Un (in)discusso capolavoro giapponese della scrittura: Pilot Custom Heritage 912 – Pennino FA
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Un (in)discusso capolavoro giapponese della scrittura: Pilot Custom Heritage 912 – Pennino FA
Alessio Pariani
L’ottimismo è il sale della vita, l’umorismo ne è lo zucchero.
FORZA RAGAZZI! [cit. maicol69]
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Ho provato le 742 e 743 in svariate combinazioni ci inchiostro ad un raduno - ce n'era anche un'altra che mi sfugge ma le tipologie Pilot mi sono ostiche.
Sono tutti pennini meravigliosi. Anche a considerarle penne normali come le uso io. Come flessibile l'ho visto usare, io non mi arrischio.
La cosa incredibile è come si adattino e cambino con le varie combinazioni di inchiostri, tutte molto piacevoli e alla mano di chi le usa.
(Ovviamente quella caricata con la pozione magica Noodler's di Alessio, la si riconosce all'istante
)
Per me è il classico pennino da avere, in una qualche sua variante.
PS. Complimenti per la recensione. Per la mia personale sensibilità apprezzo molto chi di fronte ad una penna si mette in ascolto e cerca di capirla con il tempo e le prove e i tentativi. Di giudizi tranchant dopo tre pagine è pieno il web, un approccio più riflessivo è per me tutto da apprezzare.
Sono tutti pennini meravigliosi. Anche a considerarle penne normali come le uso io. Come flessibile l'ho visto usare, io non mi arrischio.
La cosa incredibile è come si adattino e cambino con le varie combinazioni di inchiostri, tutte molto piacevoli e alla mano di chi le usa.
(Ovviamente quella caricata con la pozione magica Noodler's di Alessio, la si riconosce all'istante

Per me è il classico pennino da avere, in una qualche sua variante.
PS. Complimenti per la recensione. Per la mia personale sensibilità apprezzo molto chi di fronte ad una penna si mette in ascolto e cerca di capirla con il tempo e le prove e i tentativi. Di giudizi tranchant dopo tre pagine è pieno il web, un approccio più riflessivo è per me tutto da apprezzare.
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Ci sono, ci sono. Certo non devi pretendere la marca famosa, ma se ne trovano, anche con pennino in acciaio. Il problema è che ci vuole pazienza e fortuna per scovarle, qui ti basta pagare e non c'è bisogno di cercare e aspettare.Koten90 ha scritto: ↑martedì 18 marzo 2025, 18:58 Chiaramente ci sono alternative inarrivabili nel vintage, ma teniamo anche conto che è un penna tranquillamente acquistabile sotto i 200€ nell’usato o direttamente dal Giappone. Salvo trovare una svendita di una qualche eredità mal valutata, non ci sono penne paragonabili a quel prezzo
Non ho provato la 149 calligraphy, quindi non ho modo di dare un giudizio sulla stessa, ma questa la provai quando uscì, ed ha senza dubbio un pennino all'altezza di un flessibile antico di quelli buoni. Ma bisogna essere chiari, come del resto chiaramente detto nella recensione, la penna è nata con altri obiettivi per cui l'alimentatore non è in grado di reggere l'uso che chi ci si avvicina avendo presenti quelli antichi vorrebbe farne. E comunque deve sempre essere ribadito che i flessibili non sono pennini né semplici né comodi da usare.
Simone
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Prima di tutto grazie Enbi per la recensione ben fatta, appassionata, ed esaustiva. Ha portato ad una discussione interessante su questo controverso pennino. È notevole che Pilot scriva in modo esplicito che non è adatto a chi preme molto, che fa intendere cosa torni loro da riparare - in garanzia e non - quando si tratta di FA! Io ho provato quello della 912 e ammetto di non saperlo usare, è morbidissimo, un pennello, a me salta in tutte le salse, compresa quella con alimentatore in ebanite presa a parte. Devo ringraziare Koten di avermi fatto provare la 743 con l' FA, perché si tratta di un pennino diverso e molto più gestibile per me. E poi devo ringraziare Normie che ha avuto la pazienza di interagire al posto mio con il signore che aveva messo in vendita la 743 FA e la 74 SF su una nota piattaforma di oggetti usati. Il signore in questione aveva a malapena intinto le due penne ma aveva l' insulto facile e ingiustificato, ci è voluta la pazienza di Normie per chiudere la trattativa. La 74 a me però non dà affatto l' impressione di penna leggerina, anzi, il mio esemplare lo confondo facilmente con la 743. E qui arriviamo al dibattito sulle Pilot tutte uguali. Credo che per capire le scelte di catalogo bisognerebbe avere una conoscenza approfondita del Giappone e della loro cultura, della loro idea di "bello". Il bello non è univoco. Gli ex colleghi indiani che ci vedevano in completo blu non ci percepivano eleganti, né noi occidentali percepivamo loro tutti colorati eleganti. Per il Giappone, forse, bello e prezioso sono le urushi e le maki, ecco io credo che dietro al loro catalogo vi sia un fattore culturale, ed è di fatto una visione aziendale di successo perché i loro pennini, frutto pure della loro cultura produttiva, sono meravigliosi e si fanno desiderare.
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Grazie a te per il bel commento e per aver riportato la tua esperienza!edis ha scritto: ↑martedì 18 marzo 2025, 23:46 Prima di tutto grazie Enbi per la recensione ben fatta, appassionata, ed esaustiva. Ha portato ad una discussione interessante su questo controverso pennino. È notevole che Pilot scriva in modo esplicito che non è adatto a chi preme molto, che fa intendere cosa torni loro da riparare - in garanzia e non - quando si tratta di FA!
[...]
E qui arriviamo al dibattito sulle Pilot tutte uguali. Credo che per capire le scelte di catalogo bisognerebbe avere una conoscenza approfondita del Giappone e della loro cultura, della loro idea di "bello". Il bello non è univoco.

Si Pilot stessa è ben cosciente dei limiti del suo FA, e ci tiene a specificare che non è un pennino da trattare in modo casual, né un pennino da calligrafia in caratteri latini.
Per quanto riguarda il catalogo Pilot, direi che più che il concetto di "bello", entra in gioco come è concepita una penna stilografica: per loro è innanzitutto uno strumento di scrittura, l'importante è il pennino, il corpo deve essere una penna, punto. Poi per i modelli di lusso c'è l'urushi e il maki-e.
Se proprio vogliamo considerare l'aspetto culturale, io punterei lo sguardo sulla cultura lavorativa giapponese: in alcuni ambiti più "giovani" (come le start-up, la pubblicistica, il marketing ecc.) si sta facendo strada un modo di fare più rilassato, ma nel mondo del commercio e dei servizi tradizionali è presente una rigida etichetta: sempre in giacca e cravatta (di colori scuri o comunque monotono) ai meeting, linguaggio molto formale (che fatica il giapponese per il business, sembra quasi di studiare un'altra lingua). Tutto ciò che è appariscente è considerato fuori posto perché distrae dalla professionalità e dal lavoro. Questo fosse spiegherebbe la scelta di Pilot: penne nere e seriose da portare in giro e poter tirare fuori a lavoro senza problemi. Da notare infatti che i modelli più colorati Pilot li fa o per le penne destinate ai bambini/ragazzi, comunque non lavoratori (si pensi alle Kakuno), oppure a quelle pensate per donne, per le quali è accettato un minimo di attenzione alla moda (come la Grance, la Cavalier). Insomma, la linea Custom mi sembra pensata per il tipico impiegato giapponese, che deve rispettare un'etichetta.
Comunque Pilot negli ultimi anni, pur rimanendo molto conservativa, si è un po' "aperta" ai colori con le versioni SE (in resina marmorizzata) della Custom Heritage 91 e della Capless.
Diciamolo, Pilot ha già una enorme produzione di cancelleria, e lì si vede che investe molto in ricerca e sviluppo (portamine con meccanismi particolari, la mitica Frixion, la V5 ecc.), mentre sembra vedere le stilografiche come un mercato su cui non investire troppo al di fuori della qualità di scrittura... E devo dire che a me va bene così

Enrico
"刃を持った者をそのふところに抱き込まねば、愛の世は来ません。刃を手から離させようとするから、やっぱり争いとなるのです。「平和のために戦う」というようなちぐはぐな心がけでは、いつまでたっても戦いはやみますまい"。永井隆、『如己堂随筆』
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Sempre sia lodata!Enbi ha scritto: ↑mercoledì 19 marzo 2025, 8:38 Per quanto riguarda il catalogo Pilot, direi che più che il concetto di "bello", entra in gioco come è concepita una penna stilografica: per loro è innanzitutto uno strumento di scrittura, l'importante è il pennino, il corpo deve essere una penna, punto. Poi per i modelli di lusso c'è l'urushi e il maki-e.
[...] E devo dire che a me va bene così: Pilot continui pure a fare penne nere, basta che non smetta mai di fare i suoi magnifici pennini!

Quando poi i buoni texani che fanno l'alimentatore in ebanite, fanno anche il collare per montare pennino e alimentatore su filettature standard, allora si può arrivare mettere un bel pennino su una bella penna, ma resta solo un vezzo che prescinde dallo scrivere.
Attualmente uno dei miei è montato su una Asvine J16 in titanio con filetto Jowo e caricamento a pistone e va alla grande, molto meglio che sulla Leonardo dove ha un flusso di inchiostro incontrollabile (ancora devo capire il perché).
Alessio Pariani
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Che ne pensi dell'alimentatore? ti trovi bene? alcuni su internet non si trovano bene con l'alimetatore stock e ne comprano uno diverso su un sito americano, altri dicono che è OK e lo preferiscono siccome fa linee più fini e funziona.
Probabile dipenda da persona a persona, io penso userei l'alimentatore normale. Da quello che ho letto online sembra tutto a posto e non ci sono problemi. Chi usa pennino FA per fare linee spesse oltre 1.5 mm secondo me esagera. lo dico "a naso" siccome la penna non la possiedo. Ho stabilito queste cose " a naso". non ne ho idea.
Probabile dipenda da persona a persona, io penso userei l'alimentatore normale. Da quello che ho letto online sembra tutto a posto e non ci sono problemi. Chi usa pennino FA per fare linee spesse oltre 1.5 mm secondo me esagera. lo dico "a naso" siccome la penna non la possiedo. Ho stabilito queste cose " a naso". non ne ho idea.
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Credo di aver risposto nella mia recensione, ti riporto le righe in cui ne ho parlato:pbon ha scritto: ↑giovedì 5 giugno 2025, 10:01 Che ne pensi dell'alimentatore? ti trovi bene? alcuni su internet non si trovano bene con l'alimetatore stock e ne comprano uno diverso su un sito americano, altri dicono che è OK e lo preferiscono siccome fa linee più fini e funziona.
Probabile dipenda da persona a persona, io penso userei l'alimentatore normale. Da quello che ho letto online sembra tutto a posto e non ci sono problemi. Chi usa pennino FA per fare linee spesse oltre 1.5 mm secondo me esagera. lo dico "a naso" siccome la penna non la possiedo. Ho stabilito queste cose " a naso". non ne ho idea.
Ho visto che da molti viene adattato per la calligrafia nostrana, e qui mi preme specificare: questo pennino può essere ADATTATO per la calligrafia in alfabeto latino, ma non nasce per questo. Da qui credo che nascano tutte le critiche e le polemiche intorno al pennino, perché si richiede al FA di fare bene quello per cui non è stato progettato. Infatti, andando a cercare variazioni di tratto molto ampie, necessarie ad alcuni stili calligrafici, l’alimentatore non riesce a reggere. Molti, infatti, acquistano alimentatori sostitutivi in ebanite a due o addirittura tre canali. Personale esperienza: complice un GdA, ho preso uno di questi alimentatori, a due canali, l’ho montato sulla mia 912, ho visto che il tratto risultava troppo bagnato per i miei gusti, ho rimesso l’alimentatore originale.
Gli alimentatori sostitutivi di cui parlavo qui, tra cui quello che ho acquistato, sono proprio quelli del sito americano. Alla fine sono tornato al suo alimentatore originale perché ho trovato il giusto inchiostro che la fa scrivere come mi piace (Iroshizuku Tsuki-yo) e come dicevo non mi spingo ai limiti del pennino, mi basta che dia una bella variazione di tratto (e me la dà eccome). Soprattutto con l'alimentatore originale, non è un pennino con cui si può "correre" nella scrittura.
Enrico
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Grazie della info relativa all'alimentatore. Pare che tu confermi che non è necessario cambiarlo, io ho concluso stessa cosa. Penso l'alimentatore originale è OK e così dicono anche altri. Meglio così, alla fine costa comprare quei componenti tra dazi e spedizione.Enbi ha scritto: ↑giovedì 5 giugno 2025, 10:13 Credo di aver risposto nella mia recensione, ti riporto le righe in cui ne ho parlato:
Ho visto che da molti viene adattato per la calligrafia nostrana, e qui mi preme specificare: questo pennino può essere ADATTATO per la calligrafia in alfabeto latino, ma non nasce per questo. Da qui credo che nascano tutte le critiche e le polemiche intorno al pennino, perché si richiede al FA di fare bene quello per cui non è stato progettato. Infatti, andando a cercare variazioni di tratto molto ampie, necessarie ad alcuni stili calligrafici, l’alimentatore non riesce a reggere. Molti, infatti, acquistano alimentatori sostitutivi in ebanite a due o addirittura tre canali. Personale esperienza: complice un GdA, ho preso uno di questi alimentatori, a due canali, l’ho montato sulla mia 912, ho visto che il tratto risultava troppo bagnato per i miei gusti, ho rimesso l’alimentatore originale.
Gli alimentatori sostitutivi di cui parlavo qui, tra cui quello che ho acquistato, sono proprio quelli del sito americano. Alla fine sono tornato al suo alimentatore originale perché ho trovato il giusto inchiostro che la fa scrivere come mi piace (Iroshizuku Tsuki-yo) e come dicevo non mi spingo ai limiti del pennino, mi basta che dia una bella variazione di tratto (e me la dà eccome). Soprattutto con l'alimentatore originale, non è un pennino con cui si può "correre" nella scrittura.
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Non ci sono dazi per importare in EU. Si paga (non poco) ma per spedizione, IVA e ovvie spese amministrative per la sua determinazione e riscossione.
So che sono al limite del pedante, ma solo Trump pensa che l'IVA sia un dazio...

Venceremos.
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Fai bene, grazie della precisazione. Evidentemente per abitudine ho usato questa parola e mi sono sbagliato. Penso tu abbia capito ma hai fatto bene a precisare. Si trattava solo di abitudine.
Posso notare che cosa ho pagato io era variabile. A volte ho pagato 30 e passa euro e altre volte erano solo 4 euro. Non ho capito una fava di come funziona. Da quel sito americano non menzionabile ho beccato 22 euro da pagare perché ho ordinato un alimentatore. Invece da un altro sito erano 4 euro per un ordine oltre 200 euro. Non ci capisco molto, è difficile anche calcolare quanto si paga. Ma l'unica certezza è che appunto pagherai qualcosa di addizionale.
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Il tema è un casino L'IVA si paga sul valore dichiarato dal produttore di prodotto più spedizione. Se barano in fattura e dichiarano valori più bassi sul prodotto, paghi meno. Lo stesso se ti spediscono da paesi dove le spedizioni sono sovvenzionate dallo Stato.pbon ha scritto: ↑giovedì 5 giugno 2025, 11:10Fai bene, grazie della precisazione. Evidentemente per abitudine ho usato questa parola e mi sono sbagliato. Penso tu abbia capito ma hai fatto bene a precisare. Si trattava solo di abitudine.
Posso notare che cosa ho pagato io era variabile. A volte ho pagato 30 e passa euro e altre volte erano solo 4 euro. Non ho capito una fava di come funziona. Da quel sito americano non menzionabile ho beccato 22 euro da pagare perché ho ordinato un alimentatore. Invece da un altro sito erano 4 euro per un ordine oltre 200 euro. Non ci capisco molto, è difficile anche calcolare quanto si paga. Ma l'unica certezza è che appunto pagherai qualcosa di addizionale.
Ma siamo in sezione sbagliata per discutere queste cose e o ci spostiamo o è corretto chiuderla qui.
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