvero ?
Hai ragione Ottorino, non ho scritto una cosa importante, e cioè che dipende dalla concentrazione dell'acido.
Allora è meglio parlare di range di pH considerati sicuri.

Vado di letteratura del settore, che è abbondante.
Specificando però che "acetato di cellulosa" rappresenta una categoria ampia, per cui ci possono essere variazioni.
Senza contare che il metodo produttivo è di massima rilevanza.

Per quanto riguarda il limite superiore di basicitá, il limite è piuttosto ben definito, e l'indicazione è piuttosto chiara: pH non superiore a 8, in alcuni casi addirittura a 7.
Sopra questi valori si ha perdita di materiale.
Non per nulla i produttori di occhiali in acetato raccomandano di non usare ammoniaca e di impiegare saponi a pH neutro.

Per il limite inferiore di acidità ci sono valori in un ventaglio più ampio.
Per le fibre tessili e per le membrane a film si parla di valori di pH non inferiori a 4.
In altri casi si scende fino a 2,5.


Ora, queste mio riassunto é da intendersi nell'ambito della prudenzialitá.
Come per la celluloide, anche nel caso dell'acetato di cellulosa le varie cariche additive possono portare a differenze, così come i processi di stoccaggio e lavorazione.
Però il range 2,5-4<pH<8 si presta a un confronto interessante con il pH degli inchiostri.
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Messaggio da Roland »

questo schema prende essere utile (grazie al contributo del forum di pennofili americani che l'hanno tradotto dal giapponese ). :D
Allegati
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acidbase2.png
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Messaggio da AlexO »

Roland ha scritto: sabato 20 settembre 2025, 17:52 questo schema prende essere utile (grazie al contributo del forum di pennofili americani che l'hanno tradotto dal giapponese ). :D
Interessante... C'è un link?
Grazie
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Messaggio da AlexO »

Esme ha scritto: sabato 20 settembre 2025, 15:46
Ottorino ha scritto: sabato 20 settembre 2025, 14:36Ovvero ?
Hai ragione Ottorino, non ho scritto una cosa importante, e cioè che dipende dalla concentrazione dell'acido.
Allora è meglio parlare di range di pH considerati sicuri.

Vado di letteratura del settore, che è abbondante.
Specificando però che "acetato di cellulosa" rappresenta una categoria ampia, per cui ci possono essere variazioni.
Senza contare che il metodo produttivo è di massima rilevanza.

Per quanto riguarda il limite superiore di basicitá, il limite è piuttosto ben definito, e l'indicazione è piuttosto chiara: pH non superiore a 8, in alcuni casi addirittura a 7.
Sopra questi valori si ha perdita di materiale.
Non per nulla i produttori di occhiali in acetato raccomandano di non usare ammoniaca e di impiegare saponi a pH neutro.

Per il limite inferiore di acidità ci sono valori in un ventaglio più ampio.
Per le fibre tessili e per le membrane a film si parla di valori di pH non inferiori a 4.
In altri casi si scende fino a 2,5.


Ora, queste mio riassunto é da intendersi nell'ambito della prudenzialitá.
Come per la celluloide, anche nel caso dell'acetato di cellulosa le varie cariche additive possono portare a differenze, così come i processi di stoccaggio e lavorazione.
Però il range 2,5-4<pH<8 si presta a un confronto interessante con il pH degli inchiostri.
Vediamo se ho capito bene...

Per l'acetato di cellulosa (e per la celluloide ?) il range tra 2.5 e 7 (max 8) è prudenzialmente "sicuro". In presenza di fibre tessili (inclusa la resina di cotone OMAS?) e membrane a film il limite inferiore è invece 4.

Corretto?
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Messaggio da Ottorino »

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Messaggio da maylota »

Esme ha scritto: sabato 20 settembre 2025, 15:46
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Il che mi fa pensare che per penne in acetato di cellulosa e resine organiche in generale in cui il serbatoio sia a contatto diretto con l'inchiostro, forse è meglio lasciar stare anche i vari "liquidi di pulizia" in commercio che potrebbero (e molti di sicuro) contenere ammoniaca.

Poi è vero che parliamo di niente, ma cosa esattamente ci sia in un liquido che nasce per rendere come nuovo un converter o una finestrella macchiata dall'inchiostro, chi lo sa. Senza contare che conosco qualcuno che nelle penne ce lo lascia tutta la notte o più e non 5 minuti... ;)

Una considerazione: mi stupisce che con tutti gli inchiostri che ci sono in giro, non sia ancora arrivato qualcuno a offrire una gamma di inchiostri studiati apposta per acetati e simili. E' vero, basta metterci dentro un qualsiasi inchiostro non basico e non troppo acido (e Noodlers ha anche linee a PH neutro), ma gli avidi squali che girano nel nostro mondo... sarebbero capaci di farcelo pagare il triplo di uno normale :lol: :lol:
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Messaggio da sansenri »

il mio personale parere è che la resina di cellulosa sopporta pH abbastanza acidi, tanto è vero che seppure molti inchiostri comuni hanno pH basso (anche fino a 3) di problemi da pH basso non si è mai sentito parlare con le Omas (ad esempio).
Più attenzione con i pH basici forse è utile, perché non è difficile andare sopra 8 (essendo la neutralità 7) e gli inchiostri basici sono più recenti e probabilmente c'é meno esperienza.
Consideriamo anche che oggi come oggi in molti casi gli inchiostri non restano nelle penne molto a lungo (una volta si teneva la penna carica dello stesso inchiostro anche per anni).
Detto questo, le Omas in resina le ho usate con svariati tipi di inchiostri (faticherei a listare quali) senza alcun problema.
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Messaggio da Esme »

Ottorino ha scritto: sabato 20 settembre 2025, 19:04 Non ci sono fibre tessili, accidenti a chi si inventa i nomi accattivanti !
Se è una battuta, non l'ho capita.
Se non è una battuta, non l'ho capita lo stesso! :D

sansenri ha scritto: sabato 20 settembre 2025, 19:29 Detto questo, le Omas in resina le ho usate con svariati tipi di inchiostri (faticherei a listare quali) senza alcun problema.
Come attesta la mia firma, tendo a non preoccuparmi e anche a lanciarmi in esperimenti un po' scriteriati. (Con le penne!)
E sono d'accordo con chi dice che la penna è uno strumento, non dobbiamo essere suoi schiavi mangiati dall'ansia.

Ma un po' di dati aiutano a prendere decisioni. :)

maylota ha scritto: sabato 20 settembre 2025, 19:11 forse è meglio lasciar stare anche i vari "liquidi di pulizia" in commercio
Io vado di acqua e pazienza.
Se l'acqua e, soprattutto, la pazienza non bastano, vado di bomba atomica (vedi sopra).
Non ho penne in "resina di cotone", però. :)
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