Questa, più che una recensione, è una raccolta di prime impressioni, non avendo ancora usato la penna a lungo.
IL BRAND:
Per un po' di storia del brand, consiglio questo post: viewtopic.php?t=32852
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Per una volta mi prendo il posto di Enrico (Enbi) e parlo anch'io di un capolavoro

LA PENNA:
E' difficile provare a mettere in parole la descrizione di un oggetto, quando questa è soprattutto volta a provare a rappresentare la tattilità di esso. Per ora, quindi, descrivo quanto si può vedere dalle fotografie, dopo proverò a parlare meglio dell'uso di questa penna.
La Platinum 3776 Century Blue Celluloid Chinkin Karakusa è una classica Platinum 3776 nella forma. Una penna ogivale, con la tipica clip Platinum.
Ci sono differenze ovvie, come il materiale e le decorazioni, e meno ovvie, di cui vi parlo tra poco.
La penna è in celluloide blu royal con saltuarie inclusioni bianche, che ne rendono la presentazione meno ovvia di quanto sembri da lontano. Il materiale di lavoro ricorda quella del modello 3776 Century Midnight Ocean Blue Celluloid ma non sono in grado di dire se sia davvero lo stesso materiale. Basandomi sulle foto online, in alcune la Midnight sembra più scura, in altre sembra uguale. Anche la Midnight, tuttavia, ha una celluloide blu con sparse inclusioni bianche. Può essere una coincidenza o a Platinum piace in modo particolare tempestare di bianco le sue celluloidi blu.
Quello che salta di più all'occhio, tuttavia, è la decorazione della penna. Questa è stata ottenuta con la tecnica chinkin, che prevede la pratica di incisioni con uno scalpellino, successivamente riempite di pigmento, in questo caso è polvere argentata.
La minuteria, in tema con la polvere argentata, è tutta rodiata.
Io non sono obiettiva nel commentare la minuteria, visto che preferisco il rodio a prescindere, ma in questo caso mi sento di dire che si accompagna a questo blu in modo davvero sopraffino. La penna è elegante, sofisticata, sicuramente barocca ma non pacchiana. Il blu con l'oro, forse, avrebbe dato maggiore impressione di ricchezza ma sarebbe stata, a mio parere, troppo opulenta e, forse, addirittura volgarotta. L'argento e il rodio danno una luminosità davvero piacevole.
Ci sono differenze rispetto al modello 3776 Century standard.
La prima la si incontra aprendo la penna.
Il manicotto metallico che solitamente ingloba cartuccia o converter quando la si carica, in questa versione manca e il converter è "nudo".
Il corpo scrittura, inoltre, è leggermente più piccolo, sia in diametro che in lunghezza.
Poco sopra ho affermato che il fattore di forma è quello classico della 3776 ma ho mentito un pochino (poco poco, giuro). La cupola del cappuccio, infatti, è meno arrotondata, un poco più "appuntita". E la penna è leggermente più corta rispetto a una 3776 standard. Sono differenze, tuttavia, che si vedono solo a un confronto diretto e ravvicinato. Senza mettere vicini due esemplari, non le si nota.
Le differenze non visibili in fotografia sono relative a peso e sensazioni tattili.
La Karakusa è sensibilmente più pesante. Essendolo di poco, non è affatto un problema. Siede molto confortevolmente nella mano e quel pizzico di peso in più fornisce anche maggiore stabilità alla scrittura. Per fare un esempio, non arriva al peso di una penna in metallo. La Pilot Falcon Metal è più pesante della Karakusa.
Anche al tocco, il materiale è diverso dalle resine delle penne che ho avuto finora. Fornisce sensazioni di solidità maggiore, al contempo dando un senso di "morbido", di meno rigido e immobile.
Pensavo, fino a oggi, di non aver mai impugnato un oggetto fatto con celluloide, invece ho scoperto che non è così.
Credevo che, prendendo in mano la penna, avrei scoperto qualcosa di nuovo; invece, come una petite madeleine appuntita, la sensazione che ne ho avuto è stata di un deja-vecu. Qualcosa di remoto che non ha evocato immagini di oggetti in particolare. Non so se sia stata evocata da una penna che ho preso in mano da bambina o da altri strumenti. Fatto sta che mi sono sorpresa nel capire che, in realtà, conoscevo già il materiale. Chissà se ricorderò mai quale oggetto (od oggetti, magari sono più di uno) della mia infanzia era di celluloide.
L'ho inchiostrata con Aurorealis di Ferris Wheel Press. Naturalmente doveva essere un viola ma questo è un viola molto freddo, quasi blu, le sta benissimo addosso (tecnicamente, dentro).
Come la meraviglia che sono le 3776, il pennino EF è eccezionale come sempre.
E ADESSO...
Mi faccio domande e mi do risposte, senza nemmeno aver bisogno che sia Gigi Marzullo a spronarmi a farlo.
- Vale la spesa?
Avendo visto in video in che modo si realizzano incisioni di questo tipo, ritengo che il prezzo elevatissimo sia ragionevole. Per quanto ne siano state prodotte una serie, di queste penne, la manifattura con la tecnica chinkin le rende tutte pezzi unici. Sono caratteristiche che, senza dubbio, fanno apprezzare maggiormente anche il sacrificio economico.
Sono felice di essermi fatta questo regalo di lusso, quindi per me vale la spesa
- La celluloide, quindi, è davvero meglio della resina?
Qui, senza dubbio, risponderò in modo diverso da quello che risponderebbero gli amanti (alcuni) del vintage.
La risposta è: dipende.
"Dipende" nel senso che, a mio parere, la celluloide da sola non è quello che rende questa penna così eccezionale. Con questo intendo dire che non spenderei alte cifre solo per una penna di celluloide. Sono ancora perfettamente felice con le resine moderne. Non ho preso questa penna per il materiale ma perché questo materiale è stato lavorato in un modo unico e che stuzzica il mio senso estetico profondamente.
Quindi, dipende se è proprio la celluloide quello che si ama, la sensazione che si cerca. Altrimenti, no. Non credo che sia meglio, è solo diversa. E questo lo dico soggettivamente, in termini di percezioni sensoriali e gusto estetico, non faccio un discorso tecnico. Non so nulla di tecnica per poter fare discorsi di quel tipo.
- La userai?
Sì, la userò come ogni penna che abbia mai comprato. A meno che cominci a vedere decadimento di qualche tipo. Ho notato polvere argentata lungo il corpo della penna. Potrebbero essere residui della lavorazione. Se capissi che la polvere sta scomparendo dalle incisioni, probabilmente comincerò a usarla con maggiore parsimonia.
- Calzerai il cappuccio?
Per ora, sì. Sono una "calzatrice". Anche in questo caso, casomai vedessi alterazioni date da questa azione, smetterò di farlo.
CONCLUSIONI
Questa penna è una meraviglia che molto probabilmente diventerà la mia preferita. Ancora no, dobbiamo conoscerci meglio, ma ho la sensazione che resterà la mia medaglia d'oro (o di Platinum

L'ho osservata per mesi, ho fatto un periodo di zero spese per poter arrivare a potermela permettere e non me ne pento.
Data la spesa, non posso consigliarla ma, qualora ci fosse chi ha le possibilità e aveva o ha - magari - dei dubbi, direi che può sciogliere le redini.
10/10